“La mia è musica pop”. Cristina D’Avena torna con Duets Forever, e aspetta ancora Jovanotti

Quando l’anno scorso Cristina D’Avena ha deciso di pubblicare un intero album con le sue sigle più famose cantate insieme ad alcuni grandi nomi della musica italiana, forse non tutti avrebbero scommesso sugli esiti commerciali dell’operazione.
Ma a 12 mesi di distanza lo possiamo dire: Duets non è stato solo un progetto geniale, ma anche un indiscusso successo discografico. Non solo l’album si è guadagnato la certificazione platinata, ma Cristina D’Avena è anche risultata essere l’artista femminile con il più alto piazzamento nella classifica di fine anno per il 2017.
Un risultato così non poteva che spingere Cristina a concedere il bis, per la gioia di un pubblico composto per buona parte da chi bambino lo era almeno una decina di anni fa.
Ecco allora che venerdì 23 novembre arriva Duets Forever – Tutti cantano Cristina: altre 16 sigle diventate ormai parte della tradizione italiana riarrangiate e reinterpretate insieme ad altrettanti protagonisti della nostra scena musicale, da Patty Pravo a Elisa, Fabrizio Moro, Carmen Consoli, The kolors, Nek, Max Pezzali,Lo Stato Sociale Alessandra Amoroso, Elodie, Dolcenera, Il Volo, Malika Ayane, Le Vibrazioni, Federica Carta e Shade.

Come per il progetto precedente, anche stavolta Cristina ha contattato personalmente ogni singolo artista che era intenzionata a coinvolgere: “Sono tutti colleghi che stimo e ho voluto chiamarli uno ad uno per sentire personalmente la loro reazione e capire se avessero davvero voglia di partecipare. Alcuni erano impegnati in tour o stavano lavorando a nuovi dischi e non hanno potuto esserci, pazienza. L’unico dispiacere che ho è non essere riuscita nemmeno stavolta a contattare Jovanotti: ci ho provato in tutti i modi, gli ho mandato messaggi velati e espliciti, gli ho registrato degli audio, gli ho scritto mail, ho fatto addirittura dei video, ma non ha mai risposto e non capisco perché. Forse non ha avuto tempo? O i miei segnali non gli sono mai arrivati? Se non era interessato poteva dirmelo tranquillamente”.
Ma per un Jovanotti che non c’è, ci sono altri 16 protagonisti che si sono messi a disposizione, e gli aneddoti non mancano. Su Patty Pravo: “l’ho contattata tramite il suo assistente, che non era molto convinto che lei avrebbe accettato di cantare i Puffi. ‘Io provo a chiederglielo, ma non so’, mi ha detto. Invece dopo due ore mi ha richiamata entusiasta dell’idea. L’unica paura che aveva era quella di dover fare anche la voce di Gargamella, ma quando l’ho rassicurata che l’avrebbe fatta Fabio De Luigi è andato tutto liscio”.
Su Elisa: “Appena le ho comunicato per telefono l’intenzione di coinvolgerla si è messa subito a gridare ‘Memole” Memole! Memolina! Memolina! Voglio fare Memolina perché io sono Memolina!!’, ed era chiaro che quella sigla era prenotata per lei. Si è completamente calata nel personaggio”.
Su Lo Stato Sociale: “Mi hanno detto subito ‘Noi vogliamo fare Denver, perché vogliamo bene a Denver’. E non hanno solo ricantato il pezzo, ma lo hanno completamente riarrangiato”.
Federica Carta invece non conosceva Papà Gambalunga: “Gliel’ho proposta perché ha un bellissimo testo. Lei era intimorita, in studio aveva paura di sbagliare, di non ricordare esattamente tutte le note, ma l’ho rassicurata ed è stata dolcissima”. 

L’orgoglio che Cristina esprime parlando di questo nuovo lavoro è incontenibile: “Questo disco è gioia pura. Con Duets e Duets Forever sono riuscita a coinvolgere 32 artisti, e non sono pochi! All’inizio nessuno avrebbe mai immaginato che si potesse arrivare a realizzare un secondo album di duetti. Penso che insieme a Warner abbiamo fatto un bel lavoro, un disco di musica pop a tutti gli effetti: i giornalisti sono sempre stati molto buoni con me, ma per molto tempo la mia è stata considerata ‘musichina’, musica di serie B. Dopo Duets è un po’ cambiata la considerazione che il pubblico aveva di me, molti pregiudizi sono caduti. Queste sono canzoni nuove, non avrei mai fatto un disco tanto per farlo: ho voluto rimettere mano al mio repertorio e dargli una veste nuova, perché la gente da me vuole sentire le novità. Ogni brano è stato riarrangiato pensando all’ospite che lo avrebbe cantato con me”.  
Guardando al futuro però, Cristina mette le mani avanti: “Un Duest Tris? Mah, iniziamo a vedere come va questo, poi ci penseremo, anche se credo che quando una cosa va bene ci si debba saper fermare per lasciare al pubblico ancora un po’ di appetito”.
Anche sull’ipotesi di un evento televisivo non mancano le riserve: “Se si dovesse fare, bisognerebbe pensare a una serata davvero bellissima, che coinvolga tutti gli ospiti, ma sono tanti, ognuno con i propri impegni. E non potrei nemmeno utilizzare le immagini dei cartoni, perché la questione dei diritti è complessa”.

A una “principessa e fatina rock” come Cristina la capacità di sognare però non manca, e allora perché non provare a immaginare di affidare una delle sue sigle ad alcune delle icone leggendarie della musica italiana e internazionale? “Tra gli stranieri mi piacerebbe coinvolgere Chris Martin e David Guetta. A Mina darei Prendi il mondo e vai, che tra l’altro è stata scritta da suo figlio Massimiliano; a Ligabue farei cantare Una grande città, mentre per Tiziano Ferro penserei a un brano della serie di Licia. La gente ancora oggi mi chiede com’è andata a finire la storia con Mirko e tutti mi parlano sempre delle fettine panate! Andrà a finire che ci farò una canzone. Anzi, la faccio scrivere a Jovanotti!”.

Ma dopo tutti questi anni, Cristina come si spiega il suo successo? “Penso che la ragione stia in una frase che mi ha detto Maurizio Costanzo. ‘tu hai successo perché sei sempre rimasta fedele a te stessa’. E in effetti è così, non ho mai voluto sperimentare, per poi tornare indietro, e non ho mai avuto ripensamenti”.

Cristina D'Avena, la nostra icona pop

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Cristina D’Avena
è un mito, uno di quelli veri.

Una leggenda, una figura sicuramente unica panorama italiano, e forse anche oltre. Le sue sigle dei cartoni ormai da anni non sono più sigle, ma a tutti gli effetti pezzi irremovibili di storia della canzone nostrana: Kiss Me Licia, Sailor Moon, Pollon, Occhi di gatto si sono prese il loro posto vicino a classiconi d’autore, canzoni d’amore e di protesta. E Cristina D’Avena ha smesso da anni di essere considerata una cantante per bambini, guadagnandosi lo statuto di icona, al pari una Carrà o di una Pausini, capace di riempire palazzetti con un pubblico cresciuto insieme a lei, ma che in lei non vede la nostalgia dell’infanzia, ma lo splendore di una diva.
Eppure da un po’ di tempi a Cristina D’Avena veniva chiesto di provare a uscire dal suo mondo incantato per buttarsi finalmente nel pop, quello “vero”, senza capire che lei pop lo è da sempre. Anzi, forse è la più pop di tutte le popstar.
Negli anni Cristina ha resistito alle lusinghe del palco sanremese (tranne che salirci da ospite, in gran tripudio, cantando i La canzone dei Puffi), ha resistito all’idea di vestire i panni della fatalona provocante, come i dettami del pop chiedono, ha resistito al richiamo delle radio, che notoriamente non sono tanto propense a trasmettere le sigle dei cartoni. In tutti questi anni Cristina D’Avena ha avuto la forza di restare fedele a se stessa, e il tempo ci dice che ha avuto ragione, perché diversamente Cristina D’Avena non sarebbe stata Cristina D’Avena.
A lei i panni dell’interprete da sigle non sono mai stati stretti, lei in quelle canzoni ci crede ancora davvero, si cala nelle storie di quei personaggi e diventa parte di loro. E mica è roba facile! Perché un conto è cantare le gioie dell’amore o la disperazione di un abbandono, un altro è essere credibili e mantenere una dignità impersonando una giocatrice di pallavolo, una paladina della luna o una bambina dotata di un braccialetto magico.
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Per quello bisogna crederci davvero dentro al cuore.
Lo avevano capito già anni fa i Gem Boy, che l’avevano coinvolta in una serie di fortunatissimi concerti, a cui lei partecipava dimostrando un grandissimo senso dell’umorismo.
La devozione dei fan è però diventata così grande che a un certo punto anche Cristina ha capito che il suo pop doveva e poteva incontrarsi con quell’altro, quello “da grandi”, senza doverlo per forza guardare dal basso.
Ed ecco l’idea per un compromesso perfetto, la sintesi ottimale per far entrare finalmente i suoi successi nella grande festa pop: un album di duetti con i protagonisti della musica italiana. Ma anche in questo caso, è stata Cristina a vincere: non è lei a essere uscita dal suo mondo in technicolor, ma ci ha fatto entrare i colleghi. Li ha voluti, li ha cercati personalmente e ha aperto le porte di casa sua. E loro ci sono entrati al volo.
Tutto questo è successo in Duets, il vero miracolo discografico italiano degli ultimi mesi: sedici sigle storiche riarrangiate e reinterpretate con altrettanti nomi della musica di casa nostra. Da Noemi a J Ax, da Emma a Loredana Bertè, da Baby K a Elio, “tutti cantano Cristina”, come di fatto recita il sottotitolo del disco. Una festa in musica in cui rock, hip hop e cantautorato si mettono al servizio di un genere che forse non ha neanche un nome, se non quello – assolutamente riduttivo – di “musica per bambini”.
Cover Cristina D'Avena - Duets Tutti cantano Cristina
Alcune coppie funzionano perfettamente (ascoltare Baby K alle prese con Kiss Me Licia o Noemi che canta Lady Oscar, o ancora Ermal Meta che trasforma Piccoli problemi di cuore in un momento commovente), altri meno (il nuovo arrangiamento di Occhi di gatto spegne un po’ il brano e Loredana non riesce a dare il meglio), ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: non è questione di età o di stile, se la musica vuole arrivare lo fa senza chiedere permesso.
E Cristina D’Avena è una vera, iconica popstar. E continua a cantare le sigle dei cartoni.