L'”abbraccio fortissimo” di Tricarico


“Nel 2000 avanti Cristo in un piccolo villaggio a nord di Sumatra 
una divinità vicina a Shiva presa dalla Furia per i continui litigi tra uomini e donne, fece comparire nel mezzo del villaggio un fiume. E disse: “gli uomini staranno con gli uomini e le donne con le donne”. All’inizio tutto sembrava perfetto poi qualcuno si buttò nel fiume per giungere dalla parte opposta ma la corrente lo spingeva giù dove c’era la grande cascata e cadendo moriva. 
Un giorno un uomo era così innamorato da pensare di buttarsi nel fiume per raggiungere il suo amore che per lui ogni mattina cantava, ma non volendo morire precipitando nella cascata ebbe un’intuizione: risalì il fiume per 700 metri e si buttò. La corrente in quei 700 metri gli permise di spostarsi sulla riva opposta dove finalmente potè abbracciare fortissimo il suo amore. Qualche anno dopo, quando gli uomini impararono a fare i ponti in quel punto fu costruito il ponte di abbracciami fortissimo. Da qui ho preso ispirazione per la scrittura del brano omonimo”.

Parte da questa antica leggenda indiana l’ispirazione arrivata a Tricarico per Abbracciami fortissimo, il singolo che inaugura il nuovo progetto discografico del cantautore, polistrumentista e pittore milanese.
A tre anni dal precedente album Da chi non te lo aspetti, l’artista si prepara al ritorno programmato dopo l’estate.

Il ritorno di Noemi sotto il segno… della luna

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Fin dalla notte dei tempi la luna esercita il suo potere e le sue suggestioni su poeti, scrittori, pittori e, naturalmente, musicisti. Con il suo volto continuamente mutabile, la luna si è fatta silenziosa ascoltatrice di preghiere, desideri, confidenze, maledizioni.

Proprio a lei Noemi dedica il suo ultimo lavoro, La luna appunto, in uscita il 9 febbraio, nei giorni in cui l’artista romana sarà in gara a Sanremo con il brano Non smettere mai di cercarmi, una delle 13 canzoni (di cui 12 inedite) presenti nel disco.
Per Noemi è la quinta volta sul palco dell’Ariston: quest’anno al festival porterà un brano che unisce elettronica e canzone d’autore, “uno slogan da cantare a pieni polmoni”, di cui lei stessa è co-autrice.
L’ispirazione per il titolo dell’album è invece arrivata da Vasco: “Tra i tanti motivi per cui ho scelto questo titolo è perché, come dice Vasco Rossi in Dillo alla luna, mi piace l’idea di poter parlare alla luna, sperando che porti fortuna. E poi anche perché la luna è un po’ diva, proprio come voglio vivere anch’io questo album.”
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La luna esce a due anni da Cuore d’artista, disco pubblicato a ridosso della precedente partecipazione sanremese di Noemi (con La borsa di una donna), ed è un lavoro che mette in luce alcuni suoi aspetti finora poco conosciuti: tra i brani infatti non manca una buona dose di pop elettronico, come già avevano fatto sentire i due singoli pubblicati nei mesi scorsi, Autunno e I miei rimedi (quest’ultima inizialmente destinata a Sanremo nel 2016), ma si scopre anche l’amore dell’artista romana per il country in My Good, Bad And Ugly, pezzo scritto da Matthew Weedon ed Penny Elizabeth Forter e tenuto al segreto fin dai tempi di Made In London. Particolarmente impegnativa dal punto di vista tecnico, per diretta dichiarazione dell’artista, è Love Goodbye, mentre Porcellana cerca di raccontare in musica gli attacchi di panico.
Presente anche una cover di Lucio Dalla, Domani, brano non tra i più noti del cantautore, ma scelto per l’efficacia delle sue immagini (“saremo ancora così lontani, ci annuseremo da lontano come i cani”).
Spazio dato ovviamente anche al blues e al cantautorato, territori su cui Noemi è ormai piuttosto abituata a muoversi: ne sono esempi L’attrazione, firmata da Giuseppe Anastasi e La luna storta, che porta la firma di Tricarico.

Per presentare il nuovo album sono inoltre stati annunciati due speciali appuntamenti live in programma il 27 maggio a Roma (Auditorium Parco della Musica) e il 29 maggio a Milano (Teatro degli Arcimboldi).
I biglietti saranno disponibili online sul sito di TicketOne (www.ticketone.it) dalle ore 11.00 di lunedì 29 gennaio e in tutti i punti vendita autorizzati dal 1 febbraio.

BITS-CHART: Le 30 canzoni del 2016 secondo BitsRebel

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Raccogliere un anno in 30 canzoni non è facile, per niente, ma è tanto divertente, anche solo per il gusto di giocare a fare il piccolo musicologo. Ho scelto quindi di riassumere il 2016 – il mio 2016 – in 30 brani perché in 20 mi sarebbe stato ancora più difficile: troppi i ricordi legati a queste canzoni per lasciarne fuori alcune. E anzi, avrei fatto una classifica da 40 o 50 posti, se non fossi sicuro che a chi avrebbe letto sarebbe cresciuta una barba più lunga di quella di Gandalf.
In questa personalissima lista costruita in ordine crescente ci sono le canzoni che più di tutte hanno riempito le mie giornate in questi ultimi 12 mesi: canzoni su cui ho pianto, riso, riflettuto, goduto, amato, odiato, letteralmente e metaforicamente, sono le canzoni che mi hanno lasciato qualcosa in più delle altre, e proprio questo è stato uno dei criteri con cui ho scelto di tenerle dentro escludendone altre: queste mi hanno dato qualcosa che è andato oltre il semplice piacere dell’ascolto. L’altra regola che ho seguito è stata quella di includere solo brani usciti per la prima volta quest’anno: per il resto, non ho guardato al genere, al successo che hanno ottenuto o alla fama dell’artista.
Ho cercato di restare – pur nella soggettività della classifica – più obiettivo possibile, ma con buona probabilità, se dovessi stendere quest’elenco domani, l’ordine sarebbe diverso, soprattutto per le ultime posizioni.
In fondo, è un gioco…

Stay Rebel, Forever!
 
30. Brooke Candy, Changes
29. Daphne Guinness, The Long Now

28. L’Orso, Chiudi gli occhi siamo nello spazio

27. Giorgia, Oronero

26. Ghost feat. Ornella Vanoni, Hai una vita ancora

25. Emis Killa feat. Jake La Furia, Non è facile

24. Stadio, Un giorno mi dirai

23. Elisa, No Hero

22. Alessandra Amoroso, Vivere a colori

21. Boosta, 1993

20. Ligabue, Made in Italy
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19. Noemi, Fammi respirare da tuoi occhi
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18. Alessandra Amoroso, Comunque andare
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17. Loredana Errore, Luce infinita
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16. Honor, You And My Nightmares
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15. Lady Gaga, Grigio Girls
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14. Loredana Errore, Bugiardo destino
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13. Paola Iezzi, LoveNight
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12. Annalisa, Se avessi un cuore
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11. Patty Pravo, Cieli immensi
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10. Francesco Guasti, Universo
L’anno scorso Guasti si è visto sfumare la partecipazione a Sanremo a due passi dal traguardo, e pare si sia arrabbiato tantissimo. Quest’anno ci ha riprovato e ce l’ha fatta con questa canzone intensa e “scalcitante”. Inutile dire che tiferò per lui.

9. Elodie, Un’altra vita
Un brano ruvido, che se la vede con il più grande rimpianto che almeno una volta ha attraversato la mente di ognuno di noi.

8. Patty Pravo, Se
Samuel Romano dei Subsonica ha regalato a Patty Pravo la gemma più preziosa e splendente di Eccomi, il suo ultimo album. Una dichiarazione d’amore potente e fragile nello stesso tempo, pura come un ghiacciaio in una mattina di marzo.

7. Loredana Bertè, È andata così
Ligabue ha firmato il brano del gran ritorno in scena della Bertè: pur mostrando chiarissima l’impronta del suo autore, la canzone veste alla perfezione l’anima di Loredana, al punto che può essere considerata il sincero testamento artistico di un’interprete che non si è mai risparmiata, salendo ogni volta “a cuore nudo” sul palco.


6. Raphael Gualazzi, L’estate di John Wayne
In genere Gualazzi non rientra tra i miei ascolti, ma questa sua parentesi da ombrellone venata di vintage quest’estate mi ha fatto innamorare.

5. Tricarico feat. Arisa, Una cantante di musica leggera
Due mondi, ognuno a suo modo folle, si sono incontrati dando vita a una bomba elettropop: prendi un testo semplicissimo e brillante, mettilo su una melodia appiccicosa come marmellata e chiama a duettare una delle voci più limpide che ci siamo in Italia. Un dialogo ideale tra un ascoltatore e la sua diva.

4. Anna Oxa, L’America non c’è
È la canzone-outsider. Dopo anni di silenzio, la Oxa è tornata con un brano di grande modernità e sperimentazione: mi è bastato un ascolto per capire che non me lo sarei tolto dalle orecchie. Al momento in cui scrivo, il brano non è ancora stato ufficialmente pubblicato: l’unica traccia che se ne ha risale a questa primavera, durante una puntata di Amici.
(Piccola nota fuoricampo: provate ad ascoltare il testo alla luce dell’elezione di Trump…)


3. Soltanto, Tutta la vita davanti
È il brano di apertura di Skye, secondo album del busker milanese Soltanto. Una toccante canzone-manifesto di un’esistenza, riassunto di una filosofia di vita, che lascia traspirare libertà da ogni singola nota.

2. Thegiornalisti, Completamente
Una musica leggerissima per un testo di parole pesanti come macigni. Un pezzo di puro pop che odora di umano, amore e lenzuola ancora calde; un’ammissione di sconfitta da parte di un uomo che non teme di mettersi a nudo mostrando tutta la sua vulnerabilità.

1. Noemi, Amen
La perfetta incarnazione di ciò che di solito chiedo alla musica, e probabilmente il più bel pezzo della discografia di Noemi fino a oggi: melodia da brivido alla schiena e testo che ti gratta l’anima. Una solenne preghiera laica in cui si parla di un cuore sanguinante, preso a calci, un’anima rotolata nel fango, stanca di camminare, si chiede scusa all’amore e al Signore e si chiede finalmente pace. Meraviglia.

La playlist dei brani è disponibile a questo link.

BITS-CHAT: L'ordine nel labirinto. Quattro chiacchiere con… Tricarico

Parlare con Francesco Tricarico, anzi solo Tricarico, è come trovarsi davanti a un’oasi di pace.
In un mondo in cui sembra vincere sempre e solo che grida di più e dove il chiacchiericcio regna imperante, lui mantiene una calma invidiabile. Non però con l’aria snob di chi non vuole mischiarsi al popolo, ma semplicemente con l’atteggiamento di chi vive il proprio lavoro con il solo scopo di creare qualcosa di bello, gratuitamente bello, senza secondi fini e senza fastidiose ambizioni arriviste. Nel suo caso, musica e pittura.

Il suo nuovo album, Da chi non te lo aspetti, arriva a tre anni dal precedente Invulnerabile, e in 10 canzoni (più una bonus) tira fuori il lato più semplice, giocoso e innocente della musica. Per rendersene conto, basta ascoltare pezzi come La bolla, la spassosissima Il motivetto, Brillerà, insieme ad Ale e Franz, ma anche Una cantante di musica leggera, una sorta di dialogo elettropop tra un uomo e la sua musa.
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Da chi non te lo aspetti: perché questo titolo?

È partito tutto da un’esposizione dei miei quadri che si è tenuta la scorsa primavera al Jamaica di Milano: dovevo scegliere un titolo e insieme al curatore della mostra, Alberto Maria Martini, abbiamo pensato proprio a questo, perché in quel momento c’era una persona che aveva fatto una cosa per noi inaspettata. Da lì è arrivata poi l’idea per la canzone: ho voluto però dare un’accezione positiva a questa espressione, perché da chi non ci aspettiamo può arrivarci una pugnalata alle spalle, invece io dico che da chi non ci aspettiamo può arrivare un bacio. Dipende comunque da noi permettere alle cose belle di arrivare e fare in modo che gli eventi spiacevoli siamo solo dei momenti, dei passaggi per arrivare a qualcosa di buono.
Una lettura in positivo dettata da ottimismo verso il genere umano?
Io sono molto ottimista verso il genere umano! L’ottimismo deve essere alla base, anche se oggi sembra esserci un pensiero che porta a vedere con sfiducia il prossimo. Ma penso che si supererà.
Definisci questo disco come un concept album: ma in un’epoca in cui tutto è personalizzabile con le playlist, che senso ha fare un concept album?
Oggi tutti siamo impegnati con i selfie, siamo protagonisti dei film che noi stessi ci costruiamo sui social, abbiamo sempre lo sguardo sui telefonini: sono tutti così distratti, che se fossi un borseggiatore, sarei felicissimo! Tutto è rimandato alla parte visiva, al punto che se non avessimo gli occhi, sembra che non potremmo gioire di nulla. Dovremmo invece ricominciare ad essere più presenti rispetto a quello che ci accede intorno, accorgerci della bellezza delle cose e delle persone. Se io e chi ha lavorato con me siamo riusciti a suscitare una curiosità dell’ascoltatore per tutta la durata del disco, abbiamo fatto davvero un lavoro eccezionale! Per questo penso che oggi più che mai fare un concept abbia senso, perché vai spezzare un meccanismo. Poi non importa in che ordine si ascolteranno i brani, può piacere anche una canzone sola, l’importante è aver portato al centro la musica.
Il duetto con Arisa in Una cantante di musica leggera è davvero ben riuscito: come siete arrivati a collaborare?
Io e Gennaro Romano, coautore del brano, eravamo a Napoli a un concorso di cantautrici dedicato a Bianca D’Aponte. Ci siamo trovati davanti a tante canzoni elaborare, sofisticate e guardandoci in faccia abbiamo pensato invece che ci voleva una canzone leggera, che usasse immagini semplici per descrivere un fiore, la primavera… Abbiamo quindi iniziato a giocare un po’ con le immagini, lo spumante frizzante, un giorno al mare, insomma, situazioni condivisibili da tutti, e ci abbiamo aggiunto il ritornello in cui questa cantante risponde. Per il duetto ho pensato ad Arisa perché c’è stima reciproca, è brillante, coraggiosa, una grande interprete, e in passato mi aveva proposto di lavorare insieme.


Tra la tua pittura e la tua musica c’è qualche legame?
Mi piace l’idea di vedere una tela bianca che si riempie che poi resta lì, visibile, invece la musica non esiste: abbiamo imparato a registrarla e inciderla, ma un tempo non era così, il musicista la eseguiva e poi tutto finiva, non restava nulla. Forse si completano: una resta, l’altra se ne va ma poi può ritornare. Mi sono anche reso conto che più una cosa è bella, più c’è disinteresse verso tutto il resto, è come una magia, l’opera vive solo per sé.
Guardando i tuoi quadri si notano degli elementi ricorrenti: il labirinto, il melograno… Hanno un significato particolare?
Dal labirinto si deve uscire, e per farlo serve razionalità, tecnica, ordine. Il labirinto serve a riportare ordine in mezzo al caos, anche se può diventare claustrofobico. Il melograno invece mi piace perché simboleggia la fortuna con i suoi chicchi rossi, come una sorpresa da scoprire. In ogni opera comunque lascio entrare tutto quello che mi passa per la testa.
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A differenza di tanti tuoi colleghi, non sembri molto presente sui social: è un mezzo non che non ti attira?
Non capisco questa abitudine di far vedere tutto di sé. Li uso come personaggio pubblico, per lavoro, ma perché devo far vedere casa mia, quello che cucino o le foto di mio figlio? Queste sono cose che di solito si fanno vedere agli amici: quindi significa che se tu mi fai vedere che hai cucinato un piatto di pasta, io posso venire da te e farmela offrire? Se ti citofono e ti chiedo di salire, tu giustamente come minimo chiami la polizia, no? È allora che senso ha? Dobbiamo farci gli anticorpi per un buon utilizzo di questi mezzi, non li sappiamo ancora usare. Un po’ come chi va ai concerti e li segue da dietro lo schermo del telefono: non ci si rende conto che si sta perdendo un momento, lo si sta vivendo con un filtro, e tutto per paura di dimenticarlo in futuro.
Dove ti piacerebbe portare queste canzoni dal vivo?
Mi piacerebbe suonare in posti molto diversi e indipendentemente dalle uscite discografiche. Negli ultimi tre anni, anche se non avevo dischi in arrivo, non ho mai smesso di suonare dal vivo e vorrei continuare a farlo, perché è questo il vero valore della musica, creare un momento che non si ripeterà più. Per i prossimi concerti stiamo studiando i luoghi.
Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato dai al concetto di ribellione?
Ribellione è cercare di capire tutti i meccanismi che viviamo. Se sai come stanno le cose, sai anche come cambiarle. La ribellione nasce da un malessere, dalla presa di coscienza che qualcosa non va. A quel punto puoi manifestare la tua rabbia, ma diventi subito riconoscibile e vieni bloccato, oppure puoi cercare di capire e continuare a fare quello che vuoi senza essere notato. La chiave di tutto sta nella sapienza: se conosci, puoi disinnescare tutto quello che vuoi.

L’11 novembre il nuovo album di Tricarico

Da chi non te lo aspetti è un mantra, uno stargate, un portale, un concept album. Il filo portante che unisce tutti i brani e ogni canzone è un’emozione, un’immaginazione, un’idea, un divertimento, un percorso per ritornare a se stessi, per recuperare il proprio sogno, la propria armonia rispetto al mondo; ma, come per uscire da un labirinto, uscire dalla razionalità e dalla logica per tornare alla sorgente non sarà facile. Da chi non te l’aspetti è la chiave di volta e la chiave di volta sei tu (un tu che vale per ognuno di noi)”.
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Arriverà l’11 novembre Da chi non te lo aspetti, il nuovo lavoro di Francesco Tricarico.

L’uscita del disco viene anticipata il 4 novembre dal primo singolo Una cantante di musica leggera, in duetto con Arisa.
Il nuovo album giunge a distanza di tre anni da Invulnerabile: in questo lasso di tempo Francesco ha suonato in giro per l’Italia, è andato in scena a Milano e Roma con lo spettacolo teatrale Solo per pistola e ha proseguito il lavoro con i suoi quadri.
Il disco contiene undici canzoni inedite, undici storie raccontate con la musicalità a cui Tricarico ci ha abituati in questi anni e la costruzione di un pop d’autore delicato e sensibile.
Oltre a Arisa, nel disco saranno ospiti anche Ale e Franz in Brillerà.

Musica ed arte sono, per Tricarico, due mondi complementari. Il legame tra la sua musica e le sue opere è molto stretto, e rappresenta la ricerca di un posto nel mondo e di un mezzo per comunicare con gli altri. A marzo 2016, presso il Jamaica di Milano, è stata realizzata una sua mostra dal titolo “Da chi non te lo aspetti” con l’ultima sua produzione, sia su tela che su carta.
La mostra ha ispirato Francesco nella creazione del brano omonimo che dà il titolo al nuovo disco e che vede, come co-autore, Giancarlo Pedrazzini, direttore della galleria Fabbrica Eos che espone le opere di Tricarico.
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Questa la tracklist:
Sos Oliva
Paradiso
Una cantante di musica leggera feat. Arisa
La bolla
Un amore Nuovo
Il motivetto
Brillerà feat. Ale e Franz
Stagioni
Da chi non te lo aspetti
Ciao
Volo