BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
EllaMai_cover album_Ella Mai

Se anche due star navigate hanno deciso di metterci la faccia per due featuring, qualcosa vorrà pur dire.
Ella Mai è l’omonima creatura discografica con cui debutta la nuova promettente stella dell’urban internazionale. Arriva dall’Inghilterra, ma la cultura sonora di cui dev’essersi nutrita in questi anni pare arrivare tutta da Oltreoceano, anche perché vive a New York da quando aveva 12 anni, e in una pletora di aspiranti “nuove reginette” dell’r’n’b, lei sembra proprio fare sul serio.
Certo, la strada per mettersi al fianco di un’Alicia Keys, di una Solange o addirittura di una Rihanna o di una Beyoncé, è ancora piuttosto lunga, ma da qualche parte bisogna pur cominciare, e se i primi passi  li si fanno a lunghe falcate si può avere qualche possibilità di arrivare prima al traguardo.
Ella Mai Press Image Mark Peaced_m
Ecco, dopo tre EP rilasciati tra il 2016 e il 2017, Ella Mai parte generosamente con un album di ben 16 pezzi di r’n’b purissimo, con assortimenti di ritmi affilati e arrangiamenti patinati, andando un po’ a riprendere quell’eredità che un tempo apparteneva ad artiste come Janet Jackson e Mariah, Carey, anche senza avere (purtroppo) la voce di quest’ultima.
Nel complesso il meccanismo è ben oliato e funziona bene, la ragazza ci sa fare, non c’è dubbio, ma è anche vero tra tutte quelle sincopi e quelle ballate non c’è nulla di davvero sorprendente, nulla insomma che faccia alzare il sopracciglio.
Fino a quando non si arriva a Easy, quasi in chiusura dell’album: lì, in quel cotonatissimo arrangiamento di soul fatto solo di pianoforte e archi, arriva il momento topico dell’intero album e Ella Mai fa vedere tutto quello di cui è capace.

Se al prossimo giro ci piazza una manciata di pezzi così, la gloria sarà davvero vicina.

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