Francesco Gabbani all’Eurovision. Chi entra papa…..


Cronaca di una sconfitta che ci siamo tirati addosso. Ovvero, chi entra papa poi esce cardinale.Quante volte lo abbiamo detto e lo abbiamo sentito dire? Una regola che sembra inossidabile, in ogni situazione e in ogni tempo, come una tremenda legge di Murphy al contrario.

Francesco Gabbani ne è stato solo l’ultima vittima. 

A Sanremo la mannaia si era abbattuta sulla Mannoia (bisticcio di termini mai così azzeccato), osannata vincitrice già prima dell’inizio della kermesse e poi finita al secondo posto, scavalcata proprio da Gabbani, con la sua scimmia e il ciclone di Occidentali’s Karma.

A fronte di un tale successo, a detta di molti inaspettato, in vista della partecipazione all’Eurovision Song Contest, gli occhi di tutti si erano quindi puntati sul “mascalzone” di Carrara, e già da settimane non solo in Italia, ma in diversi angoli d’Europa, si erano levati pronostici (troppo) ottimisti sull’esito finale del concorso a vantaggio del nostro paese.

Beh, alla fine papa Gabbani all’Eurovision ci è uscito davvero cardinale, se non addirittura vescovo, perché non è che la vittoria sia sfuggita per un soffio di voti, ma è proprio stata mancata alla grande, e l’Italia è scivolata ben sotto al podio, vedendosi superata tra gli altri da Moldavia, Bulgaria e Portogallo, poi risultato vincitore con Salvador Sobral e la sua Amar Pelos Dois.

Una sconfitta che brucia, tanto, perché quest’anno ci credevamo tutti, come mai era successo prima. Spiace anche per Gabbani, che probabilmente è arrivato a quest’avventura con la leggerezza che lo contraddistingue sempre, senza farsi le grandi aspettative che invece gli erano state buttate addosso da noi tutti.

Pazienza, Occidentali’s Karma è e resta un gran pezzone, che forse non è stato compreso fino in fondo, perché la sua forza sta per metà nella freschezza sonora del suo pop, e per metà nel testo, caustico e acuto al punto giusto. Oppure più semplicemente in Europa si ascolta e si apprezza altro. Almeno, il premio della stampa se lo è aggiudicato.

Fatto sta che la scimmia nuda non ha fatto il colpaccio che ci si aspettava, e la vittoria è andata a una canzone che – diciamocelo pure fuori dai denti – è musicalmente noiosa e ammorbante come poche altre. Se poi a far presa sul pubblico e le giurie sia stata la storia strappalacrime di Sobral non lo so, e francamente è un’ipotesi che preferirei non considerare neanche.

L’Italia torna a casa con una sonora batosta piazzata tra capo e collo, anche se Occidentali’s Karma continua a macinare download, visualizzazioni e apprezzamenti sul web. Che poi alla fine è quello che ogni artista cerca davvero.

Piuttosto che crucciarci, cerchiamo di trarre un piccolo insegnamento da questa esperienza, e impariamo a non fare gli spavaldi senza aver prima fatto i famosi conti senza l’oste, sia che si tratti dell’Eurovision, di una partita di campionato o di un torneo alla bocciofila sotto casa.

A marginare di questi pensieri vorrei inoltre manifestare un certo fastidio che ho provato nell’ascoltare i commenti di Flavio Insinna e Federico Russo durante le dichiarazioni di voto dei vari Paesi: man mano che diventava chiaro che per Gabbani si metteva male, i due presentatori si sono lasciati andare a frasi stizzite e piene di rancore verso gli altri concorrenti e i rappresentanti delle varie giurie. Capisco la passione e la tensione del momento, ma sotto certi livelli si può tranquillamente evitare di scendere, soprattutto quando si è in diretta su Rai 1.

Adesso comunque abbiamo tempo un anno per prepararci, con una buona canzone e soprattutto nervi saldi.