Vogue Italia celebra i 60 anni di Madonna: i primi estratti dell’intervista

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“Mio figlio David, che il 24 settembre compirà 13 anni, vuole giocare a livello professionistico. Ho fatto di tutto per trovargli le migliori scuole di calcio con i migliori allenatori, ma l’America in questo campo è piuttosto arretrata rispetto al resto del mondo. Vedevo la sua frustrazione, e poi mi sembrava anche il momento giusto. Sentivo che avevamo bisogno di un cambiamento e volevo andare via per un po’ – come sa, questo non è il momento migliore per l’America –.”

Madonna, che compirà 60 anni il prossimo 16 agosto, vive da un anno a Lisbona con quattro dei suoi sei figli: David Banda e Mercy James, di 12 anni, e le gemelle Stella e Esther, 5 anni. La popstar, in esclusiva mondiale sul numero di agosto di Vogue Italia, rivela i motivi del trasferimento e racconta la sua vita di tutti i giorni nella capitale portoghese.

Madonna è infatti protagonista della storia di copertina del magazine con un eccezionale servizio fotografico realizzato da Mert&Marcus, che hanno potuto seguire la popstar a Lisbona nei suoi luoghi quotidiani, e ritrarla in compagnia dei suoi quattro figli.

“Mi sono detta: vediamo un po’ se per un anno riesco a vivere da un’altra parte e a portare i miei quattro figli in un ambiente diverso, perché penso sia importante farli crescere a contatto con culture differenti. La scelta era fra la Juventus Academy a Torino, il Barcellona e il Benfica o lo Sporting a Lisbona. Ci sono andata e ho cercato di immaginarmi come fosse abitare in queste città. Certo, Barcellona è una città fantastica, e anche Torino mi piace, ma non mi sembra adatta ai bambini. Va bene per gli intellettuali, con tutti quei bellissimi musei e quei palazzi imponenti, ma non credo che i ragazzi si sarebbero divertiti. Devo pensare a tutti, non posso tenere conto soltanto di David. Così sono andata a Lisbona e nel complesso mi è sembrata la scelta migliore. (…) Il Portogallo è imbevuto di storia: il suo impero ha lasciato un segno nel mondo, l’architettura è straordinaria. Ed essendo anche il luogo dove ha avuto origine lo schiavismo, risente delle influenze musicali di paesi come l’Angola e Capo Verde, oltre che della Spagna. E se questo non bastasse, una delle mie attività preferite in assoluto è andare a cavallo. (…) Per cavalcare vado a Comporta, o a casa di amici, o ad Alcácer. Sono molte le zone circostanti dove poter andare a cavallo, e ogni volta che mio figlio la domenica non ha la partita, la giornata diventa un’avventura in cui scegliamo un posto dove cavalcare.”

 


Nell’intervista a Vogue Italia, Madonna spiega come l’esperienza di Lisbona sia stata fonte d’ispirazione anche per il suo prossimo disco, in uscita entro la fine dell’anno.

“Dico sempre che il Portogallo è governato da tre f: fado, football e Fátima. È anche un paese molto cattolico, cosa che a me sta benissimo. Mi ricorda Cuba, perché le persone non hanno molto ma apri la porta di qualsiasi casa, vai in qualsiasi vicolo e sentirai sempre della musica. (…) Si ascolta sempre tanto fado e il kuduro, un genere musicale angolano. Anche molto jazz, e della vecchia scuola: una cosa bellissima. Ho incontrato tanti musicisti meravigliosi e molti di loro hanno finito per collaborare al mio nuovo disco, perciò Lisbona ha influenzato la mia musica e il mio lavoro. Come avrebbe potuto essere il contrario? Impossibile passarvi un anno senza essere condizionata da tutta la cultura che mi circondava.”

Ma la vita della mamma del calciatore, ha rivelato Madonna a Vogue Italia, non è tutta rose e fiori.

“Qualsiasi donna che si dedichi a tempo pieno ai figli, che vada e venga dai campi di calcio, le risponderebbe che intanto una vita non ce l’ha perché le cose cambiano di settimana in settimana e le partite di fine settimana in fine settimana: a volte sono in città, a volte no, e fino al giovedì sera non si sa se saranno di sabato o domenica, se a mezzogiorno o magari più tardi. È impossibile organizzarsi e poi hai come la sensazione di essere ingiusta nei confronti degli altri figli, per non dire di te stessa!”

Ma la popstar afferma che tutti i suoi figli si sono adattati al cambiamento.

“La cosa più sorprendente è la loro capacità di superare ogni ostacolo, immergersi in qualsiasi cosa, nella musica, nel ballo, nel pallone e negli sport in generale, attività che li portano a stretto contatto con gli altri e rendono l’adattamento più facile. (…) I ragazzi hanno imparato a parlare portoghese stando in mezzo agli altri, non sedendosi in un banco di scuola con una lavagna davanti, per capirci. In questo modo imparare è divertente, è interattivo. Soprattutto per Stella ed Esther, che hanno passato quattro anni in orfanotrofio; sono così felici di stare con gli altri, di rendersi utili, di fare parte di un gruppo, piccolo o grande che sia, di essere delle leader. Sono estremamente forti e piene di vita e di gioia. (…) Sono due bambine molto aperte e a causa del mio lavoro e dei continui viaggi per il mondo, delle cose che faccio e dei posti in cui mi ritrovo. Tutti i miei figli hanno la mente molto aperta e io ne sono molto orgogliosa. C’è gente che mi dice: di certo vuoi che tuo figlio diventi un calciatore di successo, la maggiore (Lourdes, nda) una ballerina, Rocco un pittore. E io rispondo sempre di no, quello che voglio per i miei figli è che diventino esseri umani responsabili, capaci di amare e di provare compassione. Nient’altro. Non mi importa quale via seguano, voglio solo che siano dei bravi esseri umani che trattano tutti gli altri con dignità e rispetto a prescindere dal colore della pelle, dalla religione e dal genere sessuale. Questa è la cosa più importante, mi spiego? Se poi dovessero diventare il prossimo Picasso o Cristiano Ronaldo, benissimo, sarebbe solo la ciliegina sulla torta.”

Madonna ha anche parlato con Vogue Italia del Malawi, dove nel 2006 ha fondato l’organizzazione a scopo di beneficenza Raising Malawi, creata per assistere i bambini del luogo resi orfani dall’AIDS, e dove ha incontrato e adottato i figli David e Mercy James. Lo scorso anno ha aperto il primo ospedale pediatrico del Paese, che porta il nome della figlia Mercy James e che la popstar visiterà a breve per il primo anniversario dall’inaugurazione.

“L’idea non è di portare personale da fuori, bensì di istruire e preparare i malawiani che vogliono fare i dottori, i chirurghi, gli infermieri: è questo il modo in cui un Paese può diventare autosufficiente e orgoglioso di se stesso. (…) Nell’ospedale vengono realizzati interventi chirurgici che in altre parti del mondo non esegue nessuno. La settimana scorsa, in terapia intensiva, è stato eseguito un intervento su due gemelli siamesi nati con il fegato in comune. Le probabilità che sopravvivessero all’operazione – che vivessero – erano molto scarse. Alla fine, non soltanto l’intervento è riuscito bene, ma i bambini sono sopravvissuti e stanno recuperando. Non ha idea di quanto ciò possa rendere orgogliosi, di cosa significhi per la gente del luogo, per la comunità, poter dire: «Abbiamo fatto una cosa che non sa fare nessuno. Abbiamo salvato delle vite e le abbiamo cambiate». È questo a dare speranza alla gente.”

Foto di Mert Alas and Marcus Piggott, courtesy Vogue Italia.
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#MUSICANUOVA: Red Slow, Cocxina pt. 1 (featuring Axos)

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E’ allarme nel mondo dell’hip-hop: la cocaina riempie le notti dei club, gira tra gli artisti, contagia il pubblico. E il traffico che ha intorno muove sempre più soldi.

Un legame, quello tra la musica e la droga, inscindibile.
Qualche anno fa era la marijuana a farla da padrona, oggi la musica cambia e fa spazio alla polvere bianca più stupefacente in circolazione.

Ok, questa è l’attualità. O meglio, la fanta-attualità, perché se di cocaina si deve parlare, conviene farlo con quella protagonista di Cocxina, il nuovo singolo di Red Slow (Kosmi & Goldentrash), realizzato in collaborazione con Axos.

#MUSICANUOVA: Laioung, In discesa

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Dopo il potente d’esordio con Ave Cesare: veni, vidi, vici, che lo ha posizionato tra gli artisti e produttori più interessanti della scena trap italiana, e dopo un’annata che lo ha visto impegnato nelle collaborazioni con Fabri Fibra, Guè Pequeno e Biagio Antonacci, oltre alla realizzazzione del primo album della RRR Mob, Laioung si prepara a tornare con un nuovo progetto discografico in uscita in autunno per Sony Music.
Ad anticiparlo è il singolo In discesa.

Le sonorità tipiche delle produzioni di Laioung si contaminano nuove tendenze latin trap, qui sperimentate per la prima volta, e le tematiche sociali, sempre al centro dei suoi lavori, vengono lasciate momentaneamente da parte per fare spazio a un brano che racconta il desiderio e le paure di vivere una vera storia d’amore.

Marco Mengoni: c’è una data, 30 novembre 2018

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Nei giorni scorsi la scomparsa di tutti i contenuti dai suoi profili social aveva fatto immaginare che qualcosa stesse per succedere (e alcuni si erano anche allarmati pensando a un’azione di hackeraggio).

Oggi qualcosa in più lo sappiamo ed è ufficiale: con un video pubblicato su Facebook e una nuova immagine profilo che ben poco lascia all’interpretazione, Marco Mengoni ha annunciato la probabile data di uscita del suo nuovo progetto discografico: 30 novembre 2018

Dopo le vacanze ne sapremo probabilmente di più…

NEGRAMARO: dopo il successo negli stadi, il tour prosegue in autunno nei principali palasport italiani.

NEGRAMARO

Dopo lo straordinario successo negli stadi quest’estate

con oltre 175.000 spettatori, 

il tour prosegue quest’autunno

nei principali palasport italiani

Biglietti in vendita da mercoledì 25 luglio

 

Dopo lo straordinario successo negli stadi italiani quest’estate, dove i negramaro hanno fatto sognare ed emozionare oltre 175.000 spettatori, lanuova tournée della band “Amore Che Torni Tour Indoor 2018”, prodotta e organizzata da Live Nation Italia, fa tappa nei principali palasport italiani con 14 nuovi concerti.

I biglietti sono in vendita a  partire dalle ore 10.00 di mercoledì 25 luglio su www.ticketmaster.itwww.ticketone.it e in tutti i punti vendita autorizzati.

Il tour, che avrà la sua “prova generale” il 15 novembre a Rimini, partirà ufficialmente da Bologna il 17 novembre, per poi fare tappa a Mantova (il 18), Padova (il 20), Conegliano (il 21), Milano (il 23), Torino (il 26) e Roma  (il 29) e trasferirsi a dicembre a Caserta (il 2), Acireale (il 5), Reggio Calabria (l’8), Bari (il 10), Eboli (il 13) e Firenze (il 15).

Con i loro concerti quest’estate i negramaro hanno fatto segnare un importante recordnessuna band italiana, infatti, aveva mai realizzato 6 date negli stadi in unico tour. Un vero e proprio primato che ha fatto entrare i negramaro nel guinnes della musica italiana.

La band è attualmente in radio con il loro nuovo singolo “Amore Che Torni” (Sugar), terzo estratto dall’album omonimo già certificato Disco di Platino e arriva dopo che entrambi i singoli precedenti “Fino all’imbrunire” e “La prima volta” hanno conquistato la vetta della classifica Earone. Il brano è una ballata electro-soul, un inno di speranza e amore universale, in bilico tra attese e aspettative di un’estate che possa lasciare tutti senza fiato.

Di seguito il calendario completo:

NOVEMBRE 2018

Giovedì 15 – Rimini – RDS Stadium – “Data Zero”

Sabato 17 – Bologna- Unipol Arena

Domenica 18 – Mantova – Palabam

Martedì 20 – Padova – Kioene Arena

Mercoledì 21 – Conegliano – Zoppas Arena

Venerdì 23 – Milano – Mediolanum Forum

Lunedì 26 – Torino – Pala Alpitour

Giovedì 29 – Roma – Palalottomatica

 

DICEMBRE 2018

Domenica 2 – Caserta – Palamaggiò

Mercoledì 5 – Acireale – Pal’Art Hotel

Sabato 8 – Reggio Calabria – Palacalafiore

Lunedì 10 – Bari – Palaflorio

Giovedì 13 – Eboli – Palasele

Sabato  15 – Firenze – Mandela Forum

ANNA CALVI in Italia a Novembre con il suo “Hunter Tour”.

Voce ammaliante, accompagnata dall’inseparabile chitarra,

Anna Calvi crea musica passionale, viscerale e intensa, e i suoi live lo confermano.

Dopo il successo dei suoi due album in studio,

l’omonimo “Anna Calvi” del 2011, “One Breath” del 2013,

e dell’Ep “Strange Weather” del 2014, la cantautrice e chitarrista inglese annuncia

il suo ritorno in Italia con il suo terzo album in studio “HUNTER”,

in uscita il 31 agosto 2018 via Domino Records

e anticipato OGGI dall’uscita del primo singolo

Don’t Beat The Girl Out Of My Boy”. Guarda il video: https://youtu.be/rJ-CtToFsWM

Anna Calvi, che sarà in tour in Italia la prossima settimana per due concerti,

tornerà a Novembre per tre nuovi appuntamenti:

MERCOLEDÌ 21 NOVEMBRE

PARMA – TEATRO REGIO

BAREZZI FESTIVAL

www.barezzifestival.it

Via Giuseppe Garibaldi, 16/a, 43121 PR

Biglietto: 20,00 / 25,00 / 30,00 € + d.p.

Prevendite disponibili su www.vivaticket.it da Lunedì 30 Luglio alle ore 11.00

GIOVEDÌ 22 NOVEMBRE

TORINO – HIROSHIMA MON AMOUR

www.hiroshimamonamour.org

Via Carlo Bossoli, 83, 10134 TO

Biglietto: 25,00 € + d.p.

Prevendite disponibili su www.ticketone.it da Lunedì 30 Luglio alle ore 11.00

VENERDÌ 23 NOVEMBRE

ROMA- LARGO VENUE

www.largovenue.com

Via Biordo Michelotti, 2, 00176 RM

Biglietto: 25,00 € + d.p.

Prevendite disponibili su www.ticketone.it da Lunedì 30 Luglio alle ore 11.00

In Italia questa settimana:

LUNEDÌ 30 LUGLIO

GARDONE RIVIERA (BS) – TENER-A-MENTE

ANFITATRO DEL VITTORIALE

www.anfiteatrodelvittoriale.it

Via Vittoriale, 12, Gardone Riviera, Lago di Garda BS

                Biglietto: 27,00 € + d.p. / 30,00 € + d.p. / 35,00 € + d.p. / 40,00 € + d.p.

Prevendite disponibili su www.anfiteatrodelvittoriale.it e www.ticketone.it

MARTEDÌ 31 LUGLIO

RIMINI – CORTE DEGLI AGOSTINIANI

PERCUOTERE LA MENTE

www.sagramusicalemalatestiana.it

Via Cairoli, 40, 47923 Rimini RN

Biglietto: 22 euro + d.p.

Prevendite disponibili su www.sagramusicalemalatestiana.it

 

Hunter”, il terzo album dell’artista nominata ai BRIT Awards e a due Mercury Prize,

Anna Calvisarà disponibile dal 31 agosto 2018 su Domino, distribuzione Self.

Prodotto da Nick Launay (Nick Cave, Grinderman) ai Konk Studios di Londra, con una produzione aggiuntiva a Los Angeles, l’album è stato registrato insieme alla band di Anna, composta da Mally Harpaz che suona vari strumenti e Alex Thomas alla batteria. Hanno inoltre collaborato Adrian Utley dei Portishead alle tastiere e Martyn Casey dei The Bad Seeds al basso. L’album è caratterizzato da una nuova freschezza, un’energia primordiale entro la quale la Calvi supera i limiti della sua chitarra e della sua voce, spingendosi oltre qualsiasi cosa abbia registrato in passato.

“Hunter” è l’incarnazione del sentimento del lasciarsi andare completamente. Per la cantautrice e chitarrista britannica, è stata una catarsi, un’opportunità per essere maggiormente sincera. Primo lavoro dopo l’EP del 2014 con David Byrne, Strange Weather, il suo album di debutto omonimo e il seguente del 2013 One Breath, Hunter è un album viscerale che esplora la sessualità e la caduta delle leggi sul conformismo di genere. Album queer e femminista, Hunter stimola la ricerca della libertà. È importante far notare che si tratta di un lavoro vulnerabile, ma al contempo forte, bellissimo, ma anche rigido, che vede la presenza del cacciatore ma anche della preda. Ma Anna fa molta attenzione a non caratterizzare nessuno di questi tratti distintivi come “maschili” o “femminili” – il punto è che una persona, di qualsiasi genere, possa essere entrambi. La forza sta proprio nel contrasto stesso; nel modo in cui oscilla tra gli estremi, mostrandosi più libera che mai. Lei vuole esprimersi rimanendo “libera dall’idea che il genere sia una cosa data, libera dalla preoccupazione di come le persone possano giudicarmi in base a ciò che faccio con il mio corpo e con me stessa. Per me questa è una visione utopica.”

L’annuncio del nuovo album è accompagnato dal video del primo singolo “Don’t Beat The Girl Out Of My Boy.” Il brano è stato scritto pensando a come i bambini vengano condizionati a seguire i ruoli di genere sin dalla più tenera età – in particolare il processo doloroso imposto ai maschi di non piangere o mostrare emozioni.  Parlando del brano, Anna ha affermato: “È una canzone che racconta la felicità come atto di ribellione, la libertà di identificarsi in ciò che più ci aggrada, senza restrizioni dalla società.” Diretto dalla star nascente William Kennedy (già collaboratore di Kendrick Lamar) e coreografato da Aaron Sillis (fka Twigs).

A proposito di “Hunter” Anna Calvi ha scritto:

Sto dando la caccia a qualcosa – desidero di più, desidero esperienze, azione, libertà sessuale, intimità, il desiderio di sentirsi forti, protetti ed infine, il desiderio di trovare qualcosa di bello in questo caos. Voglio andare oltre il gender. Non voglio scegliere fra il maschile e il femminile che è in me. Sto combattendo contro il sentimento di estraniazione e cercando un posto che mi faccia sentire a casa. Penso che il gender sia uno spettro. Penso che se ci fosse consentito essere da qualche parte nel mezzo, non spinti verso gli estremi della femminilità e della mascolinità, saremmo più vicini alla libertà. Voglio scoprire com’è essere qualcosa d’altro, qualcosa che sia diverso da ciò a cui sono stata attribuita. Voglioe splorare una sessualità sovversiva, che va oltre a ciò che ci si aspetta da una donna in questa società patriarcale ed eteronormativa. Voglio ripetere le parole “ragazzo ragazza, donna uomo” ripetutamente per trovare i limiti di queste parole, contro la vastità dell’esperienza umana. Credo nella protagonista femminile che non risponde alle storie di un uomo. Esco nel mondo e lo vedo come mio, voglio qualcosa da esso, al posto di essere un prodotto passivo. Sono affamata di esperienze. A volte le cose sembrano chiare e altre mi sento persa. Voglio dare tutto in queste canzoni e facendo ciò mi sento forte ma anche vulnerabile: in quanto persona queer vesto il mio corpo della mia arte come se fosse un’armatura, ma so anche che per essere coerente con me stessa devo essere aperta al dolore ed essere vulnerabile. Lo scopo di quest’album è quello di essere primordiale e bellissimo, femminile e mascolino, vulnerabile e forte, essere il cacciatore, ma anche la preda”. Anna

La tracklist di “Hunter”:

  1. As A Man
  2. Hunter
  3. Don’t Beat The Girl Out Of My Boy
  4. Indies Or Paradise
  5. Swimming Pool
  6. Alpha
  7. Chain
  8. Wish
  9. Away
  10. Eden

TA1300: l’hip-hop di Denzel Curry dalla luce alle tenebre

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Nato e cresciuto nella Florida del sud, Denzel Curry ha iniziato a muoversi nella scena underground con una serie di mixtape e la sua affiliazione al Raider Klan. A seguito della dissoluzione del gruppo, Denzel ha continuato da solo con la pubblicazione del suo album di debutto Nostalgic 64, poi il doppio EP 32 Zel/Planet Shrooms, e nel 2016 il secondo album Imperial.

unnamed (19)Quello che Denzel Curry si è costruito nel tempo è un “flow” aggressivo che combina elementi di hip hop e di hardcore, un sound che ha gettato le basi nella scena underground in Florida, ma che ha tutta l’ambizione di puntare dritto al mainstream.
Lo dimostra l’impianto di TA1300, il suo nuovo album, pubblicato in tre atti  (Light, Gray e Dark) tra il 25 e il 27 luglio.
Ad anticipare il progetto sono stati tre singoli, Sumo, Clout Cobain e Percs, ognuno in rappresentanza di un diverso atto dell’album.
Attraverso le tre sezioni di TA13OODenzel esplora temi quali le molestie, le elezioni presidenziali, il successo, l’odio, la paranoia, la vendetta, l’amore, e lo stato attuale della musica e le storie personali delle sue esperienze ai confini con la morte.
Tematiche forti e inusuali, che spaziano tanto quanto i suoni: l’intento di Denzel è infatti quello di colmare il divario tra la vecchia generazione hip hop e la nascente generazione di SoundCloud rapper che  lui stesso ha contribuito a far nascere sia in suono che stile grazie a liriche letali e uno storytelling profondamente personale, affrontando la paura, la paranoia e gli slalzi umorali.

Ad completare il progetto sono gli scenari visionari e talvolta distipici dei videoclip.
 

#MUSICANUOVA: Yves Tumor, Noid

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Inclassificabile per indole, sperimentatore per vocazione.

Yves Tumor torna con Noid, un singolo che fa incontrare industrial, funk e addirittura pop e chissà cos’altro, il tutto ovviamente composto secondo le regole di un artista anarchico e spiazzante.

BITS-REPORT: Supersonic Blues Machine, Carroponte, 16 luglio 2018. Polvere e sudore di una supersonica macchina blues

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E’ uno strano progetto quello dei Supersonic Blues Machine, super-gruppo U.S.A. dall’anima tutta italiana. A voler rischiare nel gioco, si potrebbe azzardare un paragone con la Rolling Thunder Revue del Bob Dylan in anno di grazia 1975, non tanto per il genere di musica che la band porta sui palchi di mezzo mondo, ma per il concetto stesso di “gruppo aperto”, pratica che in Italia non è mai stata del tutto presa in considerazione e men che meno messa in pratica.

E’ cosa nota infatti che ai concerti della band – così come nelle sessioni di registrazione in studio -, le porte siano aperte a ospiti e amici in un clima di passione musicale spontanea e genuina. Ed è questa l’aria che ha respirato il pubblico del Carroponte, accorso in buon numero lunedì 16 luglio per vivere una serata di blues fatto come Dio comanda.
Il programma d’altronde non lasciava scampo: sul palco, oltre a due dei titolari (Fabrizio Grossi e il leggendario batterista Kenny Aronoff) e al potente Kris Barras a sostituire il terzo fondatore Lance Lopez impegnato in sala di registrazione, due veri pilastri del blues: il “Puma di Lambrate” Fabio Treves e il leggendario Billy Gibbons, in licenza premio dagli ZZTop. A completare la line up, Serge Simic, le coriste, il tastierista Alessandro Alessandroni Jr. e, a quasi sorpresa, al posto dell’inizialmente annunciato Steve Lukater (Toto), lo storico chitarrista di Vasco Rossi Stef Burns. Ed è stato un concerto che ha messo al bando molti dei tecnicismi sterili e un po’ “fighetti” di tanto pseudo-blues odierno, per dare spazio a una musica fatta di sudore e polvere.

Kris Barras, voce e chitarra, traccia già da subito la linea della serata con I Am Done Missing You, accompagnato da Fabio Treves all’armonica (che tornerà poco dopo anche per L.O.V.E.): lunghi assoli e folgoranti jam session con i compagni di palco, per un blues che guarda sia alle proprie radici americane, sia alle riscritture inglesi anni ’60/’70. Soprattutto, fra una notevole Let It Be (no, non quella…) con Burns e Barras intenti a incrociare le chitarre, e una intensa Hard Times, fa piacere constatare che tutta la prima parte del concerto non è approntata in funzione della successiva presenza di Billy Gibbons. Il pubblico, sebbene in fremente attesa, lo capisce e partecipa con sempre maggior calore, soprattutto se la scaletta riserva dei blues torridi come Elevate o taglienti come Can’t Take It No More. Calore che ovviamente raggiunge l’apice quando il barbuto Billy sale sul palco e dà il via alle danze con La Grange, un classico degli ZZTop, subito seguito da Broken Heart e dal “classico” di Robert Johnson Dust My Broom.
Di fatto, la seconda parte del concerto diventa un mini-live apocrifo degli ZZTop, con i membri della Supersonic Blues Machine a fare da pards al mescalero Gibbons che piazza en passant una strepitosa Sharp Dressed Man prima di richiamare sul palco il “puma” Treves e Burns per l’infuocata jam finale a base di Muddy Waters (Got My Mojo Working) e Freddie King (Going Down).

Due standard a chiudere una perfetta serata dove il rock-blues, quello vero, quello fatto di sudore e polvere, l’ha fatta da padrone.

Alessandro Bronzini

Urban Strangers: il ritorno è il 7 settembre con l’album U.S

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Il 7 settembre gli Urban Strangers tornano con il nuovo album di inediti U.S.

Il loro terzo album, prodotto da Raffaele Ferrante (Rufus), è un mix di testi cantautorali e sound internazionale. Per la prima volta Gennaro Raia e Alessio Iodice scelgono di cantare in italiano per arrivare in modo più diretto alle persone pur continuando a sperimentare strade nuove sia nei testi che nella musica.

Non so è il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album, con un sound di influenze provenienti dal trip hop, dalla canzone italiana e dall’elettronica contemporanea: “Non so è un nuovo punto di inizio: il primo brano in italiano che descrive il nostro cambiamento. Siamo felici che questa canzone possa essere una rappresentazione chiara di quello che siamo diventati e di quello che vogliamo comunicare”.