BITS-CHAT: Partire e sentirsi a casa. Quattro chiacchiere con… Valentina Parisse

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Quando incontro Valentina Parisse, lei mi accoglie con un sorriso e una delle più vigorose strette di mano che abbia mai ricevuto. Ha addosso un entusiasmo luminoso, che ti mette subito a tuo agio. “A volte ho paura di sembrare una bambina il giorno di Natale” confessa durante la chiacchierata parlando del suo lavoro, la musica. In realtà, la sensazione che comunica è quella di una ragazza che sta vivendo nella maniera più giusta le enormi occasioni che le stanno capitando, e che ha imparato a tenersi la valigia sempre pronta perché non sai mai quando potrebbe arrivare una chiamata.

Dopo essere volata in Canada nel 2011 per realizzare l’album d’esordio, Vagabond, e aver recentemente scritto per Renato Zero e Michele Zarrillo, il suo ultimo singolo, Tutto cambia, è nato sul suolo americano ed è il frutto dalla collaborazione con Tyrone Wells, Danny Larsh e Timothy Myers, ex bassista dei One Republic. Ma anche tutto il suo nuovo album, in uscita il prossimo anno, pare che respirerà aria internazionale grazie ad altre importanti collaborazioni, in una combinazione tra musica organica e sintetica.
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Da dove è partito tutto?
Proprio da Tutto cambia, e dalla collaborazione con Tyrone Wells, che è il co-autore del brano. Ho ricevuto un invito per una collaborazione a Los Angeles: ho messo quattro cose in valigia e sono partita, con un grandissimo entusiasmo, ma anche tanta paura. Quando ti trovi a lavorare con personalità così grandi ti senti sempre un chicco di riso.

Quindi tu e Tyrone vi conoscevate già da prima?
No, c’era solo una conoscenza indiretta. Avevo ascoltato alcuni suoi lavori e lo stimavo molto come cantautore.

Collaborazione internazionale, ma testo in italiano, come mai?
Le canzoni nascono da sé, è difficile prevedere come si svilupperà un processo creativo, non è scientifico. Sentivo semplicemente la necessità di dire quelle cose in quel modo. Italiano e inglese sono semplicemente due possibilità comunicative, sono complementari tra loro. È come suonare la chitarra, piuttosto che il basso o il pianoforte.

Molti tuoi colleghi usano l’inglese perché li fa sentire più protetti, sentono di esporsi meno.
Per me non è del tutto così, non riesco a percepire il velo. Nel momento in scrivo mi sento già esposta e a volte sento proprio il bisogno e la voglia di espormi. Nella mia esperienza posso dire che la differenza tra italiano e inglese la sento nella scelta dei termini, ma come dicevo prima è più un discorso di possibilità che ho a disposizione: quanti tasti e quante corde ho a disposizione? Sono modi diversi di esprimersi.

Cosa significa per te oggi dire che tutto “cambia”?
Tanto. Tutto cambia è una canzone lucida, in cui ho riassunto quello che ho vissuto. Viviamo in un periodo difficile, frenetico, in una rincorsa feroce alla perfezione, in continua guerra con gli altri. Dovremmo invece concederci di sbagliare, siamo umani, e spesso sono gli errori a suggerirci di cambiare direzione.

In genere come vivi i cambiamenti?
Purtroppo non sono zen (ride, ndr). Ci sono cambiamenti che mi spaventano, anche se non ho avuto paura di cambiare casa e di andare dall’altra parte del mondo. Mi terrorizza invece lo scontro con l’altro e sono messa a dura prova dai cambiamenti personali improvvisi, quelli che non puoi prevedere e controllare. Nella canzone ho voluto proprio fotografare quel momento, quando ti ritrovi a pensare “e adesso che faccio?”.
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La scelta di girare il video di Tutto cambia nel deserto del Mojave?
È stata un’occasione. Mi trovavo a Los Angeles per le sessioni in studio di registrazione e ho conosciuto Vonjako, un videomaker incredibile, un artista che riesce a mantenere uno sguardo lucido su quello che fa senza perdere un innato velo di poesia. Non mi piacciono molto i video che raccontano troppo, perché una canzone deve essere intellegibile. Il video è una possibilità in più per mostrare qualcosa che magari non emerge dal brano.

Hai la valigia sempre pronta per spostarti da una parte all’altra del mondo: cosa significa per te essere a casa?
Ci sono due luoghi fisici in cui mi sento a casa: Roma, dove sono nata e dove ci sono i miei affetti, e lo studio di registrazione. E poi mi sento a casa quando sto bene con chi ho davanti: sono molto curiosa delle persone che incontro, per me è sempre un’occasione. Ascoltando gli altri ci si ascolta molto dentro.

Oltre a Tutto cambia, in questi giorni è in uscita anche Blindfold, il nuovo singolo del progetto di Rawbach a cui preso parte (link).
Andrea Mariani (tastierista dei Negramaro, ndr) è un musicista pazzesco ed è una gioia quando si ha la possibilità di lavorare con le persone che stimi. Insomma, i Negramaro sono i Negramaro! Andrea ha pensato di coinvolgermi in questo suo progetto e io mi sono buttata: mi piace molto la musica elettronica, ma non è il mio territorio, gliel’ho detto subito, e lui si è fidato.

Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato dai al concetto di ribellione?
Ribellione è una parola bellissima, non senti che bel suono che ha? È fondamentale la ribellione, senza essere aggressivi: vuol dire non accettare le cose per come è più facile che siano, cimentarsi, mettersi in gioco per cambiare quello che non piace, mettersi in discussione. È una parola strepitosa.

Eva, il ritorno urban di Priestess tra orgoglio e coscienza

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Priestess
è tornata affamata e addenta la scena urban italiana con denti affilatissimi.

“Sono la prima come Eva, quando nessuno ci credeva”, afferma orgogliosa l’artista pugliese nel ritornello di Eva, singolo che anticipa il nuovo album.

Una presa di coscienza e consapevolezza da parte di una delle più affascinanti e determinate promesse dell’r’n’b di casa nostra.
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La poetica e la scrittura di Alessandra Prete, come è registrata all’anagrafe, rappresentano un intreccio tra una sensibilità conscious ed energia, un’unione maturata con l’esperienza di questi pochi anni di attività, che l’hanno già vista collaborare con artisti del calibro MadMan e Gemitaiz e calcare palchi internazionali.

Questo dualismo è dovuto anche e soprattutto al contesto lavorativo in cui vive Priestess, con gli eccessi, la moda e la vita delle città e la visione più riflessiva, lontana dai ritmi frenetici e propria della magia di cui è pregno il luogo in cui vive, la Valle d’Itria in Puglia.

Martedì 9 ottobre Priestess si esibirà al Fabrique di Milano come special guest dell’unica data italiana di Pusha T.

Origins: il nuovo album degli Imagine Dragons fuori il 9 novembre

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Reduci dal successo planetario di Evolve, gli Imagine Dragons annunciano l’uscita del nuovo album, Origins, prevista per il 9 novembre.

Il nuovo lavoro è stato concepito come un album gemello del precedente, continuando le esplorazioni sonore tra rock, hip-hop e folk, mentre i testi affrontano una consapevolezza a volte dolorosa, ma sempre fonte di ispirazione e di conforto.
“Si tratta di cercare nuovo terreno ma anche di apprezzare le tue origini.”, ha affermato Dan Reynolds, il cantante della band, “Quando creiamo, lo facciamo senza barriere, senza regole. Per noi è emozionante fare musica che ci sembra nuova e diversa”.


Coloro che faranno il pre-order del disco riceveranno subito due tracce da scaricare: il singolo Natural, numero uno nelle radio alternative statunitensi per cinque settimane, e Zero, brano tratto dalla colonna sonora del film della Walt Disney Ralph Spaccatutto 2.

Per creare il suono di Origins, la band americana ha unito le forza con la produzione di li IMAGINE DRAGONS hanno unito le forze con i produttori Joel Little (Lorde, Khalid), Mattman & Robin (Selena Gomez, Carly Rae Jepsen) e John Hill (Florence + the Machine)

Barbra Streisand: un brano contro Trump anticipa il nuovo album

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Walls
, il nuovo album di Barbra Streisand uscirà il prossimo 2 novembre.
Ad anticiparlo è il singolo Don’t Lie To Me, il primo brano scritto da lei dal 2005 e rivolto a Donald Trump, e che insieme a What’s On My Mind e The Rain Will Fall, è uno degli inediti contenuti nel disco.

La canzone rende l’idea dell’album che ha voluto realizzare la Streisand condensando tutti i principi guida in cui crede e lotta da tutta la vita.
Oltre ai tre inediti, nel disco saranno presenti anche delle nuove fresche versioni di grandi classici come Imagine e What A Wonderful World,  uno standard pop come What The World Needs Now e infine di un altro classico senza tempo come Take Care Of This House scritto del leggendario Leonard Bernstein e dell’autore Alan Jay Lerner.

Per poter rendere al meglio la potenza di questi temi di grande ispirazione, Barbra Streisand ha condiviso la produzione e gli arrangiamenti del nuovo album con Walter Afanasieff, John Shanks e David Foster (tutti vincitori del Grammy come produttori dell’anno) e con Desmond Child, membro della Songwriter Hall of Fame.
Per i testi della title track “Walls”, l’artista si è avvalsa della collaborazione di Alan & Marilyn Bergman.

Tracklist:
What’s On My Mind
Don’t Lie To Me
Imagine / What A Wonderful World
Walls
Lady Liberty
What The World Needs Now
Better Angels
Love’s Never Wrong
The Rain Will Fall
Take Care Of This House
Happy Days Are Here Again

BITS-RECE: Rose, Moving Spheres. Rotolando lungo il soul

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
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Sulla pagina Facebook di Rosa Mussin, in arte Rose, alla voce “Influenze” si leggono, tra  gli altri, i nomi di Lauryn Hill, Erykah Badu, Amy Winehouse, Aretha Franklin e Ella Fitzgerald. E ad ascoltare le sei tracce del suo primo EP non si può che confermare che quelle influenze ci sono tutte: la lezione imprescindibile di Ella, la voglia di modernità meticcia di Erykah, la passione di Amy.

Moving Spheres, questo il titolo del disco, è infatti un agile concentrato di soul, r’n’b e jazz, con una pacifica corrente di elettronica e chill out che lo attraversa senza fretta. Le contaminazioni fluiscono una nell’altra, e nella sua varietà tutto riesce ad avere un suono omogeneo.

Veneta, classe 1994, Rose arriva alla pubblicazione di questo primo EP dopo diverse esperienze che l’hanno vista all’opera con Mr. T-Bone (Africaunite), Furio (PituraFreska) e Olly Riva (Shandon) e dopo aver calcato diversi palchi italiani e internazionali. Esperienze che le hanno fatto guadagnare quella confidenza con la musica che Moving Spheres mostra con indiscutibile chiarezza.

BITS-CHAT: Un’esplorazione umana e sonora. Quattro chiacchiere con… Aerostation

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Gigi Cavalli Cocchi
e Alex Carpani sono due musicisti con la “pellaccia” dura, due che la musica l’hanno conosciuta molto da vicino, entrambi animati da una passione genuina che li porta a guardare sempre avanti, senza paura di entrare in territori inesplorati.

Due solide carriere parallele alle spalle all’insegna del rock e del prog: Cavalli Cocchi è uno storico collaboratore di Ligabue, per il quale ha curato anche la grafica di diverse copertine, e ha suonato tra gli altri nei Clan Destino e con i C.S.I, mentre Carpani ha dato vita alla Alex Carpani Band, oltre a collaborare con artisti internazionali come l’ex King Crimson David Gross.
Negli anni le loro strade si erano già incrociate, ma mai per dare vita a un intero progetto condiviso. Succede ora, con Aerostation, che è il titolo dell’album (in uscita il 5 ottobre) e il nome del progetto che li vede finalmente collaborare insieme. Con loro, terza anima del gruppo, il bassista Jacopo Rossi, attivo sulla scena metal in band come Dark Lunacy e Antropofagus.
Non c’è un nome per la loro musica: rock, prog, elettronica, pop, crossover. Ci sono solo le sue suggestioni ibride e contaminate, con uno slancio internazionale e uno sguardo puntato lassù, nello spazio.  

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Perché Aerostation?
Alex Carpani: Tu sai il significato di questa parola? Molti pensano che significhi “aerostatzione”, invece vuol dire “aerostatica”, e ha a che fare con tutto ciò che riguarda le mongolfiere e i palloni che volano attraverso l’aria. Abbiamo fatto diverse ipotesi per il nome da dare a questo progetto, cercavamo qualcosa che indicasse il viaggio, l’esplorazione.
Gigi Cavalli Cocchi: Siamo appassionati di fantascienza e abbiamo voluto inserire anche visivamente nell’album alcuni elementi che rimandano a quel mondo. C’è stata quindi una grande attenzione alla parte grafica del disco, di cui mi sono occupato personalmente ideando anche il logo con i triangoli, una figura centrale per il nostro progetto. Proponevo le mie idee ad Alex, e lui approvava sempre tutti: credo che ormai ognuno sa quello che l’altro sa fare.

E l’idea di dar vita al progetto da dove è partita?
Alex: È nata da dieci anni di conoscenza, con carriere parallele, conoscenze comuni e collaborazioni occasionali. Gigi ha anche suonato in un mio disco nel 2010. Abbiamo voluto creare un progetto di respiro internazionale che guardasse anche al di fuori dell’Italia, non per rinnegare il nostro Paese, ma perché non ci si può fermare al nostro Paese. La scelta dell’inglese non è stata dettata da esterofilia, ma da ragioni artistiche, perché il rock si può cantare solo in inglese, e solo con l’inglese si può avere un carattere cosmopolita. Questo non toglie che la nostra sensibilità e le nostre radici italiane possano comunque venir fuori.  
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Che taglio avete voluto dare ai brani?
Alex: Un rock molto diretto, potente, senza fronzoli, con aperture melodiche all’ambient. Entrambi arriviamo da esperienze prog, ma abbiamo voluto alleggerire il nostro bagaglio da tutti i fronzoli e i virtuosismi. Non è stato facile dire tutto con pochi elementi, perché viene più semplice aggiungere tanti ingredienti e poi mescolare i vari sapori. L’intento era quello di proporre qualcosa di nuovo, di diverso, e se il pubblico se ne accorgerà sarà il miglior riconoscimento: fare qualcosa di derivativo oggi è perfettamente inutile.

Siete un “trio power”, ma senza chitarra, anche se si fa fatica a capire che la chitarra non c’è.
Gigi: Lavorando al disco ci sono venute in mente diverse possibilità, da quella di utilizzare una band a quella di prendere un chitarrista. Arrivati a definire il suono che volevamo dare al progetto, abbiamo iniziato a togliere, come diceva Alex. Qualche chitarra c’è, ma poi i suoni sono stati presi da Alex, che li ha rimanipolati, filtrati, trasformati, destrutturati, al punto che non ci si rende conto quando c’è la chitarra elettrica. È stato un lavoro di corrosione dei suoni.
Alex: Inoltre dal vivo abbiamo scelto di non avere un chitarrista, così come di non avere un tastierista, perché io non suono tastiere orizzontali.
Gigi: Un apporto importantissimo è stato dato anche dal nostro fonico, Daniele Bagnoli, un giovane collaboratore che si è innamorato da subito del nostro progetto ed è riuscito a rendere perfettamente il suono che volevamo.
Alex: Ha 26 anni ed è un fonico straordinario, capace di lavorare sia studio che sul palco, due situazioni molto diverse.
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Il concept che lega le canzoni del disco è quello della comunicazione e dell’esplorazione. Come pensate che si sia evoluto il modo in cui l’uomo va alla scoperta dell’altro?
Alex: Intesa verso l’esterno, l’esplorazione fa pensare alla ricerca di altri mondi da scoprire per spostare in là i propri confini di conoscenza. In questo, lo spazio, la cosmonautica e l’avventura spaziale ci ha aiutato molto, soprattutto dal punto di vista iconografico ed estetico, perché piace a entrambi e lo abbiamo tradotto nella parte grafica. I testi invece affrontano di più il tema dell’esplorazione interiore e dell’incomunicabilità dell’uomo moderno: siamo tutti perennemente connessi, eppure siamo tutti abbandonati a noi stessi, soli. Nel disco si parla di persone che si parlano e si innamorano e di persone che si sfiorano e non si incontreranno mai, perché passano veloci attraverso non-luoghi in cui nessuno lascerà alcun segno.
Gigi: Esplorazione è soprattutto evoluzione: l’uomo che esplora l’universo compie un’evoluzione nella storia, ma poi c’è anche l’esplorazione all’interno di noi stessi per portare in evidenza quello che siamo. Riuscire a riproporre quello che siamo senza nessun filtro e nessuna maschera è il punto massimo a cui potremmo ambire, la nostra massima evoluzione. Non so se ci riusciremo mai.

Il titolo dell’ultima traccia dell’album, Kepler-186F, prende spunto da un pianeta scoperto nell’universo con caratteristiche simili alla Terra, e che potrebbe ospitare la vita. Possiamo considerarlo come una metafora di una seconda possibilità?
Gigi: Assolutamente, è come l’altra faccia della medaglia di tutto ciò che salta subito all’occhio, di tutto quello che possiamo vedere subito davanti a noi. È la nostra seconda chance.
Alex: Vuole un po’ essere la chiusura del cerchio del messaggio lanciato nel disco.

Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato date al concetto di ribellione?
Gigi: È la capacità di vivere al di fuori degli schemi prestabiliti. Qualcuno ha detto che il compromesso è il lubrificante della convivenza: ecco, mi piacerebbe evitare di oliare continuamente la nostra vita, per poter fare esattamente quello che vogliamo senza limitare la libertà altrui. Poter arrivare a una convivenza di ribellioni e all’accettazione della ribellione altrui.
Alex: La ribellione è un moto dell’animo, ed è necessaria, prima di tutto a se stessi. Bisogna capire quando non è utile soccombere alla pigrizia, ai propri limiti, alle proprie paure per poter andare avanti. E poi il moto di ribellione deve indirizzarsi all’esterno contro le ingiustizie, per esempio: deve associarsi al dolore e allo shock, perché solo quando qualcosa ci colpisce e ci fa male noi facciamo in modo di stare meglio.

MTV EMAs 2018: annunciate le nomination. La cerimonia a Bilbao il 4 novembre

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MTV ha annunciato le nomination per gli MTV Europe Music Aawards 2018, che si terranno a Bilbao il prossimo 4 novembre.

A vincere sulla carta è Camila Cabello, che parte con sei nomination tra cui Best Song e Best Video per Havana e Best Artist. Seguono con cinque nomination Ariana Grande e Post Malone.

Per il Best Italian Act sono invece in gara Annalisa, Calcutta, Ghali, Liberato, Shade.

La cerimonia sarà trasmessa in diretta dal Bilbao Exhibition Centre domenica 4 novembre sul network globale di canali MTV in oltre 180 paesi e territori, raggiungendo oltre mezzo miliardo di case in tutto il mondo.
In Italia lo show andrà in onda in diretta su MTV (solo su Sky canale 130) con inizio alle ore 21.

Anche quest’anno MTV Italia ha dato la possibilità ai suoi fan di scegliere il quinto artista in nomination per il Best Italian Act tramite la Wild Card. I fan, infatti, hanno potuto scegliere tra una rosa di 4 nomi composta da Cosmo, Emma, Francesca Michielin e Shade con una votazione tramite le Instagram Stories del profilo di MTV Italia partita lo scorso 24 settembre e durata 24 ore. Il vincitore è stato Shade, entrato quindi a far parte della cinquina di artisti in nomination.

Le votazioni sono aperte da oggi fino alle 23.59 del 3 novembre su mtvema.com.

Questo è l’elenco completo delle nomination:

BEST ARTIST
Ariana Grande
Camila Cabello
Drake
Dua Lipa
Post Malone

BEST VIDEO
Ariana Grande (no tears left to cry)
Camila Cabello (Havana ft. Young Thug)
Childish Gambino (This Is America)
Lil Dicky (Freaky Friday ft. Chris Brown)
The Carters (APES**T)

BEST SONG
Ariana Grande (no tears left to cry)
Bebe Rexha (Meant To Be ft. Florida Georgia Line)
Camila Cabello (Havana ft. Young Thug)
Drake (God’s Plan)
Post Malone (rockstar ft. 21 Savage)

BEST POP
Ariana Grande
Camila Cabello
Dua Lipa
Hailee Steinfeld
Shawn Mendes

BEST NEW
Anne-Marie
Bazzi
Cardi B
Hayley Kiyoko
Jessie Reyez

BEST LOOK
Cardi B
Dua Lipa
Migos
Nicki Minaj
Post Malone

BEST HIP-HOP
Drake
Eminem
Migos
Nicki Minaj
Travis Scott

BEST LIVE
Ed Sheeran
Muse
P!nk
Shawn Mendes
The Carters

BEST ROCK
5 Seconds Of Summer
Foo Fighters
Imagine Dragons
Muse
U2

BEST ALTERNATIVE
Fall Out Boy
Panic! At The Disco
The 1975
Thirty Seconds To Mars
twenty one pilots

BEST ELECTRONIC
Calvin Harris
David Guetta
Marshmello
Martin Garrix
The Chainsmokers

BIGGEST FANS
BTS
Camila Cabello
Selena Gomez
Shawn Mendes
Taylor Swift

BEST WORLD STAGE
Clean Bandit MTV Crashes Plymouth, UK 2017
Charli XCX MTV Crashes Plymouth, UK 2017
David Guetta Trafalgar Square, UK 2017
Jason Derulo Isle of MTV Malta 2018
Post Malone Wireless Festival, UK 2018
Migos Wireless Festival, UK 2018
J Cole Wireless Festival, UK 2018
Nick Jonas MTV Spotlight @ Hyperplay, Singapore 2018
Alessia Cara MTV Spotlight @ Hyperplay, Singapore 2018

BEST PUSH
PRETTYMUCH (October 2017)
Why Don’t We (November 2017 )
Grace VanderWaal (December 2017)
Bishop Briggs (January 2018)
Superorganism (February 2018)
Jessie Reyez (March 2018)
Hayley Kiyoko (April 2018)
Lil Xan (May 2018)
Sigrid (June 2018)
Chloe x Halle (July 2018)
Bazzi (August 2018)
Jorja Smith (September 2018)

BEST ITALIAN ACT
Annalisa
Calcutta
Ghali
Liberato
Shade

GEORGE EZRA: il 17 maggio live al Mediolanum Forum di Milano.

A SOLI 25 ANNI PREMIATO CON OLTRE 30 DISCHI
TRA ORO E PLATINO IN TUTTO IL MONDO

RECORD DI VENDITE IN UK NEL 2018 PER IL NUOVO ALBUM SUBITO ALLA #1 DELLA UK CHART

OLTRE 144 MILIONI DI STREAM GLOBALI E OLTRE 70 MILIONI DI VIEWS PER L’ULTIMO SINGOLO “SHOTGUN”

UNICO ARTISTA EUROPEO CON 2 SINGOLI NELLA
CLASSIFICA DEI 10 SINGOLI PIU’ VENDUTI DEL 2018 IN UK

DOPO L’ANNUNCIATO SOLD OUT DEL 26 OTTOBRE A MILANO E UN ARENA TOUR TUTTO SOLD OUT IN INGHILTERRA

TORNA IN ITALIA NEL 2019 PER UNO SHOW IMPERDIBILE

GEORGE EZRA

17 MAGGIO 2019 @ MILANO 
MEDIOLANUM FORUM

Prezzi biglietti:

Parterre In Piedi: 34,00 € + diritti di prevendita
Primo Anello Numerato: 37,00 € + diritti di prevendita
Tribuna Gold Numerata: 37,00 € + diritti di prevendita
Secondo Anello Laterale Non Numerato: 30,00 € + diritti di prevendita
Terzo Anello Centrale Non Numerato: 32,00 € + diritti di prevendita

Biglietti in prevendita esclusiva per gli iscritti My Live Nation
dalle ore 10:00 di lunedì 8 ottobre

Biglietti disponibili su ticketmaster.it, ticketone.it e in tutti i
punti vendita autorizzati dalle ore 10:00 di mercoledì 10 ottobre

 L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti fuori dai circuiti di biglietteria autorizzati non presenti nei nostri comunicati ufficiali. 

George Ezra, dopo l’annuncio del sold-out del 26 ottobre al Fabrique di
Milano, torna in Italia a maggio in occasione dell’Arena Tour che ha registrato il sold-out in UK in appena trenta minuti, per un imperdibile show.George Ezra, cantautore britannico classe ’93, ha conquistato la popolarità in tutto il mondo a solo 19 anni grazie al singolo di successo “Budapest”, certificato triplo platino, contenuto nel suo album d’esordio “Wanted On Voyage” che ha debuttato ai vertici delle classifiche internazionali, conquistando nel Regno Unito 4 dischi di platino.
In poco più di 18 mesi Ezra è passato dall’essere un perfetto sconosciuto all’essere considerato una grande scoperta a livello internazionale, con l’album in top 10 in 10 Paesi, 4 nomination ai BRITs, una ai BBC Music Award e una ai Ivor Novello Awards.
Il 23 marzo 2018 è stato pubblicato il suo secondo album “Staying at Tamara’s”, anticipato dal singolo “Don’t Matter Now” e successivamente dai singoli “Paradise” e “Shotgun”, entrambi entrati nella top 10 dei singoli più venduti del 2018 in Inghilterra.
“Shotgun” è nella TOP 5 della classifica airplay europea e può contare oltre 144 milioni di streams globali e oltre 70 milioni di views su youtube, oltre ad essere il 6° brano più scaricato a livello mondiale su iTunes.
L’album, che ha debuttato al primo posto della UK Chart, ha venduto oltre 400 mila copie nel mondo registrando il record di vendite in Inghilterra nel 2018.
Proprio come il precedente album, anche “Staying At Tamara’s” è stato scritto, creato e ispirato dai viaggi di George: dalle meraviglie dell’Isola di Skye a una fattoria di maiali a Norfolk, dalla contea del Kent con i capanni usati per la raccolta del mais a quelli per le mucche nel Galles del Nord, fino all’AirBnb a Barcellona di Tamara, protagonista del titolo dell’album. Il risultato è un album fresco, leggero, da “vento-nei-capelli” che risplende per il coraggio e la positività ma che contiene anche momenti di riflessione.

Thom Yorke a Rolling Stone: “Se ti senti troppo a tuo agio allora sei nel posto sbagliato”

L1520106_Credit Greg Williams
In esclusiva per l’Italia, Thom Yorke racconta sul numero di ottobre di Rolling Stone (in edicola da venerdì 5) la creazione della colonna sonora del remake di Suspiria di Luca Guadagnino, che verrà pubblicata il 26 ottobre e che si è già aggiudicata il Soundtrack Stars Awards per il miglior brano originale (Suspirium) alla Mostra del Cinema di Venezia.

“Ti avevano già proposto di scrivere musica per film?
No, Luca è stato l’unico abbastanza pazzo da credere che io potessi farcela. Anni fa ho incontrato Edward Norton, che è un mio buon amico. C’era la possibilità di fare la musica per Fight Club, ma non era il momento giusto.

Hai ascoltato la colonna sonora originale, quella dei Goblin, prima di metterti al lavoro sulle musiche di Suspiria?
Certo. Mi piace molto la roba dei Goblin, e in realtà ho conosciuto prima loro del film. Non sono mai stato un grande cinephile, e non conoscevo l’opera di Dario. La cosa interessante è che all’inizio, prima di iniziare a scrivere, avrò guardato decine di volte il film di Dario Argento: mi ha colpitola velocità e la tensione con cui devono aver scritto tutto. È davvero estrema, fuori tempo, in qualche modo è la narrativa del film. É come se il film fosse un videoclip rock molto esteso, mentre questa è una cosa diversa. In un certo senso è stato un sollievo guardare la nuova versione, ho pensato: “Meno male, non c’entra nulla col primo Suspiria”. Luca ha creato un mondo completamente diverso.

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La cover del numero di ottobre di Rolling Stone

Hai chiesto qualche consiglio a Jonny Greenwood – chitarrista suo sodale nei Radiohead nonché autore delle musiche per i film di Paul Thomas Anderson da Il Petroliere a Il Filo Nascosto – per la tua prima colonna sonora?
Mi ha dato qualche dritta, tipo: “Scrivi in astratto, non scrivere per lo schermo perché non ci sei abituato. Fallo solo quando devi”. Un buon consiglio.

Hai visto gli altri film di Guadagnino?
Non ho ancora visto Chiamami col tuo nome, perché pensavo che mi avrebbe confuso. Ho visto Io sono l’amore.

Ti è piaciuto?
È bellissimo.

Come hai incontrato Luca?
Mi ha cercato lui. Mi ha scritto una bella lettera, la mia compagna ci ha messi in contatto. C’era qualcosa nel modo in cui parlava, sembrava sicuro che io potessi fare quello che stava cercando.

Porti avanti solo progetti di altissimo livello, avrai una sorta di “segreto del tuo successo”…
Sono incapace di fare quello che la gente vuole che io faccia. Sembra una maledizione, ma è una benedizione. Il motivo per cui ho scelto questo film, in primo luogo, è stato proprio quello di uscire dalla mia comfort zone. Se ti senti troppo a tuo agio allora sei nel posto sbagliato. Devi sentirti un po’ fuori, come se non sapessi cosa sta succedendo. Questo è il mio segreto, inseguire quel posto e riuscire a tornarci. È così che getto fuori tutta la merda, così da ritrovarmi e dire “Ok, sono nel posto giusto per creare”.”

Intanto, dopo Suspirium, è stato rilasciato il secondo brano tratto dalla colonna sonora del film, Has Ended.

CIRQUE DU SOLEIL, “Toruk”: aggiunta una nuova replica venerdì 23 novembre alle ore 16.30 all’Unipol Arena di Bologna.

Il nuovo attesissimo tour nelle arene del Cirque du Soleil
ispirato ad AVATAR di James Cameron
TORUK – Il primo volo
Scritto e diretto da Michel Lemieux e Victor Pilon

AGGIUNTO UN NUOVO SPETTACOLO
Venerdì 23 novembre ore 16.30
all’Unipol Arena di Bologna

Biglietti in vendita dalle ore 15,00 di oggi

LO SHOW FA TAPPA
A TORINO (PALA ALPITOUR) DAL 15 AL 18 NOVEMBRE 2018,
A BOLOGNA (UNIPOL ARENA) DAL 21 AL 25 NOVEMBRE E
A MILANO (MEDIOLANUM FORUM) DAL 14 AL 17 FEBBRAIO 2019

Ispirato al film campione d’incassi AVATAR di James Cameron, il nuovo show del Cirque du Soleil, intitolato TORUK – Il primo volo aggiunge in calendario una nuova replica venerdì 23 novembre alle ore 16.30 all’Unipol Arena di Bologna.
I biglietti per il nuovo show saranno in vendita su www.ticketmaster.itwww.ticketone.it e in tutti i punti vendita autorizzati. Lo show
Basato sul film di James Cameron AVATARTORUK – Il primo volotrasporterà il pubblico nel mondo di Pandora grazie ad una produzione spettacolare, in grado di trascinare gli spettatori in un’odissea attraverso un mondo nuovo di immaginazione, scoperta e possibilità.

Utilizzando immagini e proiezioni all’avanguardia, creature animate e una messa in scena accompagnata da musiche cinematografiche incalzanti, il Cirque du Soleil associa il suo stile inconfondibile all’immaginario creato da James Cameron, ottenendo come risultato l’unione tra due visioni artistiche eccezionali in grado di catturare mente e cuore degli spettatori.

Questa esperienza live a 360° porta la firma dei registi e innovatori nel campo delle tecniche multimediali Michel Lemieux e Victor Pilon.

Lo spettacolo è un’ode all’esistenza simbiotica dei Na’vi’ con la Natura e al loro ‘credo’, basato sulla teoria che tutti gli esseri viventi siano in una qualche maniera interconnessi tra loro.

La storia è narrata da un cantastorie Na’vi ed è popolata da creature indimenticabili: TORUK – Il primo volo è un racconto mitologico ambientato centinaia di anni prima rispetto agli eventi mostrati nel film AVATAR, dunque prima dell’arrivo degli umani sul pianeta Pandora.

Quando una catastrofe naturale minaccia di distruggere il sacro Albero delle Anime, Ralu e Entu, due ragazzi Omatikaya in procinto di raggiungere la maggiore età, decidono coraggiosamente di risolvere la situazione. Dopo aver scoperto che Toruk è l’unico in grado di aiutarli e salvare l’Albero delle Anime, i due protagonisti partiranno assieme al loro nuovo amico Tsyal verso le vette delle Montagne Galleggianti per trovare il potentissimo predatore rosso e arancione che governa il cielo di Pandora. La profezia si compirà quando un’anima pura emergerà dai diversi clan per cavalcare Toruk per la prima volta e salvare la tribù Na’vi da un terribile destino.

Team creativo
TORUK – Il primo volo comprende 13 artisti sotto la guida di Guy Laliberté (Direttore) e Jean- François Bouchard (direttore creativo) del Cirque du Soleil e James Cameron, Jon Landau, Kathy Franklin e Richie Baneham della Lightstorm Entertainment:

Michel Lemieux and Victor Pilon          Sceneggiatori e Multimedia Directors
Neilson Vignola                                     Direttore della Messa in scena
Carl Fillion                                            Scenografo
Kym Barrett                                          Costumi e trucco
Tuan Le and Tan Loc                            Coreografo
Bob & Bill                                              Compositori e Direttori musicali
Jacques Boucher                                  Suono
Alain Lortie                                             Luci
Patrick Martel                                        Creature animate
Germain Guillemot                                Creatore Performance Acrobatiche
Pierre Masse                                         Creatore degli accessori usati durante le sequenze acrobatiche