Le “Lune di Gaza” di Ninotchka contro il genocidio

Le “Lune di Gaza” di Ninotchka contro il genocidio

Lune di Gaza è il nuovo singolo di Ninotchka, il progetto musicale di Mimmo Pesare, con la collaborazione di Amerigo Verardi alla voce.

Il singolo, nato come una instant-song, è esplicitamente dedicato al genocidio in atto a Gaza.

Lune di Gaza è una malinconica ballad in bilico tra vapor-wave (si noti la citazione di All cats are gray, quasi un omaggio ai Cure di Faith, nel sample di batteria) e il rodato stile musicale di Ninotchka, sul crinale tra cantautorato ed elettronica innestata ad arrangiamenti orchestrali e chitarre post-rock.
“Lune di Gaza” è una canzone contro la guerra: il testo non ne fai mai esplicito riferimento, ma la voce fuori campo di una inviata ne fa arrivare gli echi, mentre Amerigo Verardi canta della bellezza della Luna nel cielo di Gaza, un “piccolo ristoro/ in cui poter precipitare”.
Lune di Gaza esce in versione digital-45 con un lato B che include Le nostre ore contate, cover di Ninotchka contenuta in “Stagioni.  Tributo ai Massimo Volume”.

#MUSICANUOVA: Jassies, “Calle Dos de Mayo”

#MUSICANUOVA: Jassies, “Calle Dos de Mayo”

Un racconto di un amore appena nato, ma già estremamente intimo.
Calle Dos de Mayo è il nuovo singolo dei Jassies.

Fuori per Spaghetti Unplugged e distribuito da Ada Music Italy, il brano regala un senso del divino e della sua presenza aleatoria.


II protagonisti del racconto diventano eroi di un poema epico: all’interno di una stanza, si respira erotismo e si avverte un’intensa sintonia tra sguardi e corpi. Gli oggetti, la luce, i suoni e i silenzi si trasformano in strumenti propri dell’Eros.

“saprò come eccitarti
frena le mani se non sarò leggero
provo ad esercitarmi a decifrarti
in braille invoco la cecità di Omero”

Calle Dos de Mayo prende vita tra la Spagna, l’Italia, la Turchia e la Tunisia, tra elementi esotici e familiari. Il singolo è un mix di contrasti tra un legame poetico, e un legame profondo che si eclissa sul finire del brano.

Dumi e Manci formano il nucleo principale della band: rap e voce. Grazie al feeling creatosi sin da subito, i due iniziano a scrivere pezzi originali in italiano che presto incontrano la chitarra di Giordano. Quest’ultimo, in sintonia con le vibes black, soul e funky della coppia, inizia a produrre le basi del progetto.
La svolta arriva durante una serata, in un locale a Roma: il trio, esibendosi, supera ampiamente la prova del live oltre che quella in studio.
Alla tastiera arriva presto Eleonora, pianista jazz che si aggiunge al team creativo e alla formazione. Aperti, eclettici e contaminati, il palco è l’habitat naturale dei Jassies.

#MUSICANUOVA: Mariné, “Sorpreso disincanto”

#MUSICANUOVA: Mariné, “Sorpreso disincanto”

Sorpreso disincanto è il nuovo singolo di Mariné.
Il brano nasce dalle profondità del cuore del cantautore chietino e accompagna l’ascoltatore in un viaggio emotivo tra labirinti amorosi, dove ognuno si è perso almeno una volta.
L’ispirazione del brano è arrivata dall’esperienza personale, un dialogo tra colleghi che hanno condiviso turbamenti e risate.
Sorpreso disincanto è una confessione, uno specchio delle emozioni che nascono, crescono e talvolta si perdono nei meandri delle relazioni. È la storia di un viaggio dal passato al presente, dove il futuro è incerto, fermo a un bivio.

Il singolo si arricchisce del sax di Alex Di Rocco.

Alessio Marinelli cresce nella tranquilla provincia chietina. Dopo un decennio trascorso a scrivere i suoi brani tra il sottofondo costante delle macchine industriali, il richiamo della musica, troppo forte per essere ignorato, lo spinge verso orizzonti diversi. Questo cambio di rotta non nasce da un impulso del momento, ma da una passione maturata e custodita gelosamente, coltivata fin dall’età adolescenziale sopra e sotto i palchi.

Mariné, il nome d’arte che porta con sé echi della sua terra e ricordi di vecchi amici, diventa un simbolo di questa sua evoluzione. E il papillon che lo accompagna non è soltanto un accessorio di stile, ma il manifesto della sua trasformazione: da operaio a musicista, da un esistere programmato a un vivere creativo.

Questo cambiamento è arrivato attraverso il mondo degli eventi, che Alessio ha voluto rappresentare ideologicamente con l’immagine del papillon; un oggetto che assume per lui un significato quasi sacro, un “talismano” che incarna la libertà nell’inseguire i propri sogni, sfidando gli ostacoli delle convenzioni e della quotidianità.

#MUSICANUOVA: Ivana Spagna feat. Legno, “Sarà bellissimo”

#MUSICANUOVA: Ivana Spagna feat. Legno, “Sarà bellissimo”

Tra l’estate alle porte e le sue calde notti tormentate, esce in digitale Sarà Bellissimo l’inedita collaborazione tra Ivana Spagna e Legno. 

Così Ivana Spagna commenta la collaborazione con i Legno: “Sarà bellissimo è bellissimo! Solare, positivo. Pensi all’estate, alla spiaggia, ad una radio sotto all’ombrellone, ad un ricordo tenero, alla storia d’amore che vorresti!  Sarà bellissimo ti fa stare bene come sono stata bene con i Legno. Grandi musicisti, grandi professionisti, simpatici, divertenti ma con la testa, “ops”, la scatola sulle spalle!!!”

Da parte loro, i Legno così descrivono la realizzazione del brano: “Per noi collaborare con la regina degli anni ’80 è stato motivo di grande soddisfazione, ci ha colpito molto a livello umano, è una persona fantastica con cui siamo entrati subito in sintonia. Siamo molto felici di questo pezzo, sicuramente Sarà Bellissimo.

Le sonorità di Sarà Bellissimo  ricordano gli evergreen italiani del passato e, inevitabilmente, sembrano essere fatte apposta per portare tutti alla spensieratezza di quei tempi, a cantare una hit estiva che esce con il cuore in gola da un vecchio jukebox.

#MUSICANUOVA: Colombo, “Uomini forti”

#MUSICANUOVA: Colombo, “Uomini forti”

Non è faticoso essere uomini?

Da questa domanda, posta da un’amica durante una discussione sulla difficoltà tipicamente maschile di esprimere i propri sentimenti in maniera libera e chiara, è nato il nuovo singolo di Colombo.

“Essere uomini è faticoso, è faticoso dover essere sempre forte, dover avere più successo degli altri, più muscoli, fare più soldi e più sesso.
È faticoso porre dei limiti all’empatia, alla sensibilità, alla sofferenza, al modo di vestirsi o al prendersi cura di sé stessi.
Molte di queste cose fanno parte di me, di alcune mi sono liberato, altre non le ho mai avute: il fatto di non aderire all’ideale di virilità maschile, un tempo mi ha fatto sentire in difetto e inadeguato; poi il mio percorso di vita, le esperienze, le letture, le persone che ho incontrato, mi hanno fatto comprendere che questi costrutti sociali si possono distruggere, superare, o semplicemente ignorare.

Da tutto questo è nata Uomini forti.”

Uomini forti è il nuovo singolo di Colombo.
Un nuovo capitolo per il progetto solista di Alberto Trevanini, inaspettatamente in italiano.

Reduce dalla pubblicazione dell’EP Where Children Strove, interamente dedicato alle poesie di Emily Dickinson, Colombo torna con un progetto audace, che ha pochi riferimenti nella scena italiana e dove si espone completamente e sceglie, anche per questo, la lingua italian.

Un uomo deve essere più forte 

di una mano tesa

senza difesa

usare sempre tutte le sue forze

piangere da solo

senza gusto

Scusa se non so parlare

di sentimenti

Ho un ghiacciaio che si scioglie

nella mia cassa

Un uomo deve essere più forte

delle sue paure

spogliatemi davvero

per l’esecuzione

Un uomo deve vivere il successo

per trovare pace

ma se io voglio il mondo

forse è meglio perdere

Se diverso è bello

perché sto in silenzio

conto fino a cento

cerco frasi a effetto

per seguire il branco

Un uomo deve essere più forte

delle sue paure

spogliatemi davvero

per l’esecuzione

Un uomo deve vivere il successo

per trovare pace

ma se io voglio il mondo

forse è meglio perdere

E chi lo sa come si fa

Spiegatemi come si fa

Colombo nasce a Brescia nel 1994, dai primi anni si avvicina allo studio del pianoforte. Si laurea in pianoforte presso il Conservatorio A. Boito” di Parma col massimo dei voti.

Dalletà di 15 anni affianca al pianoforte classico, lo studio della vocalità moderna nelle sue diverse espressioni, che prosegue con lapprofondimento del canto jazz presso il Conservatorio di Milano. 

Si esibisce come pianista, tastierista, cantante in diversi contesti e formazioni, spaziando in vari generi, dalla classica al pop, dal cantautorato al rock.

Vincitore del Premio Ugo Calise 2019 per la nuova canzone dautore, finalista di Area Sanremo 2018, Vibra Song Contest, Contesto Indie e ProScenium Festival di Assisi 2021.

Nel 2023 esce Where Children Strove, un concept album di pop neoclassico dedicato alle poesie di Emily Dickinson.

Uomini forti è il primo capitolo di un nuovo progetto in italiano.

#MUSICANUOVA: Lunedì notte, “Aprile”

#MUSICANUOVA: Lunedì Notte, “Aprile”

Arriva come una ballata notturna sussurrata all’orecchio Aprile, il nuovo singolo di Lunedì Notte.
L’inverno è finito e ha lasciato i suoi segni; questo nuovo singolo è una carezza che prova a curarli.

“Aprile” rappresenta la continuazione naturale del percorso artistico di Lunedì Notte, progetto solista di Alessandro Cianci, cominciato con la pubblicazione dei singoli L’Indolenza e il Panico e Medicine e proseguito con le recenti collaborazioni con Angelica e CIMINI nei brani Il Buio e L’Amore in Dieci.

Aprile è un abbraccio per chi si perde cercando un equilibrio spesso illusorio, un brano italianissimo ma con radici ben salde nel cantautorato alternative americano.

Satelliti fuori fase
ti incollano alle tv
e in quest’angolo di aprile
non voglio guardarne più
lo so già che farà bene
una scusa per vivere
una fuga in strada o in mare
per scrollare la polvere
e ti cerco nei bar
nella giungla dei club
fino al freddo delle sei
nei giorni nuovi
e ti cerco nei tab
tra le spunte blu
quando i treni delle sei
sono pieni
sta cambiando il vento
non credo alle favole
e non so tu come fai
lasciamo tutto e corriamo
non voglio stare più qui
perchè non sono facile da accontentare
e a me sta bene cosi
e ti cerco nei bar
nella giungla dei club
fino al freddo delle sei
nei giorni nuovi
e ti cerco nei tab
tra le spunte blu
quando i treni delle sei
sono pieni

Lunedì Notte è il nuovo progetto cantautoriale dell’autore e produttore musicale Alessandro Cianci. Tra le sue collaborazioni quelle con Mecna, Dargen D’Amico, Coez ed Ernia solo per citarne alcune.
Dopo Ricordati di Rimini, suo precedente progetto in duo, Alessandro diventa Lunedì Notte per esprimere sonorità più personali e libere dalle mediazioni della scrittura a più mani.

Le influenze di Lunedì Notte spaziano dalla golden age del cantautorato italiano all’indie alternative internazionale, passando spesso per la musica da film anni 70.

#MUSICANUOVA: Il Solito Dandy, “Irresistibile”

#MUSICANUOVA: Il Solito Dandy, “Irresistibile”

«In questo mondo distratto e rumoroso mi piace immaginare una rivoluzione gentile, fatta di persone che rispondono alla rabbia con comprensione. Un’incredibile rivoluzione dove tutti puntiamo al bene altrui, oltre gli individualismi augurandoci il meglio.”

Il Solito Dandy torna con Irresistibile, un viaggio intenso di rinascita, ricco di speranza e di nuovi inizi.

Irresistibile si immerge nelle profondità dell’esperienza umana, toccando le corde delle nostre ferite più profonde e della nostra capacità di rinascita.
Seguendo la sua cifra stilistica, con un suono che rimanda al passato (primo fra tutti, impossibile non risentire in filigrana Solo tu di Umberto Tozzi), il Solito Dandy invita ad accogliere la nuova primavera della vita, trovando bellezza e forza nel processo di guarigione e rinnovamento.

Irresistibile è un invito a credere di nuovo nell’amore, a lasciarsi alle spalle le corazze del passato per abbracciare con coraggio e dolcezza un futuro.
È una canzone per tutti coloro che continuano a cercare la bellezza e la gentilezza in questo mondo.

BITS-RECE: St. Vincent, “All Born Screaming”. Ovvero, come (non) perdersi nel bosco da soli

BITS-RECE: St. Vincent, “All Born Screaming”. Ovvero, come (non) perdersi nel bosco da soli

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una mancata di bit.

Ma quindi, chi è St. Vincent?

Arrivata al suo settimo album, quando pensavamo di averla inquadrata (per un quanto un artista che possa definirsi tale possa e voglia essere inquadrato), ecco che rilascia un disco che ci prende un po’ alla sprovvista. Sarà che lei è una che di fronte alla nuove sfide non si è mai tirata indietro, sarà che questo è il suo primi (!) album totalmente autoprodotto, ma insomma, quella che ritroviamo in queste nuove 10 tracce è una St. Vincent in un certo senso inedita.

Ci sono alcuni posti, dentro di noi, che possiamo raggiungere solo se attraversiamo il bosco da soli, per scoprire quello che il nostro cuore ha da dire”, ha dichiarato a proposito dell’album la Clark. “Suona reale perché è reale”.
E lei il bosco ha voluto proprio attraversarlo da sola, chiamando attorno a sé solo alcuni fidatissimi amici, tra cui – per fare solo due nomi – Dave Grohl, che suona le batterie nei due singoli Flea e Broken Man, Cate Le Bon, che ha coscritto Big Time Nothing e appare nella traccia di chiusura, che dà il titolo all’album.

Ovvero, All Born Screaming. E in questo titolo c’è esattamente il mood e il messaggio che Anne Erin Clark – il nome con cui la conoscono all’anagrafe – voleva lanciare.
Un album cupo, a tratti tranquillamente apocalittico, che non si premura di mettere l’ascoltare a particolare agio.
Nasciamo tutti urlando, quanto è vero, e stando alla narrazione del disco, questo sembrerebbe essere un (cattivo) presagio di quello che ci aspetta in questo mondo.

Ma quindi, com’è questo album?

Poderoso, muscolare, incendiario e piacevolmente variegato. Se l’alt-pop non è del tutto messo da parte – bellissima la traccia di apertura, Hell Is Near, che ha dispetto del titolo suona piuttosto angelica -, a colpire l’ascolto è soprattutto il graffio dell’industrial rock, che si scatena in particolare nella prima metà del disco (ma, per esempio, in Big Time Nothing fa capolino anche il funk). Più ibrida invece la seconda parte, dove l’elettronica e le divagazioni stilistiche guadagnano terreno e si tira un po’ di più il fiato.

Un po’ ovunque si respira un forte tributo pagato alla scena rock/alt-rock della seconda metà degli anni ’90. Personalmente, più le tracce andavano avanti durate l’ascolto più mi la mente mi riportava ai Garbage. Sarà per la sensualità del canto, che St. Vincent non perde mai, proprio come non la perde(va) Shirley Manson, sarà per i suoni, ma tant’è. Quando si arriva poi a Violent Times si fa davvero fatica a non fare un parallelismo con The World Is Not Enough, brano composto dai Garbage per la colonna sonora dell’omonimo film di 007 (correva l’anno 1999), di cui non manca nemmeno lo slancio orchestrale.

In Sweetest Fruit , traccia scintillante di chitarre ed elementi elettronici, c’è anche un tributo a SOPHIE, la producer scozzese tragicamente morta ad Atene nel 2021 per una caduta da un edificio, su cui era salita – pare – per osservare meglio la luna.

So Many Planets attacca con l’organo e farebbe pensare che sbuchi fuori qualcosa di gospel, invece spiazza virando sul reggae.

Infine, All Born Screaming si prende tutto il tempo necessario (6.55 minuti) per divagare in un coro. E così, l’album della “traversata nel bosco” in solitaria, chiude significativamente con un canto collettivo.

Ed è proprio qui, sul finale, che si nasconde l’ultima sorpresa architettata da St. Vincent. Come espressamente dichiarato dall’artista infatti, il lavoro dell’album è avvenuto per sottrazione, partendo da lunghe session di registrazione da cui è stato eliminato tutto il superfluo: in termini di arrangiamento ma, ovviamente, anche in termini di durata. Ecco che allora i 41:14 minuti totali non sono forse palindromi a caso, ma – e se davvero così fosse sarebbe un colpo di genio – sono l’indicazione che anche il disco può essere letto al contrario.
Se la tracklist ufficiale parte dalla solitudine per chiudere in corale e inizia con la minaccia di un imminente inferno per arrivare a cieli più sereni, la lettura “alla rovescia” tratteggerebbe un viaggio di gruppo che si fa solitario e una lenta discesa verso l’oscurità.

Ecco, quindi, chi è St. Vincent. Una che è sempre un gran piacere rincontrare. Che sia in un bosco o un nuovo album.

 

Thom Yorke firma la colonna sonora di “Confidenza”. Ed è una meraviglia

Thom Yorke firma la colonna sonora di “Confidenza”. Ed è una meraviglia

Thom Yorke torna a guardare al cinema, e – diciamocelo con un pizzico di orgoglio – al cinema italiano. Dopo aver formato le musiche per il remake di Suspiria di Luca Guadagnino, il musicista e compositore inglese pone ora il suo nome sulla colonna sonora di Confidenza, il nuovo film di Daniele Luchetti.

La pellicola, che vede protagonisti Elio Germano, Federica Rosellini, Vittoria Puccini, Pilar Fogliati e Isabella Ferrari, è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Domenico Starnone.

La colonna sonora è stata prodotta da Sam Petts-Davies, e – come era stato per Suspiria – vede Petts-Davies e Yorke lavorare ancora con la London Contemporary Orchestra insieme a un ensemble jazz che comprende Robert Stillman e il membro dei The Smile Tom Skinner.

Ed è proprio in queste due anime – quella orchestrale e quella jazz – che prendono vita le musiche del film. Tutto è giocato sulle suggestioni, su una tensione ora più palpabile, ora più tenue, in un gioco di chiaroscuri che portano l’ascoltatore – e lo spettatore – verso uno scenario immaginifico, quasi onirico, in cui non mancano però momenti di inaspettata dissonanza.

Il brano di apertura, The Big City, è a tutti gli effetti una minisuite che fonde in sé influenze alt-pop e momenti di altissimo lirismo di musica da camera.

Subito dopo, ecco il gioiello di Knife Edge, commovente, lunare, purissima. Qui la voce e la penna di Yorke rimandano intatto il mondo poetico che avevamo già conosciuto con i Radiohaed. Ma la mano del compositore si ritrova anche negli inserti sperimentali strumentali delle tracce interne, dove l’eleganza del pop barocco si unisce ai guizzi jazzistici, o dove le aperture di stampo sinfonico convivono con inserti di carattere quasi bandistico e free jazz (emblematico il brano di chiusura, On The Ledge, per il quale si sarebbe autorizzati a parlare di anarchia del pentagramma).

Lo zenith dell’opera arriva però esattamente a metà, con Prize Giving e Four Ways in Time: la prima folkloristica, magnetica, sensuale, con quel coro che sembra andare a pescare direttamente dal Coro a bocca chiusa della Butterfly pucciniana; la seconda solenne, drammatica, limpidissima.

Quella tracciata nelle musiche di Confidenza, è una poetica eccelsa, insieme algida e vibrante, in cui tutto è in continuo movimento, senza una meta definita.

Già disponibile in digitale, la colonna sonora di Confidenza arriverà anche in vinile e in CD dal prossimo 12 luglio. Per-order a questo link.

 

 

Johnny Cash: esce l’album “Songwriter” con 11 nuove tracce

Johnny Cash: esce l’album “Songwriter” con 11 nuove tracce

All’inizio del 1993, Johnny Cash registrò un album di demo nei LSI Studios di Nashville: erano canzoni che aveva scritto nel corso di vari anni.

Appena dopo quelle session, Johnny incontrò il produttore Rick Rubin e quelle registrazioni furono accantonate, mentre i due si imbarcavano nella prolifica partnership musicale che rivitalizzò la carriera dell’Uomo in Nero, una collaborazione che sarebbe durata per i restanti anni della sua vita.

Circa trent’anni dopo, John Carter Cash, figlio di Johnny e June Carter Cash, ha riscoperto quelle canzoni e ha deciso di rimettercisi al lavoro, isolando la voce e la chitarra acustica di Johnny.

JOHNNY CASH – Cash Cabin, Hendersonville, Tennessee – May 1987
© Photograph by Alan MESSER | www.alanmesser.com

Insieme al co-produttore David “Fergie” Ferguson, ha invitato un gruppo di musicisti che avevano già suonato con il padre: il chitarrista Marty Stuart e il bassista Dave Roe, oltre al batterista Pete Abbott e li ha portati al Cash Cabin, il sacro luogo di Hendersonville, nel Tennessee, dove Johnny scriveva, registrava e si rilassava, per dare nuova vita alle tracce, riportando il suono alle radici e al cuore delle canzoni.

Da questo lavoro è nato Songwriter, un disco con 11 tracce inedite composte esclusivamente da Johnny Cash, in uscita il prossimo 28 giugno.

Focalizzandosi sul songwriting di Johnny, la raccolta mette in mostra la vastità della sua scrittura, che ha sempre rappresentato la grande estensione della condizione umana: ci sono canzoni d’amore, famiglia, dolore, bellezza, salvezza spirituale, sopravvivenza, redenzione e, naturalmente, un po’ dell’umorismo spensierato per cui Johnny era famoso.

Anticipato dal primo singolo Well AlrightSongwriter sarà disponibile in CD2CD LTD Edition, vinile (in varie opzioni di colore) e digitale.

Pre-order disponibile a questo link.

“Il consiglio di papà per qualsiasi cosa, sia che si trattasse di vita o di fare musica, era sempre: segui il tuo cuore”, ha dichiarato John Carter.
E questa ovvia verità lo ha guidato in ogni fase del processo di creazione di Songwriter.

Nel momento di pensare alla back-up band due musicisti erano indispensabili: il chitarrista Marty Stuart, che suonò con Johnny nei Tennessee Three dal 1980 al 1986, e il bassista Dave Roe, che andò in tour con la band di Cash nei primi anni ’90 e poi per quasi un decennio. Il batterista Pete Abbott, già con l’Average White Band, completa il trio, insieme ad altri musicisti ospiti.

Arricchendo i demo originali con una band completamente nuova, John Carter e Fergie, insieme al tecnico Trey Call, hanno portato Johnny nell’era moderna e hanno realizzato un disco che suona come se Johnny l’avesse registrato oggi.

“Nell’approccio siamo andati dritti alle radici, per quanto riguarda il suono, e abbiamo cercato di non esaltarlo eccessivamente. – prosegue John Carter –  L’abbiamo costruito come se papà fosse nella stanza. Questo è quello che abbiamo cercato di fare. Detto tra noi, Fergie e io abbiamo trascorso migliaia di ore con papà nello studio di registrazione, quindi abbiamo cercato di comportarci come se fosse lì”.

“Penso che questo disco sia il modo in cui mi sarebbe piaciuto realizzarne uno se ne fossi mai stato responsabile, prima di Rick Rubin o dopo Jack Clement”, ha detto Fergie. “Conosco John Carter da quando era un ragazzo, quindi è stato fantastico poter finalmente lavorare con lui. Mi ha dato molta libertà d’azione, soprattutto in termini di groove e cose del genere. Siamo andati proprio nella stessa direzione. Non c’è mai stata una conversazione o un piano su un prodotto finale, si è semplicemente trattato di fare del nostro meglio”.

Songwriter sarà disponibile anche in un DOPPIO CD LTD EDITION con 12 bonus tracks nel secondo CD, registrazioni di alcuni dei suoi maggiori successi o brani più conosciuti re-incisi negli anni ottanta.

Tracklist:

  • CD/Digital
  1. Hello Out There
  2. Spotlight
  3. Drive On
  4. I Love You Tonite
  5. Have You Ever Been to Little Rock?
  6. Well Alright
  7. She Sang Sweet Baby James
  8. Poor Valley Girl
  9. Soldier Boy
  10. Sing It Pretty Sue
  11. Like A Soldier

2CD LTD Edition

  • CD 1: Songwriter
  • CD 2: Icon
  1. I Walk The Line (1988 Version)
  2. The Night Hank Williams Came To Town (with Waylon Jennings)
  3. Sixteen Tons
  4. Long Black Veil (1988 Version)
  5. Cry, Cry, Cry (1988 Version)
  6. Guess Things Happen That Way (1988 Version)
  7. Get Rhythm (1988 Version)
  8. Ring Of Fire (1988 Version)
  9. Folsom Prison Blues (1988 Version)
  10. Cat’s In The Cradle
  11. Hey Porter
  12. Wanted Man
  • Vinile

Side A

  1. Hello Out There
  2. Spotlight
  3. Drive On
  4. I Love You Tonite
  5. Have You Ever Been To Little Rock?

Side B

  1. Well Alright
  2. She Sang Sweet Baby James
  3. Poor Valley Girl
  4. Soldier Boy
  5. Sing It Pretty Sue
  6. Like A Soldier