BITS-RECE: La Sad, “Odio La Sad”. La vita in punk-rock

BITS-RECE: La Sad, “Odio La Sad”. La vita in punk-rock

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.

Dopo anni di overdose hip-hop e trap, declinati in tutte le possibili varianti possibili, l’exploit mainstream de La Sad – in grandissima parte merito dell’esperienza sanremese – è arrivato roboante come un fulmine a ciel sereno.

A memoria, era più o meno dai tempi di Domani smetto degli Articolo 31  – anno 2002 – che un progetto italiano anche solo vagamente orientato al punk non si guadagnasse l’attenzione del grande pubblico.

In effetti, la prima sensazione che si prova ascoltando le tracce di Odio La Sad, il nuovo album del trio formato da Theø, Plant e Fiks, è quella di un leggero spaesamento: sembra di essere riportati indietro nel tempo, ai primi anni ’00, quando era il punk-rock a farla da padrone tra i giovanissimi. Blink 182, Avril Lavigne, Sum 41, i riferimenti della memoria corrono a quei nomi, che per molti sono oggi sinonimo dei tempi felici dell’adolescenza.

Anche la loro estetica, fatta di chiome fluo, borchie, outfit neri in similpelle, attingendo a quell’immaginario emo così spiccato, appare oggi lontana, fuori moda, decisamente diversa da quello su cui oggi investe il mercato discografico.

E l’impressione è che l’intento dei nostri sia esattamente questo: arrivare di traverso, da dove nessuno guarda.

Partiamo col dire che Odio La Sad è un album centratissimo. Un disco coerente, compatto, solido, che pone al centro un messaggio forte e chiaro. Un messaggio che non chiede troppe interpretazioni o troppi giri di parole per essere compreso. Si parla di emarginazione, di dolore, di quel senso di smarrimento e di solitudine che almeno una volta nella vita prende tutti, ma che si può trasformare in una voragine tenebrosa se non si ha la forza e la capacità di guardare altrove, e si finisce per caderci dentro.

La Sad dà voce a chi ha sempre pensato di non averla, a chi nella vita si è sempre sentito un vinto, un perdente, e – peggio – è sempre stato convinto di non aver diritto a una possibilità.

Non c’è alcun obiettivo di rivalsa incattivita, di vendetta o di dimostrare qualcosa; è il gesto di chi si libera di tutto l’odio che sente dentro, di chi non permette al passato di uccidere il futuro. Nasce anche da questo intento il titolo del disco e dell’omonima traccia di apertura.

nei brani di Odio La Sad si parla di odio subìto, di amori tossici, di mancanza di fiducia, di ansie e di insicurezze, di dipendenze, persino di suicidio giovanile, come in Autodistruttivo, il brano portato coraggiosamente su palco di Sanremo.

La Sad canta per gli “stropicciati”, per i tutti i diversi, per chi non ha ancora trovato una strada o l’ha magari persa, per chi si chiede se abbia senso tutto sommato restare a bordo, fino alla fine di questo viaggio nel mondo.

Tra i momenti più emozionanti dell’album c’è sicuramente Maledetta vita, una dichiarazione d’amore al mondo cantata insieme ai Pinguini tattici nucleari. Un brano di una bellezza limpida come la luce che arriva dopo un lungo buio.

Funziona molto bene il duetto con Rose Villain in Non lo sai e poi c’è l’indovinata accoppiata con Rettore, una che punk non lo è forse mai stata musicalmente, ma nell’anima sì, sempre. Rivoluzionaria, disturbatrice, innovatrice, insieme a lei La Sad rivisitano un pezzo iconico e ironico come Lamette.

A chiudere il disco è Fuck The WRLD: vengono tirate in ballo l’anarchia, la libertà, la lotta alla società e alla classe politica, ma si fa davvero fatica a cogliere in questo brano l’autentica spinta eversiva che il punk per natura dovrebbe avere. Ed è proprio qui, dove il gruppo sempre voler alzare un po’ di più l’obiettivo, che si intravede il limite.

Perché, non dimentichiamolo, stiamo pur sempre parlando di punk-rock, che è cosa ben diversa dal punk.
E non sarebbe male se il prossimo passo del progetto La Sad si giocasse proprio su questo terreno. Passata la voglio di ribellione di gioventù, sarà tempo di crescere.

#MUSICANUOVA: Rose Villain, Funeral Party

RV
La sua è stata la prima firma italiana a siglare un accordo con la statunitense Republic Records (Universal Music Group), label che ha tra i suoi artisti anche Drake, Ariana Grande, The Weeknd e Nicki Minaj.

Adesso per Rose Villain è il momento di passare ai fatti.
La cantante e autrice pop/hip-pop di Milano, dopo essersi fatta notare il singolo d’esordio Get The Fuck Out Of My Pool e il featuring con Salmo in Don Medellin, pubblica il primo singolo per l’etichetta americana, Funeral Party.
Una traccia pop urban con influenze latine che racconta una storia d’amore dal finale burrascoso.

Il video, scritto e diretto dalla stessa Rose, appassionata di cinema thriller e di Tarantino, è stato girato a Kingston e la vede nei panni della Morte stessa intenta a pescare pesci con un fucile, ballare con i locali e far fuori l’unico, malcapitato turista.

#MUSICANUOVA: Rose Villain, Kitty Kitty


Kitty Kitty è il nuovo singolo di Rose Villain, milanese di stanza a New York, dove si è formata studiando musical e arti drammatiche e si è stabilita dopo aver frequentato il conservatorio di musica contemporanea di Los Angeles.
Rose è la prima artista italiana che canta in inglese ad aver firmato con una major all’estero, ovvero la Universal in Germania. Qui in Italia si è fatta conoscere anche per aver collaborato con Salmo per il singolo Don Medellin.
Appassionata di horror, cinema – trae i suoi registi preferiti, Quentin Tarantino, i fratelli Coen, Stanley Kubrick e David Lynch – e devota alla moda, i suoi interessi spaziano tra mondi diversi portando nei testi sprazzi di poesia, rimandi ad alieni, catastrofi naturali, spunti presi dalla criminologia.
Cresciuta da amante del rock, Rose è stata presto attratta dall’hip hop e la sua musica fonde elettro-pop underground con beat hip hop.
Dopo aver pubblicato in Italia, i primi due brani Get The Fuck Out Of My Pool e Geisha, rilancia ora il nuovo singolo.
Stupendo il video, tra horror e splatter, immerso in un’ambientazione notturna in cui una coppia vaga per portare a termine una missione non del tutto prevedibile…
E’ arrivata una nuova, cattivissima ragazza: tenetela d’occhio.
Rose

#MUSICANUOVA: Salmo feat. Rose Villain, Don Medellìn

donmedellinsingle
Dopo la certificazione platino per l’album Hellvisback, il disco d’oro per i singoli L’alba e 1984, oltre 25 milioni di visualizzazioni con i videoclip dell’ultimo progetto discografico e un tour sold out, Salmo torna in radio e digitale con il nuovo singolo Don Medellín che vede la partecipazione di Rose Villain.

Il brano anticipa il doppio album repack HELLVISBACK PLATINUM in uscita il 25 novembre, che conterrà 2 brani inediti – tra cui il singolo Don Medellín – e 13 brani live, oltre a Hellvisback.
HELLVISBACK PLATINUM sarà disponibile anche in versione deluxe con un nuovo fumetto.