Skyline è la prima tappa del nuovo percorso di Loge è deciso a puntare ancora di più sulla sua schiettezza per mettersi ulteriormente in gioco ed evolvere artisticamente sperimentando, come in questo caso, nuove sonorità su cui far scorrere il suo rap.
Anche grazie alla base ipnotica di CRVEL, da tempo producer di riferimento di Loge, il brano trascina in un’atmosfera fatta di sogni, sonni perduti e riflessioni intime, un tratto che contraddistingue lo stile del rapper originario di Viareggio,
Loge, nato a Viareggio nel 1994, si appassiona presto al rap.
A 18 anni si trasferisce a Milano dove continua a coltivare la sua passione per la musica e cerca di dare stabilità alla sua “nuova” vita. Nel 2015 firma per Mondo Records, etichetta di Mondo Marcio, ma dopo poco più di un anno decide di lasciarla per avere il pieno controllo sulle proprie uscite.
Nel 2017 entra a far parte del neonato collettivo Doraemon Gang 500, capitanato da Vacca, e dopo qualche singolo, a fine 2018 pubblica il suo primo album ufficiale, “Cleanica”, tutto prodotto da Sk8 Beatz, a cui seguono, nel 2019, l’EP “Influencer” e altri singoli.
Il secondo album, “Exit”, esce in digitale a maggio 2020 e, appena sei mesi dopo, Loge ne pubblica un terzo, “La Belle Époque”, che, nella Deluxe Edition del 2021, si amplia e prende il sottotitolo di “Blackout”. All’inizio dell’estate del 2022 pubblica l’EP “Eretico Pensiero”.
A fine 2023 arriva invece il nuovo album, “Misteria”, 17 tracce con ospiti come Vacca, Inoki, Jangy Leeon, Drimer, Giovane Feddini, Dj MS e altri.
”Non siamo Broke è una presa di posizione, un imperativo indiretto a livello collettivo, una risposta forte verso chi ti pensa finito o dimenticato e prova a portarti lontano dalle tue passioni. È facile mollare se non senti fiducia intorno a te. Questo brano vuole essere uno stimolo a non arrendersi, a non avere un approccio estemporaneo alle passioni. È un inno per chi vuole e spero possa ispirarsi a queste parole, per i miei amici, per le persone che ho vicino e per quelle che non conosco ma che spero trovino uno stimolo in quello che canto”.
Dopo essere arrivato questo inverno tra i finalisti di Area Sanremo con il brano Prospettiva, Shori torna con Non Siamo Broke.
Un manifesto sulla ricerca di se stessi e sul non mollare mai, perché la passione non conviene, si vive, devi lottarci e metterti in discussione.
Questa traccia rappresenta il significato collettivo che Shori ha sempre voluto trasmettere con il suo progetto, trovando una nuova sintonia tra musica e testo.
“La musica ti da questa opportunità continua di rinnovarti, e ho capito ora come non mai che il valore nasce dall’insieme, solo così si vince, non c’è via di fuga da questa condizione.
Continuerò a bussare alle porte per molto tempo. Questo è il messaggio finale. È un manifesto corale, c’è un prima e un dopo questo pezzo, sia a livello di consapevolezza che di fame. È la musica che vivendola e assorbendola ti insegna qualcosa. Non Siamo Broke, non siamo finiti, non siamo a terra, dobbiamo mangiarci il futuro e tutte le opportunità che arriveranno. È l’unico ritorno che potevo pensare”.
Non Siamo Broke Non anco Non ancora E Non Siamo Broke Non anco Non ancora
Se ti consola son solo Solo con me questa sera Pieno di se Con la presa male Lecco la calle Ma è tutto normale Ho ancora tanto da dare Vorrei che non venisse sprecato Il talento in un attimo Sradico un albero Quante ne ho fatte Quante ne mancano Vorrei Vederci un filo piu lucido Spero sia l’ultimo Attacco di panico Essere meno Drammatico No non era un calo di zuccheri Mangia che poi li recuperi Come i minuti finali Calma che arrivano i numeri Scappo di corsa se arrivano i dubbi Ehi
Togli quei forse Dal vocabolario Togli quei forse Quante rincorse
Ci stiamo arrivando Quante rincorse Per ogni pensiero Scomodo Tossico Figlio del prossimo Passo che faro Raddoppio le dose
Non Siamo Broke Non anco Non ancora E Non Siamo Broke Non anco Non ancora E ritornerò Con ancora più forza Si ritornerò
Ritornerò Con ancora Piu forza Le darò un bacio Con ancora più bocca basta Con le scuse e bugie Con le fobie Se la buca è profonda Sarà Grossa la svolta flotta Tocca provarci allora ancora Non l’ho apposta Ma avevo voglia solo di Scomparire Questa notte Possiamo trovare le Paranoie giuste per sintonizzarci
E per ogni mio Bro Che ha provato a sfidarsi Senza provare a sfidare Da quelle gambe Ho preso distanze Mi hanno fatto male Non puoi Non puoi Non puoi Guardarmi cosi Cosi Non puoi
Non Siamo Broke Non anco Non ancora E Non Siamo Broke Non anco Non ancora Non Siamo Broke Non anco Non ancora Non Siamo Broke Non anco Non ancora
(No no non siamo Broke No non siamo Broke No)
Non Siamo Broke Non anco Non ancora E Non Siamo Broke Non anco Non ancora
BITS-RECE: Anitta, “Funk Generation”. Corto, sporco e cattivo
BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una mancata di bit.
Lo dico tranquillamente: non avevo nessuna valida ragione per ascoltare questo disco. Conosco discretamente l’artista, non vado particolarmente matto per il suo genere e nessuno mi ha commissionato la recensione. Se l’ho ascoltato – e ora ne scrivo, visto che ci ho investito del tempo – è perché scorrendo la tracklist in Spotify sono rimasto colpito dalla durata media delle canzoni.
Più che album, Funk Generation di Anitta è una scatola di cartucce.
Una raffica di 15 proiettili veloci come schegge, sparati a perdifiato, in neanche 40 minuti.
Si fa giusto in tempo a prendere confidenza con quella carica di bollenti ritmi carioca che tutto è già finito.
Il sesto album della star brasiliana più famosa al mondo (in questi anni almeno) nasce come un tributo al funk delle favelas: “Funk Generation incarna ogni sfumatura di questo genere musicale 100% brasiliano che ha plasmato il mio percorso sia come persona sia come artista”, ha dichiarato Anitta. “Il funk è radicato nella cultura di coloro che vivono nelle favelas brasiliane, da cui provengo, e spesso è stato ingiustamente giudicato come privo di valore artistico, persino associato alla criminalità organizzata. Riflette il classismo e il razzismo presenti nella nostra società. Io faccio parte di una generazione che ha abbracciato il ritmo, è uscita dalle favelas e ha conquistato il Brasile”.
Uno scopo più che nobile insomma, non fosse che terminato l’ascolto dell’album si fa fatica a dire cosa ne resta in testa a parte il bada bum bada bum bada bum. Tutto risulta così frenetico e i pezzi sono così – diciamolo – “simili” tra loro che distinguerli uno dall’altro diventa il vero esercizio dell’ascoltatore. Tra l’altro, sono di una lunghezza imbarazzante, che raramente ho visto in altri album: su 15 tracce totali, solo una supera i 3 minuti, e ben tre restano addirittura sotto i 120 secondi. Per dire, ci sono artisti che inseriscono nei propri album degli “Interlude” più lunghi. Già faccio fatico a farmi andare bene le mini-canzoni da 2 min e un tot che vanno di moda ora, figuriamoci se vedo un timing di 1.23 min…
Più che un manifesto funk, questo lavoro è un mosaico in cui le singole tessere si mangiucchiano a vicenda, si confondono, si appiattiscono pur nel loro fragore.
Se l’intento era far sentire il calore delle notti lungo le strade di Rio, la missione è stata centrata, così come è indubbio che volenti o nolenti ci si ritrovi a ondeggiare le spalle spinti da un esercito di percussioni che non lascia scampo. Ma soprattutto, Funk Generation è un’intricata selva di folklore carioca sporchissima, sudaticcia, lussuriosa e lussureggiante di contaminazioni urban, hip-hop, elettroniche, che sono poi la vera anima dell’album.
A un certo punto, in Ahi, spunta fuori pure Sam Smith, che qui però non centra proprio nulla e, anzi, appare pure un tantino a disagio nonostante la svolta dirty degli ultimi anni.
Da segnalare la citazione di Lose My Breath delle Destiny’s Child nel brano di apertura, che non a caso si intitola Lose Ya Breath. Un tocco gustoso, va detto.
Per il resto, è un po’ tutto come in una sveltina: focoso, travolgente, senza vera passione. E una volta finito passi a fare qualcos’altro.
Un racconto di un amore appena nato, ma già estremamente intimo. Calle Dos de Mayo è il nuovo singolo dei Jassies.
Fuori per Spaghetti Unplugged e distribuito da Ada Music Italy, il brano regala un senso del divino e della sua presenza aleatoria.
II protagonisti del racconto diventano eroi di un poema epico: all’interno di una stanza, si respira erotismo e si avverte un’intensa sintonia tra sguardi e corpi. Gli oggetti, la luce, i suoni e i silenzi si trasformano in strumenti propri dell’Eros.
“saprò come eccitarti frena le mani se non sarò leggero provo ad esercitarmi a decifrarti in braille invoco la cecità di Omero”
Calle Dos de Mayo prende vita tra la Spagna, l’Italia, la Turchia e la Tunisia, tra elementi esotici e familiari. Il singolo è un mix di contrasti tra un legame poetico, e un legame profondo che si eclissa sul finire del brano.
Dumi e Manci formano il nucleo principale della band: rap e voce. Grazie al feeling creatosi sin da subito, i due iniziano a scrivere pezzi originali in italiano che presto incontrano la chitarra di Giordano. Quest’ultimo, in sintonia con le vibes black, soul e funky della coppia, inizia a produrre le basi del progetto.
La svolta arriva durante una serata, in un locale a Roma: il trio, esibendosi, supera ampiamente la prova del live oltre che quella in studio.
Alla tastiera arriva presto Eleonora, pianista jazz che si aggiunge al team creativo e alla formazione. Aperti, eclettici e contaminati, il palco è l’habitat naturale dei Jassies.
BITS-RECE: Ainé, “Buio”. Un calendario per il dolore
BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
Ovunque andrai Portami con te in quella lacrima ma cosa posso fare se tutto mi ricorda quel disordine
(da Lacrima – Aprile)
In psicologia si dice che per metabolizzare un lutto occorra passare attraverso cinque fasi, cinque step necessari affinché la nostra anima possa assorbire e metabolizzare davvero il dolore.
Cinque passaggi la cui durata non può però essere stabilita da altri, ma solo da noi stessi. Perché quando c’è di mezzo un dolore, soprattutto se questo è sull’anima, sono solo la nostra forza, la nostra sensibilità, il nostro mondo interiore a stabilire i tempi per cancellarlo o trasformarlo in qualcos’altro.
Sulla trasformazione del dolore, causato da una separazione, Ainé ha costruito una sorta di calendario emotivo.
Un diario interiore fatto di giorni, mesi, stagioni, da attraversare passo dopo passo, nell’attesa che qualcosa cambiasse, lasciando fluire le emozioni, il tempo. Un movimento di sentimenti lungo un anno, che dal buio lo ha portato verso la luce, o meglio, alla consapevolezza che possa esistere un’armonia tra luce e ombra.
Poi, sopra questo calendario dell’elaborazione del dolore, ci ha costruito le sue nuove canzoni. Dodici brani, uno per ogni mese dell’anno.
Davanti allo specchio non mi vedo parla più forte non ti sento tutte le mie cattive abitudini bussano al tempo ma in questo momento tu
(da Disordine – Maggio)
Tutto questo ha preso forma in Buio leggero, un concept album rilasciato in due parti.
La prima, Buio, arriva adesso con le prime cinque tracce, che – come dichiara il titolo – coprono la fase più difficile del percorso.
Si parte dalle lacrime (Lacrima – Aprile), si passa per la perdita di tutti i riferimenti e i sostegni (Disordine – Maggio), e poi ecco riaffiorare la forza che si credeva perduta, il coraggio di affrontare la realtà (Scappare – Giugno), e soprattutto ecco che si rifà sentire l’amore per sé stessi (Giganti – Luglio), fino a ritrovare l’orgoglio (Pareti – Agosto).
Siamo in piedi nella notte Baci sulle labbra rotte Lo rifarei mille volte Sono qui per te
Prendi e te ne vai Non cambiamo mai Che cosa hai visto per scappare da me Che cosa hai visto per tornare da me
(da Scappare – Giugno)
Ad accompagnare questo sfaccettato racconto emotivo è un’attenta alchimia di nu soul e r’n’b, altrettanto sfaccettata e caleidoscopica.
Tra atmosfere in penombra, ritmi accomodanti e venature black, ogni brano è occasione per una diversa declinazione sonora: si va così dall’abbraccio soffuso di Lacrima, di stampo r’n’b, all’intimità acustica di Disordine, mentre la cadenze di Scappare attingono direttamente dall’hip hop old school. Il carattere più morbido di Giganti, a cui prendono parte anche Altea e Lauryyn, riduce gli arrangiamenti strumentali per lasciare più spazio agli intrecci vocali di matrice soul.
A chiudere la prima parte dell’album è Pareti, in cui tornano protagonisti i beat dell’hop hop.
Questa volta ho detto no Non te lo permetterò Di fermare le mie vibes Puoi provare a prendermi Togliermi il sorriso Non te lo permetterò
3D: il 19 aprile esce “Empirìa”, un album alla ricerca della bellezza
Un viaggio attraverso un’esperienza: vedere con i propri occhi la creazione di qualcosa, in questo caso non tangibile, destinato a durare in eterno.
Un omaggio alla bellezza, quella di fare musica.
“Empirìa è nato da un bisogno di esplorare, sfidare e catturare l’essenza più pura della musica che ho sempre fatto. La mia risposta all’insaziabile fame di autenticità, è emozione e melodia. Con questo album, ho voluto creare un riflesso sincero del mio viaggio personale, il mio inno alla bellezza musicale attraverso l’esperienza”.
Con questo manifesto di intenti, il produttore 3D ha annunciato l’arrivo del suo nuovo album, EMPIRÌA, in uscita il 19 aprile, con cui si propone di rappresentare la bellezza dell’arte musicale attraverso l’esperienza accumulata durante la sua carriera.
Anticipato dai singoli Experience feat. Jesto e Coming out feat. Achille Lauro, l’album è disponibile in pre-order e pre-save al link https://columbia.lnk.to/Empiria.
Il nuovo progetto sarà composta da 12 brani che uniscono stili e influenze differenti, e che vedranno la partecipazione di artisti del calibro di Achille Lauro, Nayt, Gemitaiz, Clementino, MadMan, Mezzosangue, Danno, Brusco, oltre a uno straordinario inedito postumo con Primo Brown.
Ma 3D ha voluto coinvolgere anche i nomi più promettenti della nuova generazione, per dar vita a un prodotto che attraversi generi ed epoche, lasciando al pubblico un masterpiece che segni un momento significativo per gli amanti della cultura hip hop e per coloro che apprezzano l’arte nella sua forma più pura ed espressiva.
Questa la tracklist:
“Vite da sogno” feat. Nayt
“Coming Out” feat. Achille Lauro
“Fuori controllo” feat. Primo, Grandi Numeri
“La guerra dei mondi” feat. Nayt, Danno
“Boom” feat. Leslie
“Ambientalista” feat. Dani Faiv, MadMan, Vegas Jones
“Tutte quelle volte” feat. Clementino, Brusco
“Zanza o canaglia” feat. 8blevrai
“69” feat. Gemitaiz
“War zone” feat. Kira
“Nevada” feat. Mezzosangue, Shari, Nayt
“Experience” feat. Jesto
Il progetto grafico del disco si ispira ad una rivisitazione dell’opera “Sensitiva” di Miquel Blay ed esprime la volontà di 3D di fondere talento, creatività e un profondo rispetto per la storia della musica e dell’arte.
Condividendone il significato più profondo, sia l’opera dello scultore spagnolo che quella di 3D vogliono rappresentare la bellezza dell’arte attraverso l’esperienza accumulata durante la propria carriera.
3D è un produttore, sound engineer e DJ romano. Storicamente legato al celebre Bunker Studio, che, fondato nel 2005, è diventato un luogo di incontro e di ispirazione per giovani talenti del rap capitolino.
Ha pubblicato tre album, dimostrando versatilità e capacità di creare sonorità innovative: “BlackJack”, “21 Motivi” e “Top”. Il producer, in ognuno di essi, ha mostrato una diversa evoluzione artistica e ha catturato l’attenzione del pubblico con il suo stile unico e originale.
Nel 2013, ha fondato VNT1, una prestigiosa etichetta discografica indipendente, diventata sinonimo di eccellenza e di qualità musicale, grazie alle ultime pubblicazioni, e i relativi successi, di Nayt.
“La mia testa non ha più pareti, non ha più barriere né confini. Riesco a vedere, riesco a sentire ogni profumo, chiudo gli occhi e mi godo la salita. Sono in cammino verso chissà dove, spengo la mente, i pensieri e accendo la pancia e le sensazioni. Questa volta ho detto no, non permetterò a niente e a nessuno di rovinare il mio viaggio. Te lo prometto. Questa volta vengo prima io. Me lo prometto. Stavolta dico di no. Ho spento la tua voce nella testa e ho ritrovato la mia.
Con ogni pezzo che raccolgo risalgo, e i sorrisi adesso hanno un altro sapore, perché la fatica della salita è miele. Mi chiedo ancora chi sono, ma da oggi rinasco da solo”.
Con queste parole Ainé descrive Pareti – Agosto, il suo nuovo singolo, seconda anticipazione dell’EP BUIO in uscita il 19 aprile dopo Scappare – Giugno.
In ogni canzone del nuovo progetto discografico, Ainé, uno dei più importanti esponenti del nu soul italiano, descrive le emozioni derivate, mese dopo mese, da una separazione importante.
In Pareti – Agosto si racconta la voglia di cercare un percorso libero e autonomo, districandosi dai fili che ci legano a qualcosa che oramai non esiste più.
Un pezzo personale, in cui l’artista attinge al proprio vissuto dando voce alla delusione scaturita dalla fine di una relazione e sfogando la rabbia nata dalla consapevolezza di essere stati ingannati. La penna dell’artista ripercorre i momenti difficili vissuti in un passato non troppo lontano: il rapper fa riferimento anche alla strada, alla sua famiglia e alla disillusione che spesso sembra attanagliarlo, dando vita a un brano estremamente intimo, figlio di una forte introspezione.
La produzione di SAB è affidata ancora una volta a Sick Budd, con cui Silent Bob è legato da un’amicizia e da una stima che si è tradotta in un sodalizio artistico ormai pluriennale.
BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
Si può dire che sia cresciuto a pane hip-hop, ma per il suo nuovo progetto Done ha scelto di sperimentare qualche nuovo sapore. O almeno, ha mischiato i gusti dell’hip-hop con le spezie della house music e del new jack swing.
Ascoltando infatti i cinque inediti di Popcorn – questo il titolo dell’EP – sembra chiaro che il ragazzo aveva una gran voglia di ritmo e per trovarlo ha guardato Oltreoceano.
I riferimenti sono quelli dell’America degli anni’80, brulicante di club e di dj, da cui partivano i suoni che avrebbero riempito le classifiche di tutto il mondo: un melting pot sonoro che faceva convivere hip-hop, r’n’b, funky e house sotto l’egida della libertà e della voglia di evadere.
Proprio come nelle croccanti tracce di Popcorn.
L’apertura con Scandalous imprime subito una luccicante impronta house, e nella testa iniziano a vorticare le luci della mirrorball; Denim Blu affetta il ritmo secondo i tipici stilemi del new jack swing (avete presente i successi di Janet Jackson tra anni ’80 e ’90?), Cielo rosso ha un sapore di hip-hop old school, mentre sul finale la carica dei bpm di Joan Mirò si riprende la pista.
Completano l’EP i dub mix di Scandalous e Denim Blu, per chi avesse ancora voglia di fermarsi un po’ sotto le luci stroboscopiche, fino all’alba.
Ci sono brani che hanno un destino segnato fin dall’inizio, e a cui il tempo regala il privilegio di crescere e diventare manifesti generazionali.
Era il 2008 quando Fabri Fibra – in occasione della reissue del suo quarto album, “Bugiardo” – pubblicava In Italia: un brano diretto e affilato, una critica senza sconti al “paese delle mezze verità”.
Non erano ancora gli anni in cui i rapper affollavano le radio e le classifiche: gli esponenti del genere che riuscivano a farsi spazio sulla scena mainstream erano casi isolati.
Oggi, 17 anni dopo, le cose sono radicalmente cambiate nel panorama musicale, a dettare le regole del gioco sono altri protagonisti, e ciò che un tempo era confinato alla nicchia e all’underground oggi occupa il centro della scena.
Lo stesso non si può dire purtroppo della situazione del Paese, al punto che il testo del brano suona tanto attuale quanto nel 2008.
“IN ITALIA 2024 è la dimostrazione di come una canzone, a distanza di 17 anni dalla sua pubblicazione, può avere ancora qualcosa da dire tanto da riuscire a farsi strada da sola e far sentire a tutti la necessità di rinascere in una nuova versione, con nuove voci e nuove rime”, ha affermato Fabri Fibra.
“Anche in un panorama dove il rap è cambiato, per suoni, flow e contenuti, In Italia ha un suono che funziona ancora oggi e le nuove strofe mie e di Baby Gang raccontano il nostro paese oggi, fotografano un’Italia ancora più complessa. Per chiudere il brano ci voleva qualcuno che potesse ricantare quel ritornello epico ed Emma è stata all’altezza del ruolo”.
Dove fuggi? In Italia Pistole e macchine, in Italia Machiavelli e Foscolo, in Italia I campioni del mondo sono in Italia
Benvenuto in Italia Fatti una vacanza al mare in Italia Meglio non farsi operare in Italia E non andare all’ospedale in Italia La bella vita in Italia Le grandi serate e i gala in Italia Fai affari con la mala in Italia Il vicino che ti spara in Italia
Ci sono cose che nessuno ti dirà Ci sono cose che nessuno ti darà Sei nato e morto qua Sei nato e morto qua Nato nel paese delle mezze verità
Ci sono cose che nessuno ti dirà Ci sono cose che nessuno ti darà Sei nato e morto qua Sei nato e morto qua Nato nel paese delle mezze verità
Dove fuggi? Dall’Italia Elegante borsa Gucci, dall’Italia Ferrari e Lamborghini, dall’Italia è pieno di maghrebini, in Italia Come? Fascisti e razzisti al comando, in Italia Ti accendi una canna puoi finire in una gabbia, prendi una condanna che non vedi più tua mamma, dal 2024 al 2040 Non è Chicago né Atlanta ma siamo in Italia, paese dei corrotti e della mafia, dove i tuoi soldi non sono sicuri in banca perché da un giorno all’altro possono finire in tasca Non è Renato Vallanzasca che intasca, ma qua chi si rapina sta in giacca e cravatta Lo Stato ci discrimina soltanto per la faccia, lo sanno che una penna può far più male di un’arma
Ci sono cose che nessuno ti dirà Ci sono cose che nessuno ti darà Sei nato e morto qua Sei nato e morto qua Nato nel paese delle mezze verità Ci sono cose che nessuno ti dirà Ci sono cose che nessuno ti darà Sei nato e morto qua Sei nato e morto qua Nato nel paese delle mezze verità
Dove fuggi? C’è una guerra ogni giorno al telegiornale Se fai soldi in Italia c’hai contro tutti Scendi in strada con gli amici a festeggiare, mani in alto puoi finire come Cucchi Per l’industria c’è una mente militare, Metal jacket sembra un film di Stanley Kubrik dimmi ancora quante rime devo fare, per sentirmi dire sei speciale Quante rime devo fare per non finire ad un talent, per non rubare, non spacciare, non sparare Perdo la fede, è un reato federale Peggio la rete o finire nelle retate nelle mani sbagliate, altolà Tortora una pioggia di lacrime color porpora Qui brucia la speranza quindi bro, soffoca Sei nato e morto qua, nato qua e morto qua
Ci sono cose che nessuno ti dirà Ci sono cose che nessuno ti darà Sei nato e morto qua Sei nato e morto qua Nato nel paese delle mezze verità (ti dirà) (ti darà) (ti dirà) (ti darà)