David Bowie: un cofanetto speciale per i 50 anni di “Space Oddity”


E’ programmato per il 15 novembre David Bowie Conversation Piece, un cofanetto di 5 CD, ed equivalente digitale, che testimonia la trasformazione iniziale di Bowie nel periodo dal 1968 al 1969, grazie alle home demo, alle sessioni radio BBC e alle registrazioni in studio con il chitarrista John ‘Hutch’ Hutchinson e il gruppo sperimentale Feathers.
La raccolta festeggia inoltre il 50esimo anniversario della pubblicazione del singolo Space Oddity e il secondo album di David, David Bowie (aka Space Oddity).

La raccolta contiene dodici tracce demo inedite del periodo, così come un nuovo missaggio dell’album Space Oddity (aka David Bowie) di Tony Visconti, a lungo produttore/collaboratore di Bowie.
Il nuovo missaggio dell’album contiene la title track del cofanetto Conversation Piece, che occupa ora la sua posizione originale nella tracklisting che a suo tempo era stata modificata a causa di un problema tecnico di minutaggio.

Riguardo il missaggio di Space Oddity 2019 Tony Visconti afferma: “è stato così divertente scovare queste gemme di musica e avere più tempo per mixarle una seconda volta, aggiungendo un gioco di chitarra qui, uno squillo di trombone lì, la voce di Marc Bolan in un coro e molti dettagli in generale che ci siamo fatti sfuggire anni fa, quando l’etichetta ci diede al massimo una settimana per mixare quest’album. Nel dettaglio troverete un David Bowie di 22 anni, che presto avrebbe avuto un successo sconvolgente”.

Un libro di 120 pagine con copertina rigida accompagna il cofanetto e contiene memorabilia esclusivo dalla collezione personale del manager precedente di David, Ken Pitt, così come materiale del David Bowie Archive®, che include foto di Ray Stevenson, Vernon Dewhurst, David Bebbington, Ken Pitt, Alec Byrne, Tony Visconti e Jojanneke Claasen.
Le note di copertina sono state scritte dagli esperti Mark Adams, Tris Penna e Kevin Cann insieme a un contributo degli amici di una vita come David George Underwood, Tony Visconti, Vernon Dewhurst, Dana Gillespie and John ‘Hutch’ Hutchinson.

Il missaggio 2019 dell’album Space Oddity sarà pubblicato separatamente ed individualmente su CD, digitale standard, digitale 96/24 e vinile.
Le varie configurazioni in vinile saranno distribuite casualmente in tutto il mondo con delle etichette miste scritte a mano, numerate dall’1 al 1969 su vinile argentato e dal 1970 al 2019 su vinile dorato, i restanti saranno su vinile nero.

Tracklist:

[i titoli con simbolo * sono inediti e le due tracce Decca presentate qui sono pubblicate in alta qualità rispetto a quelle contenute nell’edizione deluxe dell’album di debutto di Bowie su etichetta Deram. Nel cofanetto è presente anche una rara versione mono integra di ‘Ching-a-Ling’ dei Feathers.]

CD 1Home Demos
April’s Tooth Of Gold (2.29) *
The Reverend Raymond Brown (Attends the Garden Fête on Thatchwick Green) (2.15) *
When I’m Five (3.18) *
Mother Grey (3.00)
In The Heat Of The Morning (2.59)
Goodbye 3d (Threepenny) Joe (3.19)
Love All Around (2.49)
London Bye, Ta-Ta (3.31)
Angel Angel Grubby Face (version 1) (2.31)
Angel Angel Grubby Face (version 2) (2.37)
Animal Farm (2.21) *
Space Oddity (solo demo fragment) (2.39)
Space Oddity (version 1) with John ‘Hutch’ Hutchinson (4.02)
Space Oddity (version 2) with John ‘Hutch’ Hutchinson (5.00) *
Space Oddity (version 3) with John ‘Hutch’ Hutchinson (5.10)
Lover To The Dawn with John ‘Hutch’ Hutchinson (3.50)
Ching-a-Ling with John ‘Hutch’ Hutchinson (2.58)
An Occasional Dream with John ‘Hutch’ Hutchinson (2.49)
Let Me Sleep Beside You with John ‘Hutch’ Hutchinson (2.54)
Life Is A Circus with John ‘Hutch’ Hutchinson (4.50)
Conversation Piece (3.47) *
Jerusalem (4.19) *
Hole In The Ground with George Underwood (3.29) *

CD 2The ‘Mercury’ Demos with John ‘Hutch’ Hutchinson
Space Oddity (5.28)
Janine (3.53)
An Occasional Dream (3.18)
Conversation Piece (3.31)
Ching-a-Ling (3.35)
I’m Not Quite (aka Letter To Hermione) (4.00)
Lover To The Dawn (5.01)
Love Song (4.08)
When I’m Five (3.13)
Life Is A Circus (5.33)

CD 3Conversation Pieces (Mono)
In The Heat Of The Morning (Decca mono version) (2.51)
London Bye, Ta-Ta (Decca alternative version) (2.36)

BBC Top Gear radio session with the Tony Visconti Orchestra, recorded 13th May, 1968

In The Heat Of The Morning (3.01)
London Bye, Ta-Ta (2.39)
Karma Man (3.07)
When I’m Five (3.14)
Silly Boy Blue (4.32)
Ching-a-Ling (2.51)
Space Oddity (Morgan Studios version – alternative take) (4.22)* with John ‘Hutch’ Hutchinson
Space Oddity (U.K. single edit) (4.42)
Wild Eyed Boy From Freecloud (single B-side – mono mix) (4.54)
Janine (mono mix) (3.23)
Conversation Piece (3.06)

BBC Dave Lee Travis Show radio session, recorded 20th October, 1969

Let Me Sleep Beside You (3.20)
Unwashed And Somewhat Slightly Dazed (4.03)
Janine (3.03)

CD 4 – 1969 stereo mixes

The original David Bowie (aka Space Oddity) album

Space Oddity (5.14)
Unwashed and Somewhat Slightly Dazed (inc. Don’t Sit Down) (6.51)
Letter To Hermione (2.32)
Cygnet Committee (9.31)
Janine (3.21)
An Occasional Dream (2.54)
Wild Eyed Boy From Freecloud (4.46)
God Knows I’m Good (3.17)
Memory Of A Free Festival (7.09)

The Extras

Wild Eyed Boy From Freecloud (single B-side stereo mix) (4.56)
Letter To Hermione (early mix) (2.32) *
Janine (early mix) (3.23) *
An Occasional Dream (early mix) (2.54) *
Ragazzo Solo, Ragazza Sola (full length version) (5.14)

CD 52019 mixes (all previously unreleased)

The Space Oddity album

Space Oddity (5.20)
Unwashed and Somewhat Slightly Dazed (6.18)
Letter To Hermione (2.32)
Cygnet Committee (9.28)
Janine (3.21)
An Occasional Dream (2.57)
Wild Eyed Boy From Freecloud (4.50)
Conversation Piece (3.11)
God Knows I’m Good (3.16)
Memory Of A Free Festival (7.14)

The Extras

Wild Eyed Boy From Freecloud (single version) (4.59)
Ragazzo Solo, Ragazza Sola (5.20)

“Space Oddity”: anche Barbie festeggia il 50esimo anniversario del brano di David Bowie


Questo mese segna il cinquantesimo anniversario di due eventi cosmici che hanno plasmato il corso della storia: la pubblicazione di Space Oddity di David Bowie, originariamente pubblicato l’11 luglio 1969, e il primo sbarco sulla Luna, avvenuto pochi giorni dopo, il 20 luglio.

Per festeggiare questi eventi Parlophone ha lanciato il progetto Space Oddity x Unlock The Moon Experience.
Il sito web (www.spaceoddity50.com) permette a tutti gli utenti di puntare la fotocamera del cellulare alla Luna e, una volta perfettamente allineata, sbloccare il nuovo mix 2019 di Space Oddity di Tony Visconti.

Il nuovo video di Space Oddity sarà proiettato in anteprima il 20 luglio durante Apollo 11: A 50th Anniversary Celebration—One Small Step, One Giant Leap, un tributo di una sola notte all’allunaggio del 1969 da parte della National Symphony Orchestra (NSO), in collaborazione con la NASA al Kennedy Center Concert Hall.

La nuova versione del brano è stata inoltre pubblicata il 12 luglio in un doppio singolo 7”: nel vinile è presente la versione mono originale, il lato B originale Wild Eyed Boy From Freecloud e una nuova versione di quest’ultima, sempre realizzata da Tony Visconti.

Ma non è tutto: anche Mattel, storica azienda produttrice dell’iconica Barbie, ha voluto rendere omaggio a David Bowie e a Space Oddity con una nuova bambola con il make up, l’acconciatura e l’abito di Ziggy Stardust, il leggendario alter-ego “alieno” creato da Bowie. La nuova Barbie, in edizione speciale limitata, è disponibile sul sito della Mattel per un costo di 50 dollari.

Paul Jordan

Remember To Breathe, il ritorno glam-rock di Daphne Guinness

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Quando l’anno scorso Daphne Guinness ha pubblicato Optimist In Black, pensavo che quel disco fosse una felice evasione di una iper-icona della moda, un divertissement musicale partorito nei momenti di noia tra una sfilata e uno shooting patinato.
Invece a sorpresa la signora torna alle note con un nuovo singolo, Remember To Breathe.
Esattamente come aveva fatto per il suo primo album, la Guinness è rimasta fedele alle influenze del glam-rock, e anche stavolta dietro al risultato c’è la mano sapientissima di Tony Visconti (per capirci, uno che ha lavorato a lungo e a strettissimo contatto con Bowie).
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Se il progetto di Optimist In Black partiva da due lutti dolorosissimi per Daphne (la morte di Isabella Blow nel 2007 e il suicidio di Alexander McQueen nel 2010), il concepimento di Remember To Breathe è avvenuto in un’atmosfera quasi opposta, come in una sorta di rinascita, mentre le registrazioni si sono svolte rigorosamente in analogico.
Come lei stessa ha dichiarato sulle pagine di V Magazine, già nei brani del primo album si poteva percepire un passaggio dal buio alla luce, dal dolore a una nuova vitalità ritrovata, al punto che i lavori per il secondo album – ebbene sì, pare che ci sarà – sono partiti addirittura 10 giorni dopo l’uscita di Optimist (sul suo profilo Instagram ci sono numerose immagini scattate nei mesi scorsi in studio di registrazione).

Ad accompagnare il nuovo singolo è un video ovviamente glitteratissimo e iper stiloso, diretto da Fiona Garden e Ben Ashton.

BITS-RECE: Daphne Guinness, Optimist In Black. Dal lutto alla vita

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
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Scelta spiazzante quella di Daphne Guinness.
Cosa succede infatti quando una delle più grandi fashion icon decide di buttarsi nella musica e incidere un disco? Nella maggior parte dei casi, succede poco o nulla, il più delle volte ne viene fuori una manciata di brani strambi zeppi di elettronica. Sì perché per fare le cose cool e trendy oggi ci si butta lì dentro, in quel magma indistinto di suoni prodotti dai synth.

Ma dimenticavo che questo succede se sei una qualunque fashion blogger, fashion trender, fashion quel-che-vuoi, non se sei una vera icona vivente dello stile, una delle più grandi, una a cui persino Karl Lagerfeld si sente in dovere di inchinarsi: una come Daphne Guinness. A quel punto, non potresti permetterti di buttare via tempo ed energia per pubblicare una dozzina di canzoni “tanto per”, ma puoi fare quello che davvero ti va, metterci anima e corpo e farlo al tuo meglio. Così ha fatto, più o meno, la Signora dai capelli bicolore. E anziché rifilarci un anonimo e scontato disco di elettropop/EDM, ha pensato di darsi al rock.

E’ nato così Optimist In Black.
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Certo, Daphne Guinness non è Patti Smith o Debbie Harry, non lo è e lo sa, così come è più che evidente che se nella vita avesse voluto fare la cantante probabilmente a quest’ora sarebbe a raccogliere spiccioli in qualche disgraziato locale di periferia.

Ma la fortuna ha voluto che nascesse in una delle più ricche famiglie irlandesi (proprio i Guinness della birra) e venisse assorbita dal fashion system, così che la musica è rimasta per lei solo una marginale passione, da coltivare quando e come le piace.

Quando si è trattato di dar vita al suo album – e non è affatto detto che rimanga l’unico – Daphne ha chiamato Pat Donne e Tony Visconti, lo stesso che per anni ha affiancato il caro Bowie alla produzione. Portare a termine il lavoro, ha dichiarato, non è stato facile, ci sono voluti tre anni, e sin dalla pubblicazione del singolo Evening In Space, nel 2014, si era capito che stava facendo sul serio: in quel brano infatti non si faticano a ritrovare le medesime atmosfere aliene di Life On Mars. Per il resto, i riferimenti sono da ricercare soprattutto negli ascolti degli anni ’60 e ’70

Con l’eccezione di un alcuni brani – Fatal Flow e No Nirvana Of Cooldom, per esempio – che effettivamente mostrano quei suoni fluidi di cui parlavo all’inizio, per il resto Optimist In Black è un lavoro di impronta cantautorale piuttosto malinconica, visto che dentro Daphne ha infilato i pezzi più dolorosi della propria vita, senza risparmiare stoccate all’ex marito (Bernard-Henry Lévy, il filosofo) o il ricordo degli amici scomparsi (la collega Isabella Blow e lo stilista Alexander McQueen, morti entrambi suicidi a pochi anni di distanza): Optimist In Black sembra un po’ la stanza privata di Daphne, un cantuccio in cui rifugiarsi dopo essersi tolta gli abiti di haute couture. Uno spazio suo, da arredare come meglio credeva, senza la pretesa di consegnarci una nuova Bibbia della musica, ma nemmeno senza scialacquare l’occasione.

Optimist In Black non è un disco da classifica, probabilmente non è un disco che lascerà segni nella memoria, ma è un lavoro che ha le gambe per stare in piedi. Un disco di una donna che, arrivata a lambire i 50 anni e restando quotidianamente immersa nel luccichìo del fashion biz ai massimi livelli, sa che la vita riserva anche brutti scherzi, tremendi a volte, e che arriverà per tutti un momento in cui dovremo vedercela da soli.

Dovremo affrontare dolori, ci butteremo addosso il nero del  lutto, e certi segreti ce li porteremo dentro in silenzio, certi di poter contare solo su di noi. 

Di tutto il resto, chi se ne frega: il mondo là fuori sarà fantasticamente luccicante.