“Notti Brave è un disco che raccoglie tutta l’esperienza di vita e musicale che ho acquisito finora. Il disco spazia tra mood diversi tra loro, sperimentando melodie varie, ma stilisticamente sempre omogenee. Dal punto di vista della produzione mi stimolava l’idea di far entrare nel mio mondo gli artisti che stimo e che da sempre ascolto, esplorando e confrontandomi assieme a loro. Io amo e vivo la notte, di notte il mondo cambia, le persone si lasciano andare, si trasformano, e anche i rapporti personali cambiano, sei più consapevole di te stesso. La notte è bipolare: galleggia tra caos e calma piatta, puoi perderti oppure ritrovarti”. Dopo aver rotto il ghiaccio con il successo di Polaroid insieme a Franco 126 e aver messo la firma su album di successo per i colleghi, per Carl Brave è arrivato il momento del primo album da solista, Notti Brave, in uscita il prossimo 11 maggio. Un titolo che è già una dichiarazione di intenti, che gioca con il nome dello stesso produttore e songwriter romano.
Nelle 15 tracce dell’album, numerose collaborazioni eccellenti che vanno ben al di là dell’hip-hop, da Fabri Fibra a Francesca Michielin, Coez, Franco126, Emis Killa, Federica Abbate, Gemitaiz, Giorgio Poi, Pretty Solero, Frah Quintale, Ugo Borghetti, B.
L’album sarà disponibile in più versioni: CD standard, CD in edizione speciale limitata con autografo e custodia sagomata (esclusiva Amazon), doppio LP nero e doppio LP blu e giallo con autografo in edizione limitata (esclusiva Amazon). Questa la tracklist: Professoré Fotografia (feat. Francesca Michielin & Fabri Fibra) Camel Blu (feat. Giorgio Poi) Parco Gondar (feat. Coez) Vita Noi Pub Crawl Malibu (feat. Gemitaiz) Chapeau (feat. Frah Quintale) E10 (feat. Pretty Solero 126 & B ) Bretelle (feat. Emis Killa) La Cuenta (feat. Franco126 & Federica Abbate) Scusa (feat. Ugo Borghetti & B ) Pianto Noisy Accuccia
“2600 metros más cerca de las estrellas”, ovvero “2600 metri più vicina alle stelle”. E’ il motto della città di Bogotà e da queste parole prende avvio il viaggio dell’ultimo album di Francesca Michielin. Sono infatti per l’esattezza 2640 i metri di altitudine a cui sorge la metropoli colombiana, e proprio 2640 è il titolo scelto per il disco in uscita il 12 gennaio. Colombia, ma anche Bolivia, sono tanti i riferimenti all’universo tropicale presenti nelle tredici nuove canzoni della giovanissima cantante di Bassano del Grappa. Le anime che si incontrano – anzi, si incastrano – nell’album sono rappresentate visivamente dai tre triangoli visibili sulla copertina: il primo rosso, simbolo del vulcano, ovvero l’urgenza della comunicazione; il secondo azzurro, capovolto, è il mare, ovvero l’ascolto, la percezione; il terzo verde è la montagna, da dove Francesca proviene, ed è simbolo dell’immaginazione, “perché quando arrivi in cima alla montagna vedi il mare, e se non lo vedi lo puoi immaginare”. Comunicare, ascoltare, immaginare, i tre imperativi di Francesca Michielin per questa nuova era discografica. Al centro di tutto c’è il ovviamente il vulcano, con le sue esplosioni, la sua forza, il suo fascino misterioso: non è un caso che proprio Vulcano sia stato il pezzo scelto per inaugurare la nuova era. L’ispirazione è arrivata lo scorso anno, quando Francesca ha terminato il tour del disco precedente e si è ritrovata ai piedi dei colli Euganei per curare un raffreddore. Quei vulcani estinti l’hanno incantata, si è ritrovata a osservarli quasi in ipnotisi, provando a immaginare come dovevano essere quando al loro interno ribolliva la lava. Lava, come il titolo di un altro brano, il più violento, in inglese, dichiarazione di indipendenza femminile nel segno di un ribaltamento dell’immaginario comune che vorrebbe la donna soggiogata e relegata tra le pareti di casa. L’ispirazione questa volta è arrivata dall’ascolto di Tahiti della cantautrice Bat For Lashes, di certo non uno dei nomi che ci si aspetterebbe di sentire citati come modelli. Ma nonostante la giovane età (22 anni), Francesca Michielin non sembra una che abbia bisogno di essere imboccata.
A scuola, nelle ore di geologia ci hanno poi insegnato che dove oggi c’è una montagna una volta c’era il mare. Ecco allora gli spunti tropicali seminati qua e là e mischiati all’elettronica o all’urban. In Tropicale la spiaggia diventa il luogo del ritrovo, della festa, mentre il mare è la possibilità di evadere, di scappare. Esala gusti esotici anche in Tapioca, che su un tappeto sonoro che raramente si ascolta nelle produzioni italiane, inserisce nel testo anche versi in ghanese tratti da un canto liturgico di ringraziamento “dal basso verso l’alto”.
Non può infine sfuggire la componente sportiva, lampante in Serie B, pezzo ispirato alla retrocessione del Vicenza, prima vera delusione nella memoria della cantante, e nel conclusivo Alonso: in entrambi i casi, lo spunto serve per sviluppare efficaci metafore su chi si ritrova confinato nelle retrovie pur meritandosi il primo posto e su chi nonostante le sconfitte tira dritto con la stessa passione sanguigna. A firmare quasi tutti i pezzi è la stessa Michielin, con il decisivo apporto di Calcutta, Cosmo, Dario Faini e Tommaso Paradiso. 2640 si assaggia 2640 si piange 2640 si incazza 2640 si dice all’orecchio 2640 si viaggia 2640 si noleggia 2640 si tifa allo stadio 2640 non sta zitto. Mai Ma 2640 è prima di tutto un viaggio, “ma non uno qualsiasi, un viaggio per comunicare quello che si vuole dire anche senza le parole. Oggi è facile fraintendersi: la mia generazione può andare ovunque in un attimo, comunicare con tutti subito, eppure c’è qualcosa che abbiamo perso, e mi sono chiesta cosa”.
Un disco cosmopolita, profumato di tapioca, felafel e bar indiani, dove la famiglia prende il senso di comunità. “Io sono di qui, ma non sono di qui, ho il cuore sopra una montagna, il mare nella testa e un vulcano pronto a esplodere”.
Al via a marzo il tour nei palazzetti: 16 marzo – Parma (anteprima) 17 marzo – Milano
23 marzo – Torino 24 marzo – Brescia 25 marzo – Bologna 27 marzo – Trento 28 marzo – Roncade (TV) 31 marzo – Catania 5 aprile – Perugia 7 aprile – Maglie (LE) 8 aprile – Modugno (BA) 12 aprile – Roma 14 aprile – Napoli 15 aprile – Firenze
Zitta zitta, la Michielin torna in piena estate e piazza un pezzo elettropop da paura. Un concentrato di beat esplosivi…. come un Vulcano… e mai titolo fu più azzeccato!
L’unica cosa: Francy, la prossima volta chiedi a un grafico di farti la copertina… Questa l’ha fatta con Paint, vero??