#MUSICANUOVA: Starley, Call On Me

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Call On Me
è il singolo di debutto della cantante australiana Starley.

Qualche anno fa la ragazza ha deciso di spostarsi a Londra, dove si è occupata di songwriting per più cantanti, ma dopo 5 anni torna nella sua Australia per lavorare nella azienda di famiglia, mettere da parte dei soldi e partire per gli States in cerca di un nuovo contratto editoriale.
Ritornata per l’ennesima volta in Australia, una sera sul suo letto scrive Call On Me, una canzone con un bel messaggio di speranza: “quando non senti di ricevere quello che desideri, non demordere, devi continuare a crederci perché prima o poi il tuo sogno si avvera”.
Il singolo piace, viene pubblicato in Australia e Ryan Riback si occupa del remix.

#MUSICANUOVA: NDPC, Daylight

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Gli NDPC sono Nicholas e Peter, due giovani amici di Bressanone. Per caso un’estate si ritrovano a lavorare nello stesso albergo con lo stesso scopo di guadagnare qualche soldo per comprarsi l’attrezzatura musicale.
I genitori di Peter hanno una loro piccola discoteca, così quando finiscono il loro primo lavoro possono dare il via alla loro serata chiamata “Heustadl” dove mixano tracce in totale libertà, senza preoccuparsi del volume o dei vicini. Dopo quell’estate finalmente i due hanno abbastanza soldi per comprarsi i loro monitors e per iniziare a produrre le loro prime colonne sonore per la pubblicità.

Iniziando a suonare dal vivo e a produrre musica insieme, arrivano alle loro prime pubblicazioni, e arrivano ad esibirsi sul palco e in festival come Club Max (Bressanone), Paradiso Disco (Brescia), Havanna Club (Torino), Life Club (Bolzano), Empire St. Martin (Austria), il Boom Festival e il Crazy Castle Festival.
Nell’estate 2016 producono la strumentale di Daylight e si impegnano per cercare un vocal contemporaneo, melodico e che possa essere anche radiofonico.
Il tutto prende forma quando conoscono Julia, 18enne della Bavaria, e Nathan, americano.
Entrambi scrivono un testo intero per il pezzo, ma gli NDPC decidono di prendere la strofa di Julia e il ponte di Nathan. Così è nato il testo definitivo di Daylight
Insieme a Jordan Brown, sono tra i primi artisti a firmare con Ministry Of Sound Italy.

#MUSICANUOVA: Otto Orlandi & ManyFew feat. Melanie Fontana, Don't Miss You

Arriva dall’Italia, si intitola Don’t Miss You ed è il nuovissimo singolo di Otto Orlandi, prodotto in collaborazione con ManyFew – duo di DJ e produttori svedesi composto dai fratelli Jacob e Victor Andersson – e con la partecipazione di Melanie Fontana, già parte – come autrice – di progetti importanti firmati da artisti come Britney Spears e The Chainsmokers, giusto per citarne un paio.

BITS-CHAT: Elettronica universale. Quattro chiacchiere con… FRENSHIP

A volte le via della provvidenza – in questo caso musicale – sono davvero infinite. Prendete per esempio il caso dei FRENSHIP, due californiano che dal 2013 si è fatto notare grazie all’elettronica fresca di brani come Knives, 1000 Nights, Nowhere e poi soprattutto con il singolo Captize. Le due anime del progetto, James Sunderland e Brett Hite, lavoravano da Lululemon, una catena di negozi specializzata in abbigliamento sportivo (“abiti per lo yoga”, specificano), lì si sono conosciuti e hanno dato vita a un progetto condiviso che nel 2016 ha dato vita al primo EP, Truce.
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Quando avete deciso di iniziare a fare musica insieme?
Brett: All’inizio del 2013. Lavoravamo in un negozio di abiti da yoga ed entrambi avevamo qualche esperienza in ambito musicale, piccoli progetti, piccole band, James in particolare, ma dovevamo ancora capire bene come gestire queste attività, e se volevamo davvero fare musica o semplicemente amarla da ascoltatori. Siamo diventati amici e ci siamo trovati in linea con i gusti, per cui abbiamo pensato che non sarebbe stata una cattiva idea provare a fare qualcosa insieme e a settembre dello stesso anno abbiamo realizzato il primo brano, Knives, in cui abbiamo collaborato con il producer norvegese Matoma. È stato emozionante focalizzare per la prima volta l’attenzione su qualcosa di nostro.
FRENSHIP: perché è scritto in questo modo?
James:
Non c’è un motivo particolare. Ci è semplicemente sembrata un’idea carina e originale.

Come è nata la collaborazione con Emily Warren in Captize?
J:
L’abbiamo conosciuta perché avevamo la stessa etichetta discografica. Ci siamo incontrati a New York e siamo presto diventati amici. Ci è piaciuto quello che faceva, il suo modo di scrivere e di fare pop.

Ci sono altri artisti con i quali vi piacerebbe collaborare?
B: Tanti, tantissimi, perché i nostri ascolti spaziano molto. Sting per esempio è uno con cui lavoreremmo volentieri. In generale ci piace l’idea di portare la nostra musica a contatto con altri artisti, così come ci piace accogliere influenze esterne, vedere come la musica e i messaggi prendono forma, ma più che alle collaborazioni adesso vogliamo concentrarci su di noi, sulla nostra musica. Siamo i FRENSHIP e vogliamo che il pubblico ci conosca per quello che siamo.
J: Parlando di producer, mi è piaciuto molto quello che Brian Eno ha fatto con i Coldplay e gli U2, mi piace la sua visione del pop, è un artista con una mente brillante.

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La cover dell’EP Truce

Ascoltando i vostri brani si sentono sonorità diverse, persino rock: quali sono le vostre influenze?
B: Sting, Police, Genesis, Peter Gabriel, ma anche Skrillex, i Bastille, Christine And The Queens, Ellie Goulding… 
J: Ognuno di noi ha poi quelle più personali, pop, hip-hop, elettronica. Come dicevo prima, a me piacciono molto anche i Coldplay. Cerchiamo di spaziare anche con il tempo, tra cose moderne e altre del passato.
Pensate ci siano delle differenze tra l’elettronica negli Stati Uniti e qui in Europa?
B: Mmm…. è difficile dirlo. La mia impressione è che negli States si stia cercando di riproporre gli stimoli che arrivano dall’Europa.
J: Qui in Europa la nostra musica sembra funzionare meglio, ma non so se ci siano delle reali differenze nel modo di fare e vivere l’elettronica. Sicuramente l’Inghilterra è un grande punto di riferimento per l’elettronica.
B: E poi forse negli Stati Uniti puoi continuare a fare la ressa cosa per anni, mentre qui in Europa ci sono molto più novità, molto più rinnovamento.
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Nei testi delle vostre canzoni sembra quasi di ritrovare un elemento spirituale: è così? Fate riferimenti alla rinascita, al mistero che si cela dopo la morte, al senso dell’esistenza…
B: Entrambi siamo persone spirituali, io ho avuto un’educazione cristiana, ma forse più che di elementi spirituali sarebbe meglio parlare di elementi universali, che in qualche modo rientrano nella vita di ogni uomo.
J: Sì, quello che vogliamo comunicare nei nostri testi è l’orgoglio verso se stessi, questo è il mio modo di intendere la spiritualità, come qualcosa di universale.
Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato date al concetto di ribellione?
B: Per rispondere potrei star qui a parlarne per ore. Non è facile, adesso va a finire che vado avanti a pensarci fino a quando arrivo a casa. (ride, ndr) Non saprei davvero.
J: Secondo me l’essenza della ribellione sta nella parola “no”, ribellarsi è come andare in giro con un grosso no stampato sulla maglietta.
B: Sì, ok, ribellarsi vuol dire andare contro qualcosa, ma credo che sia importante anche capire il motivo che sta dietro a questa azione, la causa che ti porta a ribellarti. Lasciamo pure da parte quello che sta succedendo in questo periodo in America, ma ci sono tanti tipi di ribellione. È una questione di grande importanza, perché riguarda un po’ tutti.

Lady Gaga, una fuoriclasse al Super Bowl

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Ha fatto da sola, senza ospiti, accompagnata sul palco solo dai suoi ballerini e dai musicisti. Ha cantato dal vivo, dando grandissimo spazio alle sue vecchie hit, quelle pop e dance, concedendosi all’amato pianoforte solo durante Million Reasons.
Per il suo HalfTime Show, Lady Gaga è stata strepitosa come non mai, una vera fuoriclasse, dimostrando a tutto il mondo (e non esagero, perché la risonanza dell’evento lo permette) cosa voglia dire essere un mostro da palcoscenico.
Ha iniziato sul tetto dello stadio di Houston, intonando God Bless America e This Land Is Your Land, mentre nel cielo sopra di lei centinaia di droni si muovevano compatti a formare la bandiera americana.
Poi si è letteralmente buttata nel vuoto, piombando sul palco sulle note di Poker Face. Da quel momento è stato un susseguirsi di fiammate di musica e coreografie. Spettacolo con la S maiuscola, come diceva essere e come è stato.
Nessun ospite, niente Beyoncé in Telephone – come già si era detto – e nemmeno Tony Bennett per qualche numero jazz.
L’essenza dell’esibizione di Gaga è stato (fortunatamente) il pop, nudo e crudo, che è passato anche attraverso Born This Way, Just Dance e Bad Romance.
Se mai qualcuno ne avesse bisogno, Lady Gaga ha fatto capire come si fa a fare spettacolo. Il resto sono tutte chiacchiere.

#MUSICANUOVA: Bakermat, Baby

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Il dj e producer olandese Bakermat rivisita Don’t Leave Me This Way, successo del 1975 firmato Harold Melvin & The Blue Notes, e dà vita a Baby, un’esplosione di energia costruita su un giro di basso, pianoforte e sassofono.

Magazzini Generali: dal 1 febbraio il nuovo appuntamento con Cargo

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Dal 1 febbraio Cargo
sarà il nuovissimo appuntamento fisso firmato Magazzini Generali di Milano (via Pietrasanta 16). 

Tutti i mercoledì, dalle 23:00 e sino alle prime luci del mattino, protagonista assoluta sarà solo la migliore musica del momento: Cargo è un nuovo format trasversale che intende offrire un rinnovato modo di concepire e vivere la musica, da sonorità più classiche e strumentali come il jazz, il soul, il funk sino a quelle più moderne e avanguardiste come la house, la deep house e l’elettronica.
Il ritmo e l’eleganza saranno le caratteristiche del progetto, con il fine di creare il ritrovo perfetto sia per coloro che sono mossi dalla voglia di ballare, sia per chi, più semplicemente intende osservare, farsi trasportare e affascinare.
Una rassegna unica nel suo genere e un luogo suggestivo in cui perdersi tra le note a tempo di musica tra l’elettronico, l’oniro, il psichedelico, il digitale, la ricerca e il clubbing.

Calendario di febbraio e marzo:
01.02 – FANGO
08.02 – STUMP VALLEY
15.02 – CARGO DJ TEAM
22.02 – PROJECT PABLO
01.03 – MARCEL VOGEL
08.03 – CARGO DJ TEAM
15.03 – JAN SCHULTE
22.03 – DJ RAHAAN

Ingresso

10 € inclusi due drink entro la mezzanotte
10 € incluso un drink dopo la mezzanotte
Per maggiori informazioni visitate il sito:
www.magazzinigenerali.it
info@magazzinigenerali.it

#MUSICANUOVA: Sid Rosco feat. Charlie, Hideaway With Me

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Arriva dalla Svezia Hideaway With Me ed è l’ennesima dimostrazione di come la scena scandinava sia tra le più attive e prolifiche del momento, musicalmente parlando.

Sid Rosco è un nome assolutamente nuovo e questo è il suo singolo di debutto, realizzato in collaborazione con Charlie, la vocalist del progetto di cui si sa altrettanto poco.
Hideaway With Me si apre come un brano pop leggero e sussurrato che si trasforma in un vero “electrobanger”.

Major Lazer: il video di Believer per i bambini della Siria

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Major Lazer
e Showtek hanno da poco pubblicato il video di Believer, di forte impatto e valore sociale.

Il nuovo lavoro del regista Christopher Louie girato in Medio-Oriente è ispirato alla storia di Omran Daqneesh, il bimbo siriano fotografato a novembre sull’ambulanza ricoperto di cenere e polvere dopo che la sua casa era stata bombardata, divenuto famoso in tutto il mondo.
Il brano era già uscito qualche mese fa e il trio di Diplo dei Major Lazer insieme agli olandesi Showtek, lo aveva presentato con successo in alcuni festival internazionali.
Ora il video si è arricchito di un messaggio importante. Il regista Christopher Louie, rimasto colpito dalla foto di Omran Daqneesh, ha immaginato una visione surreale in un contesto mediorientale che ricorda quello siriano: «Sono rimasto shockato dall’immagine come tutti, ma ho anche visto un barlume di speranza, quindi il nostro obiettivo nel video di Believer è diventato cercare di catturare la forza di resistenza della gioventù e la speranza che le persone possano unirsi per salvare le vittime colpite da tali tragedie. Se non fosse stato per il supporto di Sjoerd degli Showtek e per la guida di Major Lazer e del suo team, questo video non avrebbe avuto l’impatto emozionante che ha. Ci hanno aiutato ad andare in Medio Oriente, girando con crew e cast del posto, mantenendo l’idea più autentica possibile. Ci sono stati ostacoli incredibili per il fatto che giravamo in un contesto così lontano dal nostro ma con l’aiuto della crew locale siamo riusciti a superarli».
Per gli Showtek: «Non tutti i bambini nascono nelle migliori condizioni. Questo video ha lo scopo di accrescere la consapevolezza che esistono molte persone meno fortunate di noi».
Believer supporta le donazioni in favore di Save The Children per i bambini siriani (http://bit.ly/2hR1g6l).

#MUSICANUOVA: Alessandro Kraus, Party Never Ends

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Party Never Ends
è il nuovo singolo del dj & producer svizzero Alessandro Kraus. Il brano è caratterizzato da un vocal rap molto orecchiabile, una vera e propria arma letale per i dancefloor .

Nato nel 1987 a Ginevra e cresciuto a Lugano, Alessandro Kraus vive tra Milano e Londra. Nipote del maestro Raffaele Paverani, respira inevitabilmente musica fin dalla sua infanzia.
Alla consolle ha ritagliato e ricucito sonorità di matrice EDM ed Electro House, registrando sold out nei più quotati club europei e portando la sua musica tra le mura di Just Cavalli a Miami.
In questi ultimi tempi Alessandro ha cambiato rotta, andando a esplorare e sperimentare nuove sonorità dance/pop accompagnato dalla sorella cantante Celine.