L’ultima estate: la disillusione dell’amore nelle note di Luciano D’Abbruzzo

Due anime, due facce, due metà che possono diventare una o nessuna.
Si intitola L’ultima estate il nuovo singolo di Luciano D’Abbruzzo, in uscita per Sony Music.

Il videoclip racconta delle attese disilluse di un amore; l’artista presenta un sentimento reale, che però non riesce a concretizzarsi e rimane seme, senza riuscire a dare i suoi frutti: “Le stagioni che seguiranno saranno scatole vuote per me”, canta l’artista.
Un qualsiasi gesto, come l’aver dato o ricevuto affetto, non lo si può considerare mai inutile, a prescindere dall’esito finale di un rapporto: ogni relazione infatti lascia nell’uomo un’impronta, più o meno importante per la crescita dell’individuo.

Il montaggio e la post-produzione del videoclip rendono l’idea che la storia presentata e cantata da Luciano esca dal personale e autobiografico per essere cucita addosso a chi la ascolterà.

Con il brano Il guardiano del bosco, contenuto nell’EP Come acqua, Luciano D’Abbruzzo si è aggiudicato la vittoria nella XIV edizione del Premio De Andrè.

L’ode al Tempo di Luciano D’Abbruzzo

Una profonda riflessione sul concetto di tempo, in relazione alle sue immense sfumature, un pensiero sugli istanti della nostra esistenza, su come li trascorriamo e sui momenti che impieghiamo per riflettere, piuttosto che vivere.
Si intitola semplicemente Tempo il brano che segna il ritorno di Luciano D’Abbruzzo.
Nel video, girato e diretto da Laura Rossi, viene enfatizzata la metafora del “tempo che ci scorre addosso” attraverso la proiezione di alcune immagini sul corpo del cantautore; altre, invece, vengono riprodotte sul suo volto e raffigurano alcuni personaggi di una serie televisiva, nettamente proiettata al futuro, dunque a sostegno di un invito che il cantautore rivolge a sua figlia Cristiana: avere la capacità di proiettare il proprio sguardo verso il futuro.

D’altronde lo stesso Luciano ha abbracciato negli anni questa filosofia, che gli ha consentito di costruire una carriera artistica costellata di momenti importanti: le vittorie del Premio De Andrè nel 2016 (con il brano L’Ultima Festa) e del Premio Città di Recanati (ora Musicultura) con la canzone Da grande.
Da frontman della sua band di allora, i MIG, nel 2002 si è esibito sul palco del Primo Maggio a Roma; l’anno successivo è stato il protagonista di due grandi opening act (Sonic Youth e Luciano Ligabue, allo Stadio Olimpico di Roma). Ai tanti live in giro per l’Italia e ai passaggi radiofonici e televisivi, si aggiungono i suoi numerosi incontri nelle scuole: è molto attivo nel sociale, e proprio per questa sua propensione ha ricevuto nel 2010 la targa come Difensore dei Diritti Umani.

Nel corso del 2018 Luciano D’Abbruzzo ha pubblicato l’EP Come Acqua, e ha all’attivo due album: il primo, come MIG, N€uro, il secondo come Luciano D’Abbruzzo e MIG, Come un’Arancia in Norvegia, uscito nel 2013.