#MUSICANUOVA: lilly among clouds, The Only One

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lilly among clouds
arriva da Würzburg, in Germania, un luogo che non è né un villaggio di campagna né una metropoli, e poprio adesso sta muovendo i primi passi nella musica.
Il singolo con cui ha scelto di farsi conoscere è The Only One, un pezzo non solo pop, non solo rock, non solo elettronico, che gira su se stesso quasi all’infinito e mostra più che evidenti le influenze attinte da Florence and the Machine, Lykke Li, ma anche Sia, se la ascoltate bene.
L’album arriverà entro fine anno.

La storia della canzone dello spot Amazon Prime

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Vi sarà senz’altro capitato di imbattervi in quel delizioso spot di Amazon Prime in cui un povero pony viene allontanato dagli altri cavalli del recinto a causa della sua piccola statura, trovando conforto tra le braccia della padrona grazie a una speciale gattaiola che gli permette di entrare in casa.

E molto probabilmente vi sarà rimasta in testa la canzone che accompagna lo spot, con un’atmosfera danzereccia e vagamente malinconica un po’ greca e un po’ gitana.
Bene, si tratta di Little Man, brano inciso nel lontano 1966 dal duo Sony & Cher, ovvero Sony Bono e Cher (sì, proprio quella Cher). Tratta dal loro terzo album In Case You’re In Love, la canzone parla dell’infatuazione di un ragazzo per una donna più grande ed è diventata uno dei loro più grandi successi, raggiungendo i piani alti delle classifiche soprattutto in Europa.

In quegli anni andava molto di moda incidere i brani anche in più lingue, magari proponendoli ad artisti diversi, così che ognuno ne facesse una personale versione.
Nel caso di Little Man, la storia è davvero interessante e vede coinvolti personaggi a dir poco giganteschi. Oltre alla versione in inglese, della canzone esistono anche quella in francese e quella in italiano (quest’ultima su testo dell’onnipresente Mogol), rispettivamente intitolate Petit Homme e Piccolo ragazzo, e a tutte e tre Sonny e Cher hanno voluto mettere mano.
In Francia è stata nientemeno che Dalida a incidere la cover più celebre, mentre per l’Italia la versione di maggior successo è stata quella realizzata da un’altra signora della canzone, Milva, poi nuovamente ripresa anche da Dalida.

Due nuovi album tra jazz e live per Diamanda Galàs

Dopo nove anni dall’ultimo album live Guilty Guilty Guilty e dopo una serie di concerti pressoché ininterrotta, Diamanda Galàs si prepara a fare un ritorno che definire grande è decisamente riduttivo.
La più estrema performer che la musica possa annoverare pubblicherà infatti ben due nuovi album il prossimo 24 marzo.
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Il primo, All The Way, raccoglierà alcuni grandi classici del jazz, del blues e del folk radicalmente reinterpretati dalla cantante: un’operazione che Diamanda aveva già compiuto in passato (su tutte, ricordiamo I Put A Spell On You) e che in questo nuovo lavoro la vedrà alle prese con composizioni di Thelonius Monk (si parla di una versione solo piano e voce della celebre ‘Round Midnight) e Johnny Paycheck, fra gli altri, oltre a brani resi celebri da artisti come Frank Sinatra.
Quello di All The Way è un progetto a cui Diamanda sta lavorando da diversi anni (pare più di 10), portato avanti tra gli innumerevoli impegni live e alcuni difficili periodi famigliari.
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Il secondo disco si intitola invece At Saint Thomas the Apostle Harlem ed è stato registrato all’interno della chiesa dedicata al santo durante i tre concerti tenuti dalla Galàs a New York lo scorso maggio nel corso Red Bull Music Academy Festival: raccoglierà nove cosiddette “canzoni di morte” in greco, italiano, tedesco e francese, tra cui brani di Cesare Pavese, Ferdinand Freiligrath e canzoni di Jacques Brel e Albert Ayler.
In primavera Diamanda Galàs dovrebbe portare in concerto i nuovi brani in Nord America ed Europa.

Ottavo album per i Jamiroquai

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Si intitola Automaton l’ottavo album dei Jamiroquai.
Il gruppo soul funk elettronico torna con un album scritto e prodotto da Jay Kay e dal tastierista Matt Johnson, disponibile dal 31 marzo.
“L’ispirazione di Automaton è una sorta di riconoscimento di quanto l’intelligenza artificiale e la tecnologia abbiano accresciuto il loro ruolo nel nostro mondo oggi e di come gli uomini stanno iniziando a dimenticare le cose più piacevoli, semplici ed espressive della vita, incluse le nostre relazioni con gli altri esseri umani”.
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Il primo singolo, Automaton Transmission 001 è accompagnato da un video che è una sorta di neo-noir, diretto da Charli Lightening con la direzione creativa del front man Jay Kay.
Questa la tracklist dell’album:
Shake It On
Automaton
Cloud 9
Superfresh
Hot Property
Something About You
Summer Girl
Nights out in the Jungle
Dr Buzz
We Can Do It
Vitamin
Carla

ASPETTANDOSANREMO: "Vado al Festival per la ricerca sulla SLA". Quattro chiacchiere con… Ron

“Se non ci fosse stato il progetto per la ricerca sulla SLA non sarei andato a Sanremo”.
Lo dice chiaramente Ron parlando della sua partecipazione – la settima – al prossimo festival con L’ottava meraviglia.
Il brano, una canzone dal respiro arioso, sarà infatti contenuto nella riedizione di La forza di dire sì, il doppio album pubblicato nel 2016 a favore dell’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) e che vedeva la partecipazione di altri 24 artisti.
Il disco arriverà il 10 febbraio e conterrà anche un secondo inedito, Ai confini del mondo.
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L’ottava meraviglia
 è una canzone d’amore: oggi, questo sentimento dove trova la sua forza?
Abbiamo un continuo bisogno d’amore: ci sentiamo sempre soli e sentiamo la necessità di condividere, di avere accanto qualcuno che ci sorregga. L’idea che gira intorno alla canzone è capire di cosa abbiamo bisogno oggi, in un contesto in cui ci sparano da tutte le parti, in cui vivere è diventato quasi sopravvivere. In questa condizione, ciò di cui abbiamo bisogno è la persona che sta al nostro fianco, è questa “l’ottava meraviglia”. Lo dico davvero.

Com’è nata la canzone?
E’ arrivata quasi da sola, senza cercarla troppo. Mattia Del Forno dei La Scelta mi ha portato un inizio interessante, su cui poi ho lavorato con Emiliano Mangia e Francesco Caprara: mi piace molto lavorare con loro, le cose arrivano in maniera spontanea. 
Nel ritornello si parla di America e di Oriente: cosa rappresentano?
L’America è sempre stato il sogno: ci sono andato per la prima volta a 17 anni, quando le cose si facevano in grande, insieme a Massimo Ranieri e molti altri, e abbiamo cantato al Madison Square Garden. Oggi andare in America vuol dire andare in un locale e chiedere di poter cantare, come mi è capitato alcuni anni fa. Il nome di Trump è ingombrante, come lui, fa paura, ma io dico di provare a lasciarlo fare, solo per un attimo. L’America comunque resta il paese dei sogni, lì se hai talento hai la possibilità di fare qualcosa. L’Oriente invece ha il fascino di un paese che quasi non c’è, un posto magico.
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Dalla tua prima partecipazione a oggi è cambiato il modo di avvicinarti al festival?
La mia prima partecipazione a Sanremo è stata nel 1970: avevo 16 anni, ero appena uscito dalla scuola, ero bellissimo e assomigliava a Brian Jones, le ragazzine mi correvano dietro. Facevo spesso i concorsi per voci nuove ed ero abituato a stare sul palco. Oggi quella forza vorrei averla ancora. Il festival ha poi seguito il mio percorso professionale, e oggi il mio pensiero va soprattutto a come il pubblico accoglierà il brano.
Cosa ti aspetti?
Prima di tutto devo dire che mi fa piacere che ci siano Carlo Conti e Maria De Filippi, due persone intelligenti, che sanno ascoltare, perché ho partecipato ad alcune edizioni isteriche. Per il resto, il mio unico obiettivo è dare una nuova spinta all’album La forza di dire sì, uscito quasi un anno fa a favore della ricerca per la SLA: ci ho lavorato per sei mesi con 24 artisti eccezionali che hanno duettato con me, è arrivato al primo posto in classifica, ma non sono ancora riuscito a raccogliere un bel gruzzoletto da consegnare all’AISLA. Per fare ricerca ci vogliono molti soldi, per cui non mi sono accontentato e ho deciso di ripubblicare l’album con il pezzo di Sanremo e un nuovo inedito, Ai confini del mondo.
Quindi se non ci fosse stato questo progetto non avresti pensato a Sanremo?
Esatto, anche perché non avevo un nuovo disco pronto. Ho voluto usare questa occasione proprio per dare nuova forza al progetto di ricerca, sperando nella grande platea del Festival.

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Perché la scelta di Insieme a te non ci sto più da portare nella serata delle cover?
E’ una canzone che da bambino portavo ai concorsi per voci nuove, era un mio cavallo di battaglia, e ha anche un testo bellissimo, per cui me la sono voluta riprendere. Tra le possibilità c’era anche quella di fare Piazza Grande, ma già l’altra volta avevo portato un brano di Lucio Dalla, Cara, e non mi sembrava di gran gusto. Ho scelto come ospite Annalisa perché la trovo eccezionale, un’outsider, mi sembra una con delle idee, una che potrebbe tranquillamente fare il suo mestiere in America.

Se dovessi racchiudere Sanremo in un ricordo, quale sarebbe?
Ho la fortuna di poter tornare indietro nel tempo, e ricordo di essere rimasto catalizzato da Ancora di Eduardo De Crescenzo.

Negli ultimi anni siamo stati sommersi dall’hip-hop, ma grande fermento arriva anche dai nuovi cantautori: che giudizio puoi darne?
Seguo un po’ tutti, e mi piace molto Ermal Meta. Invece con i rapper faccio ancora molta fatica a trovare un’armonia gradevole tra come cantano, cosa cantano e la musica che ci mettono sopra. Se ascoltiamo i rapper americani, è difficile sentire qualcosa di stonato tra testo e musica, invece con gli italiani succede ancora. Nei miei ascolti spazio tanto anche all’estero comunque: Amos Lee, Cat Steven, Donovan, ma anche Ed Sheeran, Damien Rice, e poi Joni Mitchell, la più grande  tutti.

E gli esordienti di oggi come li vedi?
Grazie ai talent i ragazzi sono più abituati al palcoscenico e all’idea di essere giudicati. Sono avvantaggiati in questo, anche perché è proprio il pubblico a votarli. E’ una realtà che è giusto che ci sia: alcuni mi piacciono molto, come Mengoni, e sono onorato di essere nel cast con Giusy Ferreri ed Elodie.

Cosa stai preparando per il concerto del 6 marzo al Teatro degli Arcimboldi di Milano?
Sarà un grande evento a sostegno della AISLA e tra i tanti ospiti ci saranno Annalisa, Luca Barbarossa, Loredana Bertè, Luca Carboni, Elodie, Giusy Ferreri, La Scelta, Nek, Francesco Renga, Syria. Sarà il primo appuntamento di un tour che toccherà tutta l’Italia e i cui proventi andranno tutti a favore della ricerca sulla SLA.

Da Herman Hesse al teatro, il musical Siddhartha torna in Italia per quattro date

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A quattro anni di distanza dal grande successo del primo tour italiano, Siddhartha – The Musical torna in Italia per 4 date il 2, 3, 4 e 5 febbraio 2017 al LinearCiak di Milano in una sua nuova veste internazionale, con scenografie, costumi e coreografie rinnovate, per la regia di Daniele Cauduro.

Tratto dall’omonimo libro di Herman Hesse, il musical, scritto da Isabeau, Fabio Codega e Fabrizio Carbon, racconta la continua ricerca verso l’illuminazione da parte di un principe, Siddhartha, destinato al lusso e alla sola bellezza che lascia il suo castello dorato per scoprire la vera essenza della vita e le ragioni della sofferenza.
In un’epoca di crisi e di grandi trasformazioni socio economiche e valoriali, la storia di Siddhartha rivela il senso profondo del vivere: la gioia della nascita, il fulgore della gloria, il dramma della morte, la lotta della autentica ricerca interiore e la completa felicità nella ritrovata illuminazione.
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Tra i protagonisti, Edoardo Costa, che torna sui palcoscenici teatrali nel ruolo dell’anziano Siddhartha, narratore della storia, mentre Giorgio Adamo interpreta Siddhartha da giovane.
Ma il cast sul palco sarà nutritissimo e vede anche Salvo Vinci (Govinda), Salvo Bruno (Re), Beatrice Baldaccini (Kamala), Patrizia Zanetti (Regina Maya), Daniele Arceri (Ishan), Gaetano Caruso (Vasudeva), Mary Dima (Yashodara), Roberta Serrati (Regina Amita), Camilla Maffezzoli (Nisha), Nicola Ciulla (Mercante/Asita), Leonardo Tamburrano (Gothama), Ginevra Poletti e Ginevra Cerri (Siddhartha bambino).
Siddhartha rappresenta un’eccellenza italiana all’estero, che lo ha portato a Edimburgo, Parigi, New York, Los Angeles e a Guadalajara, in Messico. Inoltre, è stato il primo musical interamente italiano distribuito da Broadway International Company, grazie a cui sono stati possibili tour nei più importanti paesi asiatici.
Il corpo di ballo è composto da 12 ballerini della Compagnia di Danza Palcco – Guadalajara Messico, mentre le coreografie sono di Edgar Reyes.
Le musiche dello show coniugano echi della antica cultura indiana e sonorità più contemporanee e insieme alle scenografie e alle maxi proiezioni avvolgono gli spettatori in un’esperienza multisensoriale.
Importante il contributo musicale di Beppe Carletti dei Nomadi, che firma un finale emozionante e coinvolgente, e del flauto di Osvaldo Pizzoli.
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Foto della conferenza stampa di presentazione del musical visibili a quest link (foto di Luca Marenda)
È possibile acquistare in prevendita i biglietti sul sito di Ticketone, sul sito di Vivaticket e nei punti vendita autorizzati.
È inoltre attiva una speciale promozione riservata agli studenti universitari, valida per tutte le date e tutti i settori del teatro. È possibile richiedere il codice per aver diritto al 30% di sconto scrivendo info@linearciak.it o chiamando al numero 02.84269260.
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#MUSICANUOVA: Missy Elliott, I'm Better (feat. Lamb)

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Missy Elliott
è viva e lotta insieme a noi!
È da un sacco di tempo che la grande Signora del rap non si fa sentire con un vero nuovo progetto discografico: il suo ultimo album, The Cookbook, è di ben 12 anni fa, mentre nel 2015 era arrivato WTF e nel 2016 Pep Rally, che avevano dato l’illusione di precedere qualcosa di più sostanzioso. Che però, al momento, non è arrivato.
Ora è la volta di I’m Better, in collaborazione con Lamb.
Nulla di particolarmente sconvolgente (anche se il video non è niente male!), ma almeno lascia aperta la speranza di vedere prima o poi il vero ritorno di un’artista che ci manca davvero tanto…

BITS-RECE: Charlotte Bridge, Charlotte Bridge EP

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
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L’esordio di Charlotte Bridge porta dritti al centro di una nuvola, o al centro di una foresta immersa nella nebbia di un crepuscolo di novembre. Tutto è vago, indistinto, morbido, spesso malinconico nelle cinque tracce che danno vita all’omonimo primo EP di questa italiana trapiantata in Lussemburgo.
Il mondo di Charlotte – che all’anagrafe è Stefania – è ricoperto da un dreampop soave, in cui l’elettronica mostra il suo volto più dolce, arricchita qua e là da un po’ di folk.
Tutto è rarefatto, candido, onirico, come le luce del sole filtrata dalla foschia, i ritmi si fondono come gocce di pioggia sulle foglie, cadenzati come lampi apparsi all’orizzonte, mentre la voce racconta di voglia di cambiare, di felicità e abbattimento, e di una vita che non chiede altro di lanciarsi sull’infinito, fino all’incantevole conclusione di Deadline.
È tutto bellissimo.

#MUSICANUOVA: Ex-Otago, Gli occhi della luna (feat. Jake La Furia)

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L’incontro tra gli Ex-OtagoJake La Furia è stato un vero e proprio colpo fulmine, avvenuto durante inaspettata ospitata di Jake sul palco con la band a rappare Gli occhi della luna in occasione della data milanese al Serraglio durante la prima parte del Marassi tour.

Del brano è stata ora realizzata una nuova versione, in cui le rime di Jake si sposano con le strofe degli Ex-Otago.
Il video è stato girato all’interno dello stadio Marassi.

Tokio Hotel, un ritorno colorato di elettronica

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“Questo è il nostro ‘dream record’, l’album dei nostri sogni. L’album che abbiamo sempre sognato di registrare sin dagli inizi della nostra carriera, e finalmente lo abbiamo fatto”.

Dopo 3 anni di silenzio e dopo aver fatto andare in visibilio folle di adolescenti e aver venduto 3 milioni di dischi, quando ormai li pensavamo confinati sul ciglio dell’oblio, i Tokio Hotel sono pronti a tornare con il nuovo album Dream Machine, il quinto della carriera, nei negozi e in digitale dal 3 marzo e già disponibile in pre-order.
Il nuovo lavoro si preannuncia indirizzato soprattutto verso l’elettronica.
Il singolo apripista è What If, che racconta le sensazioni che si provano di fronte alle occasioni perse.
I Tokio Hotel presenteranno dal vivo Dream Machine in occasione dei due concerti che terranno in Italia il 28 marzo al Fabrique di Milano ed il 29 marzo all’Atlantico di Roma.