Swing, orchestra e brillantina. Achille Lauro inaugura il “1920”

Big party, paillettes, black swing, gessati, Chicago, vecchi Gangster italo-americani, Rodolfo Valentino… Dopo gli sfoghi punk-rock di 1696 e il tributo alla dance di 1990, Achille Lauro sorprende ancora e si fionda dritto negli anni ’20 per quello che viene ufficialmente pubblicato come un side project, ma nella realtà è l’ultima tappa di un sensazionale percorso musicale come in Italia non se ne vedano da tempo.

1920 – Achille Lauro & The Untouchable Band prende ispirazione dal desiderio di leggerezza nato durante il Proibizionismo dei primi anni del ‘900 e dalle atmosfere musicali che proprio in quegli anni hanno trovato le loro radici.
“Gli anni ruggenti, li chiamano. I roaring Tweenties raccontano un’epoca di liberazione, sfogo, reazione, evoluzione. Sono gli anni del primo dopoguerra, della fine dell’influenza spagnola, di una breve e meravigliosa parentesi in cui l’umanità ha trovato sconsolato riparo. Come un sogno, gli anni ’20 sarebbero svaniti presto, ma si sarebbero portati dietro il dolceamaro della nostalgia.”


Otto tracce, tra brani inediti e riedizioni in pieno ritmo jazz anni ‘20, un dialogo tra passato e presente, l’improvvisazione più ricercata. Cover, come My Funny Valentine, Tu vuò fa’ l’americano e Jingle Bell Rock; inediti, tra cui Piccola Sophie, Pessima e Chicago; riedizioni, come Cadillac 1920 e Bvlgari Black Swing. Achille Lauro aggiunge al progetto la collaborazione di importanti artisti del panorama musicale italiano: Gigi D’Alessio, colonna portante della musica italiana; Izi e Gemitaiz, affermate star del mondo urban; Annalisa, ormai al fianco di Achille Lauro dall’incredibile esibizione sul palco dell’Ariston e nella rivisitazione di Sweet Dreams.
E proprio il nuovo duetto con Annalisa in Jingle Bell Rock è il primo singolo estratto.

In 1920 – Achille Lauro & The Untouchable Band Achille Lauro si reinventa ancora una volta dedicandosi anche alle partiture per l’orchestra e per i cori: “Sono tornato completamente cambiato da questo viaggio negli anni ’20. La mia concezione di fare musica è sconvolta, tutto ciò che pensavo prima si è capovolto. Inizialmente mi concentravo solo sulla mia ossessione di seguire da vicino tutti i minimi dettagli del lavoro; oggi, grazie a questa trilogia ‘69 – ‘90 – ‘20, ho capito che è stato tutto solo l’entrée di quello che sto per proporre”.
Il progetto è per l’artista la prima esperienza di produzione di un intero album live, realizzato con la Untouchable Jazz Band, guidata dal Maestro Dino Plasmati. Partecipazioni d’eccezione, quali quella del maestro Israel Varela alla batteria, o del maestro Flavio Boltro alla tromba, impreziosiscono la già favolosa performance della LJP Jazz Band, che vanta eccellenti musicisti della tradizione jazz e swing.

Un’orchestra di ottoni, piano, chitarre e bassi colora il black and white anni ‘20, un party alla Grande Gatsby, interamente dal vivo, che unisce alla tradizione della musica jazz l’esperienza di una band di musicisti dal valore artistico unico e l’estro folle dell’artista più discusso degli ultimi anni, che questa volta adatta a sua immagine una big band, scrive parti e dirige un quartetto di coristi.

Il progetto sarà raccontato da Achille Lauro lunedì 14 dicembre, ore 19:00, durante l’evento Feltrinelli Live, lo spazio digitale di laFeltrinelli che ospita i protagonisti della musica e della letteratura nel proprio spazio digitale. Chi acquisterà 1920 – Achille Lauro & The Untouchable Band su lafeltrinelli.it, IBS.it e i punti vendita laFeltrinelli entro il 14 dicembre, otterrà infatti il codice per accedere e assistere a un incontro esclusivo di 45 minuti con l’artista, con anche la possibilità di chiedere qualche curiosità sul nuovo progetto.

Sottosopra Fest: dal 27 luglio al 20 agosto il gotha dell’hip-hop live in Puglia


Gli ultimi a unirsi al cast dei partecipanti sono stati Izi e Speranza. Ora la line up Sottosopra Fest, in programma dal 27 luglio al 20 agosto in Puglia, è completa.

La sesta edizione della manifestazione, rassegna hip hop nata nel 2015 e affermatasi come la più grande del Sud Italia, vedrà esibirsi dal vivo i nomi più importanti della scena rap italiana nell’arco di tre settimane. Oltre a Izi e Speranza, infatti, l’elenco degli artisti comprende Tedua, Gemitaiz, Madman, Nayt, Massimo Pericolo, Dark Polo Gang, Gianni Bismark, Luchè, Carl Brave, Sick Luke, Capo Plaza, Guè Pequeno e Rkomi.
A supporto di tutti questi nomi di punta del panorama urban italiano, ci sarà una folta schiera di giovani talenti per rappresentare una nuova scena più che mai attiva; tra questi i 23.7, Mista P & Shogun, GFK and Mouri, Sgamo, Punto.exe, Cicuta e tanti altri.

Quest’anno il programma di Sottosopra Fest prevede 10 concerti e gli organizzatori contano replicare, se non superare, le 20mila presenze di pubblico dello scorso anno.

Di seguito il calendario con gli artisti e le location delle diverse date:
27 Luglio – Tedua @ Ten (Gallipoli)
30 Luglio – Gemitaiz @ Praja (Gallipoli)
4 Agosto – Madman + Nayt + Massimo Pericolo @ Praja (Gallipoli)
8 Agosto – Dark Polo Gang + Gianni Bismark @ Ten (Gallipoli)
10 Agosto – Luchè @ Praja (Gallipoli)
11 Agosto – Izi + Sick Luke + Speranza @ Ten (Gallipoli)
13 Agosto – Carl Brave @ Pala Live – Piazza Palio (Lecce)
16 Agosto – Capo Plaza @ Praja (Gallipoli)
17 Agosto – Guè Pequeno @ Ten (Gallipoli)
20 Agosto – Rkomi @ Ten (Gallipoli)

Per motivi tecnico-logistici è stata annullata la data di Achille Lauro, precedentemente annunciata dall’iorganizzazione.

Prevendite:
Ciaoticket
Ticketone

Infoline: 392 88 39 560

“Prendersi in giro per prendersi sul serio”. Ecco la “PAPRIKA” di MYSS KETA


Meno di un anno fa, nelle stanze milanesi della Universal, M¥SS KETA presentava UNA VITA IN CAPSLOCK, la sua personale visione di una Divina Commedia di stampo future pop. Per la prima volta la diva dall’occhiale da sera emergeva con prepotenza dall’underground milanese puntando al di fuori della cerchia dei Navigli per diventare un’icona queer nazionale.
Ora è il momento di PAPRIKA, il nuovo capitolo della discografia “myssketiana”, presentato tra le eleganti pareti di una gastronomia di Corso Venezia. Location scelta non a casa, visto che proprio di “gastronomia musicale” la nostra M¥SS parla a proposito del nuovo album.
Stessa attitudine “in capslock”, stessa ficcante abilità di mescolare alto e basso, elitario e popolare, serio e faceto, nascondendo citazioni impreviste e imprevedibili fin dal titolo dell’album, omaggio al maestro del cinema erotico Tinto Brass. In aggiunta stavolta c’è uno sguardo che – se possibile – scavalca ancora di più i generi musicali e soprattutto punta verso suoni provenienti dal mondo.

Ancora accompagnata dai fidatissimi Dario Pigato, RIVA e Simone Rovellini e “scortata” dal collettivo MOTEL FORLANINI, questa volta M¥SS si circonda di ospiti, molti provenienti dalla scena hip-hop nazionale, e raccoglie influenze musicali che dal Medio Oriente arrivano a lambire le coste caraibiche del Messico: “Ho voluto guardare all’esterno, sia per il team con cui ho lavorato, sia per le sonorità, che non sono più claustrofobiche, ma sono aperte a innumerevoli influenze. Il processo creativo dei brani non è cambiato, ma è stato arricchente vedere come lavorano persone diverse. Sono state fatte prima le basi, e su quelle sono arrivati i testi: una base ti racconta già una storia, ti dà già l’idea di un’ambientazione per un brano,e MOTEL FORLANINI è specializzato in questa operazione di immaginazione. Per la prima volta ho aggiunto anche delle piccole parti di canto melodico, anche se tutti sanno che non sono una cantante. Tutte le influenze dell’album e tutti gli elementi che uso sono però spuri, sporchi, perché tutto viene sempre mescolato e fatto passare attraverso un filtro myssketiano”.

Sotto la lente di un’ironia sempre sagace e tagliente ma più dosata, l’eccesso resta una chiave di normale quotidianità del mondo myssketiano, con racconti di sesso, amori fugaci, notti allucinate nei club, inseguimenti lisergici. Ma non è tutto qui: “Sono diventata più riflessiva? Ironia e sincerità non sono aspetti distinti. Di sicuro tutto si evolve, M¥SS si evolve, MOTEL FORLANINI si evolve, la nostre capacità si evolvono”.

L’incipit del disco con ALSO SPRACH ELENOIRE è una allucinata pillola di filosofia futuristica in cui il rimando a Nietzsche e Strauss viene riassorbito dalla finta invettiva di una delle protagoniste del mondo queer milanese, Elenoire Ferruzzi.
Da qui parte la “degustazione” del disco, tra inediti e tre remix: BATTERE IL FERRO FINCHÉ È CALDO suona come una nuova dichiarazione di intenti su un beat old school, MAIN BITCH tuona di sonorità metal trap, PAKKESKA fa convivere il reggaeton con strumenti della tradizione turca e il duduk armeno fa la sua inaspettata comparsa in TOP.
Passato e futuro si confondono in 100 ROSE PER TE, forse la prima vera canzone d’amore della nostra diva, dove un tributo all’r&b di Janet Jackson e Jermaine Dupri si incontra con un beat che guarda al futuro.
Per MORTACCI TUA sono stati coinvolti i Cacao Mental, alfieri della cumbia messicana contemporanea, mentre CLIQUE ha l’attitudine del baile funk e del deambow.
Tra le collaborazioni, spicca quella con Gabry Ponte, orgoglio nazionale della dance: insieme a lui M¥SS è voluta entrare in un labirinto tech house di un luna park stregato che richiamasse la Danza delle streghe, ed è così venuta fuori LA CASA DEGLI SPECCHI.
Ma la vera sorpresa M¥SS la riserva per il finale d’opera, dove offre la più limpida lettura delle sue emozioni nell’intimità delle liriche di FA PAURA PERCHÉ È VERO insieme a Mahmood: “mi chiamano l’angelo dall’occhiale da sera / ma sono una donna di umana natura” esordisce M¥SS nel pezzo, e per la prima volta si ha la viva sensazione di riuscire a guardare oltre la sue lenti scure.

La scelta dei remix è ricaduta su tre canzoni già entrate nel repertorio classico myssketiano: UNA DONNA CHE CONTA si avvale ora della collaborazione con Wayne Santana della Dark Polo Gang, BOTOX racconta di una notte di drink modificati con i versi di Gemitaiz e per la nuova versione di LE RAGAZZE DI PORTA VENEZIA è stata chiamata a raccolta una squadra d’eccezione tutta al femminile formata da Elodie, Joan Thiele e Priestess.

Si diceva prima della forte componente hip-hop di PAPRIKA, portata nel disco dai già citati Wayne Santana, Gemitaiz, ma anche da Gue Pequeno (per PAZZESKA), Luchè (per TOP) e Quentin 40 (per 100 ROSE PER TE), e qui il discorso di M¥SS si apre ad alcune considerazioni sulla visione maschilista della musica e della società: “Viviamo in un mondo basato sul patriarcato, in cui è ancora difficile capire che le donne non parlano solo alle donne, ma possono parlare a tutti. Perché c’è ancora il preconcetto che gli uomini possano parlare anche in nome delle donne, mentre si dà per scontato che le donne debbano parlare solo ad altre donne? Bisognerebbe che gli artisti venissero considerati per quello che fanno, e non per il sesso. Non si deve parlare, per esempio, di ‘rap al femminile’. Questo sistema va cambiato, ogni giorno: nella musica lo stanno già facendo artiste come Chadia Rodriguez e Priestess”.
Come conciliare allora la visione oggettivata che della donna offrono i rapper con le collaborazioni maschili presenti nel disco? “Quando invito un ospite devo lasciargli carta bianca, perché credo molto nella totale libertà d’espressione. Questo può essere un modo per aprire un dialogo, e ognuno lo fa con il suo linguaggio. In questo disco si trovano insieme Elenoire Ferruzzi e Gue Pequeno: può essere un’occasione per avvicinare il mondo queer a quello del rap“.

Impossibile infine non soffermarsi sull’immagine della copertina, chiaro riferimento alla scena in cui Valeria Marini “cavalca” una mortadella in Bambola di Bigas Luna. Ma c’è anche qualcosa di più? “Sì, ho voluto comunicare il mio amore per gli affettati!”, afferma fulminante M¥SS. “In realtà è una celebrazione della potenza femminile: si vede questa donna padrona del suo corpo, consapevole di se stessa, si percepisce la potenza archetipica della femminilità, non senza una nota di ironia. È prendersi in giro per prendersi sul serio”, continua prima di chiosare myssketianamente: “E comunque sì, amo la mortadella, e anche Valeria Marini, che saluto perché so che mi sta ascoltando”.

Subito al via l’instore tour e gli appuntamenti live:
30 marzo, Torino, ore 15:00 @Feltrinelli Stazione Porta Nuova
31 marzo, Milano, ore 18.00 @Mondadori Duomo
3 aprile, Roma, 18:00 @Discoteca Laziale
4 aprile, Bologna, 18:00 @Mondadori Bookstore c/o Spazio Ducati
5 aprile, Firenze, 15:00 @Galleria del disco c/o Caffè Letterario

Queste le date live:
30 marzo Spazio 211, Torino – SOLD OUT
5 aprile Viper Theatre, Firenze
6 aprile Teatro Sociale, Como
20 aprile Rokolectiv Fest, Bucarest
27 aprile New Age, Roncade (TV)
30 aprile Monk, Roma
10 maggio Locomotiv, Bologna
17 maggio Dejavu, Teramo
25 maggio MI AMI, Milano
19 luglio MELT Festival, Ferropolis

Baby K torna con Icona: urban pop ai tempi dei social

“Il titolo non è autoreferenziale”, tiene a specificare, “ma si riferisce al fatto che nell’epoca dei social tutti si sentono protagonisti, tutti si sentono costantemente su un palcoscenico per mostrare qualcosa al loro pubblico, anche se questo pubblico a volte non c’è. Raccogliere i like è diventato il metro per valutare la qualità e rischiamo di creare continuamente nuove icone, spesso false”.
Icona è il terzo album di Baby K, in uscita il 16 novembre a tre anni di distanza da Kiss Kiss Bang Bang, l’album che conteneva Roma-Bangkok, il pezzo dei record, quello che ha aperto le porte le reggaeton anche per gli artisti italiani.
“Penso di non esagerare se dico che sono stata un’innovatrice e ho portato in Italia la moda del reggaeton, unito all’elettronica: sono i fatti a dirlo, prima di quel brano non si era mai sentito niente del genere qui da noi, e se oggi molti artisti italiani seguono il filone latino è anche merito di Roma-Bangkok“.
Claudia Nahum, nata a Singapore e con un’adolescenza trascorsa nella periferia londinese, si porta dietro lo spirito cosmopolita con cui è cresciuta e negli anni è riuscita a crearsi uno stile personale, che dal rap si è spostato nel territorio dell’urban pop, di cui è oggi la più importante esponente in Italia. “In Italia fa ancora scalpore che una donna faccia rap, perché è un genere troppo legato all’universo maschile e le persone hanno bisogno di scindere l’ambito maschile da quello femminile, mentre la mia natura è quella di unire. Ho sempre cercato di portare elementi nuovi nella mia musica e credo che in questo album ogni brano abbia un pezzetto del mio percorso”. Basta pensare, per esempio, all’ultimo singolo, Come no,con le sue sonorità orientali unite all’urban, evidenziate anche nel video: “Non avevo mai sentito niente del genere, è una base veramente originale. Sono cresciuta in Occidente, a Singapore sono rimasta solo fino a quando ero bambina e non ricordo molto, ma credo di essere legata all’Oriente per una condizione mentale”. Confessa anche di aver pensato di coinvolgere qualche idolo del K-pop, genere nato in Oriente ma sempre più in auge anche in America e in Europa, ma l’idea non si è poi concretizzata.

Di Icona parla come di un album positivo: “La femmina alpha di qualche anno fa non è scomparsa, ma si è evoluta, è meno agguerrita e più divertita di un tempo. Ma il rap non l’ho abbandonato, nel disco c’è, ed è molto quadrato”.
Sarebbe infatti un errore pensare che l’identità di Baby K sia solo quella rappresentata dai singoli estivi (che hanno comunque raccolto numeri di tutto rispetto): a dimostrarlo c’è un brano come Certe cose, in featuring con J-Ax, dove il rap è il grande protagonista e i versi diventano piccantini, o ancora Vibe, che vede la collaborazione di Vegas Jones e Gemitaiz, o ancora Sogni d’oro e di platino, quello a cui Baby K si sente più legata, “perché è un invito a sognare, e sognare è importante, soprattutto con tutte le difficoltà che la vita mette davanti ai giovani oggi”.
Dammi un buon motivo è invece dedicato alle donne: “Spesso la donna viene rappresentata come un vittima, ma è sbagliato, perché le donne di oggi sono molto forti. Lavorano, hanno una vita indipendente, spesso fanno anche molto di più degli uomini, ed era questo che volevo comunicare”.

Ma se i social creano falsi miti, quali sono le vere icone? E come si possono riconoscere? “Le icone sono quegli artisti che si sono sacrificati e hanno dimostrato completa dedizione all’arte. Hanno dovuto sudare e sacrificarsi per la loro causa, ma sono stati ricompensati da una fama eterna, che li rende riconoscibili anche solo da un dettaglio. Penso per esempio a Madonna o a Michael Jackson: basta vedere un guanto ricoperto di brillantini per capire che si tratta di lui”.

Per marzo sono inoltre stati annunciati due appuntamenti live, il 28 al Fabrique di Milano e il 29 a Largo Venue di Roma. Si tratta dei primi due concerti di Baby K: “In questi anni penso di essermi costruita un repertorio forte, e voglio che i concerti mi rappresentino totalmente. Mi viene riconosciuta una grande energia sul palco, che voglio alternare a momenti più intimi”. Prevendite aperte dalle ore 11 di venerdì 16 novembre su Ticketone.

BITS-REPORT: Achille Lauro e la spettacolosa apocalisse della sambatrap. Milano, Alcatraz, 7 novembre 2018

foto backstage Angelo Blu - Lauro DSC01876
C’è stato anche l’imprevisto dello spray al peperoncino spruzzato in mezzo al pubblico da qualche buontempone, che ha causato uno stop di un quarto d’ora. Ma neanche questo è bastato a guastare la festa roboante di Achille Lauro e Boss Doms, che il 7 novembre hanno messo in scena all’Alcatraz di Milano la loro personalissima reinterpretazione de La morte del cigno

Una vera e propria celebrazione, anzi, un'”apocalisse” – come era stata annunciata – della sambatrap, quella nuova contaminazione sonora con cui il rapper e il producer romani si sono ripresentati sul mercato discografico lo scorso giugno pubblicando l’album Pour L’Amour. Un ciclo giunto ora alla sua conclusione, e che meritava di essere chiuso degnamente con due serate-evento (la seconda sarà il 10 novembre a Roma). 
Stelle filanti, getti di fumo, visual, trampolieri, costumi diavoleschi con ali illuminate da luci al led, ballerine in tutù: nel circo di Achille e Boss non è mancato davvero nulla.
Uno spettacolo per gli occhi, oltre che per le orecchie, soprattutto per il pubblico di adoranti discepoli che da sotto al palco seguivano ogni mossa dell’idolo più visionario e sfacciatamente barocco che la scena rap italiana possa vantare. Lui saltava, loro saltavano; lui ordinava di stare bassi, loro andavano giù; lui li invitava a spogliarsi restando solo in pantaloni, loro si toglievano le t-shirt senza batter ciglio.

Dopo l’apertura affidata al celeberrimo tema del Lago dei cigni di Čajkovskij rivisitato con una rovente chitarra elettrica mentre l’ombra di una ballerina veniva proiettata sul telone bianco, in due ore di show i decibel e i beat dell’autotune hanno preso il volo senza più toccare terra, e una raffica di ospiti ha raggiunto sul palco i due padroni di casa: da Gemitaiz a Clementino, da Emis Killa a Cosmo. Ecco quindi, sparsi in scaletta, Ulalala, Thoiry Remix, Angelo blu, BVLGARI, Ammò. Ma il vero asso della serata è stato calato solo sul finale, quando è arrivata lei, l’outsider della trap e dell’hip-hop, l’artista italiana che forse meno di tutte ci si aspetterebbe di trovare in una situazione del genere, Anna Tatangelo, freschissima di collaborazione con Achille e Boss nel remix di Ragazza di periferia presentato in anteprima per l’occasione (il singolo è in uscita il 9 novembre). E poi ancora La bella e la bestia.
Foto Posata Achille Lauro e Boss Doms
Prima di chiudere la serata, Lauro e Doms concedono un’ultima, paiettatissima apparizione per Penelope: Achille nelle vesti di angelo nero, Boss in tutina superglam bicolore.
Un inchino per salutare il pubblico ed ecco compiuta l’apocalisse della sambatrap, ultimo atto prima di buttarsi – chissà – in qualche altra contaminazione o in qualche nuovo progetto da piazzare di traverso alle mode. D’altronde, Lauro lo aveva detto già presentando l’ultimo album: il materiale per i prossimi dischi c’è già, ed è tutto rivolto al futuro.

La morte del cigno replica il 10 novembre all’Atlantico di Roma.

Eva, il ritorno urban di Priestess tra orgoglio e coscienza

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Priestess
è tornata affamata e addenta la scena urban italiana con denti affilatissimi.

“Sono la prima come Eva, quando nessuno ci credeva”, afferma orgogliosa l’artista pugliese nel ritornello di Eva, singolo che anticipa il nuovo album.

Una presa di coscienza e consapevolezza da parte di una delle più affascinanti e determinate promesse dell’r’n’b di casa nostra.
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La poetica e la scrittura di Alessandra Prete, come è registrata all’anagrafe, rappresentano un intreccio tra una sensibilità conscious ed energia, un’unione maturata con l’esperienza di questi pochi anni di attività, che l’hanno già vista collaborare con artisti del calibro MadMan e Gemitaiz e calcare palchi internazionali.

Questo dualismo è dovuto anche e soprattutto al contesto lavorativo in cui vive Priestess, con gli eccessi, la moda e la vita delle città e la visione più riflessiva, lontana dai ritmi frenetici e propria della magia di cui è pregno il luogo in cui vive, la Valle d’Itria in Puglia.

Martedì 9 ottobre Priestess si esibirà al Fabrique di Milano come special guest dell’unica data italiana di Pusha T.

Pour L’amour: Achille Lauro tra futuro, libertà e sambatrap

Cover Album Pour l'Amour
Benvenuti nel futuro.
Potrebbe essere questo il saluto rivolto all’ascoltatore dall’angelo glam che campeggia sulla copertina di Pour L’amour, il nuovo album di Achille Lauro, lavorato e prodotto in tandem con il fidato Boss Doms. “Questo disco ha il suono del futuro, perché dentro abbiamo mescolato generi diversi, come nessuno aveva mai fatto prima”, dichiara con fierezza il diretto interessato. “I miei fan lo sanno, non faccio mai un disco uguale all’altro, non mi piace creare un follow up di qualcosa che ho già fatto, per cui questo album è completamente diverso dal precedente, e così lo saranno i successivi”.
Quando parla dei prossimi dischi, Achille Lauro lo fa a ragion veduta, dal momento che lui stesso ha dichiarato che durante la lavorazione di questo album è stato prodotto materiale sufficiente anche per i prossimi due album: “Ci siamo chiusi in una villa lussuosa dispersa da qualche parte in Italia, e per un paio di mesi siamo rimasti lì dentro con 15 persone e un sacco di altra gente e amici che ci sono venuti a trovare, come Gemitaiz, con cui abbiamo scritto Purple Rain, una sorta di tributo alla nostra maniera a Maria Maria di Santana. In questa villa abbiamo vissuto in completa libertà, come se fossimo nel 1970, con 10 chili di marijuana, e abbiamo prodotto materiale per una trilogia di album, di cui questo è il primo capitolo: ognuno dei tre avrà un mood differente”.

Il risultato è qualcosa di ibrido, folle, esagerato, sicuramente ambiguo, come del resto Achille Lauro ha da sempre voluto apparire, a cominciare dalla sua immagine: “Sono stato il primo a presentarmi con un’immagine ambigua, indossando abiti femminili, e oggi lo fanno tutti, oggi l’ambiguità è una moda: i miei coetanei sono figli miei. Volendo fare un paragone, io e Boss siamo i David Bowie del 2018, i miei riferimenti pescano soprattutto dal passato, perché la vera musica era lì: Nirvana, Jim Morrison, Mina, Califano, ma anche da un film come Velvet Goldmine. Ho sempre anticipato i tempi, e anche oggi l’ho fatto con un disco come questo, proponendo un’altra invenzione mia e di Boss Doms, la sambatrap“.
Ecco, se Pour L’amour ha una parola chiave, forse è proprio sambatrap. A spiegarne il significato da dietro i suoi occhiali da sole rossi e psichedelici è Boss Doms: “Il nome è legato anche a un’esigenza estetica: avremmo potuto chiamarlo anche cariocatrap o mambotrap, perché sono tutte sfumature diverse di uno scenario musicale più ampio che rimanda all’America latina. Sambatrap è sembrata la definizione più immediata per rendere l’idea anche a chi non ha una conoscenza approfondita di quella musica”.

Foto Posata Achille Lauro e Boss Doms
ph. Virginia Bettoja e Floriana Serani

Vietato restare confinati nell’ambito del rap quindi, come è già molto evidente fin dalla prima traccia, Angelo blu, realizzata insieme a Cosmo, nome abbagliante della nuova scena elettro-indie italiana: un pezzo techno ed elettronico (“è la fusione di almeno quattro o cinque cose diverse, ma sorprendentemente Cosmo ha prodotto la parte più samba, Boss quella più techno”, sottolinea Lauro) che ruota attorno a immagini metaforiche di droga per descrivere la dipendenza dell’amore.
Subito a seguire è invece uno degli episodi più deliranti dell’album, BVLGARI, che non si limita però – come ci si aspetterebbe da un rapper – a un’ostentazione di lusso: qui l’immaginario corre all’attualità e alla cronaca, con il riferimento ai Casamonica e allo scandaloso funerale con carrozza, cavalli bianchi e petali di rosa, il richiamo al mondo degli zingari: il tutto immerso in un’overdose di beat sparati a mille, con la voce che alterna toni maschili e femminili, sempre all’insegna della totale libertà. Come del resto emerge in Non sei come me, pezzo nato per rompere le barriere dell’omologazione.
Inevitabile che il discorso si sposti verso la questione dei migranti, con i recenti sviluppi di cronaca, ma Lauro non si sbilancia molto: “Il rispetto per i diritti dell’uomo va garantito, e il razzismo è una stronzata”.
Si parla di amore sofferto in Mamacita, frutto della fusione di 15 tracce diverse, fino ad arrivare al risultato sperato: “Sentivo il bisogno di qualcosa di diverso, meno cazzone del resto dell’album, meno danzereccio”, spiega Boss Doms.
Sorprendente la chiusura, affidata a Penelope: “Volevamo un pezzo che restasse per i prossimi dieci anni: questo è un pezzo in cui parlo dei miei amori finiti male, ma anche dell’amore per il mio lavoro, ed è volutamente spoglio e acustico”.
zoom bassa
Mentre i live sono in fase di allestimento e si pensa già a qualcosa di teatrale con l’accompagnamento della “band più stronza in circolazione”, Achille Lauro annuncia anche di essere impegnato alla sua prima regia nella lavorazione di un primo docu-musical della durata di 60 minuti. Saranno in totale tre e andranno in proiezione al cinema, ognuno incentrato su una diversa canzone dell’album, ma riprendendo anche materiale degli anni passati.

Notti Brave: l’11 maggio l’album d’esordio di Carl Brave

Notti Brave è un disco che raccoglie tutta l’esperienza di vita e musicale che ho acquisito finora. Il disco spazia tra mood diversi tra loro, sperimentando melodie varie, ma stilisticamente sempre omogenee.
Dal punto di vista della produzione mi stimolava l’idea di far entrare nel mio mondo gli artisti che stimo e che da sempre ascolto, esplorando e confrontandomi assieme a loro.
Io amo e vivo la notte, di notte il mondo cambia, le persone si lasciano andare, si trasformano, e anche i rapporti personali cambiano, sei più consapevole di te stesso.
La notte è bipolare: galleggia tra caos e calma piatta, puoi perderti oppure ritrovarti”.
notti brave cover
Dopo aver rotto il ghiaccio con il successo di Polaroid insieme a Franco 126 e aver messo la firma su album di successo per i colleghi, per Carl Brave è arrivato il momento del primo album da solista, Notti Brave, in uscita il prossimo 11 maggio.
Un titolo che è già una dichiarazione di intenti, che gioca con il nome dello stesso produttore e songwriter romano.

Nelle 15 tracce dell’album, numerose collaborazioni eccellenti che vanno ben al di là dell’hip-hop, da Fabri Fibra a Francesca Michielin, Coez, Franco126, Emis Killa, Federica Abbate, Gemitaiz, Giorgio Poi, Pretty Solero, Frah Quintale, Ugo Borghetti, B.

L’album sarà disponibile in più versioni: CD standard, CD in edizione speciale limitata con autografo e custodia sagomata (esclusiva Amazon), doppio LP nero e doppio LP blu e giallo con autografo in edizione limitata (esclusiva Amazon).
carl brave - ph alessandro treves
Questa la tracklist:
Professoré
Fotografia (feat. Francesca Michielin & Fabri Fibra)
Camel Blu (feat. Giorgio Poi)
Parco Gondar (feat. Coez)
Vita
Noi
Pub Crawl
Malibu (feat. Gemitaiz)
Chapeau (feat. Frah Quintale)
E10 (feat. Pretty Solero 126 & B )
Bretelle (feat. Emis Killa)
La Cuenta (feat. Franco126 & Federica Abbate)
Scusa (feat. Ugo Borghetti & B )
Pianto Noisy
Accuccia

Gemitaiz: il ritorno è per il 20 aprile con Davide

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Dopo il successo di Nonostante tutto, Gemitaiz torna il 20 aprile con Davide, terzo attesissimo disco di inediti da solista, già anticipato dai singoli Oro e Argento Fuori.

L’album è già da oggi disponibile in pre-save su Spotify e in pre-order, in versione cd, doppio cd autografato e doppio vinile autografato.
L’edizione deluxe con doppio CD autografato contiene il bonus disc QVC Collection, che raccoglie brani inediti contenuti nei 7 mixtape della serie Quello che vi consiglio, in gran parte mai pubblicati finora su supporto fisico.

20p, il volto nuovo e pulito della trap italiana

Bergamasco, classe 1996, all’anagrafe Francesco Perolari, in arte 20p (si legge Twentyp).
E in questo caso, quando si parla di arte si intende quella della trap.
twentyp
Cresciuto tra rock, electro house e afro, 20p è stato infatti folgorato dalla passione per quel genere che negli ultimi anni ha trovato terreno fertile anche qui in Italia, dopo messo radici solidissime sul suolo americano.
Nonostante la giovane età, 20p non si inserisce nel filone seguendone semplicemente la moda, ma ci lavora sopra, facendo sua quella musica: se i suoi punti di riferimento sono Lil Uzi Vert, Drake o Tedua e Gemitaiz, nei testi Francesco racconta di sé, di un ragazzo poco più che ventenne con un’esperienza di lavoro a Londra. Niente storie losche, guerre di strada o perdizioni nelle droghe. E niente look omologato tra treccine, tattoo e ostentazione delle griffe.
20p è l’anello di ri-congiunzione tra la trap italiana e l’hip-hop.

http://20pmusic.bandcamp.com/track/fuck-love-remix
Dopo il primo mixtape Vita di Twenty, uscito a maggio, 20p ha da pochissimo dato vita a un secondo generoso lavoro, Twenty è pazzo, disponibile su Bandcamp e contenente 13 remix di successi di artisti americani e 7 nuovi brani curati da giovani beatmaker.