
BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
Avete presente quelle giornate di fine primavera o inizio estate in cui il tempo è bellissimo, caldo, ma non ancora soffocante e afoso, anzi, le giornate sono piuttosto serene e ventilate, tutto sembra energicamente leggero? Spesso in giornate così capita he all’improvviso, nel primo pomeriggio, il cielo si rannuvola e arriva un temporale, giusto di 10 minuti, la temperatura scende un po’, l’asfalto sa di bagnato e sui vetri restano tutte le goccioline.
Ecco, Becker, EP di Debutto di David Boriani è esattamente così, come quei 10 minuti di pioggia a maggio.
Diretto discendente della scuola romana, musicalmente parlando si intende, Boriani fa il suo ingresso sulle scene con un mini album di sei tracce pop di forte impronta cantautorale: voce, chitarra, pianoforte, batteria e davvero poco altro, con vezzi elettronici ridotti all’essenziale e una certa semplicità nel raccontare storie con un linguaggio trasparente. Sono quelli che Boriani chiama i “piccoli batticuore quotidiani”.
E proprio come quei temporali di cui si diceva sopra, l’atmosfera di questo lavoro è vagamente uggiosa, ma non per riversarci addosso lacrime e depressione, quanto piuttosto per portare con sé una brezza freschissima, che fa quasi sorridere. Prendete per esempio È Francesca, il primo singolo, con il suo fraseggio ad elastico e i suoi giri melodici (il riferimento battistiano è abbastanza evidente), oppure Oggi, con la sua coperta di malinconia sottile come carta velina.
La pioggia sui vetri sa essere bellissima, vero?
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