Patty Pravo, Lo Stato Sociale, Elodie, Fabrizio Moro. Tutti cantano ancora Cristina

L’anno scorso Cristina D’Avena ha sbaragliato la concorrenza e ha portato il suo album Duets dritto al primo posto in classifica, per poi raggiungere anche il traguardo del disco di platino.
Visto l’entusiasmo del pubblico di eterni bambini, quest’anno Cristina ha deciso di replicare il progetto di un album di sigle di cartoni animati reinterpretate insieme ai grandi protagonisti della musica italiana: dopo le anticipazioni centellinate attraverso bervi video pubblicati nei giorni scorsi su Instagram, possiamo finalmente dire che il nuovo album si intitola Duets Forever – Tutti Cantano Cristina ed è in uscita il 23 novembre.

Cristina D Avena - Duets Forever RGB_24 ott
Per l’occasione è stato assoldato un nuovo squadrone di artisti che comprende interpreti e cantautori del calibro di Patty Pravo, Elisa, Malika Ayane, Lo Stato Sociale, Alessandra Amoroso, Carmen Consoli e molti altri ancora, tutti alle prese con una nuova selezione di sigle diventate ormai a tutti gli effetti parte integrante del patrimonio musicale italiano.

Questa la tracklist:

 

  1. Canzone dei Puffi feat. PATTY PRAVO con la partecipazione di Fabio De Luigi
  2. I ragazzi della Senna (Il Tulipano Nero)   feat. FABRIZIO MORO
  3. Georgie feat. DOLCENERA
  4. Memole dolce Memole  feat. ELISA 
  5. Pollyanna feat. MALIKA AYANE      
  6. Vola mio mini pony feat. ELODIE 
  7. Ti voglio bene Denver feat. LO STATO SOCIALE
  8. D’Artagnan e i moschettieri del re           feat. IL VOLO
  9. Alvin rock’n’roll feat. THE KOLORS                      
  10. Papà Gambalungafeat. FEDERICA CARTA          
  11. Il mistero della pietra azzurrafeat. ALESSANDRA AMOROSO
  12. Robin Hoodfeat. MAX PEZZALI    
  13. Batmanfeat. LE VIBRAZIONI
  14. Sailor Moon e il cristallo del cuorefeat. CARMEN CONSOLI  
  15. Rossana feat. NEK
  16. Doraemon feat. SHADE    

Malika Ayane arriva in teatro nelle vesti di Evita

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Per la sua prima volta in un musical, Malika Ayane veste i panni controversi di Evita. “Sono tornata a scuola. Dopo aver letto la partitura mi sono resa conto della complessità: non ci sono accordi che aiutano, nessun momento in cui potersi sedere con la voce. La sfida è stata è stata anche quella di uscire da me, abbandonare certe posture, certi atteggiamenti fisici”, ha dichiarato la protagonista.

Alla regia di Evita, un nome di assoluta statura come quello di Massimo Romeo Piparo: “Non avevo pensato questo spettacolo per l’Italia, ma lo immaginavo in inglese per l’estero. Malika è stato uno dei motivi che m hanno convinto a farlo qui da noi, in italiano. Serviva una voce riconoscibile ad occhi chiusi e piena di carattere personale. Dopo le date in Italia, l’intenzione è comunque quella di portarlo fuori, in inglese”.

Dopo averlo rappresentato due volte in lingua originale, il regista ha deciso di realizzare l’adattamento in italiano di tutte le canzoni composte da Tim Rice (su musica di Andrew Lloyd Webber), compresa Stai qui, sii mio, trasposizione italiana di You Must Love Me, il brano interpretato da Madonna nella versione cinematografica del musical del 1996. “Il film di Alan Paker ha dato un nuovo corso al personaggio di Evita. Riscrivendo il musical in italiano, credo di esser riuscito a spiegare tante cose entrando più a fondo nel racconto, senza nulla togliere alle liriche di Tim Rice”.
Ma chi era veramente Evita Duarte Peròn? “E’ stata una figura così complessa, ha fatto così tanto che forse solo chi andava tutte le sere a letto con le poteva dire chi fosse davvero”, commenta Malika.

Il personaggio del Che, interpretato da Filippo Strocchi, sarà personaggio e voce narrante e non avrà barba e basco: richiamerà un po’ il Banderas del film, ma anche Shakespeare e i cori greci.
La storia non l’ha mai fatto incontrare con Evita: si sono “incrociati” senza conoscersi quando Evita stava per morire e Che Guevara stava per portare la sua rivoluzione.

In scena anche un’orchestra diretta da Emanuele Friello, in parte in buca e in sul palco, fino ad avere più di 40 artisti presenti il palcoscenico in certi momenti: di città in città, saranno inoltre coinvolte scuole locali (per Milano, la Scuola di Musica Cluster).

Dopo le anteprime a Bari dal 4 al 6 novembre, Evita inaugura la stagione del Teatro della Luna, debuttando il 9 novembre e restando in scena fino al 27.
Poi toccherà Genova, Firenze, Roma e Trieste, fino a gennaio 2017.

Date:
9-27 novembre 2016 – ASSAGO (MILANO)
TEATRO DELLA LUNA 

29 novembre – 4 dicembre 2016 – GENOVA
POLITEAMA GENOVESE 

6-11 dicembre 2016 – FIRENZE
TEATRO VERDI 

dal 14 dicembre 2016 – ROMA
TEATRO SISTINA

18-22 gennaio 2017 – TRIESTE
POLITEAMA ROSSETTI

Love Life Peace: i colori del jazz secondo Gualazzi

La versione fisica dell’album si può scomporre e montare per formare un piccolo pianoforte in 3D. Una chicca, soprattutto in un’epoca in cui il CD vede sottrarsi terreno dall’mp3 e dal vinile. Ma Raphael Gualazzi, uno che trai vizi non ha esattamente quello di seguire la moda “tanto per”, è andato un po’ controcorrente e per Love Life Peace l’ha fatto.Forte del successone – forse inaspettato – del singolo estivo L’estate di John Wayne, il jazz man torna con un nuovo lavoro di inediti, all’interno del quale trovano spazio tantissimi stimoli musicali: si va ovviamente dal jazz, che la fa da padrone, passando per le atmosfere della bossanova in Buena Fortuna cantata insieme a Malika Ayane, le orchestrazioni di ispirazione morriconiana in Quel che sai di me e la psichedelia fusa al lounge della titletrack Love Life Peace & You, e ai suoni vintage analogici di Right To The Dawn.

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Tra le tracce più interessanti, Mondello Beach, un curioso esperimento che si rifà chiaramente al celebre jazz italo-americano introdotto di Nick La Rocca (la canzone è rigorosamente in dialetto siciliano-americano), e L’estate di John Wayne e Disco Ball, due “divertissment” come li definisce lui, che si rifanno a sonorità danzerecce e, nel caso dell’ultimo pezzo, alla disco degli anni ’80.

A proposito del singolo che quest’estate ha infiammato le radio, Gualazzi ci riconosce dentro una certa malinconia per un mondo passato, tra Fellini, Warhol e i figli delle stelle, ma anche la consapevolezza che sono proprio certi elementi cristallizzati nel tempo a rendere unico il panorama dell’Italia, proprio come i paesini rurali di certi film di Fellini.
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E riguardo al titolo, che scomoda termini tanto impegnativi, quelle tre parole sono state scelte perché sono tutto ciò di cui abbiamo più bisogno oggi, Amore, Vita e Pace.