BITS-RECE: Ainé, “Buio”. Un calendario per il dolore

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.

Ovunque andrai
Portami con te
in quella lacrima
ma cosa posso fare
se tutto mi ricorda
quel disordine
(
da Lacrima – Aprile)

In psicologia si dice che per metabolizzare un lutto occorra passare attraverso cinque fasi, cinque step necessari affinché la nostra anima possa assorbire e metabolizzare davvero il dolore.

Cinque passaggi la cui durata non può però essere stabilita da altri, ma solo da noi stessi. Perché quando c’è di mezzo un dolore, soprattutto se questo è sull’anima, sono solo la nostra forza, la nostra sensibilità, il nostro mondo interiore a stabilire i tempi per cancellarlo o trasformarlo in qualcos’altro.

Sulla trasformazione del dolore, causato da una separazione, Ainé ha costruito una sorta di calendario emotivo.
Un diario interiore fatto di giorni, mesi, stagioni, da attraversare passo dopo passo
, nell’attesa che qualcosa cambiasse, lasciando fluire le emozioni, il tempo. Un movimento di sentimenti lungo un anno, che dal buio lo ha portato verso la luce, o meglio, alla consapevolezza che possa esistere un’armonia tra luce e ombra.
Poi, sopra questo calendario dell’elaborazione del dolore, ci ha costruito le sue nuove canzoni. Dodici brani, uno per ogni mese dell’anno.

Davanti allo specchio
non mi vedo
parla più forte
non ti sento
tutte le mie cattive abitudini
bussano al tempo
ma in questo momento
tu

(da Disordine – Maggio)

Tutto questo ha preso forma in Buio leggero, un concept album rilasciato in due parti.
La prima, Buio, arriva adesso con le prime cinque tracce, che – come dichiara il titolo – coprono la fase più difficile del percorso.
Si parte dalle lacrime (Lacrima – Aprile), si passa per la perdita di tutti i riferimenti e i sostegni (Disordine – Maggio), e poi ecco riaffiorare la forza che si credeva perduta, il coraggio di affrontare la realtà (Scappare – Giugno), e soprattutto ecco che si rifà sentire l’amore per sé stessi (Giganti – Luglio), fino a ritrovare l’orgoglio (Pareti – Agosto).

Siamo in piedi nella notte
Baci sulle labbra rotte
Lo rifarei mille volte
Sono qui per te

Prendi e te ne vai
Non cambiamo mai
Che cosa hai visto per scappare da me
Che cosa hai visto per tornare da me

(da Scappare – Giugno)

Ad accompagnare questo sfaccettato racconto emotivo è un’attenta alchimia di nu soul e r’n’b, altrettanto sfaccettata e caleidoscopica.

Tra atmosfere in penombra, ritmi accomodanti e venature black, ogni brano è occasione per una diversa declinazione sonora: si va così dall’abbraccio soffuso di Lacrima, di stampo r’n’b, all’intimità acustica di Disordine, mentre la cadenze di Scappare attingono direttamente dall’hip hop old school. Il carattere più morbido di Giganti, a cui prendono parte anche Altea e Lauryyn, riduce gli arrangiamenti strumentali per lasciare più spazio agli intrecci vocali di matrice soul.
A chiudere la prima parte dell’album è Pareti, in cui tornano protagonisti i beat dell’hop hop.

Questa volta ho detto no
Non te lo permetterò
Di fermare le mie vibes
Puoi provare a prendermi
Togliermi il sorriso
Non te lo permetterò

(da Pareti – Agosto)

 

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