Per amore della musica. Laioung inaugura il suo “Rinascimento”

“Per amore dell’arte e della musica”. Mentre parla del suo nuovo album, Laioung pronuncia questa frase più di una volta, e non si fa fatica a pensare che le sue non siano parole dettate dalla retorica. Che sia carico a mille per questo nuovo progetto solista è più che evidente, visto che è tutto un luccichio, dalla giacca tempestata di pietre agli occhi che emanano entusiasmo. Ma persino la sua voce brilla durante la conferenza stampa, tra parole pronunciate a raffica, barre piazzate all’improvviso e frammenti melodici intonati con precisione quasi chirurgica.
Il nuovo album si intitola Rinascimento, e il significato lo chiarisce subito direttamente lui: “Perché arriva dopo un periodo di Medioevo musicale, e porta qualcosa di nuovo dove tutto il resto era uguale. Con questo album ho voluto dare spazio all’arte e prendere ispirazione dalle sonorità internazionali”. Dopo Ave Cesare, primo lavoro solista uscito con il marchio di una major e dopo il potente progetto di Nuovo impero con il collettivo RRR Mob, questo disco sembra inaugurare a tutti gli effetti una nuova era, a cominciare dal cambio di etichetta, da Sony a Universal.

“Ho lasciato passare un po’ di tempo dall’ultimo album, ma d’ora in avanti vorrei pubblicare un disco all’anno: è giusto dare delle scadenze, abituare il pubblico ad avere un appuntamento”.
Pochi giorni prima di essere in Italia per presentare il disco, Laioung era in Brasile, a San Paolo, non solo per un periodo di vacanza: “Sono contento al 97% di essere tornato: in Brasile ho lavorato con altri artisti e ho potuto vedere che là non c’è razzismo, gli artisti si ritrovano in studio per amore della musica e non guardano alla visibilità o al numero di follower che hanno i colleghi. C’è una vera scena musicale, con la voglia di sperimentare influenze diverse. Oggi con Internet tutto il mondo è in contatto, tutti possono vedere quello che facciamo anche qui in Italia, e ci facciamo ridere dietro se copiamo quello gli americani. Invece gli artisti dovrebbero essere meno pigri e aprirsi a quante più influenze possibili, sperimentare, altrimenti si cade nel plagio. Ma se io ascolto cose diverse e cerco di prendere da tutte, creo qualcosa di nuovo: siamo tutti diversi uno dall’altro e dobbiamo prendere consapevolezza della nostra creatività. Potremmo prendere la tradizione musicale italiana e innovarla con la trap. Uno come Caparezza può essere messo su ogni stile, ha continuato a sperimentare, ed è per questo che lo apprezziamo tutti”.

Continua, e il discorso si allarga prendendo toni quasi filosofici: “Spesso mi rendo conto che manca la ‘fame’, ci si limita a copiare e chi sa di avere un talento non fa niente per migliorarsi, finendo così per essere superato da chi è mosso dalla passione. Non vince chi ha talento, vince chi lavora: l’unico modo per arrivare davvero a un obiettivo è quello di lavorare tanto e non mollare mai, svegliarsi, fare di tutto per raggiungere uno scopo, cercare sempre di migliorarsi. Prendiamo Justin Bieber: all’inizio nessuno avrebbe scommesso su di lui, era solo un ragazzino che non sapeva fare molto. Ma ha lavorato, si è impegnato, e guardate cosa è riuscito a fare”, e intona il ritornello What Do You Mean. “Tutti possiamo essere quello che vogliamo, ma dobbiamo sapere cosa vogliamo e come fare per diventarlo”.
E Laioung sembra aver avuto sempre molto chiare le idee: ”Troppo spesso gli artisti lavorano per entrare in un certo target, io ho sempre preferito seguire l’istinto. Non mi sono dovuto costruire un personaggio. Ho registrato il mio primo album in Canada, senza sapere cosa sarebbe successo, solo per amore della musica. Rinascimento arriva dopo aver già ricevuto diversi riscontri da parte del pubblico, è un disco frutto di una maggiore consapevolezza. Quello che voglio adesso, arrivato a questo umile punto di carriera, è continuare su questa strada, cercando di fare sempre cose diverse con grinta. Devo correre a prendermi quello che ancora mi aspetta”.

Nel “Laioung-pensiero” si delineano chiaramente anche tre elementi fondamentali per ogni canzone: “La melodia, cioè l’emozione, la batteria, cioè il ritmo, e il basso, cioè la vibrazione, il primo suono che abbiamo sentito quando eravamo nel grembo di nostra madre. Ecco perché il suono del basso piace a tutti”.

Nell’album tutte le tracce portano la sua firma per musica, parole e produzione, mentre tra i featuring compare solo il nome di Diawel: “Credo molto in lui. Ha scritto un bridge perfetto per 6 km per Marte, a cui segue subito Dentro un sogno, in cui il suo bridge diventa il ritornello”. E se la trap ci ha abituati al triangolo tematico soldi-donne-droghe, il “rinascimento” di Laioung si sposta molto oltre, arrivando a trattare anche un tema doloroso come quello dello sfruttamento dei clandestini nei campi di pomodori nel sud Italia in 5 euro per morire, la traccia che chiude il disco: “Ho capito che le pietre che avevo nel cuore potevano essere trasformate in gemme. Ho voluto raccontare una storia che ho visto con i miei occhi: sembra assurdo, ma nella provincia pugliese ci sono uomini trattati come schiavi, costretti a lavorare sotto 40 gradi pagati come schiavi. E sono clandestini, trattati come uomini invisibili. Nessuno fa niente, la polizia non riesce a intervenire. Mi è sembrato giusto inserire quella traccia, è una presa di consapevolezza”.

Stupisce invece che nell’album non trovino posto Nero su nero e Hang With Us, i due singoli usciti nei mesi scorsi. Non è ancora detta però l’ultima parola: Rinascimento uscirà infatti il 26 aprile in digitale, mentre prossimamente è attesa anche la pubblicazione del formato fisico, ampliata di alcuni brani.

#MUSICANUOVA: Laioung, In discesa

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Dopo il potente d’esordio con Ave Cesare: veni, vidi, vici, che lo ha posizionato tra gli artisti e produttori più interessanti della scena trap italiana, e dopo un’annata che lo ha visto impegnato nelle collaborazioni con Fabri Fibra, Guè Pequeno e Biagio Antonacci, oltre alla realizzazzione del primo album della RRR Mob, Laioung si prepara a tornare con un nuovo progetto discografico in uscita in autunno per Sony Music.
Ad anticiparlo è il singolo In discesa.

Le sonorità tipiche delle produzioni di Laioung si contaminano nuove tendenze latin trap, qui sperimentate per la prima volta, e le tematiche sociali, sempre al centro dei suoi lavori, vengono lasciate momentaneamente da parte per fare spazio a un brano che racconta il desiderio e le paure di vivere una vera storia d’amore.

Nuovo impero: The RRR Mob inaugura l'era della trap tra Italia e Africa

The RRR Mob (WEB)
Sono solo al disco d’esordio, ma hanno già dato una bella scossa alla scena hip hop italiana, e da qui in avanti hanno tutta l’intenzione di imprimere ancora più a fondo la loro impronta.
D’altronde, che The RRR Mob sia qui per fare sul serio e non abbia paura di niente lo si capisce fin dal titolo dell’album, solenne e minaccioso nello stesso tempo: Nuovo impero.
Se fino a qualche anno fa la trap si muoveva piuttosto silenziosa nel sottobosco musicale, oggi sta scuotendo la scena mainstream con colpi sempre più forti, contendendosi i piani alti delle classifiche con il pop e il rock: la nascita di un vero e proprio impero, dunque, una sorta di evoluzione più estrema dell’ondata rap che da ormai qualche anno è entrata a gamba tesa nel mercato discografico nostrano.
Ma quello della RRR Mob è un “nuovo impero” anche per motivi che vanno ben al di là della musica: si tratta infatti della prima crew interamente composta da italiani di seconda generazione. Un collettivo nato in Italia, a Torino per la precisione, dall’incontro di Laïoung, Isi Noice, Momoney e Hichy Bangz, tutti nati tra l’89 e il ’94 e tutti con alle spalle storie famigliari di sogni e speranze in fuga, immigrazione, clandestinità. Hanno conosciuto, e conoscono, l’ombra del razzismo, della diffidenza, del sentirsi stranieri, e la loro musica pulsa di tutto questo.
Il loro è un progetto di rottura e di sdoganamento culturale, che potrebbe addirittura trasformarsi in un modello per le nuove generazioni di figli di stranieri, ma anche per le nuove generazioni di italiani. Loro lo sanno, e mentre ne parlano nei loro occhi c’è il fuoco della rabbia e della passione, della voglia di farcela e della consapevolezza di potercela fare.
La sentono la responsabilità di essere i primi rappresentanti di un modello multiculturale diverso, e non ne hanno paura, anzi, per il loro pubblico vogliono diventare come dei fratelli maggiori, quelli che ti dicono cosa è giusto fare e di cui tu non puoi fare altro che fidarti. E oggi, la cosa giusta da fare è aprire gli occhi sul mondo, guardarlo in tutte le sue sfaccettature, in tutta la sua varietà umana. In una parola, integrare, anche nella musica. “Se ci pensiamo, nell’uso delle terzine e delle onomatopee la trap ha qualcosa che la lega all’Africa, ai suoni delle tribù. È un elemento che accomuna tutti gli afroamericani e quelli che hanno origini in Africa”, sottolinea Laïoung, “oggi si sta assistendo a un nuovo ritorno dell’Africa, il seme gettato secoli fa sta portando i suoi frutti, anche grazie a Internet”.
Nel suo obiettivo dichiarato di riempire un vuoto culturale e musicale, la trap della RRR Mob potrebbe assumere anche contorni politici e arrivare dove le istituzioni e l’opinione pubblica ancora vacillano.
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In Nuovo impero le lingue utilizzate sono quattro, talvolta all’interno dello stesso brano: c’è l’italiano, lingua d’adozione, l’inglese, lingua internazionale per statuto, il francese, lingua madre di Laïoung, nato in Belgio, e l’arabo, lingua delle origini comuni a quasi tutti i componenti della crew. Una convivenza pacifica, frutto di un lavoro di affiatamento tra tutti i componenti. È Isi Noice a spiegare: “Quello che ci interessava mantenere nel disco era la spontaneità. Ci fidiamo uno dell’altro e sappiamo che quando uno di noi propone qualcosa lo fa dando sempre il massimo per rispetto agli altri”. Fa eco Laïoung: “Produciamo tantissimo, ma per mantenere la genuinità ognuno deve trovare l’ambiente ideale per lavorare: io mi sono attrezzato con una postazione in casa. Perché devo per forza uscire? Registrare al momento mi permette di restare spontaneo, cosa che non farei se dovessi sempre andare in studio”.
The RRR Mob (WEB 02)
Nata nel 2013, The RRR Mob (il nome sta per The Real Recognize Real Mob) si è presto creata una grande credibilità nell’ambiente dell’hip hop, che oggi le ha permesso di avere nell’album ospiti come Guè Pequeno e Luchè, accanto a nomi meno noti come Malcky G e Sedrick (“Era con noi all’inizio, quando le cose andavano male, ed era con noi quando abbiamo lavorato all’album, c’è sempre stato: alcuni di noi hanno iniziato a fare trap in italiano grazie a lui, è uno zio e un nipote, doveva esserci”, dice orgoglioso Momoney), fino a rapper marocchini come 7Liwa, Inkonnu e The Wind.

L’album arriva a pochi mesi della pubblicazione di Ave Cesare: Veni, vidi, vici di Laïoung. Anche in quel caso nel titolo c’era un riferimento altisonante all’antica Roma. Un motivo in particolare? “In comune ci sono anche i riferimenti alla strategia militare. È come un film, una successione di capitoli: prima è arrivato Cesare, poi per Roma si è aperta l’era dell’impero”.
Ecco, ci siamo, l’era della RRR Mob è iniziata, e ci siamo dentro tutti.

Dediche e manie: il ritorno di Biagio Antonacci tra fantasia e pop multiculturale

'Dediche e Manie', l'ultimo cd di Biagio Antonacci.
Credit: Julian Hargraves)

Tra le parole che Biagio Antonacci pronuncia più spesso parlando del nuovo album, Dediche e manie, c’è “fantasia”, come a voler sottolineare che la sua musica arriva da qualche luogo non ben precisato, da qualche intuizione, da qualche azzardo.
E in effetti, ascoltando le 13 tracce del disco, o, come dice lui, “del CD”, l’impressione che arriva è quella di un pop-rock tutto sommato fedele allo stile del suo autore, ma che ogni tanto vuole sviare, uscire dai rettilinei per qualche incursione inaspettata.
In Dediche e manie queste deviazioni saltano subito all’occhio leggendo i nomi dei due ospiti: Mario Incudine e Laïoung. Il primo è un talentuosissimo esponente del cuntu, una sorta di rap atavico della tradizione siciliana, di potente portata emotiva: con lui Biagio duetta in Mio fratello, una sorta di parabola biblica del Figliol prodigo trasportata nei giorni nostri. Probabilmente, il primo caso di canzone pop italiana in cui il cuntu faccia la sua comparsa.
Laïoung porta invece il suo contributo in Sei nell’anima: in questo caso, è l’incontro di due diverse generazioni e due diverse culture musicali e geografiche. Laïoung è infatti uno dei più promettenti nomi della nuova scena trap italiana, e le sue origini hanno radici in Africa. È nato in Belgio, e nel brano le sue rime sono in francese, come ha voluto Biagio: “Ho conosciuto la trap grazie a mio figlio Giovanni. Quando ho chiesto a Giuseppe (il nome di battesimo di Laïoung, ndr) di fare una collaborazione, mi aspettavo che si limitasse a un piccolo intervento, invece si è proprio messo a scrivere una parte intera del pezzo”.
Dietro al loro incontro c’è anche un aneddoto curioso: i due infatti si erano incontrati già molti anni fa in Belgio, quando Laïoung era un bambino, e Biagio era stato intervistato da suo padre per una radio. A ricordare l’incontro, una fotografia con il piccolo Giuseppe seduto sulle gambe di Biagio.
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Ma a personalizzare il nuovo album è sempre e soprattutto lui, Antonacci. Se l’inizio, affidato a Il migliore, parte in acustico per finire quasi in elettronica, la conclusione dell’album si fa carico di due temi ingombranti: L’appello dei popoli getta uno sguardo sul fenomeno dei migranti, e Annina piena di grazia ci regala un lucidissimo e toccante ritratto femminile, accostabile a quello tragico e meraviglioso di Angela (era il 2002). In mezzo, tante storie, come Un bacio lungo una canzone, nata il 1 luglio guardando in tv il concertone di Vasco.
Come sempre, nella scrittura scarna di Antonacci la retorica trova difficilmente spazio, anche quando a essere al centro della scena è un protagonista usurato e inevitabile come l’amore.
Dediche e manie è disponibile su Amazon in un box speciale in 500 copie con CD, LP e musicassetta.

'Dediche e Manie', l'ultimo cd di Biagio Antonacci.
(Credit: Julian Hargraves)

Da dicembre, Biagio partirà inoltre con una lunga serie di concerti che lo vedrà impegnato fino a maggio.
Tour 2017-2018
Venerdì 15 dicembre 2017 – Firenze (Nelson Mandela Forum)
Sabato 16 dicembre 2017 – Rimini (RDS Stadium)
Lunedì 18 dicembre 2017 – Lugano (Pala Resega)
Martedì 19 dicembre 2017 – Genova (RDS STADIUM)
Giovedì 21 dicembre 2017 – Torino (Pala Alpitour)
Mercoledì 27 dicembre 2017 – Pescara (Pala Giovanni Paolo II)
Venerdì 29 dicembre 2017 – Acireale (Pal’Art Hotel) SOLD OUT
Sabato 30 dicembre 2017 – Acireale (Pal’Art Hotel)
Lunedì 8 gennaio 2018 – Bari (PalaFlorio) SOLD OUT
Martedì 9 gennaio 2018 – Bari (PalaFlorio) SOLD OUT
Giovedì 11 gennaio 2018 – Bari (PalaFlorio) SOLD OUT
Sabato 13 gennaio 2018 – Eboli SA (Pala Sele) SOLD OUT
Domenica 14 gennaio 2018 – Eboli SA (Pala Sele)
Martedì 16 gennaio 2018 – Reggio Calabria (Palasport)
Mercoledì 17 gennaio 2018 – Reggio Calabria (Palasport)
Venerdì 19 gennaio 2018 – Perugia (Pala Evangelisti)
Sabato 20 gennaio 2018 – Livorno (Modigliani Forum)
Martedì 23 gennaio 2018 – Pesaro (Adriatic Arena)
Mercoledì 24 gennaio 2018 – Mantova (Pala Bam)
Venerdì 26 gennaio 2018 – Padova (Kioene Arena)
Sabato 27 gennaio 2018 – Padova (Kioene Arena)
Dediche e manie
 Tour 2018

Venerdì 4 maggio 2018 – Bari (Pala Florio)
Mercoledì 9 maggio 2018 – Milano (Mediolanum Forum)
Giovedì 10 maggio 2018 – Milano (Mediolanum Forum)
Mercoledì 23 maggio 2018 – Roma (Palalottomatica)
Venerdì 25 maggio 2018 – Roma (Palalottomatica)

#MUSICANUOVA: The RRR Mob, Don’t Call Me

02 The RRR Mob (WEB)
Chi l’ha detto che la trap non è adatta ai tormentoni estivi?
Prendete Don’t call me, ultimo singolo di The RRR Mob, e avrete un concentrato di è energia e spensieratezza da vivere sotto al sol leone, con buona pace dei puristi.

Dopo Flus 2 (nessun limite), brano dedicato ai migranti in cerca di una vita migliore, Laioung, Isi Noice, Momoney e Hichy Bangz, fanno conoscere il loro lato più leggero, in pieno mood vacanziero.

Trainati dai successi solisti di Laioung, The RRR Mob – prima crew nata in Italia interamente composta da ragazzi di seconda generazione, meticci o figli di immigrati – hanno iniziato a lavorare al loro album d’esordio a Milano, città dove si sono trasferiti dopo vari spostamenti e vicissitudini personali.

RRR Mob, la nuova frontiera della trap italiana

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Laioung
, Isi Noice, Momoney e Hichy Bangz sono i componenti della crew RRR Mob, la prima nata in Italia interamente composta da ragazzi di seconda generazione, meticci o figli di immigrati e gli assoluti protagonisti della nuova ondata trap.

Trainati dai successi solisti di Laioung, i quattro hanno iniziato a lavorare al loro primo disco ufficiale, in arrivo a giugno per Sony, nello studio che condividono a Milano.
Le esperienze di ognuno dei membri di RRR Mob hanno contribuito a dare uno stile unico alla loro musica. Se la trap ha un forte senso di comunità, come sta dimostrando anche in Italia, RRR Mob è l’incarnazione definitiva di questo spirito: di fianco a Laioung, Isi Noice, Momoney e Hichy Bangz spesso ci sono compagnie di amici, creativi della loro generazione o altri trapper della scena.
Un po’ come si vede nel video di Wooh, il primo singolo, firmato da Alessandro Murdaca, in cui risaltano anche i capi d’abbigliamento disegnati proprio dai membri di RRR Mob.
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Laioung – rapper, trapper, cantante e produttore – nasce a Bruxelles nel 1992 da madre sierraleonese e padre pugliese, e vive in continuo movimento fra Bruxelles, Parigi, Londra, il Canada e varie città italiane.
Isi Noice – rapper e trapper – nasce nel 1991 a Casablanca (Marocco), arriva in Italia nel 2001 con la sua famiglia e cresce a Torino tra Barriera di Milano e Porta Palazzo, due quartieri difficili.
Momoney – rapper, trapper, cantante e produttore – nasce a Torino nel 1989 da una giovane coppia mista composta da un ragazzo del Senegal, arrivato da poco in Italia, e una ragazza italiana.
Hichy Bangz – rapper e trapper – nasce nel 1994 a Beni Mellal (Marocco) e, nel 2000, entra in Spagna con la zia sfuggendo ai controlli doganali per stabilirsi a Martorell (Barcellona) e poi, a undici anni, raggiungere il padre in Italia a Masserano (Biella) e passare i primi anni tra vari problemi familiari e disavventure in comunità.

Ave Cesare, il potente esordio di Laioung

02 Laioung (WEB)Madre sierraleonese, padre pugliese e un carisma fuori dal comune. Laioung, il cui nome d’arte deriva dalla fusione delle parole “lion” e “young”, è nato nel 1992 a Bruxelles, il suo vero nome è Giuseppe Bockarie Consoli, ed è l’astro nascente e già il punto di riferimento della scena trap italiana.
Il rapper, trapper e producer pubblica ora il suo disco d’esordio, Ave Cesare – veni, vidi, vici con 8 inediti e per la prima volta in fisico (2 cd con 18 brani).
L’album include Giovane Giovane, featuring di Izi e Tedua, Quello che voglio, e l’ultimo singolo Vengo dal basso, con la partecipazione di Guè Pequeno.
Nell’album trovano spazio anche un omaggio a Pino Daniele in Fuori (Je so pazz) e un Petrolio, che racconta danni provocati dal petrolio all’ambiente e l’importanza di sviluppare una coscienza ecologista, temi molto lontani da quelli solitamente proposti dal genere.
Cresciuto in una famiglia di artisti (nonno paterno tenore, madre cantante, rapper e straordinaria performer dal vivo, un padre con un passato da sassofonista-flautista in gruppi progressive anni ’70 e uno zio cantautore blues-soul), Laioung vive in continuo movimento fra Bruxelles, Parigi, Londra, il Canada e varie città italiane – tra cui Milano, sua base attuale, che cita a più riprese nel disco – e si definisce dunque un cittadino del mondo, tratto che si riflette sia nei suoi testi sia nei suoni e ritmi che produce.
_DSC7744col.jpgNella sua musica, Laioung riesce a distillare diversi generi e a incrociare differenti culture nell’intento di produrre un sound originale e lanciare un messaggio positivo. Un mix di personalità, consapevolezza, rivalsa, spocchia ma anche romanticismo veicolato da ritmi urbani con bassi di impatto e melodie distorte dall’autotune che hanno il sapore di un r’n’b quanto mai contemporaneo.
Oltre a mettere in campo la sua storia personale, ricca di esperienze e all’insegna del multiculturalismo, Laioung dà voce alle seconde generazioni, parlando di quartieri metropolitani occidentali ma anche di Africa, rivendicando la possibilità concreta di farcela partendo dal basso e senza contare su appoggi esterni, dando vice e sostanza ad un modello positivo per i tantissimi giovani di G2.
Laioung è membro fondatore di RRR Mob, il primo collettivo musicale nato in Italia interamente composto da ragazzi di seconda generazione, meticci o figli di immigrati. Due membri di RRR Mob, Momoney e Isi Noice, sono altri due ospiti in di un disco che è il biglietto da visita di una nuova personalità artistica, con una forza che arriva da una storia di vita vissuta che in Italia non si era mai sentita prima.
BOOKLET + abbondanze def_Layout 1
CD 1
Giovane Giovane Ft. Izi, Tedua (Prod. Laioung)
Senza Nessun Dubbio (Prod. Laioung)
Petrolio (Prod. Laioung)
6.000 € (Prod. Laioung)
Poco Ma Sicuro (Prod. Laioung)
Don Vito (Prod. Larry Joule & Laioung)
La Nuova Italia (Prod. Laioung)
Quanto Ci Tieni (Prod. Laioung)
Veri Per Sempre (Prod. Laioung)
CD 2
Vengo Dal Basso Ft. Guè Pequeno (Prod. Laioung)
Quello Che Voglio (Prod. Laioung)
Gente Sveglia (Prod. Laioung)
48 ORE Ft. Momoney e Sedrick (Prod. Laioung)
Fuori! (Je So Pazz) (Prod. Laioung)
Andrea Bocelli (Prod. Laioung)
Milano City Gang feat. Isi Noice (Prod. Laioung)
Porta Venezia (Prod. Laioung)
Soluzioni (Prod. Laioung)