Rimettere mano agli anni ’80. Già, ma come? Più facile a dirsi che a farsi.
Un’operazione che se da un lato rischia di cadere in una sterile nostalgia dei bei tempi che furono (per chi c’era già), se giocata bene può rivelare risvolti molto interessanti. Come ha saputo fare Trevor Horn, che agli anni ’80 ha interamente dedicato il suo ultimo lavoro. Il titolo parla già da sé: Trevor Horn Reimagines The 80’s. E se uno come Trevor Horn, che negli anni ’80 ci è stato dentro fino al collo come artista e produttore, decide di spendersi in un progetto del genere significa che ha in testa una personale, lucida visione sonora da proporre.
Una dozzina di classiconi di quel decennio rivisitati e corretti con l’accompagnamento della Sarm Orchestra – filo conduttore dell’intero progetto – e la partecipazione di nomi del panorama internazionale degli anni ’90 e ’00, da Robbie Williams alle All Saints, e poi ancora Gabrielle, Seal e Tony Hadley, tanto per nominare solo alcuni degli ospiti che danno ancora più lustro a un album già di per sé notevole.

Ne è venuto fuori un disco sorprendente e di gran classe, che regala a ogni singolo brano una vera seconda vita: la celebrazione degli anni ’80 non passa infatti attraverso la riesumazione di fantasmi del passato, ma assume sontuosi toni orchestrali, talvolta piuttosto lontani dalla forma con cui quelle stesse canzoni hanno scritto la storia del synth-pop, del rock o della new wave.
Everybody Wants To Rule The World, Dancing In The Dark, Ashes To Ashes, The Power Of LoveSlave To The Rhythm, What’s Love Got To Do With It e Blue Monday sono tra le pietre miliari degli anni ’80 rielaborate nella visione di Horn, che tiene per sé la reinterpretazione di Owner Of A Lonely Heart e Take On Me.

Un lavoro epico, di impronta quasi cinematografica,e a tutti gli effetti inedito.

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