Incipit: il racconto elettronico di BIRØ

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Quello del varesino Birø è un esordio molto interessante, diluito e compatto nello stesso tempo.
Diluito perché si tratta di 5 tracce rilasciate poco a poco tramite video su YouTube durante il mese di marzo, e compatto perché si tratta di 5 capitoli in successione di uno stesso racconto, quello di una serata “alterata” vissuta da un ragazzo, con tutto quello che vi può accadere.
Il risultato ha preso forma definitiva lo scorso 31 marzo, si intitola Incipit, e segna anche l’esordio alla produzione dell’etichetta RC Waves.
L’idea che ha animato il progetto era quella di coniugare testi vicini alla tradizione cantautorale italiana con l’elettronica, presa nei suoi molteplici volti sonori.
Per ogni ogni traccia è stata realizzata un’illustrazione da Vanni Vaps, grafico/illustratore che ha collaborato, tra i molti, con Vans e un video opera di Marcello Rotondella.

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La storia narrata tra suoni e parole da Birø inizia con Ansia (Le luci), un brano con echi trip hop che parla di un ragazzo che decide di assumere una droga a lui sconosciuta e della paura derivante da questa scelta: “Nella canzone sono numerosi i riferimenti allo stato d’ansia vissuto e alla paura avvertita di perdere sé stessi. Il giovane uomo avverte il rischio di confondere la realtà con l’immaginazione, è conscio del pericolo che corre ma desidera andare oltre, nonostante la persona che uscirà da quell’esperienza sarà ben diversa da quella che era prima”.

La storia continua con Lupi, dal sound internazionale, arricchito da un testo dal sapore evocativo. La canzone narra di un “bad trip”: nella mente del nostro protagonista le figure si allungano e si distorcono fino a diventare ombre grottesche, scaraventando il ragazzo negli abissi della sua mente: “Tutto il brano è una sorta un dialogo interiore tra l’Io del ragazzo e la voce che lui sente nella sua mente. La foresta è il simbolo privilegiato delle paure umane, così si trova cacciato da lupi che non voglio dargli tregua. Una parte della sua coscienza si rende conto che non c’è nulla di vero ma quello che lui vede attraverso i suoi occhi è ben diverso”.

Il terzo capitolo è Come nei film, in cui si incontrano contaminazioni tra hip-hop e funk. Nel mezzo dell’effetto delle droghe il protagonista non distingue più i colori vede tutto bianco e nero e, credendosi in un film anni ’50, si innamora di una ragazza: “La canzone parla di un ragazzo che si innamora sotto effetto di droghe. Mentre la sua infatuazione viene esagerata dall’immaginario dei film romantici, dall’altro vengono rivelate le sue….vere intenzioni”.

Si passa poi a Invernø. La serata del protagonista finisce, il ragazzo esce dal locale e tornando a casa osserva la città attorno a lui: “Attraverso due lunghe strofe il ragazzo commenta la sua generazione, desiderosa di mettersi in gioco ma limitata nei mezzi, piena di idee eppure costretta in ruoli che non le competono. Una generazione che prostituisce il proprio talento e potenzialità per poter vivere, rinunciando così ai sogni”.

L’epilogo è infine affidato al suono notturno e alle parole disincantate e rassegnate di Il mio disordine.

Ansia (Le Luci)
Lupi
Come nei film
Inverno
Il Mio Disordine