“In Italia 2024”: Fabri Fibra rivisita il suo brano-manifesto

Ci sono brani che hanno un destino segnato fin dall’inizio, e a cui il tempo regala il privilegio di crescere e diventare manifesti generazionali.

Era il 2008 quando Fabri Fibra – in occasione della reissue del suo quarto album, “Bugiardo” – pubblicava In Italia: un brano diretto e affilato, una critica senza sconti al “paese delle mezze verità”.

Non erano ancora gli anni in cui i rapper affollavano le radio e le classifiche: gli esponenti del genere che riuscivano a farsi spazio sulla scena mainstream erano casi isolati.
Oggi, 17 anni dopo, le cose sono radicalmente cambiate nel panorama musicale, a dettare le regole del gioco sono altri protagonisti, e ciò che un tempo era confinato alla nicchia e all’underground oggi occupa il centro della scena.

Lo stesso non si può dire purtroppo della situazione del Paese, al punto che il testo del brano suona tanto attuale quanto nel 2008.

IN ITALIA 2024 è la dimostrazione di come una canzone, a distanza di 17 anni dalla sua pubblicazione, può avere ancora qualcosa da dire tanto da riuscire a farsi strada da sola e far sentire a tutti la necessità di rinascere in una nuova versione, con nuove voci e nuove rime”, ha affermato Fabri Fibra.

“Anche in un panorama dove il rap è cambiato, per suoni, flow e contenuti, In Italia ha un suono che funziona ancora oggi e le nuove strofe mie e di Baby Gang raccontano il nostro paese oggi, fotografano un’Italia ancora più complessa. Per chiudere il brano ci voleva qualcuno che potesse ricantare quel ritornello epico ed Emma è stata all’altezza del ruolo”.

Dove fuggi? In Italia
Pistole e macchine, in Italia
Machiavelli e Foscolo, in Italia
I campioni del mondo sono in Italia

Benvenuto in Italia
Fatti una vacanza al mare in Italia
Meglio non farsi operare in Italia
E non andare all’ospedale in Italia
La bella vita in Italia
Le grandi serate e i gala in Italia
Fai affari con la mala in Italia
Il vicino che ti spara in Italia

Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Sei nato e morto qua
Nato nel paese delle mezze verità

Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Sei nato e morto qua
Nato nel paese delle mezze verità

Dove fuggi? Dall’Italia
Elegante borsa Gucci, dall’Italia
Ferrari e Lamborghini, dall’Italia
è pieno di maghrebini, in Italia
Come? Fascisti e razzisti al comando, in Italia
Ti accendi una canna puoi finire in una gabbia,
prendi una condanna che non vedi più tua mamma,
dal 2024 al 2040
Non è Chicago né Atlanta ma siamo in Italia,
paese dei corrotti e della mafia,
dove i tuoi soldi non sono sicuri in banca
perché da un giorno all’altro possono finire in tasca
Non è Renato Vallanzasca che intasca,
ma qua chi si rapina sta in giacca e cravatta
Lo Stato ci discrimina soltanto per la faccia,
lo sanno che una penna può far più male di un’arma

Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Sei nato e morto qua
Nato nel paese delle mezze verità
Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Sei nato e morto qua
Nato nel paese delle mezze verità

Dove fuggi? C’è una guerra ogni giorno al telegiornale
Se fai soldi in Italia c’hai contro tutti
Scendi in strada con gli amici a festeggiare,
mani in alto puoi finire come Cucchi
Per l’industria c’è una mente militare,
Metal jacket sembra un film di Stanley Kubrik
dimmi ancora quante rime devo fare,
per sentirmi dire sei speciale
Quante rime devo fare per non finire ad un talent,
per non rubare, non spacciare, non sparare
Perdo la fede, è un reato federale
Peggio la rete o finire nelle retate
nelle mani sbagliate, altolà Tortora
una pioggia di lacrime color porpora
Qui brucia la speranza quindi bro, soffoca
Sei nato e morto qua,
nato qua e morto qua

Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Sei nato e morto qua
Nato nel paese delle mezze verità
(ti dirà)
(ti darà)
(ti dirà)
(ti darà)

“Calipso”: il primo tormentone estivo è firmato da Charlie Charles e Dardust


La stagione dei tormentoni estivi 2019 è ufficialmente aperta.
Il primo candidato ad arrivare nelle radio è il nuovo singolo di Charlie Charles, co-prodotto insieme a Dario “Dardust” Faini.
Tropicale fin dal primo beat, Calipso è il risultato di un lavoro autorale che vede coinvolto nella scrittura e nella performance uno squadrone di artisti in assetto da battaglia: oltre a Charles e Dardust, alla realizzazione del brano hanno infatti contribuito anche Sfera Ebbasta, Mahmood e Fabri Fibra.
Quello che ne è venuto fuori è un singolone che fonde urban, trap e abbondanti dosi summer vibes, e che si annuncia come una delle canzoni protagoniste dei prossimi mesi.

Cruda verità e presunta incoerenza: ecco la Playlist di Salmo

Salmo foto digital - bassa1
In un’epoca in cui in Italia il rap non ha mai goduto di tanta esposizione e ormai da anni si contende la vetta delle classifiche con i fenomeni dei talent e con gli artisti del pop melodico, capita non di rado che i rapper abdichino alla loro stessa natura per piegarsi alle più bieche ed elementari regole di mercato, forse nel nome di una ancora più ampia visibilità. Nulla di male per carità, l’importante è dirselo chiaro in faccia.
Perché se è noto che uno degli elementi distintivi dell’hip-hop è quello di essere allergico alle censure e a ogni tipo di addomesticamento, è altrettanto sempre più evidente che molti rappresentanti nostrani del genere preferiscano spendere tempo ed energia per “dissarsi” tra di loro o indirizzare la presunta rabbia delle loro rime contro bersagli non sempre chiarissimi da individuare. Per non parlare della denuncia politica, praticamente assente nella maggior parte dei dischi rap italiani.
Poi, per fortuna, ci sono le eccezioni: Nitro, Noyz Narcos, Rancore, ma anche Fabri Fibra. E Salmo, il nome di cui si è più scritto e parlato nelle ultima settimane, quelle che hanno preceduto l’uscita del suo quinto album, Playlist.
Un disco ruvido, rumoroso, lucido, sardonico e oscuro. Abissale e introspettivo nel suo andare a scandagliare i fondali dell’anima per portare a galla il tema della depressione, tabù tra i più inviolabili non solo nella musica, ma che Salmo affronta a muso duro in Ho paura di uscire e con elementi ancora più autobiografici in Lunedì, il pezzo che chiude il disco con le poco accomodanti parole “La gente come me morirà da sola”. Ecco il rap che si spoglia e resta nudo con la sua verità, anche se questa è solo l’ultima in ordine di apparizione all’interno del disco.
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Al capo opposto dell’album, in apertura, il tono è molto diverso, impregnato di ironia, ma la lucidità è la stessa: il pezzo è 90 min ed è una una satira irruenta nei confronti dell’Italia mediocre, dove non si fa fatica a cogliere anche un riferimento alla xenofobia salviniana. Nessuna diplomazia di convenienza, le parole parlano chiaro.
Ma nel mirino di Salmo ci finiscono in molti, anche l’attuale scena hip-hop, con le classifiche dominate dai “rappusi” citati in Stai zitto, in featuring con Fabri Fibra e che ha fruttato anche un’inutile polemica via social con Biagio Antonacci. Cose che capitano quando c’è di mezzo un rapper e una buona dose di misuderstanding.
Molto discusso, per non dire contestato, è stato poi il featuring con Sfera Ebbasta in Cabriolet, per il quale Salmo è stato tacciato di incoerenza. E qui l’impressione è che sia il pubblico a non aver colto fino in fondo la mossa di Lebon, che in passato se l’era sì presa presa con la trap, ma solo per metterne in ridicolo gli stereotipi. Come dichiarato in un’intervista a Rolling Stone, per Salmo coinvolgere il trap king di Ciny non significa sconfessare se stesso, ma solo riconoscere il talento e il primato a colui per primo che ha saputo portare in Italia il fenomeno della trap. Insomma, una presunta incoerenza spazzata via dalle reali intenzioni di un artista ben consapevole delle proprie azioni, compresa quella di creare scompiglio tra i suoi stessi fan.

In Playlist c’è poi sorprendentemente spazio anche per l’amore, trattato al di fuori dei cliché in Il cielo nella stanza, in  duetto con Nstasia, e non si può non segnalare Tiè, un pezzo strumentale in cui Salmo si siede alla batteria e mette a frutto più che altrove tutta l’eredità hardcore coltivata fin dall’inizio della carriera.

Eccola la Playlist di Salmo: schiacciate play e sedetevi, ma sappiate che potreste non sentirvi così comodi…

Mahmood: adesso l’urban italiano ha la sua voce

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Quando lo abbiamo visto la prima a Sanremo nel 2016 dovevamo ancora metterlo a fuoco, e lui, Mahmood, probabilmente lo sapeva. La sua Dimentica, presentata quell’anno in gara tra le Nuove proposte, era qualcosa di piuttosto distante dagli standard sanremesi: non era il solito pop, non era il solito pezzo di “belcanto” all’italiana, non era il cantautorato a cui eravamo abituati. Era qualcosa di lontano, di esotico: era r’n’b, un genere che qui eravamo pronti a sentir cantare dagli americani, ma prima di ricordarcelo nella discografia di un altro artista italiano dovevamo pensarci un po’.
Di tutto questo, ripeto, Mahmood doveva essere perfettamente consapevole, tanto che quando lo intervistai e gli chiesi notizie di un album, lui rispose candidamente “Quale album?”, perché in effetti in programma non ce n’era alcuna traccia.
Oggi che finalmente esce il suo primo EP se ne capisce la ragione. Gioventù bruciata arriva infatti a più di due anni da quel Sanremo: un periodo di tempo molto lungo e insidioso per un artista emergente, che lui ha saputo però sfruttare per elaborare bene il suo progetto. 
Nel 2017 è arrivato Pesos, poi un po’ a sorpresa c’è stata la collaborazione con Fabri Fibra in Luna, mentre quest’anno è stata la volta di Uramaki, rilasciato in primavera, e Milano Good Vibes, di sole poche settimane fa.
E se come interprete risultava sempre più chiara la direzione che il ragazzo stava prendendo, come autore le soddisfazioni non sono mancate, visto che Nero Bali, che porta anche la sua firma, è stato uno dei successi dell’ultima estate. E sua è anche Sobrio, contenuta nell’ultimo album di Gue Pequeno.

foto di Attilio Cusani
ph. Attilio Cusani

Quello che ci si presenta oggi davanti è un artista in piena evoluzione, ma con un’identità e una personalità molto ben definite: una promessa dell’urban italiano che si sta sempre di più trasformando in una conferma. I cinque pezzi del disco danno spazio alla poesia metropolitana e un po’ sfacciata dei singoli Uramaki e Milano Good Vibes, quest’ultimo ritratto decisamente alternativo della città meneghina, ma anche alle metafore giganti dell’incomunicabilità di Asia Occidentale (mi chiamerai sotto casa / farò finta di niente / come se io fossi l’Asia / e tu l’Occidente), mentre spiazza ritrovare di nuovo Fabri Fibra in Anni 90. Perché si sa che Fabri Fibra non è uno che i duetti li svende.
Mai figlio unico è invece il pezzo più personale ed entra nel vissuto di un ragazzo italo-egiziano vissuto nella periferia milanese.

La musica è un melting pot di r’n’b, pop ed elettronica, cesellata di dettagli tropicali ed esotici, anche se l’elemento che fa la differenza lo mette Mahmood con la sua voce: amorevolmente pigra, sorniona, sensuale, ammiccante.
La voce di una nuova era e di una generazione ormai abbastanza grande per farsi sentire.

Ecco, lo possiamo dire: l’urban italiano ha trovato la sua nuova voce.

Blue Karaoke: per Mecna, malinconia ben oltre il rap

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In un’epoca in cui la proliferazione del rap non accenna a diminuire, ma anzi riempie ancora di più le classifiche sotto la declinazione della trap, succede che i rapper stessi cerchino di svincolarsi dalle definizioni, un po’ per rinnovarsi e non rischiare l’oblio, un po’ per dimostrare la propria originale identità.

Poi c’è chi originale” e fuori dagli schemi lo è sempre stato, e in questo clima di continua rivoluzione urban rischia di trovarsi addosso definizioni approssimative.
Prendiamo il nuovo disco di Mecna, Blue Karaoke, per esempio, in uscita il 22 giugno: quarto capitolo discografico di una carriera e di un nome che dagli esordi del 2012 ha sempre conosciuto l’ascesa, ampliando sempre di più il proprio pubblico , ma soprattutto guadagnandosi una stima e una credibilità finora inattaccabili. Perché Corrado Grilli, questo il suo vero nome, è uno che ha sempre fatto il suo, dividendosi tra la musica e l’attività di grafico, che ha messo anche al servizio di diversi colleghi realizzando gli artwork dei loro album.

Lontano dalle faide – reali o mediatiche -, estraneo alla brama di visibilità che colpisce i nuovi “trappers”, dopo Lungomare paranoia del 2017 Mecna esce da Macro Beats e pubblica ora un disco che definire rap sarebbe limitante se non addirittura sbagliato.
Ci sono le rime, le barre, qualche intervento di autotune, ma soprattutto ci sono un mood e una scrittura che travalicano il rap è abbracciano l’r’n’b e il soul, l’elettronica, persino il pop in certi momenti. E c’è la melodia.
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“Questo è un disco che nasce da una rottura, come succede spesso”, esordisce Mecna nel presentare il nuovo lavoro, “perché si cresce, si cambia, si fanno delle scelte. Non è però un disco sentimentale”. La sua scrittura non ama i toni urlati, preferendo le atmosfere sommesse e intimiste, perché racconta tanto del suo autore, e l’introspezione è forse uno dei più resistenti fili che legano tutte le nuove tracce.
Lo si intuisce subito dalle confessioni di Senza di me, il brano che apre l’album, e poi si trova la conferma in Pratica o in Hotel, quest’ultima in duetto insieme a Fabri Fibra. Riflessioni in solitaria, notturne, meditazioni, flussi di coscienza, distacchi, amore.
Sì, amore.

Il titolo del disco, Blue Karaoke, Mecna lo spiega così: “Per quanto a volte sia una situazione trash, al karaoke si cantano canzoni rimaste nella memoria, i classici, ed è quello che mi auguro anche per la mia musica, al di là di questo album, che possa restare negli anni. Però nel mio caso è un karaoke triste, blue appunto, preso male“.
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Un po’ staccata da tutto il resto, e proprio per questo presenza lampante all’interno dell’album, è poi Ottobre rosso, una sorta di lettera aperta al mondo del rap: “Forse ascoltandola si potrebbe pensare che io volessi lanciare una critica al panorama hip-hop italiano. In realtà, questo momento di celebrità che il rap sta vivendo è positivo, perché permette a tutti di esprimersi, offre più spunti: più ce n’è, meglio è. Sarebbe bello se il rap in Italia riuscisse a sdoganarsi come in America o in Francia, dove il rapper non è più associato allo stereotipo del tizio con i pantaloni larghi e la bandana. Anche qui in Italia comunque si è creata una buona convivenza tra i rapper, più o meno pacifica”.
Ottobre rosso vede la partecipazione di Ghemon, che torna a collaborare con Mecna dopo diverso tempo: “Siamo cresciuti insieme, in un sodalizio, e l’ho sempre stimato, anche perché anche lui, come me, è sempre stato visto come un outsider, ma con la voglia di far parte di un movimento”.

Oltre a Ghemon e al già citato Fibra, completa l’elenco degli ospiti CoCo in Tu ed io, uno dei punti di maggiore sperimentalismo dell’album, insieme a Non sono come te. La chiusura è invece affidata a 31.09, terzo capitolo che segue le precedenti 31.07 e 31.08, e che va a formare una sorta di trittico sulla fine di una storia.

Tanti gli instore in programma a partire da venerdì 22 giugno, ma solo una data live, il 12 luglio al Circolo Magnolia di Milano: “Un tour estivo, all’aperto, non è adatto alle mie canzoni. Anche i fan lo hanno riconosciuto: c’è distrazione, invece per le mie canzoni serve un’atmosfera di raccoglimento”.
D’altronde, sarà anche un karaoke, ma pur sempre blue.

Instore tour:
22 giugno – Varese ore 15.00 – Varese Dischi Galleria Manzoni 3
22 giugno – Torino ore 18.30 – Mondadori Via Monte di Pietà 2
23 giugno – Milano ore 18.00 – Mondadori Piazza Duomo
24 giugno – Verona ore 18.30 – Feltrinelli Via Quattro Spade 2
25 giugno – Padova ore 15.30 – Mondadori Piazza Insurrezione XXVIII Aprile 45
25 giugno – Mestre ore 18.30 – Feltrinelli P.za XXVII Ottobre
26 giugno – Bologna ore 18.30 – Mondadori Via M. D’Azeglio, 34
27 giugno – Lucca ore 15.30 – SkyStone&Songs Piazza Napoleone, 22
27 giugno – Firenze ore 18.30 – Galleria del Disco Piazza della Stazione, 14
28 giugno – Roma ore 17.30 – Discoteca Laziale Via Mamiani 62
29 giugno – Bari ore 15.30 – Feltrinelli Via Melo 119
29 giugno – Lecce ore 18.30 – Feltrinelli Via dei Templari 9
30 giugno – Foggia ore 18.30 – Mondadori Via Oberdan 9/11
2 giugno – Napoli ore 18.00 – Feltrinelli Piazza Garibaldi
3 luglio – Palermo ore 18.30 – Feltrinelli Via Cavour 133
4 luglio – Catania ore 18.30 – Feltrinelli Via Etnea 285

Reggae, determinazione e lealtà: Boomdabash e la filosofia del barracuda

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ph. Flavio& Frank

Nell’immaginario collettivo, il barracuda è soprattutto uno spietato predatore dai denti aguzzi. Forse solo gli appassionati di ittica sanno però che questo è soltanto uno dei due aspetti comportamentali di questo animale, che se da una parte è giustamente noto per la sua voracità e per non risparmiare le sue prede, dall’altra possiede anche un’indole leale.

E’ proprio questo dualismo che ha spinto i Boomdabash ha far ruotare l’ultimo album intorno alla figura del barracuda: come l’animale infatti, anche il collettivo salentino si è sempre dimostrato leale, rifiutandosi di sgomitare e pestare piedi per arrivare a raggiungere un obiettivo, ma nello stesso tempo è rimasto sempre affamato e spinto dalla passione e dalla tenacia, soprattutto nei tanti momenti difficili.
Mentre ne parlano, i due vocalist Biggie Bash e Payà si riferiscono al progetto al singolare: “Più che una band, Boomdabash è sempre stato un collettivo di amici, ci sentiamo come le dita di un’unica mano: lavoriamo allo stesso progetto, ma ognuno arriva dalla sua esperienza e tutti siamo impegnati anche in altri progetti”. Basti pensare, ad esempio, che del collettivo fa parte anche Mr Ketra, metà del celeberrimo duo di produttori Takagi & Ketra, autori di alcuni dei più grandi successi italiani degli ultimi anni (tra gli altri, Roma-Bangkok e il recente Amore e capoeira), oltre che produttori proprio di Barracuda: “Non potremmo mai farci la guerra a vicenda, è come se giocassimo in campionati diversi”.
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Il nuovo album arriva a tre anni dal precedente Radio Revolution, e ha richiesto un tempo molto più lungo del solito, che è servito alla band per lavorare a un disco più maturo, in cui per la prima volta quasi metà delle tracce presenti sono occupate da featuring e tutte le tracce, da Gente del sud a Maria, Oro e asfalto, sono potenziali singoli.
Il primo nome che salta all’occhio è naturalmente quello di Loredana Bertè, che duetta con i ragazzi in Non ti dico no, il singolo che nelle ultime settimane ha conquistato le radio. Racconta Biggie Bash: “Quando abbiamo contattato Loredana non sapevamo come avrebbe reagito, poi abbiamo scoperto che lei ci conosceva già ed è stata felicissima di questa proposta. Loredana è stata innovativa già alla fine degli anni ’70, quando ha portato in Italia il reggae ancora prima di Bob Marley con … E la luna bussò, non potevamo non proporle di collaborare. In studio lei è una da ‘buona la prima’, e come noi non ha costruito la carriera pensando a un prodotto, ma a fare buona musica: è una ribelle, ci ha detto ‘voi salentini dovete lavorare molto più degli altri per guadagnarvi le cose’, ed è verissimo”. Continua Ketra: “Quando abbiamo ascoltato il brano per la prima volta sapevamo che sarebbe stato accolto bene, ma non pensavamo con questi risultati, anche perché non è il classico brano estivo, è più cupo”. 

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ph. Flavio& Frank

Oltre che per l’unione di pop e reggae, Non ti dico no si mette in luce anche per la tematica sociale che affronta, quella per la lotta contro l’omofobia, evidente soprattutto nel video diretto da Cosimo Alemà. Del resto, le tematiche sociali non sono certo nuove per Boomdabash, da sempre attento a lanciare messaggi importanti nei suoi brani: in questo disco lo fa per esempio anche nella titletrack, Barracuda, che tratta il tema del bullismo e che vede ospiti due fuoriclasse del rap italiano come Jake La Furia e Fabri Fibra. Continua ancora Biggie Bash: “Il reggae è per sua natura un genere di rivalsa, di denuncia sociale, e noi siamo anche salentini, abbiamo sangue greco nelle vene: siamo dei combattenti. Sentiamo una grande responsabilità verso i giovani, per questo ci teniamo a lanciare messaggi positivi nei brani”.
Un discorso diverso è per The Blind Man Story: “L’ho scritta ripensando a un dialogo che ha avuto con un carissimo amico non vedente – rivela Biggie Bash. Mi ha fatto capire che in realtà i non vedenti non sono dei disabili, perché noi, nelle loro condizioni, non sapremmo muoverci, invece loro riescono a fare tutto, come se avessero dei superpoteri. Abbiamo coinvolto Sergio Sylvestre perché ha una delle voci più belle e più potenti in circolazione: lo conoscevamo già prima che partecipasse ad Amici, e la sua presenza ha reso il brano internazionale”.

Parlando di reggae italiano non si può non pensare a un ambasciatore come Alborosie, ospite in Pon di riddim. E’ Payà a raccontare: “Lo abbiamo seguito per tantissimi anni, sperando sempre di incontralo, ma non è mai successo. Poi finalmente c’è stata l’occasione di suonare insieme nel 2017: durante il periodo trascorso insieme a lui abbiamo ricevuto tantissimi consigli. Anche se vive in Giamaica, è molto attento alla scena italiana: possiamo dire che il pezzo lo abbiamo costruito insieme durante il tour. Poter suonare con lui ci ha anche permesso di essere accolti nella scena giamaicana, di solito un po’ fredda verso i ‘white singers’ come noi che cantano in inglese o nel patois giamaicano, perché lì sei percepito come qualcuno che fa qualcosa che non gli appartiene, invece grazie ad Alborosie siamo riusciti a farci conoscere meglio”.
A proposito di patois giamaicano, emerge un aneddoto sul nome del collettivo: “Quando sono entrato io – spiega Biggie Bash – il nome c’era già, ma solo dopo abbiamo scoperto che nella lingua giamaicana scomponendo la parola Boomdabash si ottiene una frase di senso compiuto, ‘esplodi il colpo’”.

Riguardo ai recenti episodi legati all’immigrazione, la visione di Boomdabash non può che essere critica: “Non è un discorso politico, ma sociale. Quello che oggi accade con i briganti un tempo accadeva con i meridionali che volevano andare all’estero. I migranti vanno messi nelle condizioni di essere aiutati, e se è necessario è giusto che tutta l’Europa dia il suo aiuto, ma la questione non è solo la chiusura dei porti, è molto più grande”.

Determinazione, passione, tenacia, ma qual è stato in questi in cui il barracuda Boomdabash ha dovuto più che mai mostrare i denti? Biggie Bash non ha dubbi: ” Ce ne sono stati tanti, ma uno su tutti è stato nel 2008, quando stavamo per pubblicare il primo album: avevamo iniziato a farci conoscere con alcuni singoli e finalmente avevamo chiuso l’album. Pochi giorni dopo la fine dei lavori ci hanno rubato tutto il materiale e la strumentazione: non avevamo più niente e tutto il lavoro del disco era andato perso. Se non ci fossimo fatti forza a vicenda, mettendo in pratica quella mentalità un po’ folle di chi vuole far vedere quanto vale, oggi probabilmente il progetto Boomdabash non esisterebbe più. Abbiamo dovuto rifare tutto il lavoro in pochissimo tempo, indebitandoci per ricomprare tutta la strumentazione: un danno economico, oltre che morale”.
Per l’estate Boomdabash ha già in programma diversi appuntamenti dal vivo: “Il live è molto importante per noi, perché è il momento in cui un artista dimostra di avere valore. Se hai come unico fine il prodotto discografico, dal vivo non rendi e il pubblico lo sente: anni fa, quando ancora non ci conosceva nessuno, siamo riusciti a vincere un contest di Mtv Generation davanti a 100 mila persone a Torino proprio pero la nostra performance live. Abbiamo in mente un concerto carico, esplosivo, con un palco molto ampio: faremo divertire molto il pubblico, ma vogliamo anche offrire momenti di riflessione”.
Tra le idee, anche delle date in Europa e un live in cui coinvolgere i diversi ospiti che in questi anni hanno accompagnato Boomdabash: “Pensiamo a una sorta di Boomdabsh & Friends, da tenere probabilmente a Milano, visto che la maggior parte degli artisti vive lì”.

 

 

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ph. Flavio& Frank

Determinazione, passione, tenacia, ma qual è stato in questi in cui il barracuda Boomdabash ha dovuto più che mai mostrare i denti? Biggie Bash non ha dubbi: ” Ce ne sono stati tanti, ma uno su tutti è stato nel 2008, quando stavamo per pubblicare il primo album: avevamo iniziato a farci conoscere con alcuni singoli e finalmente avevamo chiuso l’album. Pochi giorni dopo la fine dei lavori ci hanno rubato tutto il materiale e la strumentazione: non avevamo più niente e tutto il lavoro del disco era andato perso. Se non ci fossimo fatti forza a vicenda, mettendo in pratica quella mentalità un po’ folle di chi vuole far vedere quanto vale, oggi probabilmente il progetto Boomdabash non esisterebbe più. Abbiamo dovuto rifare tutto il lavoro in pochissimo tempo, indebitandoci per ricomprare tutta la strumentazione: un danno economico, oltre che morale”.

Per l’estate Boomdabash ha già in programma diversi appuntamenti dal vivo: “Il live è molto importante per noi, perché è il momento in cui un artista dimostra di avere valore. Se hai come unico fine il prodotto discografico, dal vivo non rendi e il pubblico lo sente: anni fa, quando ancora non ci conosceva nessuno, siamo riusciti a vincere un contest di Mtv Generation davanti a 100 mila persone a Torino proprio pero la nostra performance live. Abbiamo in mente un concerto carico, esplosivo, con un palco molto ampio: faremo divertire molto il pubblico, ma vogliamo anche offrire momenti di riflessione”.
Tra le idee, anche delle date in Europa e un live in cui coinvolgere i diversi ospiti che in questi anni hanno accompagnato Boomdabash: “Pensiamo a una sorta di Boomdabsh & Friends, da tenere probabilmente a Milano, visto che la maggior parte degli artisti vive lì”.

Queste le prime date confermate:
23 giugno Bari, Acqua in Testa Music Festival
14 luglio Tuenno (TN), Piazzarolada,
27 luglio Azzano Decimo (PN), Fiera della Musica
28 luglio Senigallia (AN), Mammamia
5 luglio Montemiletto (AV), Le 4 Notti dei Briganti
9 luglio Vasto (CH), Baja Village
13 luglio Soverato (CZ) Noa Club
20 agosto San Foca (LE) Notte di Mare – Blu Festival 2018
25 agosto Milano, Magnolia
3 settembre Arena di Verona, RTL Power hit

Notti Brave: l’11 maggio l’album d’esordio di Carl Brave

Notti Brave è un disco che raccoglie tutta l’esperienza di vita e musicale che ho acquisito finora. Il disco spazia tra mood diversi tra loro, sperimentando melodie varie, ma stilisticamente sempre omogenee.
Dal punto di vista della produzione mi stimolava l’idea di far entrare nel mio mondo gli artisti che stimo e che da sempre ascolto, esplorando e confrontandomi assieme a loro.
Io amo e vivo la notte, di notte il mondo cambia, le persone si lasciano andare, si trasformano, e anche i rapporti personali cambiano, sei più consapevole di te stesso.
La notte è bipolare: galleggia tra caos e calma piatta, puoi perderti oppure ritrovarti”.
notti brave cover
Dopo aver rotto il ghiaccio con il successo di Polaroid insieme a Franco 126 e aver messo la firma su album di successo per i colleghi, per Carl Brave è arrivato il momento del primo album da solista, Notti Brave, in uscita il prossimo 11 maggio.
Un titolo che è già una dichiarazione di intenti, che gioca con il nome dello stesso produttore e songwriter romano.

Nelle 15 tracce dell’album, numerose collaborazioni eccellenti che vanno ben al di là dell’hip-hop, da Fabri Fibra a Francesca Michielin, Coez, Franco126, Emis Killa, Federica Abbate, Gemitaiz, Giorgio Poi, Pretty Solero, Frah Quintale, Ugo Borghetti, B.

L’album sarà disponibile in più versioni: CD standard, CD in edizione speciale limitata con autografo e custodia sagomata (esclusiva Amazon), doppio LP nero e doppio LP blu e giallo con autografo in edizione limitata (esclusiva Amazon).
carl brave - ph alessandro treves
Questa la tracklist:
Professoré
Fotografia (feat. Francesca Michielin & Fabri Fibra)
Camel Blu (feat. Giorgio Poi)
Parco Gondar (feat. Coez)
Vita
Noi
Pub Crawl
Malibu (feat. Gemitaiz)
Chapeau (feat. Frah Quintale)
E10 (feat. Pretty Solero 126 & B )
Bretelle (feat. Emis Killa)
La Cuenta (feat. Franco126 & Federica Abbate)
Scusa (feat. Ugo Borghetti & B )
Pianto Noisy
Accuccia

BITS-CHAT: Musica per salvarsi. Quattro chiacchiere con… Simone Da Pra

Foto Simone Da Pra_b (1)
Ogni dolore non ha spiegazione, e per ogni dolore non siamo mai preparati. Anche per quelli inevitabili, quelli che sappiamo che la vita ci sbatterà in faccia prima o poi: quando arrivano, il colpo si fa sentire.
A noi resta la possibilità di elaborarli per trarne qualcosa di buono. Qualcosa che a volte ha il suono e le parole della musica.
Così ha fatto Simone Da Pra.
Nel 2001, la morte di sua madre, avvenuta per mano di un uomo che non accettava il rifiuto alle sue avances.
Una tragedia a cui Simone, all’epoca adolescente, ha saputo reagire con il rap.
Il suo esordio nella musica è datato 2002 sotto lo pseudonimo Oxi. Dopo alcun lavori e collaborazioni con Ensi, Raige e Mondo Marcio, nel 2015 pubblica l’EP Libero, il primo firmato con il suo vero nome: all’interno, anche Potrei essere proprio lei, brano contro la violenza nato dalla sua tragedia familiare e realizzato con il patrocinio di Amnesty International, e L’amore è amore, manifesto contro le discriminazioni.  

Oggi, dopo un periodo difficile e la morte del nonno, Simone torna a dar voce alla musica con Passerà.
Foto Simone Da Pra_b
Vorrei partire dal titolo del tuo ultimo singolo, Passerà: va inteso come una presa di coscienza o come una speranza per te stesso?

Nasce come una speranza, in senso che se non credi possibile una cosa, quella non potrà accadere per puro caso o magia nera. Ma farei un passo indietro per capire meglio come sono andate le cose. Venivo da un brutto periodo, la perdita di mio nonno che per me è stato l’unica vera famiglia che abbia mai conosciuto. A quel momentaccio, come se non bastasse, si sono aggiunti ed amplificati i soliti problemi che mi portavo avanti da un’intera vita: a casa mia non si è mai parlato, non ho mai visto nessuno darsi un bacio, un abbraccio e purtroppo con qualcuno in particolare ho sempre avuto un pessimo rapporto; ed è proprio qui il punto, è una vita che mi sento deriso con battutine poco intelligenti a tavola e umiliato a parole, parole che oggi ho smesso di sopportare andandomene di casa perché purtroppo certe persone non cambieranno mai. Oggi vedo la cosa in maniera diversa, oggi ho la forza di guardare avanti ma in quel periodo non era così. In quel periodo quelle stupide parole sono state la ciliegina sulla torta, sono arrivato ad odiarmi. Avevo perso l’appetito, il sonno, le motivazioni e la speranza.

Nonostante questo non sia per te un vero e proprio esordio, possiamo considerare questo singolo come un nuovo inizio?
Questo singolo è a tutti gli effetti un nuovo inizio: Passerà è cadere 100 volte e rialzarsi 101. Guardare avanti, ricominciare a vivere e sognare. Artisticamente parlando poi c’è da dire che sono inattivo da tre anni, stare così tanto tempo nelle sabbie mobili decreta la morte di un artista, la gente si dimentica che esista e quindi anche sotto questo aspetto è un “ricominciare da meno di zero”, con più voglia e determinazione che mai.

E’ stato più difficile elaborare il dolore o scegliere di condividerlo con il pubblico mettendolo in musica? Non hai mai avuto paura di scoprirti troppo?
La paura mi ha sempre bloccato, in tutto. La paura uccide! In questa vita ho avuto paura di guardare in faccia la realtà dopo la perdita di mia madre, ho avuto paura di essere troppo diverso dagli altri, ho avuto paura di quella persona che non mi ha mai accettato e per anni mi ha soltanto sminuito ferendomi a parole. La paura stava ogni giorno dietro l’angolo e io lentamente soffocavo. La musica mi ha fatto scoprire così tanto che, al posto di questo singolo inizialmente, era previsto un mini album dal titolo Nudo, poi è nata questa canzone e ha cambiato un po’ le carte in tavola, musicalmente come nel privato.

Pensi di poter dire che la musica ti ha salvato la vita?
La musica mi ha salvato la vita più volte, per me scrivere è terapeutico, non importa se la gente vorrebbe più canzoni in cui si parla di patatine fritte, zucchero a velo, capelli colorati o erba pipa. Io non gli darò mai tutto questo, io scrivo per raccontare qualcosa, qualcosa che abbia senso di essere raccontato.
Simone Da Pra_cover singolo Passerà_b
Le sonorità del brano, che vedono anche il lavoro di Big Fish e Marco Zangirolami, sembrano ricondurre a uno stile ibrido, tra il rap e il nuovo cantautorato melodico. Ti trovi d’accordo? Chi sono i tuoi artisti di riferimento, quelli con cui sei cresciuto?
Sono cresciuto con una miriade di artisti a partire dai Sottotono e gli Articolo 31 fino ad arrivare a Fabri Fibra che in adolescenza mi ha sconvolto la vita, io volevo essere lui! (ride, ndr). Oggi non mi cambierei con nessuno al mondo, forse proprio perché per la prima volta non mi sento di assomigliare a nessuno e anche se la strada è ancora molto lunga trovo non ci sia niente di più bello dell’essere se stessi in un mondo di fotocopie. So benissimo comunque che dovrò lavorare molto su me stesso per migliorarmi.

Possiamo aspettarci presto un nuovo album?
Mi piacerebbe molto mettere insieme più pezzi ed avere un album tutto mio ma andiamo con calma, uno scalino alla volta, da qualche giorno a questa parte sento il richiamo alla scrittura, appena sarò un po’ più libero una di queste notti scriverò. Vediamo cosa ne uscirà. Mi piace pensare ad un nuovo singolo.

Qual è, oggi, il più grande augurio che fai a te stesso?
Stare bene, lasciare andare completamente le ansie, le paure e le persone negative. Non dimenticare mai più quanto valgo. Sorridere, vivere.

Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato dai al concetto di ribellione?
Ti ribelli quando qualcosa non va, quando sei messo alle strette o incatenato a qualcosa, ti ribelli quando ti vuoi bene, altrimenti te ne freghi e vivi passivamente, imbalsamato come questo nostro Paese che non cambia mai. Mi piace il termine “ribelle”, mi ci ritrovo molto. La ribellione è libertà.

Barracuda: il ritorno dei BoomdaBash tra Fabri Fibra e Jake La Furia

BOOMDABASH 1
I BoomdaBash si preparano a ritorno roboante. Anzi… affilato!
Uscirà infatti il prossimo 6 aprile Barracuda, il nuovo singolo della band salentina, che per l’occasione sarà affiancata da due autentici assi dell’hip-hop italiano: Fabri Fibra e Jake La Furia.
Prodotto da Takagi & Ketra, il brano – come nel tipico stile della band – mischierà elementi variegati, facendo incontrare raggae, soul, drum and bass e hip hop.
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Come dichiarato dalla stessa band, il nuovo singolo può essere letto come una metafora della carriera dei BoomdaBash, che nel corso degli anni si sono conquistati credibilità nel music show biz lottando in un mare di squali con tutte le proprie forze senza nessuna paura, proprio come dei barrauda. 
Il testo esalta il successo di tutte quelle persone che con coraggio sono riuscite a riprendere in mano la loro esistenza, lottando per la propria libertà, valore assoluto e inalienabile di ciascun individuo.

Il video sarà visibile da lunedì 9 aprile.

TRX Radio: la prima radio italiana dedicata al rap

TRX RADIO - credito fotografico di Alessandro Treves
Da tempo si parla in Italia della mancanza di un canale mediatico adatto a trattare il rap e tutta la cultura che ci sta attorno: un canale che ne sappia accogliere i diversi aspetti, per trattarli con la giusta competenza, magari coinvolgendo direttamente un gruppo di diretti protagonisti della scena.

Bene, oggi quel canale c’è.

Il 26 marzo è nata infatti TRX RADIO, la prima radio italiana dedicata esclusivamente al rap, nata sotto forma di app, la forma più vicina alle esigenze del suo pubblico, per regalare 24 ore su 24 la migliore musica rap attuale, passata e futura.

Ideatrice è Paola Zukar con Clementino, Fabri Fibra, Guè Pequeno, Marracash, Salmo ed Ensi, in veste di direttori artistici.
Le canzoni trasmesse sono accuratamente scelte e compilate dal team di artisti e di personalità della scena nazionale per offrire il panorama più ampio e completo del rap mondiale.
Per rendere ancora più speciale l’esperienza, ogni direttore artistico propone la sua personale playlist quotidiana, e tutte verranno trasmesse in orari differenti della giornata. Oltre a questi pesi massimi del rap, TRX Radio ospiterà di volta in volta le playlist dei brani scelti da molti altri artisti, italiani e internazionali.

TRX RADIO è completamente gratuita e disponibile da oggi ai seguenti link:
TRX Radio su App Store
TRX Radio su Google Play

L’app, disponibile per smartphone iOS e Android, è stata realizzata da Francesco Prisco e Francesco Zerbinati. Collaborano al progetto di TRX Lorenzo Ferri (programmazione), Samir Kharrat e Alessio Mastroianni di Visualazer con Paolo Fedele (social media), Giulio Bracci (sound designer) e Alessandro Treves (foto): un team tutto under 30.

Nel primo giorno. l’app ha registrato ben 30.000 download nell’App Store e 40.000 download in Google Play.

Per info e programmazione: www.trxradio.it