Raccogliere un anno in 30 canzoni non è facile, per niente, ma è tanto divertente, anche solo per il gusto di giocare a fare il piccolo musicologo. Ho scelto quindi di riassumere il 2016 – il mio 2016 – in 30 brani perché in 20 mi sarebbe stato ancora più difficile: troppi i ricordi legati a queste canzoni per lasciarne fuori alcune. E anzi, avrei fatto una classifica da 40 o 50 posti, se non fossi sicuro che a chi avrebbe letto sarebbe cresciuta una barba più lunga di quella di Gandalf.
In questa personalissima lista costruita in ordine crescente ci sono le canzoni che più di tutte hanno riempito le mie giornate in questi ultimi 12 mesi: canzoni su cui ho pianto, riso, riflettuto, goduto, amato, odiato, letteralmente e metaforicamente, sono le canzoni che mi hanno lasciato qualcosa in più delle altre, e proprio questo è stato uno dei criteri con cui ho scelto di tenerle dentro escludendone altre: queste mi hanno dato qualcosa che è andato oltre il semplice piacere dell’ascolto. L’altra regola che ho seguito è stata quella di includere solo brani usciti per la prima volta quest’anno: per il resto, non ho guardato al genere, al successo che hanno ottenuto o alla fama dell’artista.
Ho cercato di restare – pur nella soggettività della classifica – più obiettivo possibile, ma con buona probabilità, se dovessi stendere quest’elenco domani, l’ordine sarebbe diverso, soprattutto per le ultime posizioni.
In fondo, è un gioco…
Stay Rebel, Forever!
30. Brooke Candy, Changes
29. Daphne Guinness, The Long Now
28. L’Orso, Chiudi gli occhi siamo nello spazio
27. Giorgia, Oronero
26. Ghost feat. Ornella Vanoni, Hai una vita ancora
25. Emis Killa feat. Jake La Furia, Non è facile
24. Stadio, Un giorno mi dirai
23. Elisa, No Hero
22. Alessandra Amoroso, Vivere a colori
21. Boosta, 1993
20. Ligabue, Made in Italy
19. Noemi, Fammi respirare da tuoi occhi
18. Alessandra Amoroso, Comunque andare
17. Loredana Errore, Luce infinita
16. Honor, You And My Nightmares
15. Lady Gaga, Grigio Girls
14. Loredana Errore, Bugiardo destino
13. Paola Iezzi, LoveNight
12. Annalisa, Se avessi un cuore
11. Patty Pravo, Cieli immensi
10. Francesco Guasti, Universo
L’anno scorso Guasti si è visto sfumare la partecipazione a Sanremo a due passi dal traguardo, e pare si sia arrabbiato tantissimo. Quest’anno ci ha riprovato e ce l’ha fatta con questa canzone intensa e “scalcitante”. Inutile dire che tiferò per lui.
9. Elodie, Un’altra vita
Un brano ruvido, che se la vede con il più grande rimpianto che almeno una volta ha attraversato la mente di ognuno di noi.
8. Patty Pravo, Se
Samuel Romano dei Subsonica ha regalato a Patty Pravo la gemma più preziosa e splendente di Eccomi, il suo ultimo album. Una dichiarazione d’amore potente e fragile nello stesso tempo, pura come un ghiacciaio in una mattina di marzo.
7. Loredana Bertè, È andata così
Ligabue ha firmato il brano del gran ritorno in scena della Bertè: pur mostrando chiarissima l’impronta del suo autore, la canzone veste alla perfezione l’anima di Loredana, al punto che può essere considerata il sincero testamento artistico di un’interprete che non si è mai risparmiata, salendo ogni volta “a cuore nudo” sul palco.
6. Raphael Gualazzi, L’estate di John Wayne
In genere Gualazzi non rientra tra i miei ascolti, ma questa sua parentesi da ombrellone venata di vintage quest’estate mi ha fatto innamorare.
5. Tricarico feat. Arisa, Una cantante di musica leggera
Due mondi, ognuno a suo modo folle, si sono incontrati dando vita a una bomba elettropop: prendi un testo semplicissimo e brillante, mettilo su una melodia appiccicosa come marmellata e chiama a duettare una delle voci più limpide che ci siamo in Italia. Un dialogo ideale tra un ascoltatore e la sua diva.
4. Anna Oxa, L’America non c’è
È la canzone-outsider. Dopo anni di silenzio, la Oxa è tornata con un brano di grande modernità e sperimentazione: mi è bastato un ascolto per capire che non me lo sarei tolto dalle orecchie. Al momento in cui scrivo, il brano non è ancora stato ufficialmente pubblicato: l’unica traccia che se ne ha risale a questa primavera, durante una puntata di Amici.
(Piccola nota fuoricampo: provate ad ascoltare il testo alla luce dell’elezione di Trump…)
3. Soltanto, Tutta la vita davanti
È il brano di apertura di Skye, secondo album del busker milanese Soltanto. Una toccante canzone-manifesto di un’esistenza, riassunto di una filosofia di vita, che lascia traspirare libertà da ogni singola nota.
2. Thegiornalisti, Completamente
Una musica leggerissima per un testo di parole pesanti come macigni. Un pezzo di puro pop che odora di umano, amore e lenzuola ancora calde; un’ammissione di sconfitta da parte di un uomo che non teme di mettersi a nudo mostrando tutta la sua vulnerabilità.
1. Noemi, Amen
La perfetta incarnazione di ciò che di solito chiedo alla musica, e probabilmente il più bel pezzo della discografia di Noemi fino a oggi: melodia da brivido alla schiena e testo che ti gratta l’anima. Una solenne preghiera laica in cui si parla di un cuore sanguinante, preso a calci, un’anima rotolata nel fango, stanca di camminare, si chiede scusa all’amore e al Signore e si chiede finalmente pace. Meraviglia.
La playlist dei brani è disponibile a questo link.
BITS-CHAT: Una chiavetta e un mistero. Quattro chiacchiere con… Honor
Di lei si sa poco, anzi pochissimo. Si sa che per fare musica ha scelto di chiamarsi Honor, è svizzera, ha la passione per i cavalli e l’arte, ha iniziato a scrivere per tirar fuori il dolore che aveva dentro e ha iniziato a fare musica per un autentico colpo di fortuna.Tutto è partito nel 2015, quando la ragazza si trovava in vacanza in Inghilterra e ha smarrito una chiavetta su un treno. Tutto si sarebbe potuto fermare lì se la chiavetta non fosse stata recuperata dal vlogger LukeIsNotSexy, che non ha resistito all’idea di sbirciarne i contenuti e ci ha trovato dentro una canzone. Colpito dalla voce dell’interprete e senza avere altri riferimenti, Luke ha fatto l’unica cosa in suo potere: un appello sul web, #namethegirl, presto balzato tra i trend di Twitter e che per un’altra casualità è capitato proprio sotto gli occhi della diretta interessata.
Da quel momento si è aperto nella vita di Honor un nuovo, inaspettato capitolo: è arrivato il primo contratto discografico, il primo singolo, Never Off, ha visto la luce riscuotendo un certo interesse tra i media e le classifiche Oltremanica. Fino ad arrivare alla pubblicazione del primo EP anche in Italia.
Cosa c’era su quella chiavetta da cui è partito tutto?
C’era dentro di tutto e di più, come succede in genere con gli archivi USB: immagini mie, foto prese da internet, e poi c’era una versione ancora abbozzata di Never Off. Era l’unica canzone presente, tutte le altre sono venute dopo.
Prima che la chiavetta venisse persa è ritrovata, c’era già il sogno di dedicarti alla musica?
Mah, non proprio. Forse era un po’ nascosto, non lo volevo ammettere, non mi sarei certo aspettata che potesse succedere tutto questo è il mondo della musica lo vedevo troppo lontano da me. La musica la tenevo solo come passione personale, una cosa solo mia, intima.
E quali progetti avevi fatto per il tuo futuro?
Mi occupavo e mi occupavo tuttora di una galleria d’arte: mi muovo nell’ambito dell’arte contemporanea e mi piace andare alla scoperta di nuovi artisti. Il mio futuro lo immaginavo lì.
Il progetto dell’EP come si è sviluppato?
Dopo la vicenda della chiavetta, sono stata contattata da Spaceship, un’agenzia di Management che si è incuriosita del caso. Da lì è iniziato il lavoro con i produttori dell’etichetta NEXT3. Mi piace scrivere, e avevo già da parte alcuni testi. Musicalmente abbiamo seguito la strada dell’indie pop straniero che è l’ambiente in cui mi sento più a mio agio.
La scrittura in inglese si deve a questo?
Mi viene più spontaneo scrivere in inglese, i pensieri sono più precisi, senza troppi giri di parole.
Sei riuscita a vedere come lavora il mondo discografico inglese?
In Inghilterra i musicisti sono molto “artisti”. In Italia la discografia si sta sviluppando soprattutto intorno ai talent, che ci sono anche in Inghilterra, ma forse non hanno la stessa centralità. Le possibilità sono aperte anche per chi sceglie altre strade.
Tu la strada del talent non l’hai mai considerata?
No, non sarebbe la mia strada: io vivo tutto in maniera personale e il talent sarebbe un’esposizione in cui non mi sentirei a mio agio. La competizione nella musica può essere stimolante, ma non è quello che cerco.
Mi sembra che tutto l’EP sia attraversato da un contrasto di luci e ombre: è così?
Ho voluto dare un’aura di mistero ai brani, così come ho scelto di non parlare molto di me, e in effetti di Honor non si sa molto, non mi sono voluta mostrare, a livello personale e di immagine. Fa tutto parte di un’idea precisa del progetto, così come quella dei video.
La mia traccia preferita è You And My Nightmares.
L’idea è partita da una storia d’amore, ma può essere letta in senso più ampio: tutti abbiamo degli incubi nella vita, per qualcuno può essere una persona, per altri una situazione. Mi piace pensare che tutti possano ritrovarsi in quel brano.
Honor: da dove arriva questo nome?
Tempo fa, una persona a me molto cara mi ha detto che qualunque cosa avessi scelto di fare, avrei dovuto farla con onore. Una frase che mi è rimasta nel cuore, e mi è sembrata una buona scelta per il mio nome.
Dopo questo EP c’è in previsione un album?
In realtà ci sono tante opzioni: oggi la soluzione dell’EP sembra funzionare, per cui non è escluso che l’anno prossimo arrivi un altro singolo con un altro EP.
Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato dai al concetto di ribellione?
La ribellione può avere tanti significati: per me è far proprio un obiettivo e portarlo avanti per farlo diventare realtà, senza guardare in faccia a nessuno.