BITS-RECE: Angelo Sava, Miasmi. Disperazione e estasi

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
Artwork

I progetti indipendenti – in qualunque modo vogliate considerare questo termine – sono quasi sempre quelli che riservano le sorprese più grandi, perché nella loro immensa libertà hanno la possibilità di spaziare come matti, andando a dissotterrare sensazioni inaspettate.
Prendere Miasmi, ultimo lavoro di Angelo Sava. Sei brani, ognuno con un titolo di una sola parola che già da sola la dice lunga sulla tensione visionaria del suo autore – Merlo, Disagio, Miasmi, Circe, Brusio, Carestia -.
Dentro c’è un magma sonoro fatto di chitarra stirate, distorte, accartocciate, graffiate, al punto che il confine tra suono e rumore sembra sempre sul punto di perdersi. E poi eccola prendere forma poco a poco come un fluido, la melodia, e con lei il canto, disperatissimo e allucinato farsi strada sotto strati di corde di metallo.
Miasmi è un disco soffocante come il più caldo dei tramonti d’estate, è pauroso come la notte più delirante, oscuro come il labirinto più intricato, violento come il più forte dei pugni nello stomaco. Un progetto che non si lascia intrappolare da nessuna catena di genere e – ovviamente – di mercato, ma vaga libero, liberissimo, e quando ti incontra ti si butta addosso senza pietà.
Angelo Sava foto promo
Ci sono dischi fatti per far sentire bene chi li ascolta, e dischi fatti per sconvolgere. Miasmi sembra meravigliosamente fatto per quest’ultimo scopo.
D’altronde, l’estasi non deriva forse dal caos?