BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
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Per lui i magazine internazionali hanno speso parole di elogio, arrivando a paragonare la forza della sua arte alle opere di Basquiat. Quello che è certo è che il mondo Gaika è quanto di più personale ed estremo ci possa essere.
Producer da dancefloor e performer inglese, Gaika ha da poco pubblicato Spaghetto, un EP di otto brani stilisticamente piuttosto indefinibili, fluttuanti tra il grime e l’r’nb. Ciò che però rende peculiare, e molto interessante, la musica di Gatika al di là della definizione di genere è la coltre di petrolio di che la avvolge.
Tutto nelle sue canzoni è deformato, febbricitante, sognante, o meglio onirico, perché più che di sogni sarebbe meglio parlare di incubo; una musica dall’atmosfera alterata, tra suoni notturni e ritmi trascinati. A tratti, la sensazione che si prova stando immersi in questi flutti oscuri è claustrofobica. Per sua stessa dichiarazione, quelle contenute nell’EP sono otto lettere d’amore metaforicamente indirizzate a persone che lui ha perso e amato.
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A tutto ciò, va poi aggiunto un amore di Gaika per le arti visuali, che lo porta ad accompagnare i suoi brani con clip di forte suggestione e impatto ruvido, talvolta al confine con la violenza visiva.
Pensato come una trilogia in atti separati, a completare il progetto di Spaghetto, Another Hole In Babylon, un mini film che condensa le emozioni dei brani, e Glad We Found It.
“Non puoi separare gli spaghetti dalla salsa. Non puoi separare le emozioni dal mondo. Non puoi separare l’arte dalla società”.
Benvenuti nel mondo secondo Gaika.

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