BITS-CHAT: Le mie scelte di felicità. Quattro chiacchiere con… Emma

Quattro brani inediti e otto racconti scritti di suo pugno nelle pagine di un vero e proprio magazine: è la Boom Edition di Essere qui, nuova edizione dell’ultimo album di Emma pubblicato a gennaio.
“I repack fanno sempre bene ai dischi, non sono certo la prima ad averlo fatto. Se avessi voluto essere paracula avrei inserito qualche featuring, come va tanto di moda, ma non è mai stato nei progetti di questo album”.

Emma è così, vera e schietta, e quando parla sembra volersi spogliare di ogni difesa, quasi a mostrare più che nascondere le sue debolezze.
Fin dall’inizio dell’esperienza di Essere qui ha ripetuto quanto questo disco rappresentasse un passo avanti per lei, già dalla scelta di anticipare l’album con L’isola, un brano elettronico, molto distanze da tutto quello che aveva fatto fino a quel momento.
Poi è seguito un tour con un grandioso spettacolo portato nei palazzetti italiani, e che avrà un seguito con le nuove date fissate per febbraio e marzo 2019: “Ci sarà ancora l’Exit Club, ma questa volta non dovrò più chiedere il permesso per entrare perché nel frattempo sono diventata resident. Anzi, adesso sono io la proprietaria”. 

Perché Boom?
Perché è stata un’esplosione di idee: sono partita dall’8 capovolto che è diventato il simbolo dell’infinito e da lì mi è venuto lo spunto per il titolo. E’ una parola onomatopeica che siamo abituati a leggere fin da piccoli nei fumetti e rappresenta tutta l’esplosione che c’è stata intorno a questo progetto.

Cosa pensi che aggiungano al disco i quattro nuovi inediti?
Non aggiungono niente, sono semplicemente l’atto finale di un progetto che per me doveva essere così fin dall’inizio, ma che non ho potuto realizzare subito perché oggi i dischi con troppi brani sono difficili da portare avanti. Le canzoni erano già pronte, tranne Inutile canzone, che ho scritto all’ultimo momento tutta di getto: l’ho intitolata così perché dico cose talmente pesanti che almeno il titolo volevo che fosse leggero. Adesso Essere qui si presenta nella sua completezza.  

Come si svilupperà in futuro il progetto del magazine?
L’idea è di trasformare questo magazine in un appuntamento periodico, non legato all’uscita dei prossimi dischi, ma considerarlo una piattaforma che dia ai giovani la possibilità di esprimersi. In occasione del tour potrei inserire le foto migliori fatte dai miei fan, oppure potrei farmi intervistare nel backstage dai ragazzi che hanno voglia di scrivere e di cimentarsi in veste di giornalisti, e poi pubblicare le interviste sulle pagine del magazine. Già in questo primo numero ho pubblicato gli scatti live di due mie amiche appassionate di fotografia. In un’epoca in cui tutto corre veloce, questa può essere un’occasione per fermare nel tempo alcuni momenti. E’ un’idea un po’ romantica, me ne rendo conto.

Il titolo sarà sempre Boom?
Sì, la Boom si chiamerà sempre così. Ed è femmina.

Come hai lavorato a questi otto racconti?
Sono stati tutti scritti da me, non ho usato nessun ghostwriter: ho passato le vacanze vista Mac anzichè vista mare. Alcuni capitoli sono stati divertenti da scrivere, altri ho finito di leggerli a fatica perché mi sono molto emozionata. Non pensavo di riuscire a tirare fuori così tanto da me, e anche chi mi conosce da tempo è rimasto sorpreso leggendo queste pagine. Non c’era nulla di studiato, nessuno si aspettava così tanto materiale scritto, e avendo tutte queste pagine abbiamo potuto evitare di mettere tante immagini: non volevo uscire con il solito libro fotografico, magari sistemato da qualcun altro. Avrei venduto ai miei fan qualcosa di non vero, e alla mia età non ho voglia di farmi fare i compiti dagli altri: avevo tutto il tempo per realizzare il magazine, per cui ho voluto farlo esattamente come lo volevo, magari stando anche ore al telefono con il grafico per decidere i dettagli sui colori dei vari paragrafi.

Fin dalla prima presentazione di gennaio hai detto che questo è il disco più importante della tua carriera. Lasciando da parte tutte le considerazioni sulle vendite e le classifiche, a livello umano Essere qui ti ha dato tutto quello che ti aspettavi?
Questo è stato un anno durissimo, ma sono successi anche tanti piccoli miracoli, e ormai so che i cavalli vincenti si vedono alla fine della corsa. Sono sempre più convinta di voler restare in questo mondo: rimanere è difficile, ma ancora di più lo è mantenendo intatti l’istinto, la personalità e lo spirito con cui ho iniziato a fare questo lavoro, ancora prima di Amici. Forse da un punto di vista popolare e nelle classifiche si sta sempre un passo indietro rispetto a tanti altri, ma va bene così: questo è stato il mio disco X, sono arrivata a un bivio tra decidere se smettere di fare questo lavoro o continuare a farlo come voglio io, preparandomi le spalle larghe e lavorando tanto. Più volte mi sveglio la mattina con la tentazione di dire basta, ma poi la vita mi regala delle coincidenze che mi fanno capire che sto facendo bene, che il mio mondo è questo e che voglio continuare a fare musica senza farmi influenzare da quello che mi sta intorno. Sul piatto della bilancia Essere qui mi ha ripagato di tutto, a livello umano e artistico.

Più volte nel disco parli di coraggio: cosa significa per te?
Nella vita non ci sono scelte giuste o sbagliate, ci sono solo scelte. Io ho scelto di fare musica in questo modo e di diventare grande: ho un’età che mi porta a scrivere e a cantare in maniera diversa dal passato, e ci sta che non tutti siano pronti ad accoglierlo subito. Come si dice, se volevo piacere a tutti sarei nata Nutella, e forse non sarebbe bastato lo stesso. La differenza tra Amami e Inutile canzone è evidente: ho scelto di seguire questa maturazione, anche se riconosco che Amami è una bellissima canzone che si canterà ancora fra trent’anni. I cambiamenti spaventano tutti, ma io non voglio seguire l’abitudine, perché l’abitudine ti blocca: c’è chi non lascia un fidanzato per abitudine, o chi si sottomette a un lavoro sottopagato senza trovare una soluzione. Se una situazione non mi fa stare bene cerco sempre un modo per uscirne, sono così fin da bambina.

Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato dai al concetto di ribellione?
Essere qui è la mia ribellione.

Emma e le sue nuove sicurezze in Essere qui

EMMA_DSCF1987_foto di Kat IrlinNella carriera di ogni artista c’è un disco che segna l’upgrade, il momento della svolta, della “maturità” (vera o presunta), in cui il passato ha davvero il suono del passato e il presente ha tutta un’altra forma. Per Emma questo momento sembra proprio essere arrivato, e a testimoniarlo è il suo ultimo album, Essere qui, uscito a più di due anni dal precedente Adesso, che, a dirla tutta, i primi segni di un cambiamento e di una maturità già li lasciava vedere.
Dopo anni di attività ininterrotta, Emma si è fatta un regalo, quello del tempo, per capire dov’era arrivata e dove voleva andare: la rocker con il chiodo e la camminata “da dura” ha lasciato il posto a una donna che non teme di mostrare una nuova femminilità, anche per andare contro ai pregiudizi che la volevano eterna figlia del talent, la biondina carina incapace di trattare davvero la musica. Ha dovuto fare i conti con le insicurezze che l’hanno sempre accompagnata e si è scoperta più indulgente e più paziente, anche e soprattutto con se stessa. In più, è arrivato un nuovo modo di cantare (“non migliore o peggiore, semplicemente diverso, perché la voce ha dei percorsi suoi”).
Tutto questo è stato il punto di partenza per il nuovo album. Un disco molto eterogeneo nei suoni e nella forma. A confermarlo basterebbe notare come L’isola, il primo singolo, non ne sia uno specchio fedele: “So che di solito il primo singolo deve dare un imprinting all’intero disco, ma ho voluto fare una scelta forse un po’ folle, perché quando ho ascoltato per la prima volta L’isola, due anni e mezzo fa, è stata per me come un fascio di luce. Sceglierla come primo singolo è stato un modo per darle l’importanza che ha avuto per me e per la creazione di questo progetto. Le classifiche le abbiamo davanti tutti, ma non si può fare musica guardando solo a quelle, non si possono fare rivoluzioni senza morti e feriti. Vorrei anche che si imparasse ad andare più in profondità, a non giudicare un disco solo dal primo singolo”.
Emma-Cover-FINAL-ESSERE QUI
Dentro all’album, accanto ai manifesti di forza e coraggio, si parla di donne (Le ragazze come me), sesso, anche in maniera piuttosto disinvolta come in Effetto domino e cyber bullismo, come in Malelingue: “Non è tanto una canzone contro gli haters, perché non voglio dar loro troppa importanza, ma è soprattutto un manuale d’istruzione su come superare le critiche che arrivano da web. Ci sono persone che non sono state abbastanza forti e sono morte per gli attacchi ricevuti in Internet, invece bisognerebbe affrontare tutto con il sorriso e andare avanti”.

Tanti anche gli autori coinvolti, tra conferme e novità: da Roberto Casalino a Giulia Anania, Alessandra Flora, Amara, Giovanni Caccamo, Giuliano Sangiorgi.
Solo un pezzo invece porta la firma di Emma, Sorrido lo stesso: “Avevo scritto tanti altri pezzi, ma non ho voluto fare un disco autoriferito, preferendo dare spazio a brani di altri autori che mi sembravano più adatti in questo momento. Sorrido lo stesso l’ho scelto perché penso rappresenti bene quello che sono oggi”.
Grande varietà anche tra i musicisti che hanno suonato all’interno dell’album, da Paul Turner dei Jamiroquai a Ninja dei Subsonica, Lorenzo Poli, Luca Mattioni, Adriano Viterbini, Andrea Rigonat: “Non è vero che i musicisti appartengono a dei generi. I musicisti appartengono alla musica, e se uno suona blues non è vero che non può suonare pop, questa è un’idea che si fa chi guarda la musica dall’esterno. Suonare con questo gruppo di persone mi ha reso onorata, perché mi sono sentita trattata anch’io come una musicista”.
EMMA_DSCF2039_foto di Kat Irlin

Infine, la spiegazione del titolo, Essere qui: “Stavolta è arrivato molto tardi, mentre spesso capitava che trovassi il titolo dell’album prima di avere i pezzi pronti. Lo spunto mi è arrivato da una lettura, e mi è sembrata l’espressione perfetta per spiegare come mi sento: sono qui, a fare quello che amo di più, con le nuove certezze che ho trovato. Considero questo album come un nuovo punto di partenza. Tutto cambia, mi mette ansia ciò che resta per sempre. Se mi sentissi arrivata significherebbe che non avrei più nulla da dire”. 

Da maggio anche il nuovo tour.

Queste le date confermate:
16 maggio
 – Pala Lottomatica di Roma
18 maggio
 – Mediolanum Forum di Assago (Milano)
19 maggio
 – Pala Alpitour di Torino
21 maggio
 – Kioene Arena di Padova
23 maggio
 – Nelson Mandela Forum di Firenze
26 maggio
 – Pal’Art Hotel di Acireale (Catania)
28 maggio
 – Pala Partenope di Napoli

Biglietti già in vendita su TicketOne e dal 29 gennaio nei punti vendita tradizionali.

#MUSICANUOVA: Emma, L'isola

Cover singolo_L'Isola_EMMA
Eccolo, il primo grande colpo sparato dal 2018: il ritorno di Emma con L’isola, singolo che anticipa il suo sesto album di inediti, Essere qui.

Scritto da Roberto Angelini, Gigi Canu e Marco Baroni dei Planet Funk, il brano vanta, tra le altre, la partecipazione di Enrico “Ninja” Matta dei Subsonica alla batteria e Paul Turner dei Jamiroquai al basso.
Con uno spesso tessuto elettronico che rimanda a memorie moroderiane, al primo ascolto il singolo sembra suggerire un bel passo avanti nella ricerca sonora e nei testi.

Essere qui, il ritorno di Emma è fissato per il 26 gennaio

Il 1 gennaio Emma ha annunciato a sorpresa sui social il suo ritorno discografico con il suo sesto album di inediti, Essere qui, in uscita venerdì 26 gennaio per Universal Music.
EMMA_cover ESSERE QUI_b
«Mi sono presa il tempo necessario, il mio tempo. Il tempo di fare e di disfare, di suonare e di risuonare, di cantare e di ricantare, il tempo per capire. Il tempo per essere felice. […] Essere qui. Si chiama così questo nuovo album. Perché è già tantissimo esistere e fare ciò che amo di più. Essere qui e avere la possibilità di raccontarmi e di raccontare ed essere scelta e amata da così tante persone, talmente tante che un cuore solo non le può contenere. Essere qui e mostrarlo più che dimostrarlo. Essere qui dove sono sempre stata, su un palco o per la strada seduta su un marciapiede qualunque in un giorno qualunque, guardo l’orizzonte dove tutto inizia per me, senza mai una fine. Essere qui adesso è vostro. In ogni canzone ho messo una parte di me…spero la migliore! Grazie da sempre e per sempre».

La copertina è un’immagine che ritrae Emma per le strade di New York in uno scatto della fotografa Kat Irlin.
L’album sarà anticipato dal nuovo singolo L’isola, disponibile da venerdì 5 gennaio.