BITS-RECE: Aphex Twin, Collapse. Riverberi di nevrosi elettronica

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
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Pochi nel panorama dell’elettronica possono vantare la stessa libertà d’azione e nello stesso tempo la stessa notorietà di Aphex Twin.
Il producer inglese ama da sempre sorprendere, prendere in contropiede, e (perché no?) anche provocare il suo pubblico, maldisposto com’è a restare su binari rettilinei.
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E non si smentisce nemmeno adesso con la pubblicazione di Collapse, nuovo EP di cinque tracce, fatto di elettronica anarchica, nevrotica, frenetica, cupa: frequenze che si perdono e poi si ritrovano come in un dedalo di sintetizatori, beat lanciati come schegge impazzite, riverberi caotici.
E’ un tour de force tanto breve quanto irrequieto, che sono in alcuni momenti dell’ultima traccia, pthex sembra trovare un sintetico sollievo.

s a r a s a r a, tra Nietzsche e Björk

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Ha intitolato il suo album di debutto a m o r  f a t i, stilizzazione che sta per Amor fati, espressione latina presa in prestito da Nietzsche che indica l’accettazione del proprio destino da parte del superuomo.
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ad accettare il proprio destino ha dovuto imparare molto presto, dal momento che ha perso entrambi i genitori in un incidente quando aveva solo 14 anni.

Come lei stessa spiega, non ha avuto tempo di vivere un adolescenza pazzerella come i suoi coetanei, ma dopo aver vissuto per un breve periodo con la nonna, ha da subito dovuto crescere e guadagnasi l’indipendenza: prima gli studi in lingue straniere, economia e legge, poi per alcuni anni un lavoro in un’azienda che progettava app per smartphone (competenza che si era acquisita da autodidatta), e poi ancora il ritorno agli studi (serali) di filosofia e storia del pensiero. In tutto questo, la ragazza ha trovato tempo e spazio anche per la musica.
Da sempre amante dell’elettronica e della techno, la prima volta che ha messo piede in un club aveva 16 anni ed è rimasta folgorata da tutta la gente che ballava insieme, le luci (e sì, pure le droghe), e ha capito che quello era il mondo di cui voleva far parte: come molti ha iniziato a suonare e fare piccoli dj set per gli amici, fino a quando ha iniziato a pensare a creare la sua musica.
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Tra le sue innumerevoli ispirazioni, che non escludono filosofia, libri e film, S A R A S A R A cita Riccardo Vilallobos, Aphex Twin, Vanessa Paradis, Massive Attack, Depeche Mode, David Bowie, ma anche Joseph Haydn e Richard Wagner.
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Su tutti però, svetta il nome di Björk, con le sue visioni e le sue foreste sonore.
E a giudicare da quello che si ascolta in a m o r  f a t i non si stenta a crederlo. Quella creata da s a r a s a r a è una vera e propria bolla musicale fatta di elettronica, battiti irregolari, echi di voci, sospiri, distorsioni, dimensioni stirate, colori che colano.