Shapiro e Vandelli si ritrovano con Love & Peace

Shapiro Vandelli primo piano quadrata 2 hr_foto Oliviero Toscani
La storia di questo album parte da molto lontano, e ha anche una data precisa: 15 febbraio 1965, ovvero la serata d’inaugurazione del Pier di Roma, lo storico locale di Alberigo Crocetta che poi avrebbe dato “ospitalità” a Patty Pravo, segnandone per sempre la carriera.
Tra gli ospiti di quella sera c’erano anche due gruppi simbolo del beat italiano, l’Equipe 84 e The Rokes, guidati da due personaggi che negli anni sarebbero diventati due punti di riferimento della musica italiana: Maurizio Vandelli e Shel Shapiro.
Animi molto diversi, storie all’opposto (italiano con formazione londinese il primo, inglese trapiantato in Italia il secondo), ma stesso pubblico, collaborazioni in comune, contese ai piani alti delle classifiche, frequentazioni internazionali e quindi inevitabile rivalità, con tutti gli annessi e connessi.

Le cronache riportano che quella sera Vandelli entrò nel camerino di Shapiro per proporgli un pezzo insieme a fine concerto, ricevendo per tutta risposta un laconico “Nessuno può dirmi cosa devo fare e cosa non devo fare”. Vandelli uscì sbattendo la porta e urlando una parola che non era esattamente un saluto cordiale.

Poi sono passati gli anni, le due band hanno fatto il loro corso e nel tempo sono arrivati successi come Che colpa abbiamo noi, Tutta mia la città, Un angelo blu, Io ho in mente te, When You Walk In The Room, 29 settembre.
Vandelli ha continuato con la musica, Shapiro ha trovato nuove ispirazioni nel teatro e nel cinema.
Cover LOVE AND PEACE_ShapiroVandelli_hr
Ma si sa che la storia ci mette sempre il suo zampino, e il tempo ammorbidisce le cose, anche una rivalità come la loro, al punto che il 21 settembre esce un intero album, prodotto da Diego Calvetti, che li vede collaborare insieme. Il titolo è emblematico, Love & Peace, che se per Shapiro è un po’ un richiamo agli ideali degli anni ’60, con l’augurio che oggi le persone tornino ad “allargare le braccia verso il mondo”, per Vandelli è invece più un invito a seppellire l’ascia di guerra, restando “tranquilli”, data anche l’età.
Dentro al disco, i due si dividono le canzone, addirittura se le scambiano. Nessun vero inedito: “Non è stato difficile scegliere, era chiaro quali erano le canzoni che non potevano mancare. Avevamo pronte due o tre nuove canzoni in italiano, ma questa è un’operazione pensata per il recupero. Avremmo rischiato di essere giudicati solo sulle cose nuove, e nessuno avrebbe tenuto in considerazione chi siamo siamo stati”, afferma Vandelli. “Abbiamo voluto stendere un’unica mano di colore, basata sul recupero di pezzi validi”. Il pezzo più recente è l’ultimo della tracklist, You Raise Me Up, successo del 2002 dei Secret Garden: “Nasce come pezzo religioso di lode, noi lo trasformeremo in un ringraziamento al pubblico e dal vivo faremo scorrere il testo in italiano”.

Nonostante l’età non più giovanissima, entrambi dimostrano ancora grande curiosità sulla musica di oggi: “Mi piacciono molto i Kolors e i Maneskin”, dichiara Shapiro, “hanno una grande energia”. Vandelli invece cita i Thegiornalisti e giudica di buon occhio l’apertura digitale della musica: “Io ascolto tutto, vinili, CD, streaming: ben vengano queste nuove tecnologie”.
Shapiro Vandelli figura intera vert 2_foto Oliviero Toscani
A dicembre partirà anche un tour. 
Sarà uno spettacolo con qualche chiacchiera, ma che avrà al centro soprattutto la musica, con un quintetto di musicisti sul palco. Guai però a parlare di malinconia del passato o di un ultimo saluto prima di congedarsi dalle scene: “C’è sempre qualcosa di perverso e commerciale nei tour d’addio”, dichiara fermo Shapiro. “Se uno vuole smettere, lo fa senza rompere le scatole. Magari avremo anche degli ospiti, ma non sempre, altrimenti diamo l’idea di non riuscire a fare da soli. Gli ospiti sono come dei cristalli di Swarovski: belli, ma se ne può fare a meno”.
Resta comunque la consapevolezza che i più giovani la loro musica possono non conoscerla: “Il nostro pubblico ha un’età media di 50 anni. Dovrebbe crearsi un ponte con i giovani, ma deve essere spontaneo. Però penso che ai ragazzi possa piacere il nostro messaggio di unione”.

Queste le prime date: 10 dicembre Firenze (Teatro Verdi), 11 dicembre Roma (Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli), 13 dicembre Torino (Teatro Colosseo), 15 dicembre Bologna (Teatro Manzoni). I biglietti sono in vendita sul Circuito TicketOne. Tutti gli aggiornamenti sul calendario del tour sono disponibili su www.tridentmusic.it