Le Mosche all'esordio con Senza ali

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Dopo i primi due singoli, Mi assento e Talent, brano ironico e disilluso con la partecipazione di Nevruz, le Mosche pubblicano il loro primo disco, Senza ali.
“Questo disco è una dichiarazione di attaccamento alla realtà, di riconoscimento dei propri limiti e di scoperta del proprio potenziale di esseri umani. Senza ali è guardare al passato, al presente e al futuro con la massima attenzione e consapevolezza di sé. È ricerca della felicità. È la voglia di guardarsi dentro e confrontarlo con ciò che gli altri vedono dentro sé stessi.”
Tra le dieci tracce, anche una personale rivisitazione di Il mare d’inverno di Ruggeri.

#MUSICANUOVA: Nevruz, L'immigrato

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“Nell’estate del 2015 mi trovavo ai mondiali anti-razzisti che si tengono ogni anno a Bosco Albergati (Bologna). In questo caldo e colorato clima di pace, con la chitarra in mano, nasceva la mia canzone: un invito pacifico a comprendere il profondo malessere dell’uomo che scappa dalla guerra e a non confonderlo con chi di questa cosa approfitta ogni giorno, per business, per interesse personale o per politica. Sia con la cravatta, che con le scarpe rotte, mille sono quelli che ogni giorno usano, anzi, abusano dello strazio delle guerre”.

L’immigrato segna per Nevruz l’inizio di un nuovo progetto discografico in elaborazione per il 2017 e che vedrà nuove sorprese e collaborazioni.
“Io, terremotato, sono il primo ad aver avuto meno diritti degli immigrati, ma non per questo faccio differenze. Non è colpa di chi arriva, ma di chi gestisce e manovra. L’uomo è uomo. Bisogna guardare oltre ai confini geografici, culturali, razziali. Se mi rispetti hai lo stesso mio diritto ad essere rispettato. Né più né meno. Chi è civile e rispetta gli altri, è e sarà sempre un mio fratello. Chi è delinquente, lo è indipendentemente dalla sua provenienza. Vorrei che nessuno più facesse distinzione tra colore della pelle o paese d’origine, ma solo tra persone civili e persone incivili. Perché l’amore non ha colore”.
Con L’immigrato Nevruz è stato finalista nei 70 giovani di Area Sanremo.

BITS-RECE: Pentatonix, A Pentatonix Christmas. Un (altro) Natale a cinque voci

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata bit.a-pentatonix-christmas-album-cover-1
Vi faccio una confidenza: non sono particolarmente fan degli album natalizi. Ne ho ascoltato un po’ nel corso del tempo e la sensazione è quasi sempre stata quella di trovarmi davanti alla stessa zuppa riscaldata ogni anno e “ricondita” con salsine diverse. Ma sempre di quella zuppa si trattava: pop, r’n’b, swing, jazz, rock, new age, mettetele come volete, ma di risentire le medesime 10/15 canzoni riproposte da chiunque, anche basta!
Salvo solo Mariah, l’unica, dopo Bing Crosby, capace di trasformare un inedito – All I Want For Christmas Is You – in un classico, che tra l’altro mezzo mondo ha già coverizzato.
E salvo anche la nuova proposta natalizia dei Pentatonix, A Pentatonix Christmas, il secondo album dedicato alle feste della più famosa band vocale in circolazione negli ultimi anni. Già il fatto di avere dei classici natalizi rivisitati a cappella è un buon motivo per dargli un ascolto, ma i motivi diventano due se i ragazzi vanno a ripescare brani non così scontati.
Oddio, nel loro primo “natalalbum” avevano già pagato il dazio alle varie Santa Claus Is Coming To Town e Silent Night, ma anche in quel caso avevano avuto l’accortezza di proporre qualcosa che non fosse proprio prevedibilissimo.
Con il secondo album di strenne, accanto a O Come, All Ye Faithful e White Christmas, è la volta di I’ll Be Home For Christmas, Coventry Carol e Coldest Winter (firmata Kanye Western). In più, ci hanno infilato due pezzi originali, The Christams Sing-Along e Good To Be Bad e per il lancio hanno pensato a una cover di Hallelujah di Cohen.
Scelta abusata quest’ultima, già, ma gli è venuta così bene……..

BITS-RECE: Emeli Sandé, Long Live The Angels. Sopravvivere a se stessi

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
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Come si sopravvive al successo, quello inaspettato, sconvolgente, frastornante? Ne sa forse qualcosa Alanis Morissette, che dopo lo sconvolgimento portato da Jagged Little Pill ha dato ritrovare se stessa e rimettersi in moto, e più recentemente pare ne sappia qualcosina anche Adele, che non doveva proprio essere preparata alla valanga di 21. Ma ne può parlare, e anzi lo ha fatto, anche Emeli SandéL’artista inglese infatti si è ritrovata di punto in bianco nel 2012 al centro di un ciclone mediatico non previsto, dopo che il suo album d’esordio, Our Version Of Events, si è ritrovata a dover gestire un successo probabilmente neanche lontanamente previsto, con un album che è arrivato a vendere più di due milioni di copie nella sola Inghilterra.
Ecco, davanti a una prova del genere, reagire con nervi saldi è pressoché impossibile, tante sono le pressioni, le aspettative, le ansie. Per non parlare dei confronti con altri artisti (vedi alla voce Adele) che media e pubblico si sentono in dovere di mettere in pratica.
Nel corso di questi ultimi quattro anni, Emeli Sandé ha suonato un sacco in giro per il mondo, ma a un certo punto ha sentito il bisogno di fermarsi, quasi sparire, riannodare le fila sparpagliate del discorso e poi tornare. Un ritorno che ha visto la luce con Long Live The Angels, il secondo, generosissimo, album di inediti. Ben 15 tracce nell’edizione standard e 18 nella deluxe, tante erano le cose da raccontare.

Un disco in cui le influenze dance del primo album sono state messe da parte per lasciare spazio alle note più calde del soul: nessuna vampata sulla scia di Heaven quindi, ma una fiamma incandescente che si spande lenta, densissima, quasi in silenzio, mettendo al centro la voce e le parole. Gli interventi più carichi si riducono a una manciata  brani (Hurts, il primo singolo, Highs And Lows, Babe), ma nel resto dei brani si percepisce un calore raccolto, tra influenze di r’n’b e gospel.
Un nuovo viaggio che inizia tra i colori quasi misticheggianti di Selah (Try to hold my breath but it’s filling up my lungs/Try keep it quiet but it’s banging like a drum/And they’re shaking up my bones), prosegue con Breathing Underwater e poi Happen, tra cadute nel vuoto e sguardi rivolti verso l’alto, fino a Highs And Lows, manifesto di vittoria e rinascita personale.
Si fugge, ci si nasconde, ma sopravvivere si può, basta rifugiarsi in se stessi e guardarsi in faccia: la forza di riemergere è lì, davanti a noi. Anzi, siamo proprio noi.

Strike A Pose: tra Madonna e la vita

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“Give Me More Of You”, “Dammi più di te stesso”.

Pare che Madonna lo dicesse spesso ai suoi ballerini durante il tour. Voleva che da loro emergesse qualcosa che andasse al di là dell’aspetto tecnico e della bravura, voleva il lato umano, o meglio, l’espressione della personalità. “Express Yourself”, “Esprimi te stesso”, come recita un altro celeberrimo mantra che gira attorno all’universo della Ciccone. Un comandamento che pronunciato oggi, nell’anno del Signore 2016, ha un forte significato, ma che nel 1990 era ben più difficile da mettere in pratica, soprattutto se eri gay. Già, perché Madonna i suoi ballerini li sceglieva volontariamente gay, pescandoli tra i migliori in circolazione, certo, ma dovevano essere omosessuali. Tutti, tranne uno.
Proprio attorno alle storie dei sette ballerini si muove Strike A Pose, il documentario di Ester Gould e Reijer Zwaan che racconta con gli occhi di questi ragazzi il tour e i suoi retroscena, e soprattutto quello che è successo negli anni successivi.
Un tour che non era semplicemente una qualsiasi serie di concerti, bensì il Blond Ambition Tour di Madonna, vale a dire la tournée che più di tutte ha imposto un modo diverso di fare concerti alle star del pop, e quei sette ragazzi sono stati forse i ballerini più famosi al seguito di una popstar.
Il titolo, Strike A Pose, anche questo entrato nell’enciclopedia delle epigrafi “cicconiche”, è ripreso da Vogue, il singolo del 1990 accompagnato dal video forse più iconico di Madonna, ricco di citazioni cinematografiche e soprattutto zeppo di voguing, il particolare ballo di moda nell’underground omosessuale di New York in quel periodo, che tanto piacque alla cantante al punto che due dei ballerini furono assoldati proprio per la loro abilità nell’eseguirne le mosse.


Programmato dopo pochi mesi dall’uscita di Vogue, il tour fece molto discutere per i toni accesi, tra molteplici riferimenti al sesso e alla religione (tanto per dire, a Toronto Madonna rischiò addirittura l’arresto per la performance di Like A Virgin in cui simulava una scena di masturbazione). Ma il Blond Ambition non fu solo il tour più rivoluzionario di Madonna, ma anche l’occasione per schiaffare sulla faccia dell’America puritana (e del resto del globo) tematiche all’epoca off limits come l’omosessualità, l’HIV e l’uso del preservativo.
Legato al tour fu poi Truth Or Dare, arrivato in Italia con il titolo di A letto con Madonna, il documentario che raccontava i retroscena dei mesi vissuti in lungo e in largo per i concerti: protagonisti, Madonna e loro, i suoi sette ballerini, i suoi “figli”, come la Ciccone li chiamava. Con loro parlava, con loro mangiava, con loro passava del tempo tra giochi e frivolezze (la scena del bacio gay è forse la più nota e chiacchierata), raccontava se stessa e faceva raccontare a loro la favola di chi era arrivato sulla vetta del mondo pur essendo gay, in un mondo che in quegli anni non era ancora tanto disposto ad ascoltare. Ha fatto scuola quel documentario, uno dei più visti di sempre, e proprio da qui Gould e Zwaan sono partiti per narrare un’altra storia, molto meno frivola e patinata.
Perché va bene la musica, vanno bene le provocazioni, ma poi la vita “si mette in mezzo”, anche quando non è invitata e ci si devono fare i conti assieme.


Sia chiaro però: in Strike A Pose non c’è – se non in minima parte – quello scontato senso di nostalgia del passato che ci si potrebbe attendere. 26 anni dopo l’esperienza unica del Blond Ambition, i ballerini di Madonna sono diventati uomini e hanno messo in fila anni e consapevolezze. Sono cresciuti e sono andati oltre, sono sopravvissuti, tutti tranne uno, Gabriel Sue, portato via dall’HIV nel 1995 a 26 anni.
Già, l’AIDS, la grande bestia nera di chi era giovane tra gli anni ’80 e ’90 e che in questo documentario diventa uno dei grandi protagonisti. “I miei amici cadevano come mosche”, dice uno dei ballerini.
E mentre nelle strade la comunità gay iniziava a scendere in piazza a far sentire la propria voce, Madonna dal palco invitava il suo pubblico al sesso sicuro e a non nascondere nulla, HIV compreso. Ma poi, si diceva, la vita si è voluta mettere in mezzo, a volte a caro prezzo.
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Oggi i leggendari ballerini del Blond Ambition sono uomini che si sono costruiti la propria vita, chi continuando con la danza, chi facendo serenamente tutt’altro, ma tutti hanno di quel periodo un ricordo sereno. Nel film entriamo nelle case e nelle vite di Luis, Oliver, Salim, Jose, Kevin e Carlton, conosciamo la madre di Gabriel, e ascoltiamo il racconto di sette vite lontane da ogni possibile immaginazione.
26 anni fa erano ballerini, oggi sono prima di tutto persone, che dopo l’incontro con Madonna hanno visto passarsi davanti molto altro. Nessun bisogno di rivalsa, pochissima nostalgia dei riflettori, ma tanta, tantissima vita da portarsi addosso.
Una vita che forse – o probabilmente – non sarebbe stata così, nelle sue gioie e tragedie, se un giorno di 26 anni fa Madonna non li avesse scelti tra le decine di aspiranti per dar vita a uno dei più grandi spettacoli che la storia del pop possa elencare.

Quello che ormai tutti hanno capito è che il Blond Ambition non sarebbe stato possibile senza l’anima di Madonna.
Quello che invece dovremmo provare a chiederci è come sarebbe stato il tour se sul palco con lei non ci fossero stati quei sette ragazzi.
Strike A Pose sarà al cinema solo per due giorni, il 5 e 6 dicembre (elenco delle sale  su www.nexodigital.it)

#MUSICANUOVA: Lorella Cuccarini & Heather Parisi, Tanto tempo ancora

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Giusto in tempo per il tanto sospirato show di Rai 1 Nemicamatissima, in onda in una doppia serata–evento il 2 e il 3 dicembre, arriva Tanto tempo ancora, la sigla di apertura del programma di Lorella Cuccarini e Heather Parisi.

Le due super icone degli anni ’80 tornano insieme dopo 30 anni con un brano inedito pop EDM creato appositamente per questa reunion.
Questo sì che è un comeback!!

LUCIANO LIGABUE domenica 4 dicembre ospite di FABIO FAZIO a "CHE TEMPO CHE FA"

LUCIANO LIGABUE

DOMENICA 4 DICEMBRE OSPITE DI FABIO FAZIO A

“CHE TEMPO CHE FA”

Domenica 4 dicembre LUCIANO LIGABUE sarà ospite di Fabio Fazio a “Che Tempo Che Fa” (Rai Tre, dalle ore 20.00). Durante la puntata, il Liga presenterà il suo nuovo album Made In Italy (disco di platino dopo una sola settimana…record dell’anno di vendita per un album nella prima settimana di uscita!) e si esibirà con la sua band.

«È una dichiarazione d’amore “frustrato” verso il mio Paese raccontata attraverso la storia di un personaggio (Riko) – afferma Ligabue a proposito di “Made In Italy” – Si tratta di un vero e proprio concept album (il mio primo) ma è comunque composto di canzoni. Canzoni che godono di una vita propria ma che in quel contesto, tutte insieme, raccontano la storia di un antieroe».

Prodotto da Luciano Luisi, con musiche, testi e arrangiamenti di Luciano Ligabue, “MADE IN ITALY” (Zoo Aperto/Warner Music) è stato anticipato in radio dai singoli “G COME GIUNGLA” (in rotazione dal 2 settembre) e “MADE IN ITALY” (in rotazione dall’11 novembre).

Questa la tracklist del ventesimo album, undicesimo di inediti, della carriera di Ligabue: “La Vita Facile”; “Mi Chiamano Tutti Riko”; “È Venerdì, Non Mi Rompete I Coglioni”; “Vittime E Complici”; “Meno Male”; “G Come Giungla”; “Ho Fatto In Tempo Ad Avere Un Futuro”; “L’Occhio Del Ciclone”; “Quasi Uscito”; “Dottoressa”; “I Miei Quindici Minuti”; “Apperò”; “Made In Italy”; “Un’Altra Realtà”.

Insieme a Ligabue, in questo disco hanno suonato Luciano Luisi (tastiere, cori), Max Cottafavi (chitarre), Federico Poggipollini(chitarre elettriche, cori), Davide Pezzin (basso), Michael Urbano (batteria, percussioni), Massimo Greco (tromba e flicorno), Emiliano Vernizzi (sax tenore) e Corrado Terzi (sax baritono).

Ideato e diretto da Paolo De Francesco e scritto da Paolo De Francesco con Era Ora e Ivana Gloria, è online il videoclip ufficiale della title-track “Made in Italy”. Nel video prodotto da Moltimedia, Ligabue arriva in un luogo che ricorda una stazione ferroviaria. Si sofferma davanti ad un poster che pubblicizza la possibilità di fare un’esperienza di un viaggio in un parco divertimenti chiamato MADE IN ITALY PARK. Dietro Ligabue arriva un treno. Ligabue ci sale e il treno parte. A quel punto il treno si trasforma in un trenino animato e varca l’ingresso del MADE IN ITALY PARK. Passa tra le città che Ligabue canta nella canzone rappresentate sotto forma di giostre, attrazioni. Roma è un autoscontro, Napoli un carosello di tazze da caffè rotanti, Bologna un piccolo teatrino… il treno a sua volta, viaggia sui binari di un’improbabile montagna russa. Dal mondo colorato e animato esterno salgono sul treno due sposi e sul treno si fa festa come all’uscita di un vero matrimonio. Dopo un lungo giro durato tutta la notte e dopo aver toccato il mare, la montagna e anche lo spazio Ligabue decide di scendere e vivere in quel mondo. Si lancia dal treno, si trasforma in plastilina, cade nella sua auto se ne va guidando sorridente.

L’animazione e la regia delle riprese stop motion del video sono firmate Era Ora e Ivana Gloria mentre le riprese live e il montaggio sono stati affidati a Raffaele Parma (direttore di produzione) e Gigi Tufano di Logfilm.

Dopo “Liga Rock Park”, il doppio evento live il 24 e 25 settembre al Parco di Monza (oltre 130.000 presenze), e la pubblicazione del disco “MADE IN ITALY”, Ligabue nel 2017 sarà protagonista nei palasport di tutta Italia per presentare i brani contenuti nel nuovo album, oltre ai suoi grandi successi.

Con oltre 200.000 biglietti venduti, queste le date attualmente confermate del “MADE IN ITALY – PALASPORT 2017”: 3, 4, 6 e 7 febbraio al PalaLottomatica di Roma; 14, 15 e 17 febbraio al Pal’Art Hotel di Acireale (CT); 20 e 21 febbraio al Palasport di Reggio Calabria; 23, 24 e 25 febbraio al PalaFlorio di Bari; 27 e 28 febbraio al PalaSele di Eboli; 3 e 4 marzo al PalaMaggiò di Caserta; 6 e 7 marzo al PalaEvangelisti di Perugia; 10 marzo al Modigliani Forum di Livorno; 13 e 14 marzo al Mediolanum Forum (Assago) di Milano; 17 marzo al PalaTrieste di Trieste; 20 marzo all’Adriatic Arena di Pesaro; 22 e 23 marzo al Nelson Mandela Forum di Firenze; 28 e 29 marzo al Pala Alpitour di Torino; 1 e 2 aprile alla Fiera di Brescia; 4 e 5 aprile al Mediolanum Forum (Assago) di Milano; al 7 e 8 aprile all’Unipol Arena di Bologna; 10 aprile al 105 Stadium di Rimini; 19 aprile al Palaonda di Bolzano; 21 e 22 aprile all’Arena Spettacoli Fiera di Padova; 24 aprile al Palaprometeo di Ancona.

Vista la grande richiesta da tutte le regioni di Italia gli organizzatori informano che prossimamente saranno inserite in calendario date anche in Liguria e Sardegna.

I biglietti del “MADE IN ITALY – PALASPORT 2017” sono disponibili in prevendita su www.ticketone.it e nei punti vendita abituali.

RENATO ZERO: oggi esce "ARENÀ – RENATO ZERO SI RACCONTA", 2 CD + 1 DVD con i tre grandi concerti-evento all'Arena di Verona.

RENATO ZERO

OGGI ESCE “ARENÀ – RENATO ZERO SI RACCONTA

2 CD + 1 DVD con i tre grandi concerti-evento all’Arena di Verona

arricchiti dal brano inedito “Non dimenticarti di me

PROSEGUE IL GRANDE SUCCESSO DI

ALT IN TOUR

Più di 30 date nei più importanti palasport di tutta Italia!

Biglietti disponibili in prevendita su ticketone.it e nei circuiti di vendita e prevendite abituali
 

Dopo il grande successo dell’ultimo disco di inediti “Alt” (certificato platino da FIMI/GfK Italia), oggi, venerdì 2 dicembre, esce

ARENÀ – RENATO ZERO SI RACCONTA”, uno speciale cofanetto composto da 2 CD + 1 DVD, contenenti il meglio dei 3 grandi concerti-evento di RENATO ZERO all’Arena di Verona dello scorso giugno, arricchito dal brano inedito “NON DIMENTICARTI DI ME!

Quasi 3 ore di canzoni, parole e musica, ma soprattutto emozioni e grandi incontri con amici e colleghi, sul palco e dietro le quinte: tutto questo è “ARENÀ – Renato Zero si racconta, il racconto in suoni e immagini delle tre date live nella prestigiosa cornice dell’anfiteatro veronese, show che hanno segnato l’atteso ritorno live del cantautore italiano, che ha incantato gli oltre 36.000 spettatori con i suoi successi di sempre oltre a presentare, per la prima volta dal vivo, i nuovi brani contenuti nell’album “Alt”, accompagnato sul palco dalla sua band, dall’Orchestra Filarmonica della Franciacorta diretta dal Maestro Renato Serio e dai Neri Per Caso.

Ospiti dello speciale cofanetto, i colleghi Elisa, Emma e Francesco Renga, per regalare incontri e duetti inediti di profonda emozione, e gli amici e attori Sergio Castellitto e Carlo Giuffrè che, da dietro le quinte dell’Arena, a telecamere accese, hanno permesso a Renato Zero di raccontare se stesso e i suoi mille volti con la loro complicità. Ad impreziosire ulteriormente il tutto, sono presenti anche le incursioni audio degli amici Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello.

Prosegue in tutta Italia il grande successo di “ALT IN TOUR”, con cui l’inarrestabile RENATO ZERO porta in scena più di 3 ore di musica live nei più importanti palasport della penisola! Oltre 30 date in cui l’artista incanterà ed entusiasmerà il pubblico, tra i nuovi brani contenuti nell’ultimo disco di inediti, “Alt”, e i grandi classici del suo repertorio.

 
Queste tutte le date del tour:
24 e 25 novembre a CASALECCHIO DI RENO – BOLOGNA (Unipol Arena);
28 e 30 novembre a TORINO (Pala Alpitour);
3 dicembre (sold out) a PESARO (Adriatic Arena);
6 (sold out), 7 (sold out), 9 (sold out), 10 (sold out), 13 e 14 dicembre a ROMA (Pala Lottomatica);
16 (sold out), 17 (sold out), 19 (sold out) e 20 dicembre a FIRENZE (Nelson Mandela Forum);
22 e 23 dicembre a PADOVA (Arena Spettacoli Padova Fiere);
6, 7, 9 e 10 gennaio a MILANO (Mediolanum Forum di Assago);
14 (sold out), 15 e 17 gennaio a LIVORNO (Modigliani Forum);
20 e 21 gennaio a EBOLI (PalaSele);
23 (sold out), 24 (sold out) e 26 (sold out) gennaio a BARI (PalaFlorio);
28 (sold out) e 29 gennaio ad ACIREALE (Pal’Art Hotel).
È possibile acquistare i biglietti in prevendita su ticketone.it e nei circuiti di vendita e prevendite abituali.
 

THE ROLLING STONES: è uscito oggi in tutto il mondo “BLUE & LONESOME”, il nuovo atteso album dei ROLLING STONES

THE ROLLING STONES

È uscito oggi in tutto il mondo

 “BLUE & LONESOME”

È uscito oggi in tutto il mondo “Blue & Lonesome” (Polydor Records), il nuovo atteso album di studio dei ROLLING STONES. Registrato in soli 3 giorni a Londra, “Blue & Lonesome” (già tra i dischi più venduti su iTunes Italia) riporta la band alle sue origini e alla passione per la musica blues, musica che è sempre stata il cuore e l’anima dei Rolling Stones.

Da oggi è anche disponibile il nuovo singolo estratto dal disco “Ride ‘Em On Down”, brano accompagnato da un video, anche questo disponibile da oggi su https://youtu.be/qEuV82GqQnE, che vede protagonista assoluta la giovane attrice americana Kristen Stewart (da poco apparsa nel film di Woody Allen “Café Society” dopo essere stata protagonista di una lunga serie di pellicole, dalla saga di Twilight a Biancaneve e il cacciatore a Into The Wild), al debutto in un video musicale.

Non ci è voluto molto per convincermi a partecipare – racconta Kristen Stewart –  Gli Stones. Una Mustang del ‘65. Sola a Los Angeles. La sola idea delle riprese era già un sogno. Abbiamo ribaltato Los Angeles in un giorno, al ritmo di una colonna Sonora diabolica”.

il video, diretto dall’acclamato regista Francois Rousselet e girato da Newton Thomas (“Drive” e “Usual Suspects”) è stato girato in due giorni a Los Angeles.

Blue & Lonesome”  è stato prodotto da Don Was e The Glimmer Twins ed è stato registrato in soli 3 giorni nel dicembre dell’anno scorso ai British Grove Studios a West London, a un tiro di schioppo tra Richmond e Eel Pie Island, dove gli Stones hanno iniziato come una giovane blues band suonando nei pub e nei club. “BLUE & LONESOME” è proprio un omaggio agli esordi da blues band quando suonavano Jimmy Reed, Willie Dixon, Eddie Taylor, Little Walter e Howlin’ Wolf, artisti la cui musica è presente in questo album.

Il loro approccio al disco è stato quello di volere un album spontaneo che suonasse come un live in studio, senza sovraincisioni.

Mick Jagger (vocals & harp), Keith Richards (guitar), Charlie Watts (drums), e Ronnie Wood (guitar) hanno raccolto accanto a se musicisti che hanno suonato per molto tempo in tour con loro come Darryl Jones (bass), Chuck Leavell (keyboards) e Matt Clifford (keyboards) e in due delle 12 tracce il Vecchio amico Eric Clapton, che era nello studio accanto a registrare il suo album.

Don Was, coproduttore del disco “Blue & Lonesome” ha commentato: “Questo disco è un testamento manifesto della purezza del loro amore verso il fare musica, e il blues è, per gli Stones,  la sorgente di tutto quello che fanno”.

Questa la tracklist completa:
 

  1. Just Your Fool (Original written and recorded in 1960 by Little Walter)
  2. Commit A Crime (Original written and recorded in 1966 by Howlin’ Wolf – Chester Burnett)
  3. Blue And Lonesome (Original written and recorded in 1959 by Little Walter)
  4. All Of Your Love (Original written and recorded in 1967 by Magic Sam – Samuel Maghett)
  5. I Gotta Go (Original written and recorded in 1955 by Little Walter)
  6. *Everybody Knows About My Good Thing (Original recorded in 1971 by Little Johnny Taylor, composed by Miles Grayson & Lermon Horton)
  7. Ride ‘Em On Down (Original written and recorded in 1955 by Eddie Taylor)
  8. Hate To See You Go (Original written and recorded in 1955 by Little Walter)
  9. **Hoo Doo Blues (Original recorded in 1958 by Lightnin’ Slim, composed by Otis Hicks & Jerry West)
  10. Little Rain (Original recorded in 1957 by Jimmy Reed, composed by Ewart.G.Abner Jr. and Jimmy Reed)
  11. Just Like I Treat You (Original written by Willie Dixon and recorded by Howlin’ Wolf in December 1961)
  12. *I Can’t Quit You Baby (Original written by Willie Dixon and recorded by Otis Rush in 1956)