CALYPSO ROSE
Dopo la collaborazione con Manu Chao e la vittoria ai Grammy Awards francesi, la Regina del Calypso atterra in Italia per due straordinari concerti in salsa caraibica:
MARTEDÌ 18 LUGLIO AL CARROPONTE DI SESTO SAN GIOVANNI
MERCOLEDì 19 LUGLIO A VILLA ADA A ROMA
Dimenticate le spine, perchè lei ne ha, e senza esitazione cogliete questa rosa Calypso Rose, che a 77 anni è più fresca che mai e sarà presto in Italia per due show unici:martedì 18 luglio al Carroponte di Sesto San Giovanni (MI) e mercoledì 19 luglio a Villa Ada a Roma. I biglietti saranno disponibili sul circuito ufficiale Ticketone(online e punti vendita) a partire dalle 10 di lunedì 20 marzo.
Far From Home (Because Music, 2016) è il suo ventesimo album in studio in un’affollata discografia ed è anche l’ultimo capitolo della sua carriera iniziata nel 1964. Non ascolterete minimamente un sound stanco ma al contrario: stizzoso, energetico, intenso, gioviale, affabile…Non ci sono parole sufficienti a descrivere l’esecuzione di queste dodici tracce in cui Calypso Rose profonde generosamente la sua energia di vivere con la voce di una ragazzina.
Tuttavia la vita non è stata un letto di rose per McCartha Linda Lewis, nata nel 1940 a Bethel, un piccolo villaggio sull’isola di Tobago che insieme a Trinidad è una delle varie repubbliche insulari dei Caraibi e la terra della musica più popolare del mondo, il Calypso. Nato alla fine del XIX secolo da un mix di ingredienti musicali africani ed europei, il Calypso si è sviluppato realmente nella prima metà del XX secolo evolvendosi come un genere musicale raffinato e un altrettanto megafono attraverso il quale venivano raccontati sia problemi quotidiani così come le importanti questioni sociali della propria gente. Un genere divenuto universalmente conosciuto da tutti negli anni ’50 grazie ad Harry Belafonte, e che è stato rappresentato esclusivamente da artisti di sesso maschile fino a quando una “piantagrane” non ha fatto irruzione sulle scene sovvertendone l’ordine precostituito. Nel 1972, Calypso Rose è stata il primo artista ad essere nominata col titolo di Queen of Calypso (Regina del Calypso) e sei anni più tardi è stata nominata col titolo privo di identificazioni di genere, Calypso Monarch. Proprio in una delle canzoni estratte dall’album, intitolata Calypso Queen, rievoca il fatto di sentirsi ancora oggi orgogliosa di essere stata una persona capace sovvertito l’ordine prestabilito. In questa canzone lei difende fieramente la sua posizione regale di artista che ha ricevuto nel suo paese il maggior numero di onori e riconoscimenti e che è celebrata dalla comunità di Trinidad in tutto il mondo. Questo dovrebbe darci l’idea del carattere che caratterizza questo personaggio, irresistibile, irriducibile, affettuoso e non convenzionale.
Calypso Rose è stata sempre una guerriera e ha dovuto prima di tutto superare l’ostilità del padre, un predicatore della chiesa Battista che si è fortemente opposto alla sua carriera musicale. Calypso ha inoltre subito abusi sessuali durante la sua adolescenza, come ha coraggiosamente confessato in Calypso Rose, Lioness of the Jungle, il documentario datato 2009 sulla sua storia. Una lavoratrice instancabile, che ha scritto più 800 canzoni dall’età di tredici anni e ha trascorso 17 anni cantando sulle navi da crociera della compagnia navale di New York Celebration At Sea, prima di riuscire a suonare su palchi leggendari come l’Apollo o il Madison Square Garden con due dei più grandi artisti Calypso di sempre, Lord Kitchener e Mighty Sparrow. Calypso Rose è inoltre una lottatrice: non sopravvivi ad un cancro e due attacchi di cuore senza una bella dose di grinta. Solo coloro i quali hanno superato tali difficoltà nel corso della loro vita possono cantare la vita con tale forza ma allo stesso tempo con tale piacere come nell’album Far From Home dimostra.
Questa vitalità risalta immediatamente all’ascoltatore attraverso quest’album incredibile che ti conquista dopo le prime note a cancella qualsiasi malumore e brutto sentimento. Siamo invitati ad una parata di musica caraibica, felice, con cambi di ritmo, colori, stati d’animo, nel puro stile del Carnevale che, più di una festa comandata, è l’evento culturale più importante di Trinidad e Tobago e rappresenta al meglio l’animo e le diversità etniche e scoiali del suo popolo. Dai classici calypso come Woman Smarter o No Madam al mento di Trouble; dal brano dall’andamento ska Far From Home alla soca di Zoom Zoom Zoom, niente è mai sufficientemente energetico, soffocante o febbricitante per stancare questa guerriera che affascina chiunque la conosca. Come Jean-Michel Gibert che è suo manager dall’album antologico Calypso At Dirty Jim’s del 2006. Come Ivan Duran, che ha prodotto Far From Home tra Montreal e il Belize con la massima devozione. Come Drew Gonsalves della band dei Kobo Town, co-autore di alcune delle canzoni contenute nell’album di cui ha anche curato gli arrangiamenti. E come Manu Chao che è entrato a far parte del progetto per caso facendo seguito ad una sua vacanza a Port of Spain, e che ha lasciato il suo marchio indelebile su tre tracce (Leave Me Alone, Far From Home e Human Race). Quando si tratta di scegliere i progetti su cui lavorare Manu segue solo il suo cuore, e lui non solo ha riconosciuto in questa piccolo donna un’artista unico nel suo genere ma anche una figura eroica la cui vita intera è un esempio da seguire. In effetti se Far From Home e colmo fino all’orlo di gioia, in realtà lascia anche trasparire le sfaccettature di una donna la cui coscienza sempre all’erta e che ancora combatte per la giusta causa, denunciando la violenza domestica in ‘Abatina’ o l’ingiustizia sociale in No Madam, una canzone che Calypso Rose ha scritto negli anni settanta e che ha contribuito a far cambiare le leggi sul trattamento della servitù a Trinidad. Una donna la cui memoria va oltre la propria esistenza in I’m African abbracciando il destino di tutta la diaspora black, nello stesso spirito di artisti come Bob Marley, che lei conosceva bene. Infine in questi tempi di discordia e violenza globale, chi se non lei, con il suo coraggio, la sua forza e la sua umanità potrebbe cantare una canzone come Human Race sull’amore universale e la fraternità.
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