Noemi, cuore di luna

_G5A9734-bassa ph credit Julian Hargreaves_b
E non ho bisogno di parole complicate, i passi dei poeti ormai consumano i tappeti.

Cara Noemi,
ho scelto di partire da questo frammento di un tuo brano di qualche anno fa per parlarti un po’. Mi sembrano parole molto adatte a descrivere il tuo mondo e il tuo modo di essere musicista. E guarda caso arrivavano proprio dalla canzone che ha dato il nome a un tuo disco, Cuore d’artista. Forse il tuo primo disco “da grande”, da donna, ma soprattutto da artista sempre più consapevole di sé.
Prima ci avevi provato anche con Made in London, però diciamoci la verità, il colpo non ti era venuto proprio al meglio, vero? Sembravi… non so, appannata direi, come qualcuno che stesse ancora cercando la famosa quadratura del cerchio e andasse un po’ a tentoni. Certo, in quell’album c’era Acciaio che – lasciatelo dire – era forse la più bella canzone tu avessi mai pubblicato fino a quel momento, ma il resto traballava ancora un po’. O almeno, a me sembrava così… Poi dopo Cuore d’artista, quest’anno eccoti di nuovo qui, questa volta con un album che hai voluto dedicare all’universo femminile, La luna. Hai detto di averlo chiamato così perché lunatica lo sei un po’ anche tu, perché la luna non è solo volubile, ma anche un po’ diva. Eh Noemi, con questo disco hai dato a tutti la conferma della brava artista che sei!
Sai, all’inizio, quando eri ancora a X Factor, non avevo grande simpatia per te, non mi piaceva la tua voce con quel fondo ruvido: anzi, ogni volta che superavi la puntata mi stupivo e mi chiedevo perché non ti avessero ancora eliminata… Fino a quando non sei davvero uscita, e hai iniziato a camminare da sola. Allora ho iniziato a guardarti in modo diverso, ascoltavo le tue prime canzoni e pensavo che in fondo non eri così male. Avevi davvero qualcosa dire, qualcosa che non fosse ancora stato raccontato nel tuo modo.
Quando poi, pochi anni dopo, hai fatto uscire Rosso Noemi beh, mi era ormai chiaro che non eri soltanto l’ennesima reduce da talent in cerca dei riflettori, ma che sotto c’era un’anima da vera artista, l’anima di una che la musica la tratta come una roba seria, come si tratta un amico.
Quest’anno a Sanremo ti guardavo e, anche quando hai osato con quell’abito così scollacciato, in te non c’era alcun vezzo da star: su quel palco mi ricordavi un po’ una sorella maggiore, oppure una di quelle cugine più grandi che si incontrano ogni tanto, e che hanno sempre qualche nuova storia da raccontarti. E tu infatti stavi raccontando la tua nuova storia, una storia grande come il mondo, parlava di un amore che finisce eppure dura in eterno.
Ma tu le storie sempre stata brava a raccontarle nei dettagli, fin da quando ci parlavi di quella cellulite in Vuoto a perdere: non è da tutti, sai Noemi? Ci sono molti tuoi colleghi che vogliono insegnarci a vivere e si inerpicano in discorsi più grandi di loro e poi non riescono a uscirne, quando invece i racconti migliori sono quelli delle cose piccole piccole, le storie che odorano di sigaretta, caffè, capelli ancora bagnati per la fretta di uscire, come quando, in un’altra partecipazione sanremese, cantavi il mondo che si nasconde nella borsa di una donna. Certo, bisogna che storie così le scrivano degli autori con l’animo abbastanza sveglio, ma poi bisogna anche saperle cantare, portarle dentro di sé per farle uscire rinnovate, e tu questo lo sai fare proprio bene. Credi che sia un caso che Vasco e Curreri abbiano deciso di scrivere per te? Mica regalano le canzoni alla prima squinzia che passa! E non dimentichiamoci di Fossati!
Tu sai dare peso alle parole. Con te una canzone è prima di tutto “testo”, messaggio, sensazione sulla pelle, tutto accompagnato dalla melodia: ma quello che arriva prima sono le frasi, le parole, le singole sillabe. E poi, importantissimo, si sente l’amore che ci metti, l’amore con cui tocchi le tue canzoni, senza presunzione.
RITRATTO J.HARGRAVES (1)
In questo nuovo album hai raccolto quello che hai imparato in questi anni e hai cercato di dargli forma: lo hai voluto intitolare La luna proprio perché è un disco sfuggente, umorale e lunatico, un po’ elettronico e un po’ acustico, un po’ blues e un po’ pop, come del resto sei tu. Se in Cuore d’artista ci avevi mostrato cosa significa per un artista avere un animo nudo e indifeso, ora con La luna di quell’animo attraversi tutti gli stati, da quando racconti lo straziante addio infinito di Non smettere mai di cercarmi, passando per la narrazione “pizzicata” dell’attacco di panico in Porcellana, e poi l’amore che ti leva il sonno di Autunno, le scalate sul groove di Love Goodbye o La luna storta, una canzone-manifesto che non poteva venir fuori se non dalla penna stralunata di Tricarico. Ma ti sei buttata addirittura anche sul country, interpretando My Good, Bad & Ugly, e anche lì la tua voce suona così vicina.
E poi, vogliamo parlare di Domani? Mentre tutti in questi anni sono andati alla rincorsa a riproporre le varie Futura, Anna e Marco, Com’è profondo il mare, Caruso, tu hai reso omaggio a Dalla con uno dei suoi brani forse meno conosciuti, ma ascoltandolo è fin troppo chiaro perché hai scelto proprio quello: quella canzone oggi è tua, davvero tua. L’hai graffiata, l’hai colorata (di rosso, ovviamente), ci hai messo dentro il tuo modo di raccontare l’intimità. Sarà forse solo una fortunata coincidenza, ma se ci pensi l’album si apre con un distacco di un amore che continua a girare in eterno nell’aria, e si chiude con un nuovo incontro, chissà dove, domani. Quella canzone doveva esserci.

Questo album sei davvero tu. O almeno, è un’immagine sincera di ciò che vuoi mostrare.
Sei cresciuta Noemi, caspita se sei cresciuta, sei diventata grande da quelle Briciole del 2009. Eppure continui a essere così familiare, così “normale”, se è chiaro quello che voglio dire. Sai trasmettere un tiepido senso di sicurezza nel tuo essere umana. La perfezione la si può solo osservare dall’esterno, la normalità invece la si può toccare e abbracciare, ci si può riconoscere.

Grazie di essere arrivata, ormai un po’ di anni fa, e grazie per amare la musica in questo modo. Da ascoltatore,e ammiratore, il desiderio che posso esprimere è che tu continui ad amarla con la stessa cura e non tradirla, perché lei non ti tradirà: la musica è la tua casa, e lo sapete entrambe. Continua a far battere quel tuo cuore d’artista, che oggi è anche un cuore di luna. Prendilo in mano, mettilo in spalla nei momenti in cui sarà ferito e stanco, e non abbandonarlo mai.

È bello sapere che ci sei anche tu, che ci racconti la vita con semplicità e senza vergogna.
Con stima, affetto, e un sorriso.