FATBOY SLIM: live venerdì 20 aprile al Fabrique di Milano durante la Milano Design Week.

HA RIVOLUZIONATO LA MUSICA ELETTRONICA 

FONDENDOLA CON HIP-HOP, ROCK  E SOUL

HA CALCATO I PALCHI DEI CLUB E DEI FESTIVAL
PIÙ IMPORTANTI AL MONDO

AUTORE DI HIT INDIMENTICABILI COME
“ROCKAFELLER SKANK” E “RIGHT HERE RIGHT NOW” 

IL PIONIERE DELLA BIG BEAT,

ARRIVA IN ITALIA PER UNO SHOW UNICO!


FATBOY SLIM
VENERDÌ 20
 APRILE
MILANO @FABRIQUE

Prezzo biglietti:
Posto unico € 25,00 + diritti di prevendita

Apertura Porte: 22.30

Inizio dello spettacolo: 23:00

Biglietti disponibili su mailticket.it

L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti fuori dai circuiti di biglietteria autorizzati non presenti nei nostri comunicati ufficiali.


Da martedì 17 a domenica 22 aprile a Milano è tempo di Salone del Mobile e della Milano Design Week, quest’ultima meglio conosciuta anche dagli stranieri come ‘The Fuorisalone’, ovvero eventi e party che rendono per quasi una settimana la città lombarda autentica capitale mondiale del design, grazie all’arrivo di circa 200mila persone provenienti sia dall’Italia che dall’estero. 

Giorni e serate di questo livello vanno celebrate a suon di musica, e Amnesia MilanoFabrique MilanoLive NationLoud Contact e Sincronie si fanno trovare pronti, prontissimi, presentando venerdì 20 aprile Fatboy Slim al Fabrique di Milano

Pochissimi artisti nella storia musica sono stati rivoluzionari come Quentin Leo Cook aka Fatboy Slim, che proprio quest’anno festeggia i vent’anni del suo album ‘You’ve Come A Long Way, Baby’, che include hit epiche quali ‘Right Here, Right Now’ e ‘’Praise You’ e che esce lunedì 16 marzo con una ristampa speciale. La sua musica è stata definita Big Beat, un mix molto ben riuscito di hip hop, breakbeat, rock e R&B che lo ha portato a collaborare con Madonna, David Byrne, Iggy Pop. Per capire appieno con chi si ha a che fare, basta vedersi e rivedersi ‘Big Beach Boutique II’ il film del suo concerto a Brighton del 2002, capace di radunare 250mila persone e che gli valse a pieno titolo un altro pseudonimo artistico, The Brighton Port Authority. Quando si pensa ai dj come autentiche rockstar del terzo millennio, tutti quanti si ricordino di avere eterna riconoscenza nei confronti di Fatboy Slim. 

BITS-RECE: Hesanobody, The Night We Stole The Moonshine. Viaggio al termine della notte

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
cover
L’anno scorso ho scoperto per la prima volta cosa significa amare davvero un’altra persona, ma ho anche scoperto per la prima volta cosa vuol dire quando la morte bussa alla porta di una persona cara. Ho visto e toccato i due estremi dello spettro e nel frattempo ho compiuto 25 anni. 
È la vita, immagino, ma forse non ero pronto. Sto ancora cercando di fare i conti con tutte queste cose e non ho ancora ben chiaro il quadro generale, ma lo farò, so che lo farò. Da nuovi sentimenti, derivano grandi responsabilità dopotutto.

Devi migliorare te stesso per restare al passo con ogni cambiamento nella tua vita, devi compiere delle scelte. Quindi, dopo aver trovato la mia appartenenza, sono uscito da un posto dove troppo a lungo sono rimasto intrappolato e ho preso treni, superato posti di blocco con la mia macchina per poi parcheggiarla a ridosso del mare per godermi la vista e finalmente godermi il momento. Dopo di che ho raccolto tutto e ho scritto questo disco. Credevo fosse per me, ma giorno dopo giorno mi sono reso conto di averlo scritto per le mie donne. È un bacio e una preghiera a mia Nonna. È una confessione ed un grazie a mia Mamma. È una dichiarazione e un’esortazione alla mia Ragazza.
Please don’t scare away your dreams, ‘cause you’ll miss ‘em too much. Now I know.

Con questo post pubblicato su Facebook – di cui no ho riportato solo il commiato i e ringraziamenti finali – Gaetano Chirico, nome che si cela dietro allo pseudonimo di Hesanobody, presentava l’uscita del suo secondo EP, The Night We Stole The Moonshine.
Molto di più, mi pare, di una semplice presentazione: in queste righe si intrecciano vita e morte, amore e disperazione, e soprattutto emerge l’istinto di un ragazzo di 25 anni a mettere in musica tutta la vita che gli si è buttata addosso. Un istinto e uno slancio quasi viscerali che hanno preso forma in cinque pezzi di synthpop e tratti oscurissimo e a tratti folgorante.
Se di notte si parla, quella di Hesanobody è certamente buia, ma percorsa da sciami di stelle cadenti e scie di meteoriti, tutti rigorosamente sintetici.

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Si parte con 4 Wishes, estatica e immersa nei suoi sintetizzatori vibranti, al limite del dark ambient, per passare subito dopo allo sfogo di beat di Clichè, dove la voce tonda di Chirico fa sentire di essere stata allevata e cresciuta dall’ascolto di parecchia wave anni ’80, per arrivare a un tripudio di elettronica con Roadblock, un episodio che inizia con un semplice pianoforte per poi spingersi sempre più in là, al punto da far intravedere i bagliori della techno e della trance. Resta il fatto che portato sotto ai neon di un club, la sua la figurona la farebbe alla grande.
Toni un po’ più smorzati accompagnano invece le riflessioni di Mourning The Ghost, tutta arrampicata sui giochi di vocoder e gingilli elettronici, mentre la chiusura di Night 23 si affida a un’esplosione che oserei definire festante, ricordando un po’ gli ultimi lavori dei Coldplay.

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Citando – fuori contesto – il titolo di un romanzone del ‘900, The Night We Stole The Moonshine è un viaggio al termine della notte: un disco che corre spedito nel buio, in perfetta solitudine, toglie i freni e si lancia tra crinali e bordi di altissime scogliere. Sussulta tra sbalzi umorali, sprofonda e risale, e tutta la sua essenza sembra riassumersi nella notte infinita e a ridosso del Natale raccontata proprio in Night 23: “We stole, we stole / We stole the moonshine / (The night before this Christmas Eve / We celebrated our belief)”. E riecco l’alba.

JACK SAVORETTI: dal 15 aprile in tour nei grandi teatri italiani ed europei con ACOUSTIC NIGHTS LIVE.

JACK SAVORETTI

ACOUSTIC NIGHTS

LIVE

DAL 15 APRILE UN NUOVO TOUR ACUSTICO NEI GRANDI TEATRI ITALIANI ED EUROPEI

IN APERTURA IN PIANO SOLO

ENRICO GIARETTA

 

Continua il successo dell’“Acoustic Nights Live”, il nuovo tour acustico di Jack Savoretti che partirà il prossimo 15 aprile dal Teatro Ponchielli di Cremona. Nei mesi scorsi sono state aperte, infatti, le prevendite per la data al Teatro Dal Verme di Milano (16 aprile), la seconda e terza data al Teatro Archivolto di Genova (19 e 21 aprile) e quella al Teatro Alfieri di Torino(23 maggio). Sono già sold out la data del 20 aprile a Genova e quella del 18 aprile a Venezia. 

Il progetto nasce dopo il successo di “Sleep No More” e dell’edizione speciale Sleep No More – special edition” (Bmg Rights Management/Warner), che comprende un secondo disco contenente rare e inedite versioni acustiche di brani del repertorio del cantautore italo-inglese.

Da qui l’idea di un live completamente acustico ambientato nei migliori teatri della tradizione italiana dove il cantautore sia circondato dalla bellezza dell’arte di questi luoghi. Jack Savoretti suonerà in quintetto con il suo chitarrista Pedro Vito Vieira De Souza, il suo pianista Nikolaj Torp Larsen, e, direttamente dalla band di Paolo Conte, Piergiorgio Rosso, al violino, e Francesca Gosio, al violoncello.

Ad aprire tutte le date del tour sarà Enrico Giaretta, pianista e cantautore che vola e fa volare, non solo in senso figurato ma anche nella realtà. Un personaggio singolare: un cantante aviatore o, potremmo dire, un Cantaviatore. È difficile definire la musica di Enrico Giaretta. La sua vena artistica ha spinto persino Paolo Conte ad esporsi in un giudizio più che lusinghiero: “Finalmente ho trovato un allievo”, ha detto il celebre cantautore, a cui Enrico ha dedicato il brano “Paolo il ferroviere”.

Ecco tutte le date del tour: 

JACK SAVORETTI ACOUSTIC NIGHTS LIVE

 

15 aprile – Teatro Ponchielli – Cremona;

16 aprile – Teatro Dal Verme – Milano;

18 aprile – Teatro Goldoni – Venezia; SOLD OUT

19 aprile – Teatro dell’Archivolto – Genova;

20 aprile – Teatro dell’Archivolto – Genova; SOLD OUT

21 aprile – Teatro dell’Archivolto – Genova; 

21 maggio – Teatro dell’Opera – Roma;

22 maggio – Auditorium Manzoni – Bologna;

23 maggio – Teatro Alfieri – Torino;

25 maggio – Teatro Verdi – Firenze;

26 maggio – Teatro Regio – Parma;

28 maggio – Teatro Filarmonico – Verona;

 

info su www.concerto.net e prevendite su www.ticketone.it

Bellaria: il viaggio di Vegas Jones tra rap e trap per uscire dalla trappola

1press
Vegas come il personaggio di Vincent Vega, protagonista di Pulp Fiction, Jones come tributo a Nasir Jones, ovvero il rapper NAS.
Quello di Vegas Jones è uno dei casi, sempre più numerosi in questi anni, di fenomeni esplosi sul web, per poi essere intercettati dalle grandi case discografiche ed essere spediti ai piani alti delle classifiche di vendita.
Nel suo caso, a intercettarlo è stata Universal, che pubblica ora il suo primo album ufficiale, Bellaria.
La storia di Vegas parte alcuni anni fa, esattamente nel 2016, quando Matteo Privitera – così è registrato per l’anagrafe – firma con la Dogozilla Empire di Don Joe e mette sul web in free download Chic Nisello, mixtape di 16 tracce, con collaborazioni con Emis Killa e Nitro. Il risultato è di quelli da veri campioni: oltre 200.000 download.
Il titolo, come si può ben intuire, era un riferimento a Cinisello Balsamo, il paesone alle porte di Milano dove ha vissuto, lo stesso che un paio d’anni fa ha portato alla ribalta un altro recente fenomeno della trap e delle classifiche, Sfera Ebbasta.
Cinisello come nuova culla del rap italiano quindi? “È molto creativa, ho amici che fanno i grafici, i fotografi, e che finiscono a lavorare lontano. Siamo come San Francisco!”, scherza Vegas.

Un riferimento a Cinisello è però anche nel titolo di questo primo album: Bellaria è il nome di un quartiere, ma non quello dove è cresciuto lui. La scelta di intitolarci il disco è dovuta a una felice coincidenza, visto che Bellaria è anche il suo soprannome, Veggie Belair, e il brand della sua acqua minerale realizzata in limited edition.  
bellaria
“Se fossi cresciuto a Milano sarebbe stato tutto diverso: la periferia ti spinge a un senso di rivalsa, a fare meglio, a uscire. Cinisello è ancora casa mia, chi mi conosce sa che può ancora trovarmi lì, sono sempre in giro. Ho provato a vivere in altri posti, anche a Roma, ma alla fine mi ritrovavo a raggiungere il resto della compagnia. Adesso che faccio musica c’è un entusiasmo maggiore, sono tutti presi bene. Non sono cresciuto nel quartiere di Bellaria, ma quello che mi interessa che la gente sappia è che sono di Cinisello, non voglio ragionare per quartieri”.

Eccolo allora qui Bellaria, 15 pezzi tra rap e trap. Ma lui come si considera, un rapper o un trapper? “Se è vero che il rap è per definizione l’unione di ritmo e poesia, io faccio rap, quindi sono un rapper, non un trapper. La trap è solo una corrente, non è un genere diverso e non è certo nata in questi ultimi anni: per me, già i Club Dogo facevano trap. Tutto quello che esce da due anni a questa parte sembra trap, soprattutto in Italia, perché ogni rapper dopo un po’ che fa le stesse cose sente il bisogno di cambiare. La trap non fa altro che portare all’estremo alcune tematiche dell’hip-hop, soldi, donne, droga: è un po’ quello che racconto anche in Trappola. Sono temi di cui parlo anch’io, ma non per adeguarmi a una corrente: se domani l’onda della trap dovesse spegnersi, io posso funzionare lo stesso”. 
Un successo, quello del rap, che Vegas si spiega prima di tutto con il cambio di pubblico: “Oggi tutti ascoltano rap, è un fenomeno che per la massa di persone che ha raggiunto è diventato quasi come il pop: manca solo uno scatto, il passaggio sui grandi network radiofonici. In America le radio trasmettono rap in continuazione e tutti, anche chi non segue il genere, conoscono i rapper. In Italia manca poi un contenitore televisivo adatto, qualcosa come The Ellen Show. Cattelan è quello che ci si avvicina di più”.
Naturale chiedersi come farebbe a parlare di periferie e degrado se un giorno dovesse salire sulla Lamborghini di cui parla in Nuova Ghini: “In quel caso non parlerei più del degrado, ma di come è bella la vita quando hai fatto i soldi, se mai li farò (ride, ndr). Come fa in America Jay Z, uno partito dal basso, che sa di cosa parla”.

Proprio a metà dell’album c’è Il viaggio, il pezzo che più di tutti si allontana dal rap per tema e suoni: “È un brano a sé ed è stato il più facile da scrivere: è un ibrido, un modo per portare il rap su altre sonorità”.
E parlando di viaggi, non si può che finire su Malibu, il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album: “L’ho scritto in Italia, prima ancora di andare per la prima volta in America. Quando poi ci sono stato ho ritrovato esattamente quello che avevo immaginato: avevo fatto la colonna sonora di un momento ancora prima di viverlo. Se avevo delle aspettative, la realtà le ha mantenute, se non addirittura superate. Credo molto nell’America come nella realizzazione di un sogno, per cui ho vissuto quel viaggio come un’esperienza mistica”.
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Non mancano naturalmente i featuring, tutti nati in maniera spontanea: “Madman e Gemitaiz li avevo incontrati mesi fa e da subito c’era stata stima reciproca, come me sono molto proiettati sul live: li ho chiamati per Brillo perché sono due che tarellano sulle rime, e cercavo proprio questo. Anche con Guè (Pequeno, ndr) tutto è stato naturale, siamo entrati bene in sintonia sulle dinamiche di Mamacita.” Più curioso l’incontro con Jenn Morel, astro nascente del reggaeton domenicano: “Ci siamo conosciuti l’estate scorsa a Riccione, durante un festival: subito dopo l’esibizione ci eravamo fatti i complimenti a vicenda, poi l’ho rivista al ristorante e le ho chiesto di lasciarmi una nota vocale sul cellulare. Da lì abbiamo iniziato a sentirci su Instagram”.
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#MUSICANUOVA: Leo Pari, Giovani playloy

Leo Pari - Giovani Playboy - cover - ph Alessandro Bochicchio
“Una vita sola ci basta? Non credo. Una sola notte? Per niente. L’amore è eterno? Cazzate. 
Noi vogliamo spremere le nostre serate come un lime dentro al mojito, vogliamo godere, ci conosciamo con un click e ci salutiamo con un bacio la mattina per non vederci mai più. Guardati ragazzo, sei triste, sei ancora innamorato della tua ex, lo leggo nei tuoi occhioni malinconici. Ci siamo passati tutti, dal primo all’ultimo abbiamo creduto alla stessa favola, abbiamo pianto fino all’ultima lacrima e consumato abbonamenti telefonici per cercare di rimettere a posto le cose. Ma adesso basta, è il momento di brindare al futuro, guardala nella pista, è bella come la Carrà da giovane, ti aspetta. Vieni a ballare con noi, siamo i Giovani Playboy stasera.”

Dopo Dirty ti amo, Giovani playboy è la seconda anticipazione del nuovo album di Leo Pari in uscita a maggio 2018, e racconta una storia vecchia come il mondo….

Luciano: il DJ cileno ai Magazzini Generali di Milano l’11 maggio

Venerdì 11 maggio la superstar cilena della consolle Luciano fa tappa a Milano presso i Magazzini Generali (via Pietrasanta 16), per uno show che animerà la pista fino alle prime ore del mattino.
LUCIANO - FOTO
Acclamato come uno dei massimi esponenti della scena musicale elettronica globale, Il sound di Luciano è inconfondibile, caratterizzato da una originale combinazione tra sonorità techno e ritmi latini che lo hanno portato alla ribalta in patria, ma anche in Europa. Dopo alcuni dischi di grande successo e dopo aver fondato una sua etichetta, il noto dj ha firmato delle partnership con i club più importanti delle spiagge spagnole.

La serata sarà caratterizzata da un futuristico spettacolo multimediale e da un imperdibile party che grazie allo straordinario djset di Luciano promette di non far mancare tante altre sorprese.

I biglietti per il live show sono disponibili in prevendita su mailticket al seguente link http://www.mailticket.it/evento/13133 o acquistabili direttamente in loco.

Ad aprire la serata sarà lo special opening djset di Simone Liberali.

Prezzi: 15€ early bird
20€ 1st release ticket
25€ 2nd release
Orari live: 23:00 – 05:00

Per info e biglietteria:
info@magazzinigenerali.it
www.magazzinigenerali.org

#MUSICANUOVA: Cosmo, Quando ho incontrato te

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E’ Quando ho incontrato te il nuovo singolo di Cosmo, secondo estratto dal doppio album Cosmotronic.
Il
brano è stato fin da subito uno dei brani-simbolo dell’album, ancor prima di diventare un singolo ha già superato il milione di streaming su Spotify e sono stati proprio i fan a sceglierla immediatamente come una delle tracce guida dell’album.

Frutto di innumerevoli notti insonni che Cosmo ha trascorso in una casa nel bosco in Val Chiusella, durante le fasi finali di registrazione dell’album, questa è l’ultima canzone che è stata scritta per il disco, ispirata proprio da quei giorni strani e intensi, in cui c’era solo lui con il panorama del Canavese davanti a sé, qualche synth, drum machine, percussioni e il computer.

Nel frattempo, prosegue il Cosmotronic Tour, il nuovo tour di Cosmo, partito lo scorso 16 marzo con una doppia data sold out dal Link di Bologna e arrivato in Italia dopo il boom della leg europea che ha collezionato una serie di tutto esaurito a Parigi, Lussemburgo, Londra e anche Berlino nel tempio della musica techno mondiale.  

Lorenzo Fragola riparte da una… Battaglia navale

Lorenzo Fragola (ph Chiara Mirelli)
A due anni Zero Gravity e dopo il successo di L’esercito del selfie, è Battaglia navale il brano che dal 30 marzo anticipa il nuovo lavoro di inediti di Lorenzo Fragola.

Scritto da Lorenzo Fragola e prodotto insieme a Mace, Battaglia navale è la prima fotografia del viaggio di crescita interiore e artistica iniziato oltre un anno e mezzo fa. Una vera e propria sfida che Lorenzo ha affrontato con scelte coraggiose, in totale autonomia, che l’hanno portato alla costruzione di un progetto in cui il perno è sempre e solo lui, dalla stesura dei pezzi alla scelta dei collaboratori e alla supervisione totale del lavoro.
È “guerra” la prima parola di Battaglia navale, la stessa guerra che nasce dalla rabbia dando vita ad un viaggio ricco di difficoltà, turbamenti ma anche di rinascite. La rabbia che fa da sottofondo al brano che “parla della solitudine e della paura nell’affrontare le scelte, in cui mi interrogavo su quale sarebbe stato il mio futuro”.
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Anche il beat ad un altalenarsi di emozioni, che dà vita a una costruzione sonora “a onda”, un continuo saliscendi e in cui le chitarre, suonate in studio da Lorenzo, si fondono con la parte elettronica.