Volare: per il nuovo singolo Rovazzi chiama Morandi. Genio o paraculo?

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Paraculo, autoreferenziale e deliziosamente fastidioso.
Fabio Rovazzi continua a seguire alla grande le orme del suo mentore Fedez, e per il terzo singolo cala una vagonata di assi a metà strada tra il trash e il geniale.

La canzone si intitola Volare e (fortunatamente) non è un remake del classico di Modugno (anche perché quello si intitola Nel blu dipinto di blu). È un pezzo tra pop e rap – esattamente come i precedenti – tremendamente appiccicoso, come lo sciroppo usato per i ghiaccioli e le granite, e proprio come i ghiaccioli e le granite rischia di non levarsi di torno prima della fine dell’estate. Ma siccome Rovazzi non sarebbe Rovazzi senza il mondo del web, non bastava creare un tormentone ad arte sulla scia di Andiamo a comandare e Tutto molto interessante, ma bisognava alzare la posta: ecco allora che stavolta è stato chiamato in causa un altro genio del male dei social, anche se un po’ più stagionato, Gianni Morandi. Proprio lui, l’originale, che probabilmente fiutando la potenza dell’operazione ha dato l’ok e si è prestato al gioco diabolico.
Nel pezzo e nel video si gioca sulla differenza generazionale, ci sono badilate di ironia, c’è una buona dose di populismo e riferimenti autoreferenziali (“La gente ti odia, Fabio, perché hai fatto successo”, biascica all’inizio del video un Maccio Capatonda invecchiato e sul letto di morte) e qualche colpo di genio (si veda la trovata del rapimento di “Anna”, la moglie di Morandi, ormai anche lei figura mitologica della Rete). E ci sono le guest star (uno su tutti, Javier Zanetti).

Insomma, l’anno scorso Rovazzi sembrava destinato a essere spazzato via insieme alle foglie secche dell’autunno, invece non solo è sopravvissuto all’inverno, ma rischia di mettersi comodo in classifica anche per tutta l’estate. Pure senza trattore.