“Smetto qui, forse”. Il rap guerriero di Noyz Narcos torna in Enemy

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Non dormire, il mio primo album, è uscito nel 2005: ho abbastanza materiale per poter continuare solo a suonare in giro. E magari chissà, potrei anche decidere di fare altro”.
E quando dice “altro”, Noyz Narcos intende proprio “altro”: “Potrei aprire un locale, anche all’estero, o magari rimettermi a tatuare: prima di fare musica ho fatto il tatuatore per dieci anni”.
Le voci in effetti erano in giro: Enemy , in uscita venerdì 13 aprile, sarà l’ultimo album del rapper romano. Tra coloro che seguono la scena rap italiana, la notizia girava da un po’ ed era data ormai per certa, ma niente era stato ufficializzato. A dir la verità nemmeno lui, messo davanti alla domanda secca, conferma fino in fondo: “Potrebbe essere il mio ultimo album. Per chi non si occupa di canzonette è difficile trovare sempre qualcosa di nuovo da dire, e io non riuscirei a dire sempre le stesse cose. C’è chi mi ha detto che questo sarebbe il momento migliore per smettere, perché non mi sono ancora ingrigito e ho un grande pubblico che mi segue.”

Vero, sanguigno, privo di sovrastrutture, oggi Emanuele Frasca è uno dei nomi di punta dell’hip-hop nostrano, anche se i suoi pezzi non passano in radio, anche se lui non va in televisione, anche se il suo rapporto con la notorietà ai tempi dei social non lo entusiasma: “Non voglio propinare la mia musica, preferisco che chi mi ascolta abbia la voglia di andare a scoprirmi e mi ascolti davvero”. E di certo quelli che hanno la voglia di cercarlo non mancano, visti anche i numerosissimi ospiti che arricchiscono la tracklist dell’album. Molti di loro fanno parte della nuova scena rap: da Rkomi (“mi assomiglia molto come pischello, mi ha colpito prima per come è che per la sua musica. Nel suo rap ci sono cose che vanno oltre al rap”) ad Achille Lauro, fino a Capo Plaza, forse la presenza più inattesa. E poi maestranze come Salmo, Luchè e Coez, mentre le produzioni vedono, tra gli altri, soprattutto il nome di Skinny.
“Oggi il rap è diventato pop, ma deve tutto a noi della vecchia scuola che abbiamo spinato la strada, abbiamo fatto il lavoro sporco. I rapper della mia generazione erano visti come reietti, l’hip-hop era un genere di nicchia, ma va bene così: sono contento che oggi i nuovi rapper facciano grandi numeri, sono ottimista sulla nuova scena e sono orgoglioso quando qualcuno di loro mi dice che per lui ero un idolo. Oggi i rapper sono addirittura meglio dei cantautori, perché il cantautorato italiano non c’è più, si limita a parlare d’amore, i rapper invece parlano di tutto”.
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Le 15 tracce di Enemy raccontano senza indulgenze di storie quotidiane, soldi, corruzione, odio, e soprattutto hanno Roma sullo sfondo, l’eterna Roma, quella dei quartieri, quella degli stornellatori, quella di Gabriella Ferri. Non a caso, una delle sorprese del disco è Sinnò me moro, che campiona l’omonimo brano dell’indimenticata cantante: “Avevo già usato quella canzone in almeno 10 campionamenti diversi, ma non l’avevo mai pubblicata. Da tempo vivo a Milano, ma la mia musica non sarebbe stata la stessa senza Roma”.
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Il “nemico” del titolo può essere lui, ma anche chi si mette contro di lui: “Come per Guilty e Monster, i miei album precedenti, ho scelto un termine inglese perché sintetizza meglio il concetto”. La cover è invece opera del romano Alessandro Madia, noto come Scarful: “C’è stata molta attenzione la dettaglio, soprattutto per il vinile, che ha il disegno in rilievo. Vuole essere un po’ un incentivo a comprare il supporto fisico”.

Il 13 aprile, giorno dell’uscita dell’album, partirà anche una serie di instore che toccherà le principali città italiane.
Poi da maggio al via il tour estivo, a cui seguiranno da settembre le date invernali, a oltranza.
Sarà l’ultima occasione di vedere Noyz Narcos sul palco?