IZI: ospiti e tracklist del nuovo album

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A meno di una settimana dall’uscita del video di 4getu, IZI ha annunciato tracklist, collaborazioni e featuring di Pizzicato, il suo nuovo album d’inediti in uscita 5 maggio, già disponibile in pre-order, e in esclusiva in edizione autografata su Amazon (link).
Anticipato da Pianto e 4getu, l’album ha importanti collaborazioni con alcuni dei rapper del panorama italiano, sia della nuova che della old school.
Da Dopo Esco, brano in feat con Fabri Fibra, a Bad Trip con Caneda e Come me con Enzo Dong, fino alla collaborazione con i fratelli Tedua e Vaz te’ nel singolo Wild Bandana.
Le produzioni sono invece affidate a Shablo, Charlie Charles, Sick Luke, Simoo, David Ice, Marz, Noise, Estremo e Marco Zangirolami.
cover album pizzicato
Questa la tracklist:
1 Fuori
Prodotto da Simoo (D.Germini / S. Cappuccio)
2 RSCN
Prodotto da Sick Luke – (D. Germini / L.A.Barker)
3 Pianto
Prodotto da Shablo (D.Germini / P.M.Lombroni Capalbo)
4 Na na na
Prodotto da Shablo & Charlie Charles
(D.Germini / P.M. Lombroni Capalbo, P.A.Monachetti, L.Mauceri)
5 Distrutto
Prodotto da David Ice (D.Germini / D.Melacca)
6 Tutto torna
Prodotto da David Ice & Shablo
Chitarra: Parix
Piano: Marco Zangirolami
Batteria: Nko Drumz
(D.Germini / D.Melacca, P.M. Lombroni Capalbo)
7 Pizzicato
Prodotto da Marz – (D.Germini / A.Pulga)
8 Wild bandana featuring Tedua, Vaz Tè
Prodotto da Estremo
(D.Germini, M.Molinari, A.Guzzo / E.Botta)
9 Volare
Prodotto da Sick Luke
(D.Germini / L.A.Barker)
10 Dopo esco featuring Fabri Fibra
Prodotto da Shablo
(D. Germini, F.Tarducci / P.M.Lombroni Capalbo)
11 Come me featuring Enzo Dong
Prodotto da Shablo
(D.Germini, V. Mazzarella / P.M. Lombroni Capalbo, M.Zangirolami)
12 Bad trip featuring Caneda
Prodotto da Marco Zangirolami
(D.Germini, R.Canu / M.Zangirolami, D.Melacca)
13 4GETU
Prodotto da Noise
(D. Germini / A. Moreo)

#MUSICANUOVA: IZI, 4GetU


Sonorità elettroniche, note sporche ed effetti casuali, 4GETU è lo street single che anticipa l’uscita dell’album d’inediti di Izi Pizzicato, prevista per il prossimo 5 maggio.
Avvalendosi di un linguaggio diretto e grazie ad un sound magnetico, capace di catturare sin dal primo ascolto 4GETU cerca di oltrepassare le mille problematiche intrinseche all’essenza dell’uomo contemporaneo dimostrando come nella vita ognuno sia invece artefice del proprio destino. 4getu diviene così al contempo denuncia sociale e veicolo d’espressione per i tanti giovani che devono poter vivere nella libertà di fare ciò che vogliono ma nel rispetto consapevole di se stessi, un grido d’appartenenza per non dimenticare il proprio passato, sognando prospettive e orizzonti migliori.

BITS-REPORT: Tinie Tempah, il ciclone rap venuto d'oltremanica. Milano, Magazzini Generali, 1 aprile 2017

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Fino a qualche giorno fa, quello di Tinie Tempah era per me poco più di un nome. Forse è una di quelle ose che non si dovrebbero dire, ma è inutile che stia qui a raccontare cose che non sono: sapevo dell’esistenza di questo rapper inglese, ma non avevo ascoltato mezza nota di quello che aveva fatto. Avevo intercettato solo il singolo radio killer Mamacita, uscito la scorsa estate.
Poi mi è capitata l’occasione di assistere al suo concerto ai Magazzini Generali di Milano lo scorso 1 aprile, e, caspita, che rivelazione!
Un live filatissimo, forse un po’ cortino, ma sicuramente ad altissimo tasso di decibel e di coinvolgimento, tra hip hop e urban nelle loro innumerevoli declinazioni. Sul palco il ragazzo si è dato un gran fare e ha tirato fuori una capacità scenica da vero mattatore, riempiendo per bene l’ambiente con la sua presenza.
Peccato per l’affluenza non proprio alle stelle, perché un concerto così avrebbe meritato molta più attenzione e sicuramente avrebbe fatto ancora più effetto in una location a più alta capienza, ma chi c’era ha assistito a una potente celebrazione rap.
E dopo aver passato in rassegna molti dei suoi singoli e parecchie anticipazioni del nuovo album, l’ultima parte della serata si è trasformata in una specie di mini rave e l’elettronica ha dato a tutti a tutti la buona notte.
Tinie Tempah, segnatevelo.
TINIE TEMPAH X WP 6
L’intera gallery è disponibile a questo link (foto di Luca Marenda).

Clementino, l'Uomo vitruviano del rap italiano

Clementino-Vulcano_0202_LOW_RESNel sempre più articolato panorama del rap italiano, quello di Clementino è uno stile a sé. Non tanto per l’uso quasi esclusivo del dialetto, che a ben vedere non è una sua prerogativa esclusiva, quanto soprattutto perché il rapper napoletano – o meglio, nolano – segue un percorso tutto suo, lontano nella stessa misura dal machismo esasperato, dai toni torvi e cattivissimi e dal populismo in odore pop dei suoi colleghi.
Non è un caso che per il suo ultimo album, Vulcano, non abbia voluto featuring e non abbia scritto un pezzo per “dissare qualcuno”.
Vulcano è un album di Clementino, e solo di Clementino, e per rendere l’idea il ragazzone di Cimitile usa il paragone dell’Umanesimo e del Rinascimento, in cui al centro di ogni cosa vi era l’uomo. Ecco, qui al centro di tutto c’è lui, l’uomo Clementino, e lui, che dell’ironia fa larghissimo uso, spiega che ci si vede nella posa dell’Uomo vitruviano del rap italiano.
Fin dal titolo, questo è un disco che Clemente Maccaro sente suo, quel vulcano è lui, nessun altro avrebbe potuto pubblicare un album con titolo così, “dovevo essere io il primo”. Dopo la valanga di collaborazioni nel precedente Miracolo!, qui non ci sono featuring: negli ultimi anni Clementino ha dato retta a tanti, troppi, concedendo featuring a chiunque glielo chiedesse, adesso si è voluto tenere spazio solo per sé, lavorando con produttori noti – vedi Shablo e Deleterio – o nuovi – vedi David Ice.
E, si diceva, non ci sono dissing. O meglio, c’è un pezzo, A capa sotto, in cui se la prende un po’ con tanti, ma senza fare nomi. Insomma, featuring con nessuno e dissing con quasi tutti.
Vulcano arriva a più di in mese dalla seconda partecipazione a Sanremo, con Ragazzi fuori. Un bilancio tutto sommato positivo, se non fosse per il rammarico di non aver potuto far ascoltare la cover di Svalutation. Mentre ne parla le sue parole tradiscono però anche una certa insofferenza verso quel contesto, e infatti alla domanda su una terza presenza in gara la sua risponda non lascia posto a dubbi: “Se sarà, sarà tra qualche anno. L’ho fatto per due anni di seguito, ma non ne posso più di essere concorrente, di quelle situazioni abbottonate, in cui devo misurare le parole per non rischiare di essere frainteso, per non rischiare di offendere. In questo sono un rapper”.
Musicalmente parlando, si dice un fiero (e forse il primo) esponente del “black Pulcinella”, uno stile che molto deve a Pino Daniele per la componente “nera” e che altrettanto discende dal “napoletan power”.
Dentro al nuovo disco, accanto a pezzi di pura matrice clementiniana come Keep calm e sientete a Clementino e Joint c’è spazio per momenti più riflessivi come Stamm ccà e Deserto, fino a una canzone d’amore, La cosa più bella che ho. A chiudere, Paolo Sorrentino, un personale tributo al regista di cui Clementino è grande estimatore.
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Come la vede oggi la scena rap italiana? “Sta cambiando tutto, si dà sempre più spazio al rap da battaglia, Salmo fa il disco di platino senza singoli in radio. Ci sta avvicinando all’America dove può arrivare al primo posto in classifica uno come Kendrick Lamar”.
Non manca poi l’impegno sociale, portato avanti più con i fatti (tra questi, la IENA Soccer, di cui Clementino è presidente onorario, una squadra di calcio in cui accanto a schemi e tecniche si insegnano i valori e si portano i bambini lontano dalle strade) e le denunce (“Nola è ancora terra dei fuochi, la gente continua a morire di tumore”) che con i freestyle: “Le battaglie di freestyle le ho già fatte, vengo da quel mondo, adesso voglio dire cose intelligenti”.
Intanto il nuovo singolo, Tutti scienziati è accompagnato da un video di spassosa ispirazione cinematografica: “Avevamo pensato a Ritorno al futuro o a Frankenstein Junior, poi è arrivata l’idea di Non ci resta che piangere”. Sul finale, un’improbabile full immersion di uso dei social network impartita a un interdetto Leonardo Da Vinci. 
Grandi cose sono attese infine per il tour, che a maggio vedrà Clementino anche in giro per l’Europa (Stoccarda, Amsterdam, Colonia, Londra): “All’estero farò allenamento, poi quest’estate arrivo in Italia, e in inverno mi piacerebbe salire sul palco con una band e suonare. Non dico che porterò in scena un vero vulcano, ma quasi”.

Nicki Minaj tra nuovi singoli e collaborazioni… aspettando il nuovo album

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Di cui una cosa possiamo essere sicuri: Nicki Minaj non si sta annoiando in questi giorni.

La grande signora dell’hip-hop si sta infatti dando un gran da fare tra nuovi singoli e collaborazioni.
Dopo aver rilasciato la bellezza di tre nuovi brani in un giorno solo alcune settimane fa, probabili anticipazioni del nuovo lavoro, Nicki ha preso parte alle collaborazione in sapore di dance hall con Jason Derulo e Ty Dolla Sign in Swalla, uno di quei pezzi che sembrano voler già scaldare la pista per la prossima estate, e ora rincara la dose insieme a David Guetta, con cui aveva già avuto occasione di lavorare (vedi alla voce Turn Me On), in Light Up My Body. A completare la squadra c’è anche l’amicone Lil’ Wayne. Un miscuglio di rap ed elettronica tanto di moda ultimamente, ma dove ad emergere sembra soprattutto la componente urban, e la presenza di Guetta la si capisce un po’ poco. Ma tant’è.


Quello che comunque sembra di capire è che i lavori per il nuovo album di Nicki siano più che avviati, se non addirittura quasi al traguardo, e nonostante le numerose incursioni nel pop e nella dance, il grande amore della Minaj resta l’hip-hop.
Noi aspettiamo un po’ impazienti qui…

BITS-REPORT: Tra hip hop e Versace. Emis Killa live all'Alcatraz di Milano. 20 marzo 2017

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Dunque, facciamo un paio di conti: quando è iniziata la stagione d’oro dell’hip-hop in Italia? Quando, cioè, da genere di periferia e dei sobborghi, il rap è salito fino all’attico più esclusivo della musica italiana? Se non sbaglio, era circa il 2012, quindi cinque anni fa abbondanti. Da allora tanto è cambiato: la quantità di rapper che sono nati o emersi dall’underground è incalcolabile, tanti hanno fatto il botto, altrettanti sono durati il tempo di un paio di singoli, altri ancora sono rimasti a galla cambiando pelle e cedendo ai richiami delle radio e del mainstream.
Tra i primi nomi che si sono fatti strada nella nuova generazione dei rapper c’era anche quello di Emis Killa.
L’hip-hop, si sa, è il genere sporco per antonomasia, quello poi nudo e più crudo che ci sia, e i rapper sono i ragazzacci più tremendi che si possano incontrare. Almeno in teoria. E almeno nella scena indipendente. E almeno in America, dove si sparano e si scazzottano per davvero. Perché se guardiamo quello che succede qui da noi, spesso il confine tra il rapper e la popstar da giornaletto teen è davvero sottilissima.

Non però Emis Killa. Lui teen idol non lo è, e non lo è mai stato. Lo ha detto più volte, e lo dimostra adesso che sta portando in tour le canzoni del suo ultimo album, Terza stagione. In questi cinque anni, Killa avrebbe potuto concedersi ai duettoni pop, ai tormentoni balneari, ai testi gigioni, ma non lo ha fatto quasi mai, e quando è successo è stato il primo a riconoscerlo.

Quello andato in scena all’Alcatraz di Milano il 20 marzo, oltre a essere una delle due anteprime del tour vero e proprio (la seconda è fissata all’Atlantico di Roma per il 27 marzo), è stato un concerto hip-hop senza ruffianate, una raffica di brani sparati fuori uno dopo l’altro senza troppi giri di parole. Pur griffato da capo a piedi e con la collanona di Versace di ordinanza, Emis Killa ha dato in pasto al suo pubblico rime fredde e sanguigne, racconti di vita di un ragazzo cresciuto sulla strada e catapultato d’un tratto sotto i riflettori.
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In un allestimento scarno e ispirato al ring e con una band totalmente al femminile, il ragazzone di Vimercate ha guidato uno show che più che ad un concerto assomigliava a tratti a un rave organizzato tra amici. Tanti gli ospiti chiamati sul palco, da Maruego a Coez, da RRR fino a Jake La Furia, vera sorpresona.
In scaletta soprattutto i brani dell’ultima album, ma non potevano mancare i successi più spudorati, le parentesi melodiche, la quota pop, come Maracanà: avrebbe voluto evitarla, è stato un brano composto su commissione, lo dice senza problemi, ma al solo pensiero di non averla in scaletta il manager ha visto rosso. E quindi eccola, quasi in chiusura, a far sussultare tutta la sala, perché in fondo gli è stata subito perdonata. Subito dopo, il momento topico, con Non è facile, uno dei manifesti musicali di questo artista rimasto fedele a se stesso negli anni.

Per affondare bene i denti nella carne avrebbe forse potuto giocarsela fino in fondo con pezzi come 3 messaggi in segreteria o Su di lei, che invece non ci sono stati, ma quello che si è visto è il giusto compromesso di un rapper che senza perdere la faccia ha imparato a convivere tra la strada e i riflettori. Tra il cemento e Versace.
La gallery della serata è visibile a questo link (foto di Luca Marenda).

3 singoli in un giorno: il prepotente ritorno di Nicki Minaj

Regret In Your Tears
No Frauds feat. Drake & Lil Wayne
Changed It feat. Lil Wayne
Ben tre brani rilasciati nello stesso giorno: Nicki Minaj non ha usato le mezze misure e già che c’era ha coinvolto due amiconi come Drake e Lil Wayne.
In compenso, ha risparmiato sulle copertine…..
Nuovo album in vista?
Il periodo pop di qualche anno fa sembra essere ormai un ricordo: Nicki è tornata nello sporco ghetto dell’hip-hop e sembra non volersene più allontanare. 

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#MUSICANUOVA: Emis Killa, Non è facile

Non è facile se sei un numero primo ed indivisibile
Dare un peso alle persone con due anime
Salutare e poi diventare invisibile
Mentre gridano il mio nome, non è facile
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Non è facile è uno dei più bei pezzi hip-hop degli ultimi anni, e per realizzarlo Emis Killa ha voluto un asso come Jake La Furia.
Adesso ne ha fatto un video e un nuovo singolo di Terza stagione.
“Io e Jake La Furia siamo molto simili, per mille cose C’è molto feeling sia artistico che umano quindi non ho avuto dubbi sul chiamarlo per dare il suo contributo a questo brano. Quello che tratto in questa circostanza è un tema a me caro, già affrontato diverse volte in passato, anche se in chiave diversa. Parlo di come crescendo si cambi punto di vista su molte cose, o di come dietro a un successo ci siano sacrifici e lati scomodi, insomma, la faccia della luna che nessuno vede mai. È un po’ come se avessi voluto dare una visione del mio io più recente”.