La si potrebbe definire “elettronica anti-routine”.
E come il più tipico dei rimedi omeopatici, per combattere la routine utilizza la sua stessa forza: la ripetitività, i giri infiniti attorno a un loop di sintetizzatori.
Tra breakbeat, trance e ambient, Durmast ha raccolto tutto nel suo primo lavoro da solista, Village.
Già attivo come batterista degli Jasmine gli Sbalzi e Home By Three, Davide Donati ha messo da parte le bacchette e le pelli e si è messo sopra la consolle con la precisa missione di combattere la routine quotidiana a suon di sequencer, ritmiche ridondanti e minimali e bassi poderosi.
Perché “se non si può scappare dalla routine non si può far altro che accoglierla” e combatterla dall’interno.
Accanto ai suoni, che rimandano a ipnotiche atmosfere da club, il colpo decisivo di Durmast è l’abbinamento con immagini di vita quotidiana totalmente indipendenti: ecco allora un allenamento solitario in un dismesso campetto da tennis in Ciwi Throws Television o la preparazione casalinga dei tortelloni in presa diretta per accompagnare Hotel Barbara.
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