“Juice”: ironia e femminilità senza confini nel nuovo singolo di Lizzo


Arriva dalla scena black americana e rischia seriamente di diventare un’icona internazionale.
Lei è Lizzo, e con la sua voce e la sua carica di ironia sta scalando le classifiche con il nuoco singolo Juice, un brano dal sapore squisitamente retrò con riferimenti che dall’r’n’b spaziano al funk e alla disco music. Ma soprattutto, Juice è un inno all’amore per se stessi e a una femminilità che esce dagli stereotipi e non conosce limiti.

“Non avevo una canzone che parlasse al pubblico nel modo in cui parlo io” – racconta Lizzo – “Questo pezzo mi ha dato l’opportunità di parlare alla mia maniera e di celebrare chi sono e tutto il duro lavoro per arrivare qui. E’ una fotografia della mia vita in questo momento”.

Nel video, diretto da Quinn Wilson, è difficile resistere all’ironia esuberante di Lizzo che mette in mostra le sue forme senza filtri e schemi in un programma di allenamento in stile anni ’80 a cui si unisce un talk show a tarda notte e una serie di spot pubblicati di vari prodotti.

Juice è il primo singolo del nuovo album (terzo ma primo per l’Atlantic Music) CUZ I LOVE YOU che uscirà il prossimo 19 aprile.
Lizzo parteciperà al prossimo Coachella, e all’edizione 2019 del Primavera Sound a Barcellona.

Dancing Queen: Cher canta gli ABBA. Ma perché?

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Dunque, succede che Cher, presa dall’entusiasmo per la partecipazione al film Mamma mia! Here We Go Again (per l’Italia, Mamma mia! Ci risiamo) decide di fare un intero album di cover degli ABBA, intitolandolo (ma guarda un po’) Dancing Queen.

Sulla carta, un’operazione esaltante e discograficamente golosissima: una delle più iconiche popstar del globo rimette mano al repertorio di una delle più glitterate band che la storia ricordi. Un’idea forse non originalissima, ma con un potenziale enorme.

Poi succede che qualche giorno dopo l’annuncio dell’album esce il primo estratto, Gimme! Gimme! Gimme! (A Man After Midnight), e si inizia a presagire qualcosa di poco rassicurante nell’aria. Già la scelta del primo singolo è stata quantomeno azzardata, visto che tutti abbiamo ancora nella memoria quel capolavoro dance-pop che Madonna ci ha regalato con Hung Up, campionando proprio lo stesso brano degli ABBA: la scelta di Cher sembra quindi più una sfida alla collega che non un tributo al quartetto svedese (non si dimentichi che Madonna e Cher si contendono il trono dell’universo queer, e ogni loro mossa va quindi in una precisa direzione di pubblico). Ma la “colpa” ancora più grave è che il risultato non sembra quello del lancio di un nuovo album, ma una prova al karaoke portata a casa senza infamia e senza lode.

La fiducia nell’intramontabile Cher non può certo però svanire per un solo, primo assaggio di album, e quindi si attende l’uscita dell’intero pacchetto. Che arriva il 28 settembre, di poco preceduta da un secondo antipasto, SOS, e purtroppo ogni timore trova conferma.
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Dieci brani tra i più celebri degli ABBA raccolti e riproposti quasi pari pari agli originali, senza lo sforzo di pensare a qualche personalizzazione di stile o anche solo a qualche variante che giustifichi l’idea di mettere in piedi un progetto del genere: no, niente, un compitino pulito pulito, all’altezza forse di qualche dilettante, ma non certo di Cher. Fa eccezione forse One Of Us, alleggerita di cassa e resa in ballatona.

Sì, ovvio che poi il disco è bello e che appena pigiamo play il piedino e la testa fanno su e giù, ma possiamo accontentarci? Le canzoni che ci sono dentro hanno fatto la storia, e Cher è una che non ha certo bisogno di insegnamenti, ma da questo album non ci arriva niente che non conoscessimo già, compresi i pesanti strati di autotune che sono ormai un marchio di fabbrica della voce della arci-diva. 

La sensazione di aver perso una grandissima occasione mi arriva soprattutto se penso che, per esempio, già nel lontano 1999 gli A Teens, un quartetto di teen-idol svedesi, avevano realizzato un progetto praticamente identico a quello di Dancing Queen, con solo qualche differenza in tracklist. L’album si intitolava The ABBA Generation e trasformava i successi del gruppo in pezzoni dance, anche un po’ tamarri.
Ecco, persino un gruppetto pop di ragazzini, pur senza tirarne fuori un lavoro memorabile, è riuscito a rivisitare gli ABBA in chiave più originale di quanto non abbia fatto ora Cher.

Quindi arrivato alla fine di Dancing Queen, la domanda che mi viene subito in testa è: perché??

La disco music di Nile Rodgers & Chic torna in It’s About Time

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Dopo oltre 25 anni la disco music e il funk di Nile Rodgers & Chic tornano in un nuovo album, It’s About Time.

Registrato in diverse città di tutto il mondo, il nuovo progetto del leggendario chitarrista e produttore e dell’iconica band statunitense è stato mixato e masterizzato presso gli studi di Abbey Road, dove Nile è ora Chief Creative Advisor.
It’s About Time è un’interpretazione moderna del linguaggio musicale creato da Nile Rodgers: “In questo momento il mondo si sente come quando gli CHIC hanno iniziato. La nostra musica ha promesso good times, una via d’uscita, un mondo nuovo anche quando le cose sembravano fosche, come ora. E in mezzo al caos, alcune canzoni possono farti sentire bene”.

Rodgers lavora sempre con superstar musicali e nuovi artisti. It’s About Time infatti vanta numerose ed eterogenee collaborazioni: la cantante inglese NAO, l’attrice e cantante statunitense Hailee Steinfeld, il rapper Lunch Money Lewis, Craig David e la carismatica rapper di origine giamaicane, Stefflon Don, Emeli Sandé ed Elton John. E poi lei, Lady Gaga, il cui duetto in I Want Your Love era già stato pubblicato due anni fa.

Parlando del perché ha scelto di fare un album dopo tutto questo tempo Nile ha dichiarato: “Ci è voluto molto tempo per diventare il ragazzo che sono diventato e voglio esprimerlo in un album. È la mia forma d’arte, raccontare i miei pensieri, mettermi in condizione di essere esaminato e criticato, nel bene e nel male”. Aggiunge: “Essere sopravvissuto due volte al cancro ti fa pensare alla tua mortalità. Per questo vuoi sempre essere sicuro di non essere dimenticato. Fare un album è una cosa tangibile e solida, è come fare l’intero film, non solo i trailer”.

Tracklist:
1. Till The World Falls featuring Mura Masa, Cosha and Vic Mensa
2. Boogie All Night featuring NAO
3. Sober featuring Craig David and Stefflon Don
4. Do Ya Wanna Party featuring Lunch Money Lewis
5. Dance With Me featuring Hailee Steinfeld
6. I Dance My Dance
7. State Of Mine (It’s About Time) featuring Philippe Sais
8. Queen featuring Emeli Sandé & Elton John
9. I Want Your Love featuring Lady Gaga
10. (New Jack) Sober featuring Craig David and Stefflon Don – Teddy Riley Version

Gimme! Gimme! Gimme!: Cher, gli ABBA e il karaoke

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Ormai è un dato di fatto: dopo 10 anni dal primo film, la Mamma mia! mania è tornata, complice soprattutto l’uscita nelle sale
 di Mamma mia! Ci risiamo (il film arriverà in Italia il 7 settembre, con anteprima il 12 agosto), il nuovo capitolo cinematografico con Meryl Streep e Amanda Seyfried.

Tra i nuovi acquisti del cast, anche Cher, che da questa febbre musicale si è lasciata contagiare al punto da prendere ispirazione per il suo nuovo progetto discografico: come già ampiamente annunciato, il suo nuovo album si intitolerà infatti Dancing Queen, uscirà il 28 settembre e sarà una personale rivisitazione di alcuni dei successi degli ABBA. 
Oltre a Fernando, che fa parte anche della colonna sonora del film, ad anticipare l’album è Gimme! Gimme! Gimme! A Man After Midnight.

Ora, anche senza farlo apposta, è inevitabile che la mente torni al 2005, quando Madonna ebbe l’acuta intuizione di utilizzare il sample della canzone per farne un successone dance mondiale che prese il nome di Hung Up, apripista dell’album Confessions On A Dancefloor. Ed è altrettanto noto che Madonna, o almeno la Madonna di qualche anno fa, aveva la capacità di fare suo tutto quello che toccava, fagocitando mode e suoni presi altrove per restituirli come se ne fosse lei l’ideatrice. Nel caso di Gimme! Gimme! Gimme! il riferimento di partenza era troppo ingombrante per puntare a un risultato del genere, ma quello che è successo è che oggi il giro di tastiera di Gimme! Gimme! Gimme! appartiene, nella memoria comune, tanto agli ABBA quanto alla Ciccone.
Con un precedente del genere alle spalle, la scelta di Cher – icona pop grande tanto quanto Madonna, e quindi sua diretta concorrente – di presentare il nuovo disco proprio con questa cover appare un azzardo da kamikaze, e sembra strano che nessuno in casa discografica abbia avuto la lucidità farlo notare alla signora. Oppure si deve ipotizzare che lo scopo diabolico dell’operazione fosse proprio questo, far alzare il polverone scintillante delle chiacchiere, dei confronti, dei mash-up. Tanto per farne parlare un po’.

Ma al di là di queste ipotesi prive di qualunque fondamento, il vero problema della cover di Cher è la mancanza di ogni spessore: arrangiamento e base lasciati praticamente intatti e un’interpretazione che ha l’effetto di una prova di karaoke.
Non bastano certo il vocoder e l’autotune, spalmati come spessi strati di cerone, a rendere unica e originale una rilettura che ha tutto il suono della copia pedissequa.

Seriamente, gli ABBA meritano un trattamento migliore. E anche Cher.