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Mamma mia! Ci risiamo
, Mamma mia! 2, chiamatelo come volete, l’importante è capirci.

Il seguito del film uscito nel 2008 e con protagonisti Meryl Streep, Amanda Seyfried e Pierce Brosnan (e tanti altri) conferma una delle regole inossidabili del cinema: quella cioè che i sequel sono, nella gran maggioranza dei casi, delle gran belle montature. Magari costruite con arte sublime e sapiente, ma pur sempre montature rimangono, e sono quindi destinati a deludere le aspettative.

La pellicola arriverà nei cinema italiani il prossimo 6 settembre, ma nella giornata di domenica 12 agosto diverse sale davano l’opportunità di vederla in anteprima.
Io, memore del grande entusiasmo con cui ero uscito dalla visione del primo film (visto tra l’altro due volte di seguito in un cinema di Pavia) ho colto l’opportunità, sperando, non dico di riceverne la stessa folgorazione, ma almeno di godere di uno spettacolo altrettanto brioso. E invece…
La trama parte da dove la vicenda si era interrotta, e tutto il film procede in un continuo avanti-e-indietro tra quello che è successo dopo la fine di Mamma mia! (ovvero la festa per la grande riapertura dell’hotel sull’isoletta greca) e i flash-back di quello che era successo prima (ovvero gli incontri tra la giovane Donna Sheridan e i tre futuri “forse-padri” di sua figlia Sophie). 
Ma tanto il primo film era stato brillante, vivo e colorato di ritmo, tanto il nuovo è lento e indirizzato più verso la commozione che alla ristata. Le sorti si risollevano un po’ nella seconda parte, con l’arrivo di Cher, il cui personaggio (nonna Ruby) resta comunque un po’ appeso al nulla e il suo ruolo si riduce a poco più di un cameo di mezz’oretta complessiva. Ancora meno fa Meryl Streep, che, nonostante la presenza in locandina…. va beh, questo non ve lo dico, altrimenti cado nello spoiler. Preparatevi però a vederla poco, pochissimo, seppure quel poco sia di grande effetto, va detto.
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Passando alle canzoni, importanti tanto quanto la storia, c’è da dire purtroppo che non possono reggere il confronto con la prima colonna sonora, che era composta dai successoni degli ABBA, quelli irrinunciabili, quelli che tutti, ma proprio tutti conoscono: per il primo film la discografia del quartetto svedese era tutta a disposizione, ma questa volta gli assi erano già stati calati, per cui si è dovuti ricorrere ai brani meno conosciuti, che sono poi anche quelli di minor impatto. Dove si è potuto si è messa in atto un’operazione di “riciclo” (vedi le immancabili Mamma mia!, Dancing Queen, Super Trouper), ma trattandosi di un altro film più di tanto non si poteva azzardare.

A salvare la baracca ci provano le due amiche di Donna, Tanya e Rosie, e qualche nuova comparsa inserita qua e là, ma il tutto non basta a giustificare un sequel che ha il gusto di un bicchiere di ouzo (per restare in tema greco) annacquato.
Nel complesso, un gran peccato: su certe scelte si poteva forse lavorare meglio, alcune carte potevano essere giocate con maggior astuzia e poi va beh, il film rivela tutte le debolezze che hanno i sequel fatti con il mero scopo di battere cassa, e che nessuna guest star riuscirà mai a giustificare, nemmeno con la più platinata apparizione.
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PS: se proprio volete andare a vederlo, portatevi un paio di kleenex, potreste ritrovarvi con un paio di lacrimoni….

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