Mietta si è “persa” in una canzone a Milano…


“… e il mio profumo lo sento diverso,
ma forse non è il mio, forse non sono io…”

Una notte brava di musica nel cuore di una Milano un po’ “perversa”: “Una canzone stralunata, grintosa e passionale, l’ho sentita da subito mia, è arrivata al momento giusto con una ‘nuova’ Daniela, che ha voglia di rimettersi in gioco. Un brano che ricorda come, a volte, per ritrovarsi bisogna perdersi”.

Milano è dove mi sono persa , in uscita digitale il 28 giugno, è il brano che segna il ritorno discografico di Mietta.

Il videoclip, girato da Mauro Russo nel Salento, è la storia surreale di Daniela (Mietta), che si ritrova imbucata in una festa, con la musica che prende il posto dei pensieri, fino al risveglio, il giorno dopo, senza niente in testa tranne una canzone….

Amedeo Minghi, 50 anni tra ricordi e scoperte

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È partito tutto nel 1976, esattamente 50 anni fa.
Amedeo Minghi festeggia mezzo secolo di melodie e poesia. Un anniversario che in pochissimi hanno il privilegio di vedere in un mondo, come quello della musica, dove nulla è scontato e il sostegno del pubblico è forse l’unico elemento a segnare il destino di un artista.

Un evento che, dopo così tanti anni di canzoni, non poteva non essere celebrato, pur senza autoincensarsi: proprio per questo, dopo un periodo passato in un silenzio artistico solo apparente (“Non ho mai smesso di fare musica: sono più di 10 anni che non faccio un album di inediti, ma in questo periodo ho scritto musiche per colonne sonore e ho girato i teatri”), Minghi torna sulle scene con un grande progetto che ha affidato alle robuste mani di Sony Music. Arriva infatti sul mercato La bussola e il cuore, cofanetto in triplo CD che racchiude ben 41 brani tra inediti, successi rivisitati e rarità. Un progetto ambizioso e molto strutturato, suddiviso in tre parti ben distinte, come tre satelliti che ruotano attorno a un metaforico cuore musicale.

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Il primo disco, La bussola, è a tutti gli effetti un nuovo album, il primo dopo 11 anni, fatto di 10 inediti – due dei quali firmati Mogol – che mostrano il Minghi di oggi, un cantautore che non ha perso il suo tocco magnetico ed epico e la capacità di dar vita a melodie evocative.

Nel secondo capitolo, Il cuore, trovano 5 canzoni manifesto di una carriera prestigiosa, da 1950 all’irrinunciabile Vattene amore, ricoperte di una nuova veste. A queste seguono alcuni brani legati al percorso di fede del cantautore romano, come Non abbiate paura, ispirato alle parole di Giovanni Paolo II, Cantico delle creature e Domani, ispirata alla storia di Anna Frank, primo possibile spunto per un musical sulla storia della ragazzina tedesca (“Se Anna Frank fosse stata cristiana, oggi sarebbe santa, ecco perché ho messo questo brano tra quelli legati percorso di fede”). A chiudere, la versione orchestrale di Io non ti lascerò mai, l’inedito presentato nel 2014.
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Ma è soprattutto il terzo CD, Mappe, a riservare le sorprese più grandi: qui infatti trovano posto tantissimi brani che , per un motivo o per l’altro, non erano mai stati pubblicati o erano stati scritti per altri artisti. Curiosa, per esempio, la storia di Il gabbiano e la sirenetta, il cui testo è stato fortuitamente recuperato in un cassetto, ma di cui non si conosce l’autore: solo le esigenze burocratiche della SIAE hanno costretto Minghi ad attribuirsene la paternità. Ci sono poi Il coraggio di tornare, di fatto un inedito, scritta con Califano e solo recentemente riportata alla memoria del cantautore, o Ti perdo e non vorrei, riproposta in un provino per Rita Pavone e proprio per questo incisa in una tonalità adatta al timbro femminile che costringe l’artista a usare il falsetto. Mappe è poi l’occasione per riscoprire anche alcune pagine sperimentali, come Trimotore idrovolante, composta insieme al “genio visionario” di Gaio Chiocchio, con cui Minghi ha lavorato a lungo, e Sicura, composta per le tre voci dei Pandemonium, qui eseguite dal solo Amedeo e poi sovrapposte.

Molte tracce di questo CD provengono dalle cosiddette lacche usate un tempo per registrare le versioni appena abbozzate dei brani, per questo in molti casi è rimasto il suono della puntina che gratta sul disco.

La bussola e il cuore rappresenta quindi un riassunto del passato, ma apre anche la via al futuro: si tratta infatti solo del primo capitolo di un progetto che il 5 dicembre porterà Amedeo Minghi a uno speciale concerto a Roma, accompagnato dall’orchestra e preceduto dalle esibizioni di giovani artisti che reinterpreteranno in chiave personale alcuni brani del suo repertorio. A gennaio invece arriveranno i concerti nei teatri. Poi, con buona probabilità, un nuovo album.

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Niente Sanremo però: “Penso di aver dato a Sanremo tutto quello che potevo: ci sono andato come interprete, come autore e come ospite”, a cominciare da quel Vattene amore che è diventato il suo pezzo più celebre, ma che lui non doveva neanche cantare: fu solo per una questione di regolamento e per permettere a Mietta di essere in gara che vi prese parte. Paradossalmente, Vattene amore resta anche il brano più incompreso della sua carriera, con il riferimento a Mozart del “farfallone amoroso” che in pochi colsero, così come il “gattino annaffiato”, riferimento a uno sdolcinato spot della Barilla in onda in quel periodo.

E se fu 1950 a dargli la vera notorietà, la canzone che ha fatto di Minghi un cantautore è stata L’immenso.

Quanti ricordi, quante esperienze, quanta vita intrecciata all’arte ci stanno dentro a 50 anni? Tanti, tantissimi, eppure dopo mezzo secolo di musica si può ancora avere la voglia di pensare al prossimo passo da fare e al prossimo orizzonte da toccare. Con lo stesso entusiasmo.

Lo stesso entusiasmo che fa sì che l’ultima traccia di Mappe si chiuda con un fuorionda “insolito”….