#MUSICANUOVA: Silent Bob, “SAB”

#MUSICANUOVA: Silent Bob, “SAB”

 

Silent Bob torna con SAB.

Un pezzo personale, in cui l’artista attinge al proprio vissuto dando voce alla delusione scaturita dalla fine di una relazione e sfogando la rabbia nata dalla consapevolezza di essere stati ingannati. La penna dell’artista ripercorre i momenti difficili vissuti in un passato non troppo lontano: il rapper fa riferimento anche alla strada, alla sua famiglia e alla disillusione che spesso sembra attanagliarlo, dando vita a un brano estremamente intimo, figlio di una forte introspezione.

La produzione di SAB è affidata ancora una volta a Sick Budd, con cui Silent Bob è legato da un’amicizia e da una stima che si è tradotta in un sodalizio artistico ormai pluriennale.

“Shadows of the Night”, il gran ritorno di Gigi D’Agostino

Shadows of the Night, il gran ritorno di Gigi D’Agostino

Il momento che in tantissimo aspettavano è finalmente arrivato!

Dopo la malattia che l’ha tenuto a lungo lontano dalla consolle e dopo il grande successo riscosso all’ultimo Festival di Sanremo, Gigi D’Agostino torna sulle scene con un progetto internazionale, Shadows of the night.

Una nuova collaborazione, realizzata insieme a Boostedkids.

“Il progetto è nato dalla voglia di forti tensioni emotive, dalla curiosità e voglia di andare oltre con le armonie e sentire cosa c’è più in là” ha dichiarato Gigi Dag “In questo caso abbiamo pensato di rielaborare la mia canzone del 1999 Another Way che proprio quest’anno compie 25 anni. Abbiamo mantenuto la sezione strumentale originale creando e ricamando, tutt’intorno, una parte inedita, dando vita a un nuovo punto di vista oltre che un ulteriore punto d’ascolto e di ballo”.

Il prossimo 21 giugno il Capitano tornerà dietro alla consolle a Fiera Milano Live per una data imperdibile, prodotta da Vivo Concerti, che darà il via alla stagione estiva.

Non siamo mai stati tanto felici di ballare!!

#MUSICANUOVA: Kilian, “Ultrasogno”

#MUSICANUOVA: Kilian, “Ultrasogno”

 

È un altro sabato che ho
Perso a pensare una risposta
la gente balla e non sa che
precipitiamo verso terra

In bilico tra sogno e realtà, come all’interno di un quadro di De Chirico, ULTRASOGNO racconta l’allontanamento in seguito a una relazione fallita. A segnare l’esordio di Kilian è un brano nato naturalmente in pochi minuti: idee e suggestioni filtrate in un testo ricco di elementi surreali, su cui suoni naturali si alternano a sample artificiali su una strumentale UK garage.

Il sogno che il protagonista avverte distante è l’incubo di perdere ciò che si dà per scontato, una prospettiva remota che, avverandosi, fa crollare ogni sicurezza. ULTRASOGNO nasce dall’illusione di avere il controllo sulle persone che ci circondano, percepite come certezze incrollabili.

Assieme al produttore Enrico Bondi, l’artista impasta una strumentale in cui le batterie alzano e abbassano l’intensità del pezzo; a fare da collante, il suono di una goccia che cade e dei cori cantati in una non-lingua, nata e morta nel momento della registrazione del brano.

Sembrava solo un brutto sogno lontano
ho perso la presa e cadevo giù
Faccio già parte di un ricordo sbiadito,
ora sto in un posto ma non ci sei tu

Kilian è il secondo nome di Luca Restaino, artista vicentino classe ‘95, attualmente di base a Milano. I primi flirt con la musica avvengono alle medie, in cui familiarizza con il progressive rock. Da qui in poi la musica dilaga nella sua vita, annullando la competizione e diventando la più dolce tra le ossessioni. Crescendo, esplora vari generi musicali prendendo parte a progetti di stampo cantautorale, rap e soul, gettando le basi per diventare il musicista poliedrico che è oggi. La pandemia è un punto di svolta: scopre l’amore per l’elettronica e mette in discussione il proprio percorso accademico. Si trasferisce a Milano alla ricerca di nuove connessioni attraverso la musica. Oggi scrive, produce e arrangia per sé e per altri artisti.

#MUSICANUOVA: Santamarea, “Splendere”

#MUSICANUOVA: Santamarea, “Splendere”

Dopo Acqua Bagnami, scelta da Etro come colonna sonora della sua sfilata alla Milano Fashion Week SS 2024, i Santamarea tornano con Splendere.

Il nuovo singolo della band palermitana, liberamente ispirato ai versi di un libro di poeti arabi di Sicilia dell’anno Mille, trovato per caso in una piccola libreria tra i vicoli del centro di Palermo, trasporta tra antri scuri e improvvisi cieli luminosi.

Al centro vi è la storia di una separazione e il dolore che ne consegue, così forte da non far distinguere tra il proprio sangue e le proprie lacrime. Eppure, tra voci stregate e paure, appare possibile trovare una voce splendida che genera una metamorfosi, vere e proprie ali, per riuscire a volare sopra le cose e vederle dall’alto come mille luci.

Una voce ed una chitarra, nude, intime e velatamente minacciose conducono l’ascoltatore tra piene e vuoti e infine in alto, fino a vedere le cose da lontano tra cori, percussioni spezzate, sintetizzatori e chitarre.

Non vedi,

la lacrima dei miei occhi ha la stessa sostanza del mio sangue

In ogni sole è inscritto il suo tramonto, ma tu adesso guarda le mie gambe,

Come tremano, come tremano, sembrano rami…

Ed il mio cuore, dardi infuocati,

trafitto di luce trafitto di luce, strafatto di luce

Io e te non siamo mai tanto cambiati,

ma le tue ciglia adesso sembrano lame, non le posso guardare

Le tue labbra, perle infuocate, non le posso toccare

E la mia testa è una casa stregata piena di voci,

Piena di voci, piena di voci

Splendide, voglio le ali per non lasciarmi mai spegnere

Lampi stanotte guardate il mio cuore, dardi infuocati

trafitto di luce, trafitto di luce, strafatto di luce

Splendida.

Come una corrente tenue prendo quota sopra le paure
Ed in alto in mezzo a mille luci vedo finalmente la mia voce

Voce, 

la mia voce,

voce…

Splendida, voglio le ali per non lasciarmi mai spegnere

Lampi, stanotte guardate il mio cuore

Dardi infuocati, trafitto di luce, trafitto di luce, strafatto di luce 

E la mia testa, casa stregata, piena di voci, piena di voci, piena di voci

Ed il mio cuore, dardi infuocati, trafitto di luce, trafitto di luce, strafatto di luce

E la mia testa, piena di voci, piena di voci
Piena di voci, piena di voci, piena di voci
Piena di voci, piena di voci, piena di voci

Piena di voci, piena di voci

“Sirio”, record stellare per il terzo album di Lazza

“Sirio”, record stellare per il terzo album di Lazza

 

8 dischi di platino, il più alto risultato mai raggiunto in Italia per un disco rap
21 settimane al vertice della classifica FIMI

Oltre 1 miliardo di stream complessivi

A quasi due anni dalla pubblicazione, sono numeri a dir poco stellari quelli raccolti da Sirio, terzo album in studio di Lazza, uscito l’8 aprile 2022.

A questi risultati se ne aggiunge ora un altro che rende ancora più brillante il successo dell’album.

Stando alle certificazioni Fimi del 2 aprile 2024, il brano Relax ha raggiunto la soglia delle 50.000 copie, aggiudicandosi così il disco d’oro. Con questo traguardo, tutti i brani dell’album si sono aggiudicati almeno una certificazione. Un risultato unico nel panorama italiano.

A svettare su tutti è CENERE, che con i suoi 8 dischi di platino, è il brano sanremese più certificato nella storia della FIMI.

 

#MUSICANUOVA: M.E.R.L.O.T., “Piccole cose”

“Bramiamo grandi cose, sogniamo di diventare i numeri uno a qualunque costo togliendo importanza alle cose piccole che, sto imparando ultimamente, sono proprio gli scrigni della felicità. Ho voluto dedicare questa canzone a loro.”

M.E.R.L.O.T ritorna su tutte le piattaforme digitali con Piccole cose, il nuovo singolo distribuito da Ada Music Italy.

A cosa diamo davvero importanza?
Quante cose rimangono nonostante tutto?
Appezziamo come dovremmo ciò che abbiamo?
Domande che attanagliano l’anima da sempre, che prima o poi bussano alla porta dei pensieri, quando ormai sembra essere troppo tardi. Questa è l’epoca delle “Piccole Cose”, anche se tutto pare convincerci, oggigiorno, che serva farne di grandi per cambiare il mondo, sottovalutando il benessere che deriva dai gesti all’apparenza “trascurabili”.

“Ho fatto un casino
Ti ho pianto un casino
Ho scritto due parole mi son perso nel vino
Mi sono fatto forza ti ho stretta tra i denti
Nel fiore dei miei danni che sono più di 20
E allora le solite storie, le storie, le solite storie
Urlate a squarciagola quando non hai più voce
Ma ora se ti va resta mia per metà
Erano grandi sogni, sogni grandi
Ma piccole cose”

Il brano, scritto dallo stesso artista e da Daniele Coro, racconta, attraverso gli stati d’animo provati sia nel corso che nella fine di una relazione, quanto sia difficile assistere al cambiamento di quei legami che prima erano parte integrante della nostra vita. I rimpianti, così, ci ancorano al passato e ci sbattono in faccia l’ennesima occasione persa per essere felici.

Un singolo letteralmente “ricamato a mano” dallo stesso M.E.R.L.O.T, che ha curato l’intero progetto dilettandosi nell’arte del cucito. Una nuova passione dalla quale è nata la copertina di “Piccole Cose”, riconfermando così la sua identità artistica e dimostrandosi versatile non solo nella sua musica.

#MUSICANUOVA: Michelangelo Vood, “Scemo”

«Scemo è una canzone che prova a non prendersi troppo sul serio, giocando sull’allontanamento di una presenza tossica dalla propria vita. “Ma mi credi scemo?” è una frase che avrò detto mille volte e che mi andava di urlare in una canzone»

Michelangelo Vood pubblica Scemo, il terzo singolo che anticipa l’album di esordio in uscita a maggio.

Il brano racconta la fine tumultuosa di un rapporto, col ritornello che esplode in una “dedica” poco lusinghiera per la controparte, colpevole di cercare a tutti i costi un contatto decisamente poco gradito.

Una dedica a quella persona di cui vorremmo liberarci per sempre, un vecchio amore che ritorna, un vicino di casa antipatico, un amico che ci ha deluso profondamente, un capo troppo esigente.

Dietro l’atmosfera apparentemente leggera del brano, il cantautore prova a esplorare tematiche complesse, come l’accettazione della solitudine, le pressioni derivanti dalla paura del giudizio altrui e l’istinto di sopravvivenza in una metropoli mangia-sogni.

Vood ha una vocazione naturale nel far vibrare il suo vissuto sulle stesse note di chi lo circonda, condividendo frammenti di una vita eccezionalmente ordinaria: è un cultore delle piccole cose quotidiane e sta costruendo la propria carriera da cantautore tra i live club e gli studi di registrazione di Milano, città in cui ha iniziato anche l’insegnamento di italiano e storia in alcune scuole superiori locali.

Il brano – realizzato con il sostegno del MiC e di SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea” – è stata prodotta da Giordano Colombo e si arricchisce delle chitarre di Nicolò Carnesi e dai synth di Donato Di Trapani (già musicista per Colapesce Dimartino, Paolo Nutini).

Non mi scuserò
Per le cose fatte in due
In questa città
Che brucerò  
Che brucerò vedrai
È troppo tardi ormai
Tutti i miei sogni son morti già

Ma mi credi scemo
Se vuoi te lo spiego
Dillo a chi vuoi
Ai preti o all’FBI
Ma per chi mi hai preso scemo
porta sta faccia da scemo lontano da qua

Non do peso a foto e like
Dormo male lo stesso
Ma tu di me cosa ne sai
Ti prendi tutto ciò che vuoi 
L’ha detto pure Freud
Tutti i miei sogni son morti già

Ma mi credi scemo
Se vuoi te lo spiego
Dillo a chi vuoi
Ai preti o all’FBI
Ma per chi mi hai preso scemo
Porta sta faccia da scemo lontano da qua (x2)

Ascolta bene 
Questa è l’ultima volta che te lo dico
Che poi è inutile che mandi
100 messaggi su whatsapp
Hai scritto a chiunque
in DM, Messenger
Addirittura una mail
Ma tutto a posto
Ma pensi che so scemo
Questo è l’ultimo messaggio che ti mando perché poi ti blocco
Mo avast

Ma mi credi scemo
Se vuoi te lo rispiego
Dillo a chi vuoi
Ai preti o all’FBI
Ma per chi mi hai preso scemo
porta sta faccia da scemo lontano da qua

Scemo scemo scemo scemo scemo (x2)

Porta sta faccia da scemo lontano da qua (x2)

Dammi retta, scendi adesso in pista!
Fuori i remix di “Ma non tutta la vita” dei Ricchi e Poveri

A Sanremo hanno rappresentato la quota Old, ma fin dai primissimi istanti sul palco – incartati in un gigantesco fiocco rosso – si era capito che la partecipazione dei Ricchi e Poveri avrebbe lasciato il segno. E così è stato.

Non solo la loro Ma non tutta la vita è diventata virale sui social e si è guadagnata il disco d’oro – almeno per ora, perché gli streaming continuano a crescere – ma adesso è stata rivisitata da 8 producer che ne hanno realizzate altrettanto versioni remix ufficiali.

Quello che mancava a fare del brano un riempipista.

Dammi retta, scendi adesso in pista, cantano Angela e Angelo.

Detto fatto!

Questa canzone è un invito a non rinviare – raccontano Angela Brambati e Angelo Sotgiu – a lanciarsi per perseguire ciò che si desidera non solo nella sfera affettiva, nel rapporto di coppia, ma in generale nelle cose che ci appassionano”.

Con ciò è nata l’idea di un incontro artistico con l’estro e il talento degli 8 dj-producer individuati da Carosello Records che hanno accettato la sfida di dare una nuova veste sonora al brano.

I primi 4 remix sono già fuori e pronti a far vibrare le casse: si va dal tocco tropical dal sapore internazionale di Populous che trae ispirazione dal vogue beat della scena ballroom, alla declinazione breakbeat cupa e jersey di GIMA, il richiamo esotico delle contaminazioni guaracha e aleteo riprese da Ckrono, la commistione house, italo e bass music con eco degli anni Novanta ad opera di Lorenzo_BITW.

Altre 4 versioni remix arriveranno il prossimo 5 aprile, e comprenderanno le atmosfere dance-club dai bpm incalzanti di ATCG, l’elegante versione funk e noir di Marquis e il revival italodisco sartoriale curato da Protopapa in combo con Hey Cabrera!.

Insomma, ce n’è per tutti i gusti, per tutte le serate, per tutti i club.

Non ci resta che ballare, perchè “ti giri un momento, la notte è finita, le stelle già stanno cadendo…”

Cos’è il consenso? Tony Effe incontra MySecretCase.
In arrivo il VibraTony

“Ti sputo in faccia solo per condire il s*sso”

“Ti chiamo “pu***na” solo perché mе l’hai chiesto”.

Tony Effe affronta il tema del consenso tra musica, valori e vita, in un’intervista con la fondatrice di MySecretCase, Norma Rossetti, per aprire nuovi spunti di riflessione, dopo l’uscita dell’ultimo singolo DOPO LE 4 feat. Bresh & Tedua, contenuto nel nuovo album ICON, uscito il 15 marzo.

Esiste il confine tra artista e persona?

In questa intervista MySecretCase, la community più attiva in Italia per la liberazione sessuale e il piacere di tutt* pone al centro dell’educazione sessuale e affettiva, il tema del consenso, chiedendosi quanto la musica sia portatrice di valori e vita reale tra i giovani.

Se è vero che il sesso è il vero palcoscenico di libertà e autenticità, oggi l’artista e il brand vogliono rimettere al centro l’autonomia femminile che abbraccia il piacere in modi diversi e contribuisce a ridefinire il concetto stesso di erotismo, soprattutto quando si usano le parole.

Le 2 community che includono soprattutto giovani nella fascia 18-24 pongono al centro del dibattito la comunicazione e il consenso, con se stessi e con gli altri, ribadendo che le libertà individuali sono costruite sulla consapevolezza e sulla comunicazione reciproca.

Il singolo di Tony Effe racconta di un modo di vivere l’amore che ha ispirato l’artista a scegliere uno degli ovetti vibranti, tra i sex toys più amati dalla community di MySecretCase, per veicolare questo messaggio attraverso un’iconica box, disponibile sullo shop di Universal Music Italia (qui il link).

Al suo interno l’Ovetto Vibrante MySecretCase e il CD di ICON.

VibraTony oggi ancora più iconico.

#MUSICANUOVA: Filippo Zucchetti, “Cielo elettrico”

Cielo elettrico, come tutte le mie canzoni, nasce per una necessità espressiva. L’idea poi di trasmettere qualche emozione con questo brano è senza dubbio la gioia più grande. Mi ha molto emozionato scriverlo, realizzarlo e interpretarlo e, per quanto mi riguarda, questo è già un successo. Scrivere canzoni per me è un atto speciale, unico, intimo, quasi sacro. Ogni parola che utilizzo nei miei testi possiede un peso specifico. Il testo assieme alla melodia devono raggiungere un equilibrio tramite il giusto bilanciamento delle parole. Finché questo equilibrio non è raggiunto la canzone rimane incompiuta”

Cielo Elettrico è il nuovo singolo di Filippo Zucchetti.

Un delirio di istanti, ricordi, persone, scene e immagini. È una cavalcata poderosa che attraversa pezzi di vita.  Una struttura narrativa a “blocchi” ognuno dei quali possiede un’atmosfera differente in cui si entra e si esce fino a ritrovarsi nel momento esatto in cui c’è lo stesso Cielo (elettrico) e tutta la nostra fragilità.