Welcome to the Other Side, il Capodanno di Jean-Michel Jarre è in realtà virtuale

“La realtà virtuale è per le arti dello spettacolo ciò che il cinema era per il teatro nei suoi primi giorni, una sorta di curiosità. Credo che la realtà virtuale diventerà domani un modo di espressione a sé stante” (Jean-Michel Jarre)
In collaborazione con la città di Parigi e con il patrocinio dell’UNESCO, il pioniere della musica elettronica Jean-Michel Jarre, in collaborazione con la start-up francese VRrOOm, pesenta Welcome to the Other Side, spettacolare evento live streaming per accogliere il nuovo anno con un concerto ambientato a Notre-Dame. Il mondo virtuale creato da Jarre sarà anche l’immagine ufficiale del notiziario di mezzanotte della città di Parigi.

Welcome to the Other Side sarà un concerto unico, mondiale e disponibile a tutti, la cui ambizione, oltre a celebrare il nuovo anno in modo futuristico e festoso, è anche un messaggio di speranza per il 2021: un invito digitale e virtuale da Parigi, la Città della Luce, vibrante metropoli dell’Arti e della Cultura e sede della cattedrale più famosa del mondo. Notre-Dame ha un posto unico nell’immaginario collettivo, è un simbolo della forza e del Patrimonio dell’Umanità e lo spettacolare concerto virtuale di Jarre invita tutti noi a festeggiare insieme il nuovo anno. La realtà virtuale ci dà la possibilità di festeggiare insieme, ovunque ci troviamo, compresi tutti coloro che sono socialmente o geograficamente isolati.

Jean-Michel Jarre si esibirà dal vivo da uno studio vicino alla Cattedrale di Parigi, mentre il suo avatar suonerà all’interno di una Notre-Dame virtuale.
Il concerto, di 45 minuti, sarà composto da brani della recente opera del producer Electronica, nominata ai Grammy, oltre a nuove versioni rielaborate dei suoi classici, Oxygène ed Equinoxe.
L’audio del concerto sarà inoltre pubblicato il 1 gennaio 2021 alle 00:15 CET su tutte le piattaforme di streaming musicale con il titolo Welcome to the Other Side – LIVE.

L’esperienza in live streaming del 31 dicembre sarà una creazione all’avanguardia di media misti in modo simultaneo:

totale immersione attraverso la piattaforma VRchat, accessibile sia tramite PC, sia in realtà virtuale per il pubblico dotato di visori VR
live streaming attraverso gli account di Jarre e altre piattaforme di social media tramite qualsiasi PC o Mac, smartphone o tablet
trasmissione audio in diretta su France Inter di Radio France, radio pubblica francese
trasmissione TV in diretta dal canale di notizie francese BFM Paris

Welcome to the Other Side – 31 dicembre ore 23:25

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“IL CIELO NON È UN LIMITE”, parola di MYSS KETA

A TUTTI I PILOTI ALL’ASCOLTO
CHE BRAMANO IL CIELO
QUELLO CHE APPARE COME UN LIMITE
DISPIEGA INVECE L’INFINITO
SIAMO ATOMI


Un’introduzione che è un vero manifesto, un invito alle menti più aperte e visionarie per gettare il cuore oltre l’ostacolo, per ricominciare a sognare e creare nuovi immaginari, e costruire nuove utopie. Si apre così IL CIELO NON È UN LIMITE, nuovissimo EP di M¥SS KETA, concepito e realizzato nei mesi travagliati dell’epidemia.
Anticipato dai singoli GIOVANNA HARDCORE e DUE, il nuovo progetto raccoglie sette tracce nuove di zecca prodotte da RIVA, con interventi di Populous e Unusual Magic.

Con l’elemento aria al centro di tutto – contraltare dell’acqua di CARPACCIO GHIACCIATO, l’iconico EP del 2017 – IL CIELO NON È UN LIMITE nasce da un’immagine: un aereo nel cielo, solitario e libero, forte e indomato. Un cielo a prima vista limitato, incorniciato, ma nel quale si spalancano illimitati spazi interiori, cieli interiori metafora di una perenne tensione a conquistare l’impossibile.
Il cielo non ha limite. Il cielo non è un limite.

Ogni traccia dell’EP è stata accompagnata da visual visionari che ci catapultano nell’immaginario di M¥SS.

È prima di tutto M¥SS KETA che non si dà limiti, sperimentando suoni sferzanti come le folate ad alta quota, quasi glaciali, con deviazioni a volte repentine come i cambi di direzione di un jet. M¥SS canta in inglese, in tedesco, in greco antico, per dare voce ai pensieri interiori di molteplici doppelganger.
L’estatica ed eretica GIOVANNA HARDCORE, reincarnazione in chiave Mad Max della pulzella d’Orleans, evoca un incantesimo ancestrale ripetuto come un mantra, su un beat minimal spezzato da accelerazioni jungle.
La mistress felina di GMBH è un beat deep house alla moda di Chicago.
La moderna dea DIANA, in compagnia di Priestess, si ritrova a capo di una Magna Grecia futurista dalle atmosfere morbide e sognanti, disegnate dal maestro Populous.
La rider post apocalittica che sfreccia fra le vie dell’inferno in RIDER BITCH, sfogo electroclash ispirato al videogioco Wipeout 2097, una traccia che vede la co-produzione di Unusual Magic e il cameo di Lilly Meraviglia.
Ma quello raccontato da M¥SS è anche un mondo che ha portato all’estremo l’ossessione per l’immagine sintetica, in cui le funzioni di Photoshop diventano ordini, come in PHOTOSHOCK, tra richiami house anni ’90 e synth-wave anni’80.
Un mondo compromesso dalla saturazione post-capitalista che esplode in DUE, delirio electropop disegnato sul beat di Two Times di Ann Lee.

L’uscita dell’EP è stata preceduta da una speciale performance all’ultimo pian della Torre Galfa di Milano, nel punto più alto in cui la metropoli che ha visto la nascita di M¥SS incontra il cielo.

Sul pianeta “Chromatica” si balla parecchio, ma quanto durerà la festa?


Dite la verità, non ve l’aspettavate, vero? Dopo il country-pop di Joanne e la fortunata esperienza di A Star Is Born vi eravate abituati a una Lady Gaga decisamente più sobria del passato. Cresciuta, matura, forse anche un po’ imborghesita, lontanissima dagli eccessi barocchi e talvolta discutibili dei tempi di Born This Way e Artpop. Una lady insomma, nel senso più pieno del termine.

E invece no, Lady Gaga fa dietrofront e per il suo sesto album in studio apre le vecchie ante dell’armadio e tira fuori di nuovo gli outfit esagerati, un po’ kamp, decisamente baracconi con cui è diventata famosa, mentre per la musica passa dal rassicurante pop melodico alla dance più sfacciata, affidando la produzione a BloodPop®.

Già, perché Chromatica – questo il titolo del suo ultimo lavoro – è un iperconcentrato di dance-pop, come da parecchio tempo non si sentiva. Un album che sembra avere come unico imperativo quello di far ballare, ballare e ancora ballare, senza sosta. Un disco così i little monsters lo chiedevo da tempo alla loro diva.
Ed ecco che Lady Gaga è tornata per esaudire il loro desiderio, e lo ha fatto con la cifra stilistica che l’ha da sempre contraddistinta, quella dell’esagerazione: ascoltare Chromatica ha infatti un po’ lo stesso effetto che negli anni ’90 aveva far partire un CD di Hit Mania Dance, una sfilettata di brani destinati al dancefloor, che da un lato andavano benissimo per svagarsi per una serata, dall’altro rischiavano però di scivolare via nel segno dell’anonimato per lasciare posto al tormentone successivo.

Ed è proprio questo il problema di Chromatica: siamo davvero davanti a un disco degno di portare la firma di Lady Gaga? Puntare tutto sulla dance e sul mondo dei DJ era davvero la soluzione giusta?

Si è parlato di un ritorno alle origini, ai tempi d’oro di The Fame e The Fame Monster, ma se l’ispirazione sonora ha indubbiamente molto in comune, in Chromatica manca quasi del tutto l’effetto sorpresa di quei primi album e più che un lavoro realmente ispirato pare di ascoltare un esercizio di stile, per quanto ben confezionato.
A scandire lo scorrere delle tracce sono tre interludi di stampo cine-operistico permeati di archi, che sono anche gli unici momenti di relativa quiete tra una sezione e l’altra. In mezzo i brani si susseguono facendo eco agli anni ’90, età aurea della dance, tra house, EDM, techno e funk.
Tiene bene il tiro di Alice, che arriva appena dopo il primo interludio Chromatica I, seguito dal gustoso elettropop di Stupid Love e poi da Rain On Me, furbissimo duetto con Ariana Grande che strizza l’occhio alla nu-disco e che forse non avrebbe goduto di tanta attenzione se non fosse stato per i nomi delle due interpreti. Fun Tonight offre una bella prova vocale della Germanotta, pur non raggiungendo le vette di The Edge Of Glory.
Neanche il tempo di riposarsi con Chromatica II ed ecco il beat molleggiato di 911, farcito di giocosità elettroniche che tanto devono al passato (riascoltate la mai dimenticata Funky Town dei Lipps Inc. per farvene un’idea). Nulla di speciale il duetto con le sudcoreane BLACKPINK in Sour Candy, mentre house e funk la fanno ancora da padroni in Enigma e Replay.
Dopo il terzo interludio, l’ultima sezione dell’album parte con quello che è probabilmente il vero momento topico, Sine From Above, una cavalcata dal sapore quasi trance in cui Gaga prende per mano Elton John per portarlo sorprendentemente in un territorio musicalmente distante anni luce. E quel che più stupisce è che il risultato sbalordisce e funziona.
Il compito di chiudere è affidato a Babylon, altro pezzo figlio indiretto dei primi anni ’90 e altro momento funky-furbetto a cui sembra mancare solo una coreografia ufficiale di voguing per farne l’ennesimo inno queer.

In un progetto che sembra essere stato totalmente affidato a DJ e produttori e in cui il rischio di confondere le tracce una con l’altra è incombente, a portare valore sono i testi, l’elemento che più di tutti fa sentire ancora la presenza di Lady Gaga: Chromatica è il riassunto della sua storia, un racconto che passa dai momenti bui, dalla paure e dalla cadute per arrivare alla salvezza, portata inevitabilmente dalla musica.

Stilisticamente Chromatica è un album molto più affine al territorio europeo che a quello americano, e in questo va reso merito a Lady Gaga di aver fatto una mossa per nulla scontato. Quello che resta da capire è fino a quando durerà questa ostentata voglia di ballare, o se non era forse lecito aspettarsi uno sforzo di ingegno in più.

“Flores No Mar”, torna il pop esotico e psichedelico di Populous


“Per la religione afrobrasiliana del Candomblé, Lemanja è la madre di tutti gli Orisha, regina del mare e protettrice di tutte le donne, si invoca il suo aiuto promettendole alcune delle sue cose preferite: fiori, profumi, vino e altre bellissime cose femminili. Quando ci si innamora della persona sbagliata chiediamo a Lemanja di essere liberati dal desiderio. Emmanuelle offre alla dea i suoi fiori preferiti, ballando in un mare sconfinato, nel buio della notte”.

Esotismo, psichedelia e un omaggio agli afro samba di Vinicius de Moraes convivono in Flores No Mar, il brano che segna il ritorno sulle scene internazionali di Andrea Mangia, aka Populous, deejay, autore di colonne sonore, sound designer per il web, musei e sfilate di moda.

A tre anni da Azulejos, il producer sfodera il primo estratto dal nuovo album W, in uscita il 22 maggio per La Tempesta International (in Italia) e per Wonderwheel Recordings (nel resto del mondo). Il brano è stato pubblicato in anteprima il 1 aprile dal magazine americano The Fader e vede la collaborazione di Emmanuelle, performer brasiliana, cresciuta a Miami e di base a Milano.

SONIKKU annuncia il nuovo album tra estetica queer e manifesti da dancefloor


SONIKKU
annuncia l’uscita del loro nuovo LP Joyful Death, in uscita il 17 aprile tramite Bella Union. Oggi l’artista rivela il video del primo singolo dell’album Remember to Forget Me, uno spettacolo di lacrime sulla pista da ballo co-scritto con l’amico e collega artista Douglas Dare, e con la voce di Chester Lockhart.

Remember to Forget Me è la canzone più personale del disco”, spiega l’artista. “Douglas mi ha aiutato a scriverlo trattando la sessione di scrittura come una sessione di terapia. Ho mostrato la canzone a Chester e l’abbiamo registrata a Los Angeles con l’aiuto di HANA. La canzone è dedicata chi viene colpito da una leggera pazzia quando è innamorato. Il ritornello è un ossimoro che ricorda a qualcuno che dovrebbe dimenticarti – che di per sé è completamente narcisistico e qualcosa che solo qualcuno sull’orlo del crepacuore direbbe”.

Il video, realizzato con il collettivo di queer dance londinese Pierre & Baby, esplora i problemi all’interno della comunità queer, l’ipercessualizzazione del fisico maschile, la dipendenza, gli effetti che la tecnologia ha sul nostro benessere mentale e il gioco di potere della dipendenza e intimità nei rapporti.

“Adoro le canzoni che ti fanno venire voglia di piangere e ballare allo stesso tempo”, afferma SONIKKU.
Quel senso di liberazione e liberazione senza limiti guida il suo nuovo album, Joyful Death. Un ibrido fluido di vibrante italo-house e synth-pop liquido: un album che segna l’emergere di SONIKKU. “Questo album sembra una trasformazione nel senso che sto creando la musica che ho sempre desiderato fare. Un disco pop pienamente realizzato e coerente che mette in mostra la mia arte come cantautore e produttore”.

“Visivamente, il mio concetto è una mutata interpretazione futuristica dell’estetica degli anni ’80. Mi è venuta questa idea quando ho visto un’immagine di Alien che falsificava un’iconica posa di Grace Jones. Questo tema è presente nella mia copertina dell’album: appaio come un body builder vestito di lattice con muscoli anatomicamente esagerati. Riprenderò questa estetica nel video di Sweat, che mostrerà LIZ mutare in una pulsante macchia di sudore mentre esegue la canzone in un distopico stabilimento balneare ispirato a Blade Runner. ”

Questa la tracklist:
1. Let The Light In (feat. Douglas Dare)
2. WKND (feat LIZ)
3. Don’t Wanna dance With You (feat Aisha Zoe)
4. Sweat (feat LIZ)
5. X Hopeless Romantic (Feat Little Boots)
6. Remember To Forget Me (feat Chester Lockhart)
7. Joyful Death (feat Tyler Mather Oyer)
8. Remember 2 Forget Me (Piano Version) (feat Douglas Dare)

Il controllo totale della sua arte SONIKKU la mostra fin dall’inizio in Let the Light In, in cui le influenze della disco e dei Pet Shop Boys si fondono sotto la voce di Douglas Dare. Il ritmo accelera in WKND, un brano al punto di convergenza tra Madonna, Daft Punk e Indeep con il featuring del losangelino LIZ. L’intento indipendente di SONIKKU è fermamente affermato nel film ispirato al freestyle Don’t Wanna dance With You, a cui partecipa Aisha Zoe.
LIZ ritorna in Sweat, un vero e proprio manifesto di devozione al dancefloor. In X Hopeless Romantic si fanno invece sentire le influenza malinconiche di Robyn.
I sintetizzatori segnalano un cambiamento di ritmo nella linea quasi elettro-darkwave di Remember to Forget Me. Il performer Tyler Matthew Oyer prende la voce per la title-track ispirata alla italo-disco, un manifesto dell’album che trova ispirazione nel concetto di “corpo senza organi” espresso negli anni ’80 dal filosofo francese Gilles Deleuze, e dall’anime The End of Evangelion.
Chiude l’album una ripresa dolorosamente spogliata di Remember to Forget Me.

Dopo essersi trasferito da Derby a Londra all’età di 18 anni, Tony Donson – vero nome di SONIKKU – ha fatto esperienza come stagista in MTV, Dazed & Confused, SHOWstudio, per poi dedicarsi all’attività di DJ tra Londra, Tokyo, Parigi e Berlino. Sebbene continui a fare regolarmente DJ al LGBTQ di Adonis del Tottenham, ha in mente ambizioni extra: “Adoro il DJ ma non vedo l’ora di sviluppare uno spettacolo dal vivo”.

“Non ho mai avuto alcuna formazione musicale, non so nemmeno leggere la musica, ma ho iniziato a produrre sul mio laptop quando avevo 14 anni, ricreando i suoni usati da Madonna. Voglio essere in grado di mostrare ai bambini che non provengono da un ricco background o che non possono permettersi lezioni di musica che è comunque possibile seguire la musica”.

“Carillon”, il folgorante incontro di Nahaze e Achille Lauro


Nathalie Hazel Intelligente, in arte Nahaze.
Un forse non ancora conosciuto ai più, ma che promette già molto bene. Ne è un’evidente testimonianza Carillon, che vede la giovane artista inglese collaborare con Achille Lauro.
Il suo nome d’arte nasce dalla fusione del nome di battesimo con quello della nonna materna Hazel: cresciuta in una famiglia amante della musica, ha avuto la possibilità di vivere la sua passione, fino a decidere di intraprendere la carriera di cantante e autrice.
La perfetta conoscenza di inglese e italiano le permette di scrivere brani che miscelano perfettamente le due lingue, in una fusione che musicalmente sembra renderla una lingua sola. A questo si aggiunge la voglia e la capacità di uscire dagli schemi dei generi all’insegna della contaminazione.

Prodotto da Boss Doms, Carillon e masterizzato a Las Vegas da Luca Pretolesi, il brano è stato pubblicato da Elektra Records/Warner Music, storica etichetta americana che ha scelto Nahaze come prima firma per la prima pubblicazione nel nostro paese.

Immersi in scenari astratti e simbolici, nel videoclip troviamo un dialogo costante con Nahaze, Achille Lauro e Boss Doms, unici attori all’interno del film che ruota intorno alla ricerca della luce.

“Ho pianto in discoteca”, le lacrime stroboscopiche di Sem & Stènn e CRLN


Cosa succederebbe se Sem&Stènn incontrassero CRLN sotto le luci stroboscopiche di un dancefloor in una serata di lacrime?
Per farsene un’idea basta ascoltare Ho pianto in discoteca, il brano nato dalla collaborazione tra lo scintilloso duo elettropop e la cantautrice marchigiana.
Un punto d’incontro trascinante e passionale per i tre artisti che hanno in comune anche l’aver subito episodi di discriminazione durante due delle loro esibizioni nel 2018: CRLN all’Indiegeno Fest (ME) prima del live di Gemitaiz, Sem&Stènn al Wired Next Fest di Milano.

Se vi siete mai ritrovati a versare lacrime sulla pista da ballo, sappiate che non siete stati gli unici…

Achille Lauro senza sosta: dopo il rock di “1969”, arriva la dance di “1990”

Vulcanico Achille Lauro!
Dopo la fortunata partecipazione a Sanremo e a neanche 6 mesi dall’uscita di 1969, l’artista romano è già ponto a inaugurare una nuova era discografica.
Con la consueta strategia del messaggio diretto rivolto alla stampa, Lauro ha annunciato l’uscita in radio del nuovo singolo, Delinquente, ma soprattutto ha anticipato i suoi prossimi progetti: dopo il samba-trap di Pour l’amour e il rock di 1969, la prossima svolta del rapper e cantautore sembra che sarà… la dance!
Il nuovo album ha già un titolo, 1990, un tributo al decennio glorioso della italo-dance, ma anche l’anno di nascita di Lauro.

“Ciao,
sono felice di scrivervi di nuovo. Continuo a ringraziarvi per quello che è stato fatto per me quest’anno, è così incredibile che, anche se dovesse interrompersi, comunque vi sarei debitore per sempre.
Sono successe tante cose. 1969 è stato un disco apprezzato da tantissime persone, comprese voi. Da oggi è in radio Delinquente, un brano punk / rock and roll a cui personalmente sono molto legato perché lo considero parte fondamentale dell’anima dell’album. Poi il tour, che parte ‪il 3 ottobre da Firenze e arriva a Roma (per due date), Milano, Bologna, Venaria Reale e Napoli. Con me ci saranno anche degli amici, dei colleghi e ovviamente sempre Boss Doms. E poi un grande onore, aprire il Premio Tenco ‪il 17 ottobre.
Ma tutto questo lo avete visto sui miei social, lo sapete già.
Vi scrivo per dirvi una cosa nuova.
Avrei potuto continuare su questa strada e ricalcare all’infinito lo stesso sound. Ma la mia mente va altrove.
Quello che ci imprigiona in qualcosa ci fa scomparire.
Il tempo è un’illusione.
Il senso d’amore, il senso del nulla.
Questa piccola poesia ci accomuna.
A volte ho paura di accorgermi un giorno di aver sbagliato, di aver perso del tempo che non tornerà, di aver trascurato le cose importanti per vivere una vita che non esiste.
Mi sto fidando di voi.
Siete i primi a cui svelo che sto fondendo tutto in un unico insieme.
Non esiste più nulla per me, i generi musicali sono solo gabbiette per topi.
Pop, punk, rock, grunge, musica contemporanea.
Sono un’unica cosa.
Sto tornando con un’anima intima, malinconica, che è parte della vita.
Sto prendendo i ricordi di quando ero bambino, che sono la parte migliore di noi, quella che forse tutti nascondono.
Quel dolce rimpianto che ci lega profondamente.
Sono nato nel ‘90.
Ricordo che da bambino, e poi da adolescente, la musica che ascoltavo creava emozioni talmente forti da diventare oggi un ricordo a tratti malinconico.
Erano gli anni delle boy band, la musica dance anni ‘90 dominava i dancefloor di tutto il mondo, con quel suo sound inconfondibile e quel suo spirito libero ed euforico, emblema di una giovinezza spensierata. Erano gli anni in cui sono comparsi i ‪Daft Punk, Corona, gli ‪Eiffel 65 e Gigi D’Agostino solo per citarne alcuni. Alla fine del 2017, dopo aver scritto Rolls Royce e quasi l’intero album 1969, i ricordi d’infanzia e della mia adolescenza mi hanno portato alla mente le sonorità anni ‘90 e la musica dance. È così che a gennaio 2018 abbiamo buttato giù il primo brano ispirato a ‪La Bouche.
Da lì il passo è stato breve e abbiamo iniziato a scrivere la musica che ascolterete nel futuro disco, chiaramente rivista a mio modo ed in chiave estremamente intima e autoriale.
Cosa vi sto svelando?
1990 sta arrivando.
Il prossimo passo mi vedrà volare negli U.S.A. per completare questo lavoro che mi auguro possa piacervi tanto quanto Rolls Royce.
Intanto un’anteprima del nuovo mood ve la svelerò durante questo tour. Spero ci sarete e che mi accompagnerete anche in questa nuova prova.
Spero di non deludervi.

Achille Lauro”

Rock, dance e luci blu. I Joe D. Palma e il nuovo singolo “112”

“Il tentativo è quello di creare una sorta di dancefloor di classe, tutto suonato, con un’anima profonda ma comunque pur sempre dalla percezione immediata ed ironica”.
L’intento dei Joe D. Palma è chiaro. Pop, rock e dance mescolati per accompagnare storie di tutti i giorni, come quella di 112, il nuovo singolo, racconto un po’ stropicciato di un ritorno a casa dopo una serata di sigarette, Campari e la sensazione che in fondo non va poi così male…. peccato solo per la paura di quelle luci blu…..

I Joe D. Palma nascono nel 2016, dopo alcuni mesi di attività live nel padovano registrano il loro primo EP Generazione Brucaliffo a inizio 2017, per poi legarsi a Libellula Press in estate. Nello stesso periodo inizia la collaborazione con La Clinica Dischi con cui lavorano al Generazione Brucaliffo Tour, che li porterà a suonare in varie città d’Italia ottenendo l’apertura ai concerti di Frah Quintale, Coma Cose, Galeffi, Pop X, Colombre, Management del Dolore Post-Operatorio, Giorgieness.

Dall’Estate 2018 entrano in studio per registrare il loro primo disco Tutto OK sotto la produzione artistica di La Clinica Dischi. Il primo singolo ad anticipare il nuovo lavoro è VHS, pubblicato il 5 aprile, seguito da Pop Corn.

Rispetto all’EP d’esordio, Tutto OK presenta arrangiamenti più strutturati e maturi.

Se Steve Aoki incontra i Backstreet Boys…


Steve Aoki
è uno a cui piace stupire e sorprendere, e che non deve avere troppa paura di uscire dai binari e accettare nuove sfide.
Non si spiegherebbe altrimenti la scelta di realizzare Let It Be Me, il nuovo singolo che lo vede collaborare in veste di produttore con un’istituzione del pop come i Backstreet Boys.
Il risultato è un brano pop-dance con qualche influenza tropica house, ma perfettamente nelle corde della storica boyband americana.

“Lavorare con questi ragazzi è stato così facile. Collaborare con un gruppo che ascolto da quando ero ragazzino è stato un momento memorabile per me. Questa canzone ha un bellissimo messaggio: l’amore vince sempre, alla fine. Sono davvero orgoglioso”, afferma Steve Aoki.

“Abbiamo avuto l’opportunità di trascorrere un po’ di tempo con Steve a casa sua, conoscendoci davvero e la canzone si è sviluppata in modo naturale da lì. Crediamo che tutti possano immedesimarsi nel messaggio che sta dietro al pezzo: si tratta di affrontare tutte le sfide che la vita comporta per stare con la persona che ami”, dichiarano i Backstreet Boys.