Sul pianeta “Chromatica” si balla parecchio, ma quanto durerà la festa?


Dite la verità, non ve l’aspettavate, vero? Dopo il country-pop di Joanne e la fortunata esperienza di A Star Is Born vi eravate abituati a una Lady Gaga decisamente più sobria del passato. Cresciuta, matura, forse anche un po’ imborghesita, lontanissima dagli eccessi barocchi e talvolta discutibili dei tempi di Born This Way e Artpop. Una lady insomma, nel senso più pieno del termine.

E invece no, Lady Gaga fa dietrofront e per il suo sesto album in studio apre le vecchie ante dell’armadio e tira fuori di nuovo gli outfit esagerati, un po’ kamp, decisamente baracconi con cui è diventata famosa, mentre per la musica passa dal rassicurante pop melodico alla dance più sfacciata, affidando la produzione a BloodPop®.

Già, perché Chromatica – questo il titolo del suo ultimo lavoro – è un iperconcentrato di dance-pop, come da parecchio tempo non si sentiva. Un album che sembra avere come unico imperativo quello di far ballare, ballare e ancora ballare, senza sosta. Un disco così i little monsters lo chiedevo da tempo alla loro diva.
Ed ecco che Lady Gaga è tornata per esaudire il loro desiderio, e lo ha fatto con la cifra stilistica che l’ha da sempre contraddistinta, quella dell’esagerazione: ascoltare Chromatica ha infatti un po’ lo stesso effetto che negli anni ’90 aveva far partire un CD di Hit Mania Dance, una sfilettata di brani destinati al dancefloor, che da un lato andavano benissimo per svagarsi per una serata, dall’altro rischiavano però di scivolare via nel segno dell’anonimato per lasciare posto al tormentone successivo.

Ed è proprio questo il problema di Chromatica: siamo davvero davanti a un disco degno di portare la firma di Lady Gaga? Puntare tutto sulla dance e sul mondo dei DJ era davvero la soluzione giusta?

Si è parlato di un ritorno alle origini, ai tempi d’oro di The Fame e The Fame Monster, ma se l’ispirazione sonora ha indubbiamente molto in comune, in Chromatica manca quasi del tutto l’effetto sorpresa di quei primi album e più che un lavoro realmente ispirato pare di ascoltare un esercizio di stile, per quanto ben confezionato.
A scandire lo scorrere delle tracce sono tre interludi di stampo cine-operistico permeati di archi, che sono anche gli unici momenti di relativa quiete tra una sezione e l’altra. In mezzo i brani si susseguono facendo eco agli anni ’90, età aurea della dance, tra house, EDM, techno e funk.
Tiene bene il tiro di Alice, che arriva appena dopo il primo interludio Chromatica I, seguito dal gustoso elettropop di Stupid Love e poi da Rain On Me, furbissimo duetto con Ariana Grande che strizza l’occhio alla nu-disco e che forse non avrebbe goduto di tanta attenzione se non fosse stato per i nomi delle due interpreti. Fun Tonight offre una bella prova vocale della Germanotta, pur non raggiungendo le vette di The Edge Of Glory.
Neanche il tempo di riposarsi con Chromatica II ed ecco il beat molleggiato di 911, farcito di giocosità elettroniche che tanto devono al passato (riascoltate la mai dimenticata Funky Town dei Lipps Inc. per farvene un’idea). Nulla di speciale il duetto con le sudcoreane BLACKPINK in Sour Candy, mentre house e funk la fanno ancora da padroni in Enigma e Replay.
Dopo il terzo interludio, l’ultima sezione dell’album parte con quello che è probabilmente il vero momento topico, Sine From Above, una cavalcata dal sapore quasi trance in cui Gaga prende per mano Elton John per portarlo sorprendentemente in un territorio musicalmente distante anni luce. E quel che più stupisce è che il risultato sbalordisce e funziona.
Il compito di chiudere è affidato a Babylon, altro pezzo figlio indiretto dei primi anni ’90 e altro momento funky-furbetto a cui sembra mancare solo una coreografia ufficiale di voguing per farne l’ennesimo inno queer.

In un progetto che sembra essere stato totalmente affidato a DJ e produttori e in cui il rischio di confondere le tracce una con l’altra è incombente, a portare valore sono i testi, l’elemento che più di tutti fa sentire ancora la presenza di Lady Gaga: Chromatica è il riassunto della sua storia, un racconto che passa dai momenti bui, dalla paure e dalla cadute per arrivare alla salvezza, portata inevitabilmente dalla musica.

Stilisticamente Chromatica è un album molto più affine al territorio europeo che a quello americano, e in questo va reso merito a Lady Gaga di aver fatto una mossa per nulla scontato. Quello che resta da capire è fino a quando durerà questa ostentata voglia di ballare, o se non era forse lecito aspettarsi uno sforzo di ingegno in più.

#MUSICANUOVA: Stefano Reis, House In The Night

Stefano Reis - House In The Night
Dopo aver fatto il suo ritorno lo scorso giugno con In The Music, Stefano Reis, identità in consolle del producer Stefano Riso, pubblica il suo nuovo singolo House In The Night su Atomizer Recordings, disponibile in esclusiva su Beatport e successivamente su tutti i digital store e Spotify.

Il producer continua così con coerenza il suo progetto musicale e si propone con un brano che gioca con tutta l’energia e la freschezza ipnotica della techno.

https://www.beatport.com/release/house-in-the-night/2343270

Ibiza balla con Pierpaolo Bonelli

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Pierpaolo Bonelli, Il DJ e pruducer attivo sulla scena techno italiana, si prepara a conquistare la pista da ballo di Ibiza.

In collaborazione con l’etichetta londinese Strakton Records capitanata dai due dj romani Federico Key e Joseph, l’artista suonerà in diversi party estivi, per il format “I am a RichBitch”, il giovedì con il Boat Party trasmesso live in streaming dal media partner Radio Globo e infine nell’appuntamento del sabato con il Benimussa Park, per l’IBZ Pool Party, con 5000 litri di schiuma sparati sul dancefloor del parco acquatico della Isla.

Queste le date in programma:
26 luglio – BOAT PARTY for I Am Richbitch in collaborazione con Beautiful People trasmesso in diretta su Radio Globo Ibiza & Italia
27 luglio – PRIVILEGE for I Am Richbitch
28 luglio – BENIMUSSA PARK for IBZ Pool Party
09 agosto – BOAT PARTY for I Am Richbitch in collaborazione con Beautiful People trasmesso in diretta su Radio Globo Ibiza & Italia
10 agosto – PRIVILEGE for I Am Richbitch
11 agosto – BENIMUSSA PARK for IBZ Pool Party

#MUSICANUOVA: Ben Khan, 2000 Angels

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Dopo gli EP 1992 e 2000, il DJ londinese Ben Khan rilascerà il primo album, 2000 Angels, entro l’estate.

Nel frattempo ha pubblicato la titletrack, accompagnata da un video dalle atmosfere oniriche e distopiche diretto da lui stesso.

Octavia EP: la techno oscura di Pierpaolo Bonelli

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Ipnosi techno.
Si potrebbe riassumere così la sostanza di Octavia, ultimo EP del producer Pierpaolo Bonelli pubblicato per la londinese Strakton Records.
Due tracce oscure, Octavia e Landing, costruite su fitte trame di sintetizzatori in loop, catene di beat e melodie lasciate sul confine.

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Luciano: il DJ cileno ai Magazzini Generali di Milano l’11 maggio

Venerdì 11 maggio la superstar cilena della consolle Luciano fa tappa a Milano presso i Magazzini Generali (via Pietrasanta 16), per uno show che animerà la pista fino alle prime ore del mattino.
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Acclamato come uno dei massimi esponenti della scena musicale elettronica globale, Il sound di Luciano è inconfondibile, caratterizzato da una originale combinazione tra sonorità techno e ritmi latini che lo hanno portato alla ribalta in patria, ma anche in Europa. Dopo alcuni dischi di grande successo e dopo aver fondato una sua etichetta, il noto dj ha firmato delle partnership con i club più importanti delle spiagge spagnole.

La serata sarà caratterizzata da un futuristico spettacolo multimediale e da un imperdibile party che grazie allo straordinario djset di Luciano promette di non far mancare tante altre sorprese.

I biglietti per il live show sono disponibili in prevendita su mailticket al seguente link http://www.mailticket.it/evento/13133 o acquistabili direttamente in loco.

Ad aprire la serata sarà lo special opening djset di Simone Liberali.

Prezzi: 15€ early bird
20€ 1st release ticket
25€ 2nd release
Orari live: 23:00 – 05:00

Per info e biglietteria:
info@magazzinigenerali.it
www.magazzinigenerali.org

Truth Of Mind: Mike Human esplora le verità della mente tra techno-ambient e deep house

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Dopo l’esordio con l’EP Mirage, Mike Human è tornato in consolle per dar forma al nuovo lavoro, Truth Of Mind.

Quattro tracce che tra suggestioni techno-ambient e sequenze di beat deep house raccontano un passaggio cruciale nella vita del giovane producer bresciano.

Si passa così dal tunnel oscuro di Malinconia alla rabbia, lo stress e la frustrazione espressi in Fury, di cui è presente anche un remix realizzato dal duo Tears Of Change, per finire con Confusion, l’episodio che ha segnato l’inizio del percorso di ricerca di Mike.
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Bresciano, classe 1995 e figlio di musicisti, Michele Polonini ha iniziato ad avvicinarsi alla musica suonando il basso e la chitarra. Dopo un’esperienza in una band punk-rock, ha scoperto il mondo dell’elettronica, restando affascinato dalle atmosfere della techno e delle deep house, che lo hanno spinto a specializzarsi nel sound engineering e nelle produzioni.

#MUSICANUOVA: Feder, Lordly feat. Alex Aiono

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Lordly
 è il nuovo, sballante singolo di Feder – all’anagrafe Hadrien Federiconi – realizzato in collaborazione con il cantante americano Alex Aiono (classe 1996!).

Dopo le hit Goodbye e Blind, Lordly è il terzo singolo del DJ di Nizza. Una miscela di house e techno che sarà la sigla ufficiale dei prossimi Handball World Tournament (Campionati mondiali di pallamano) che si terranno in Francia nel 2017.
Tra i remix ufficiali del brano, le versioni di Khaen, Magtfuld, MDZN, The Parakit, TRXD e Wielki.
Il successo di Goodbye e Blind ha portato Feder alla ribalta facendogli conquistare nel 2015 un NRJ DJ Award come Best New French DJ e lo ha portato inoltre a suonare al Tomorrowland in Belgio lo scorso luglio insieme a colleghi del calibro di Robin Schulz e Lost Frequencies.

BITS-SCOPRENDO: Aemil

BITS-SCOPRENDO: il piacere di scoprire, più o meno per caso, un artista, un disco o un brano da tenere d’occhio.
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Aemil è un progetto tecnopop-dark nato nel 2007 che cha il corpo e soprattutto la voce di Emiliano Benassi.
Tra brani originali e cover stravolte, Depeche Mode, Kraftwerk, Frozen Autumn, Rammstein e tutto il mondo anni’80 sono alla base delle sue influenze.
In questi anni Aemil è stato presente sui palchi di diversi locali delle province di Modena, Reggio Emilia, Parma e Mantova.

BITS-RECE: Mænifesto, Veni, Vidi, Vici. Quando Caligola sale in consolle

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
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Ci sono almeno tre grandi motivi per cui Veni, Vidi, Vici è un progetto a cui vale la pena riservare un po’ di attenzione.
Il primo è il suo carattere assolutamente fuori dagli schemi, frutto dell’ingenio del suo creatore, dietro a cui si cela Augustus Gregorio Rossi, che ha dato vita a un album d’esordio coraggioso, ambizioso, totalmente libero e che in nulla cerca di strizzarvi l’occhio.

Il secondo è la stridente commistione dei suoi elementi, vale a dire l’antica Roma da una parte e i suoni della techno dall’altra. Partendo infatti dalla grande storia della prima età imperiale, il nostro Augustus – e il nome già dice molto da solo – ci ha ricostruito sopra un mondo di suoni moderni, per non dire contemporanei. Non è certo la prima volta che un musicista si rifa all’antichità per trasportarla nel presente, in quella che di solito si definisce “contaminazione”. Di solito però ci si limitava a dare un tocco evocativo e misticheggiante agli antichi racconti, aggiungendoci semmai qualche tocco dark ed esoterico per insaporire la salsa. Pochissime volte però mi è capitato di assistere a un risultato simile a quello di Veni Vidi Vici, dove l’ispirazione iniziale viene bruscamente ribaltata, fatta filtrare attraverso una lente che la distorce, la smembra, la immerge in un acido compositivo allucinato, psichedelico, folle. Augustus Gregorio va a pescare nella Roma affaticata che usciva dalle guerre civili e si preparava a veder nascere l’impero – alla fine del I secolo a.C. – fino al governo dispotico di Caligola. Ne interpreta la crisi, le paure, gli squilibri sociali e politici: non è certo la Roma della gloria, dei trionfi e degli onori quella che si ascolta qui dentro. Semmai, è il regno del caos, scende una fitta caligine fatta di synth e di bit convulsi, tutto è soffocante, l’atmosfera è claustrofobica, in niente accomodante.
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Per ammissione dello stesso Augustus, l’idea per costruire l’album è arrivata osservando la situazione di grande incertezza che ormai da anni invade le nuove generazioni, un futuro nebbioso, che non lascia speranze, ma che anzi annulla ogni sforzo di specializzazione professionale: tutti problemi che lui stesso ha vissuto sulla propria pelle, anche quando si trattava di mettere insieme una band. Problemi, difficoltà, ostacoli, quasi sempre di natura economica. Eppure l’album si intitola Veni, Vidi, Vici, come una delle più celebri affermazioni che la storia attribuisce a Cesare: una frase lapidaria, a indicare un successo fulmineo, veloce, netto. È la speranza. La convinzione che tutto possa tornare a essere possibile.
Proprio come due millenni fa l’eterna Roma superò le follie divinizzanti di Caligola. E poco dopo i deliri onnipotenti di Nerone. La storia funziona per cicli, ce lo hanno insegnato.
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Il terzo motivo è la diretta conseguenza di tutto quello che ho cercato di dire fin qui: un progetto d’esordio, nato in totale libertà, e quindi indipendenza, e quindi figlio della perseveranza, ma che manifesta una forza così dirompente, merita almeno uno sguardo.
“Oderint dum metuant”, “Mi odino, purché mi temano”, pare abbia detto Caligola. E qui dentro quella paura suona vivissima.
L’unico rammarico è che tra i nove capitoli dell’album – rigorosamente numerati in romanico – manchi il tassello di Nerone: mi sarebbe piaciuto sentire il suono che Augustus avrebbe dato al grande incendio di Roma.

Immagino che la storia romana non ve l’abbiano mai fatta studiare in questo modo…