Cinquant’anni di “Tea for the Tillerman”. A settembre una nuova versione dell’album di Yusuf/Cat Stevens

Tea for the Tillerman, l’album che nel 1970 ha segnato il successo di Yusuf / Cat Stevens, compie 50 anni.
Per festeggiare questo importante anniversario, il prossimo 18 settembre l’artista britannico pubblicherà una nuova versione del’album, Tea for the Tillerman², con nuovi arrangiamenti a distanza di mezzo secolo.

La nuova copertina dell’album illustra la stessa pittoresca scena Tea-Time dell’album originale, ma cinquant’anni dopo. Tillerman è tornato da una spedizione nello spazio e ha scoperto un mondo decisamente più oscuro. I due bambini stanno ancora suonando accanto a lui ma questa volta ascoltano in streaming la musica più recente e comunicano via FaceTime sui loro telefoni cellulari.

Il concept di Tea for the Tillerman² nasce da una conversazione tra Yusuf e suo figlio su come celebrare il cinquantesimo anniversario dell’album. Da lì l’idea di re-immaginare e ri-registrare le canzoni. Paul Samwell-Smith si è occupato della produzione nel Sud della Francia nell’estate del 2019 ai Fabrique Studios, vicino a St Remi. Lo studio ha una storia interessante, essendo stato in passato una fabbrica per tingere le prestigiose giacche rosse degli ussari di Napoleone, oltre ad essere sede di una delle più grandi collezioni di cinema classico francese e dischi in vinile. L’intera esperienza di registrazione è stata inoltre filmata.

“Anche se il mio cammino di cantautore non è limitato a Tillerman, le canzoni di quell’album mi hanno sicuramente definito ed hanno indicato la strada per il viaggio della mia vita misteriosa. Da quelle session originali ai Morgan Studios di Willesden nel 1970, Tillerman è cresciuto ed ha sviluppato la propria influenza sulla storia della musica e come colonna sonora per la vita di così tante persone. Come se il destino fosse in attesa di accadere, T4TT² sembra che il tempismo del suo messaggio sia arrivato di nuovo”. ha dichiarato Yusuf.
Molte delle 11 canzoni del Tillerman originale furono scritte da un Cat Stevens ventiduenne immerso nella sua Soho alla fine dei swinging sixties; ora vengono riproposte dopo una vita di introspezione e sono viste da una nuova prospettiva.

Tea for the Tillerman² vede Yusuf riunirsi con due dei personaggi chiave dell’album originale: il produttore Paul Samwell-Smith e il chitarrista Alun Davies. A loro si aggiungono il bassista Bruce Lynch, membro della band di Yusuf dalla metà degli anni ‘70, il chitarrista Eric Appapoulay e il polistrumentista Kwame Yeboah (percussioni e tastiere) che fanno parte dell’attuale live band di Yusuf; hanno inoltre partecipato alle registrazioni il chitarrista Jim Cregan, il tastierista Peter Vettese e David Hefti, che ha contribuito al sound di Yusuf dal vivo e in studio per quasi dieci anni, engineer delle session di registrazione.

Side A
Where Do The Children Play?
Hard Headed Woman
Wild World
Sad Lisa
Miles From Nowhere

Side B
But I Might Die Tonight
Longer Boats
Into White
On The Road To Find Out
Father And Son
Tea For The Tillerman

I “ricordi” di Alessandro Ragazzo


Cosa sarebbe la nostra vita senza i ricordi? Cosa saremmo noi senza i nostri ricordi? Saremmo probabilmente qualcosa di molto diverso, o forse non esisteremmo proprio.
Perché ciò che siamo oggi è il risultato di quello che siamo stati, la somma delle esperienze vissute e delle lezioni imparate, a volte non senza dolore, ma non importa.
Eppure spesso non ce ne accorgiamo, e lasciamo ai ricordi solo lo spazio della nostalgia.

Proprio ai ricordi è dedicato il nuovo EP di Alessandro Ragazzo.
Il titolo è Ricordi?, con il punto di domanda alla fine, proprio come capita spesso di dire quando con la memoria facciamo qualche passo indietro.

Attraverso cinque brani dalle sonorità acustiche ed elettroniche, il cantautore veneziano va alla riscoperta del valore dei ricordi nella sua vita come filtro per interpretare la realtà nei suoi dettagli: gioia, rabbia, amore, inquietudine e speranza. Nel grande mare dei ricordi c’è spazio per ogni sentimento, per una notte persa, per un maggio arrivato all’improvviso, per patatine mangiate dal sacchetto.
Sarà anche malinconia, ma è soprattutto vita.

Fabio Curto, potenza e intimità nel nuovo singolo “La tua parte migliore”

“Ci sono giorni in cui un raggio di sole sembra non riuscire a farsi breccia tra le nuvole. Ma ci sono anche giorni in cui i mali diventano pesci che schizzano fuori dall’acqua al tramonto. È una certezza quella secondo cui la bellezza in tutte le sue forme, malinconia inclusa, deve guidarci sempre… come lei che se n’è accorta ed è venuta a parlarti, poi ti ha soffiato sul cuore e ti ha fatto capire dov’era la tua parte migliore.”

Due anni dopo l’album Rive, volume 1, Fabio Curto ritorna con La tua parte migliore, brano con cui prosegue il sodalizio con l’etichetta Fonoprint.

Il “dark blues” con cui l’artista si è fatto conoscere al grande pubblico lo porta ora a mescolare influenze cantautorali con un approccio intimo, ma carico di pathos. 
Attraverso un flusso di immagini essenziali, il brano manifesta una potente celebrazione della vita, alla ricerca della parte migliore di ognuno, nascosta ma pronta a germogliare con tutta la propria energia.

 

“Nowhere to Hide Now”, ansia e rabbia nell’alternative rock di Ghostpoet


Colonna sonora perfetta per questi tempi incerti, Ghostpoet condivide Nowhere to Hide Now, il nuovo singolo tratto dall’imminente album I Grow Tired But I Dare Not To Fall Asleep, uno squarcio oscuro e disturbante su un mondo infernale dove la paranoia regna sovrana.

Nowhere to Hide Now è un esplosione di alt rock agitato, guidato dalla voce idiosincratica di Obaro Ejimiwe e dal racconto impetuoso alimentato da paura, stanchezza e rabbia. Un brano viscerale e vivo, un promemoria potente del talento unico di Ghostpoet.

Seguito dell’acclamato album del 2017 Dark Days + Canapés,  I Grow Tired But Dare Not Fall Asleep è un album con uno sguardo distopico sull’ansia universale di questi ultimi anni e sulle sensazioni causate da un futuro incerto.

Questa la tracklist:

Breaking Cover
Concrete Pony
Humana Second Hand
Black Dog Got Silver Eyes
Rats In A Sack
This Trainwreck Of A Life
Nowhere To Hide Now
When Mouths Collide
I Grow Tired But Dare Not Fall Asleep
Social Lacerations

Achille Lauro riparte dal “16 marzo”

“Cari amici,
sono nuovamente qui a scrivervi, in un periodo in cui scrivere è uno dei pochi modi che abbiamo di tenere vivo il contatto umano.
Oggi vi parlo di un sentimento comune a tutti.
Qualcosa di così irreale da diventare affascinante.
Così affascinante che me ne sono avvelenato.
Nel mese dei nuovi amori,
il mese in cui ognuno torna da chi non lo starà cercando più.
È una tempesta dentro me.
È ciclica.
Perdere tutto per inseguire un’illusione.
Oggi sono senza costume, senza trucco, innamorato di un ricordo.
Vi presento il nuovo me.
Ve lo affido.
Grazie
A presto”



Neanche due mesi dopo aver sconvolto la liturgia sanremese con le imaginifiche esibizioni sulle note di Me ne frego, Achille Lauro volta completamente pagina e riparte da un nuovo brano, 16 marzo, il primo primo pubblicato per Elektra Records, l’etichetta di cui è anche direttore creativo.

Un vero e proprio nuovo inizio, lontanissimo dalla carica rock/dance del singolo precedente: il brano si presenta infatti come una power ballad intima, melodica e struggente, un nuovo passo nella crescita artistica di uno dei nomi più influenti e sorprendenti degli ultimi anni.

“Ho sempre curato con attenzione maniacale tutto ciò che riguardasse la mia musica: dalle parole dei miei brani, alla direzione delle produzioni musicali, all’immaginario visivo, ma soltanto adesso assaporo la libertà di forgiare la musica a mia immagine e somiglianza. Sono mesi che non dormo. Sono ossessionato dal creare. Ho trovato “il me” che ho sempre cercato. In questi giorni di isolamento, che mi hanno costretto ad un processo introspettivo e di meditazione profonda, ho trovato la forza creare arte e dare vita a questo brano, 16 marzo, che descrive l’attuale urgenza simbiotica di raccontare una nuova fase della mia eterna rinascita con un nuovo linguaggio, libero e liberato. Mai come questa volta sento la mia musica così mia” aveva dichiarato Achille Lauro nell’annunciare per la prima l’arrivo del nuovo brano.

Achille Lauro sta trascorrendo questo periodo con Gow Tribe, che con lui ha prodotto 16 marzo: “È come se lo avessimo già fatto. Già sentito. Sempre esistito. A volte c’è qualcosa di mistico. Sembra che le canzoni si compongano da sole, che abbiano un’anima propria o che ce le stiano donando dal cielo” – così viene descritta la fase di creazione del brano. Il racconto poi prosegue: “È un momento particolare. Intimo. Ultraterreno. Il vestito che dovrà avere questo brano è quello che eravamo. Nostalgico come il passato. È come ripensare a quando si aveva 9 anni. Qualcosa di talmente inesistente ormai, da diventare affascinante. Talmente affascinante da avvelenarmi. Era solo una lettera per lei”.

“Cellule impazzite”, il ritorno de Il nucleo tra elettronica e rock

Dopo un lungo periodo di assenza durato 10 anni, Il nucleo torna sulle scene con il singolo Cellule impazzite.
“Dopo l’ultimo concerto nel 2010, non abbiamo smesso di frequentarci, suonavamo spesso sugli stessi palchi in progetti diversi … a volte ci davamo una mano in studio per registrare delle parti. Andrea continuava a scrivere … creava e distruggeva canzoni ogni santo giorno. Poi ad un certo punto è ripartito qualcosa. Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di trovarci a parlarne che eravamo di nuovo in sala prove, insieme. Era il momento giusto e avevamo una base di idee sulle quali lavorare. Non abbiamo suonato una sola nota dei vecchi pezzi per mesi e mesi, da subito l’attenzione è stata data al nuovo materiale, è la cosa che ci ha sempre stimolati di più da quando avevamo meno di vent’anni. Se siamo insieme in una sala prove, è perché abbiamo qualcosa da dire”.

“Il titolo del brano è lo specchio della vita di tutti noi: siamo cellule impazzite, e fermarsi per godere degli attimi che contano davvero è molto complesso. Ci perdiamo lo spettacolo, siamo in confusione. Questo è un tema che cavalchiamo da sempre e da qui vogliamo ripartire, dopo che le nostre orbite non si sono incrociate per un po’”.
Cellule Impazzite mantiene le caratteristiche che avevano fatto conoscere la band, prima fra tutte la contaminazione tra elettronica e rock.

Il singolo anticipa il nuovo album di inediti, Oltre, in uscita in primavera: nel nuovo progetto, frutto della più totale libertà, c’è tutto il Nucleo, che si apre al pubblico “autodelegandosi” la produzione artistica, affidata al leader della band, Andrea Zanichelli.
Il videoclip, online tra pochi giorni, sarà realizzato della casa di produzione video Emilia Produzioni, fondata dallo stesso Andrea, che negli ultimi anni ha lavorato al fianco di molti artisti sia per la parte musicale che visual.

Il gruppo, che aveva ufficializzato la reunion circa un anno fa, è inoltre pronto a calcare i palchi del prossimo tour nella formazione originale, con Andrea Zanichelli (voce e chitarra), Luca Canei (batteria), Mauro Buratti (basso e synth) e Marcello Presi (chitarra).

BITS-CHAT: La differenza del coraggio. Quattro chiacchiere con… D’Iuorno


Ballare, sognare e andare oltre ogni limite imposto.
Così fa Baby, la protagonista dell’ultimo singolo di Alessandro D’Iuorno.
Dopo un percorso da solista iniziato nel 2008 che lo ha portato a conoscere e collaborare anche con Giorgio Canali, il cantautore fiorentino ha scelto di tornare sulle scene con Canzone per Baby, un invito alla libera espressione di sé anche di fronte agli ostacoli di una società troppo spesso poco disposta a uscire dalle rigide rigole autoimposte.
Un messaggio di libertà e resistenza, per continuare a brillare guardando alle stelle.    

Chi è Baby, la protagonista del tuo nuovo singolo? L’ispirazione del brano è partita da una storia vera o Baby potrebbe essere chiunque di noi?

Baby è a metà tra un’immagine e la realtà. In parte nel brano racconto di un sentimento che mi ha accompagnato a lungo durante la separazione con la mia ex compagna, dove il lieto fine immaginario si traduce in questo brano. Più in generale, credo che Canzone per Baby sia il mio modo di accogliere chi decide di avere coraggio: penso che alla fine sia questo a fare la differenza nelle persone.

Da dove pensi che arrivino i limiti e i doveri che non lasciano spazio all’espressione? E quale pensi che sia la causa dell’esistenza di questi limiti e di questi dettami?
Credo che questi limiti in primo luogo provengano dalle persone stesse, da come si percepiscono rispetto a ciò che le circonda. Parlando di musica, ci dobbiamo rapportare ai addetti ai lavori che investono soprattutto su modelli vendibili e non sembrano interessate a conoscere veramente l’artista, almeno inizialmente. In senso più ampio, in una società dove sei se hai è chiaro che esprimersi è controcorrente.

Si tratta di limiti e costrizioni che riguardano in particolare qualcuno o tutti li subiamo nello stesso modo?
Beh, il figlio di papà che non si preoccuperà mai di arrivare a fine mese, e sarà tra quelli che rafforzeranno limiti e costrizioni. Diversamente, chi vive credendo nel merito o nella giustizia della dignità umana sa che convivere con tali limiti è una costante.

Ti sei mai sentito personalmente costretto da questi limiti? In che modo? E come hai reagito a queste imposizioni?
In parte credo di aver risposto prima. Parlando di me, posso dire che ci convivo quotidianamente, ma li combatto, è nella mia natura. Tutto il sistema è costruito per farci credere che sia impossibile: la verità è che spesso siamo governati da idioti che vogliono solo sottrarsi al confronto per paura di non essere all’altezza. E come dargli torto…..

Essere “stelle in mezzo ai guai” è un destino segnato?
Se siamo stelle, e lo siamo, lo diceva Margherita Hack, allora siamo anche in mezzo ai guai! Credo che la stelle non abbiano paura di brillare, altrimenti diventano guai.

Concludo con una domanda di rito per BitsRebel: che significato dai al concetto di “ribellione”?
Ribellione è amore.

Marilyn Manson: un’immersione di dolore e oscurità nella cover di “The End”

Ultimamente Marilyn Manson sembra prenderci parecchio gusto con le cover.
Dopo aver trasformato un classico del repertorio folk americano come God’s Gonna Cut You Down, il Reverendo ha rimesso mano a un brano leggendario come The End dei Doors, facendone una personale immersione di dolore e oscurità.
Una rivisitazione che porta nei territori del doom, lontana dalle atmosfere create dalla voce di Jim Morrison e dallamusica dei Doors.

The End è disponibile in pre-order in vinile in edizione limitata con un dipinto ad acquerello realizzato da Manson.

BITS-RECE: Emma, all’improvviso la “Fortuna”

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.

Questo è un album che, almeno per il sottoscritto, arriva un po’ di sorpresa. A neanche un anno dalla riedizione di Essere qui, inizialmente pubblicato a inizio 2018 e poi rimpinguato di contenuti inediti proprio a novembre dello scorso anno, probabilmente in pochissimi si sarebbero aspettati l’uscita di un nuovo lavoro. Un nuovo album che è per giunta piuttosto generoso, visto che è composto addirittura da 14 canzoni.
La pubblicazione di Io sono bella a inizio settembre faceva pensare che qualcosa sarebbe successo, ma non in tempi così rapidi: e invece eccolo qui, Fortuna, settimo album di Emma.

E se Essere qui non aveva convinto fino in fondo, almeno chi era all’ascolto, con Fortuna Emma torna a fare centro, grazie anche alla brillante produzione firmata (anche) da Dardust: pop, rock, elettronica trovano un incastro perfetto, indovinato, in grado di dare a ognuno dei brani un timbro differente, ma nello stesso in linea con l’intero progetto.
Pazienza se il testo firmato da Vasco Rossi non è all’altezza delle precedenti prove offerte dal Blasco: il ventaglio di autori coinvolti nel disco è ampio come non mai e comprende tra gli altri anche Elisa, Franco 126, Maurizio Carucci degli Ex-otago, Giulia Anania, Daniele Magro, Antonio Maggio, Giovanni Caccamo, Antonio Di Martino, oltre alla stessa Emma, autrice di ben tre brani.
Ed è forse proprio questa varietà di penne a dare al disco il suo carattere multiforme e la vivida ispirazione che lo anima dalla prima all’ultima traccia senza lasciare momenti vuoti, senza sprecare nessuna occasione.
Fortuna è, ad oggi, probabilmente il disco più libero che Emma abbia realizzato, un album pieno, compatto e vario, contemporaneamente leggero e profondo: arrivata al decimo anno di attività – anniversario che sarà festeggiato il prossimo 25 maggio con un concerto all’Arena di Verona – la cantante, ma a questo punto sarebbe meglio dire cantautrice, pugliese dimostra di saper fare scelte ben precise e di avere il coraggio di andare oltre al singolo da classifica. Emma non è più solo l’artista grintosa degli inizi, ma con il tempo ha imparato a svelare anche i suoi lati più fragili, ha saputo cantare con leggerezza persino il dolore, così come trova spazio per dare sfogo alla gioia più potente, e in Fortuna tutto questo trova una luccicante testimonianza.
Lo dimostrano episodi come Luci blu, Mascara, Quando l’amore finisce, fino ad A mano disarmata, iper ballata finale.

Davvero niente male.

Marilyn Manson rivisita il classico folk “God’s Gonna Cut You Down”


God’s Gonna Cut You Down
è un classico del repertorio folk americano talvolta conosciuto anche con i titoli di Run On Run On for a Long Time, e con cui negli anni si sono cimentati giganti come Johnny Cash e Elvis.

Adesso è la volta di Marilyn Manson, che ne ha realizzato una personale versione dai toni dark, con un video dalle atmosfere apocalittiche girato nel deserto di Joshua Tree.