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“Qui dentro c’è la storia che ho voluto raccontare, una storia probabilmente simile a tante altre, ma in fondo unica, come lo sono tutte.

C’è un vissuto fatto di fragilità, di sensi di colpa, di felicità, di incontri luminosi e distacchi dolorosi, di ombra e di luce, di caduta e di rinascita.
C’è la consapevolezza che tutto si arrende all’inarrestabile divenire delle cose”.
A tre anni dall’album d’esordio E forse sono pazzo, e dopo il tributo ai grandi della musica italiana con A ritrovar Bellezza, Diodato torna con un nuovo lavoro, Cosa siamo diventati: “Ho lavorato a lungo a questo album perché volevo potesse essere una fotografia nitida del mio vissuto e della mia attuale visione musicale. Ho cercato a lungo le parole giuste arrivando a scavare a fondo in un processo che talvolta, non lo nego, è stato anche doloroso. Volevo ci fosse tutta la verità, tutta la sincerità possibile. Cosa siamo diventati doveva rappresentarmi appieno e doveva anche essere un deciso passo in avanti rispetto ai miei precedenti lavori. Oggi posso dire d’essere davvero felice del risultato finale”.
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Anticipato dal singolo Mi si scioglie la bocca, il nuovo album è stato in gran parte registrato in vere e proprie sessioni live in quella che fino a qualche anno fa era la casa di Renzo Arbore e che ancora oggi custodisce parte delle sue collezioni, migliaia di vinili, oggettistica singolare e giocattolini meravigliosi.
Tutto il lavoro produttivo successivo ha cercato di tutelarne l’intensità e di valorizzare il dialogo creatosi tra i musicisti.

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