Modern Art: urbanesimo e tropici per il ritorno di Nina Zilli

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Due anni fa cantava di frasi e fumo, oggi inaugura l’era dell’urbanesimo.
Proprio così, “urbanesimo”, nel senso che dal soul e dalle sonorità vintage con cui l’avevamo lasciata, Nina Zilli si è spostata sul versante dell’urban, quello cioè che ingloba in un insieme pullulante r’n’b, hip hop e reggae, mettendoci anche una discreta quantità di elettronica e pop ad alto tasso di beat. L’altro termine che lei stessa associa al suo nuovo capitolo discografico è tropicale, perché zeppo di colori (a partire dalla copertina e dal booklet, in cui i testi sono ripresi dalle pagine di un diario di Nina).
Questo nuovo capitolo discografico ha un titolo eloquente, Modern Art, a indicare qualcosa di nuovo, “moderno” per l’appunto, come i suoni che lo riempiono, profondamente versatile e con i piedi ben piantati sulla strada.
Se prima c’erano le nuvole, oggi c’è il sole, che precisamente è quello dello Giamaica, dove il disco ha preso forma, insieme a Milano.
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Dodici brani in tutto, di cui undici inediti e una rivisitazione urbana, “moderna” e piuttosto ben riuscita di Il mio posto qual è di Ornella Vanoni. Unico ospite, J-Ax in Butti giù.
Si parla di amore, inteso nella sua più ampia accezione di sentimento universale e condiviso, perché, anzi, quello privato rischia di riservare le più grandi delusioni: proprio oggi in cui tutto viene condiviso virtualmente, Nina lancia dei brani-manifesto richiamando l’attenzione sull’importanza di una condivisione reale di intenti e di amore, l’unico modo davvero efficace per annullare il desiderio di guerra e di violenza. Pacifismo. Una condivisione autentica, come quella che si realizzava prima che Facebook ingurgitasse il nostro stile di vita.

Un album che punta uno scalino più in su del precedente mostrando forza, consapevolezza e assoluta libertà di movimento, e che rappresenta – se non proprio un’evoluzione – una svolta stilistica nel percorso di un’artista che eravamo abituati a vedere incasellata nella pur elegante cornice del soul, ma che ha sempre avuto anche una certa familiarità con il reggae, tornando ora a calpestarlo.
Forse un po’ spiazzante a un primo impatto (il singolo Mi hai fatto fare tardi non è in effetti tra i momenti più incisivi), Modern Art ha dei grandi punti di forza in brani come 1xunattimo, nel pop uptempo di Notte di luglio e nella cover Il mio posto qual è, e riesce a stare in piedi senza cadere in una riduttiva imitazione dei modelli d’oltreoceano, dove l’urban è effettivamente di casa.

BITS-RECE: Alessandro Ragazzo, New York. Solitudine e immensità

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
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New York è molto più di una città, lo sappiamo, ce lo hanno insegnato i libri, i film, le canzoni. New York è l’incarnazione del caos, del ferro e del cemento, è il centro del potere, il punto in cui converge l’infinito. Un luogo dove l’ideale si fa realtà, il sogno acquista forma, la libertà sventola la sua bandiera più alta.

Tutti, anche chi non ci ha mai messo piede, si sono fatti un’idea di New York, e per quanto la sua skyline sia arcinota, ognuno ha della Grande Mela un’idea personale, perché New York è davvero così, parla milioni di lingue, palpita in milioni di ritmi, si fa guardare sotto milioni di angolazioni.

Non stupisce quindi trovarne un’ennesima – stupenda – interpretazione nel secondo EP di Alessandro Ragazzo, giovane cantautore veneto, che aveva già dato un’ottima prova d’esordio con Venice, EP dedicato a Venezia, ritratta nei suoi lembi notturni e malinconici.
È una mano gentile quella di Ragazzo, nella musica come nei testi, capace di dar forma a racconti intimi e riservati, svelando le emozioni più fragili e le sensazioni più personali. Ed infatti, quella che emerge nei quattro brani del disco è una New York forse inedita, che solo gli occhi più attenti riescono a vedere: Ragazzo ne raccoglie i respiri più leggeri e uggiosi, la racconta negli angoli silenziosi e lamentosi, che sono poi quelli dell’anima. Anzi, New York diventa un pretesto per far vibrare le corde interiori.
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In uno sfumato incontro tra pop, rock e indie, la partenza con Freckles è quasi commovente, mentre subito dopo The King Came incombe tra desolazione e austerità. In mezzo a increspature di synth e chitarre, New York si staglia immensa e immobile, fredda sotto a un cielo grigio. Ma anche minacciosa, paurosa.

Pochi, pochissimi luoghi al mondo sanno essere tanto crudeli e ospitali come New York, metafora grandissima della natura dell’uomo.
Quello che ne fa Alessandro Ragazzo è un ritratto nudo, vivissimo, solitario. E profondamente umano.

#MUSICANUOVA: L’aura, La meccanica del Cuore

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«Liberamente ispirata all’omonimo libro di Mathias Malzieu, La meccanica del Cuore è un inno alla fragilità. Come il protagonista del libro, anche io sono stata dotata di un delicatissimo cuore, un meccanismo perfettamente calibrato. Finché un’emozione non ne turba il movimento, questo è certo. Finché gelosia, rabbia o tristezza non fanno il loro ingresso trionfale, scardinando ogni difesa. In quel momento l’unica cosa da fare è accettare la follia intrinseca di ogni relazione sentimentale: quella stessa follia che noi scambiamo per amore, e che permea il nostro stato di innamoramento totale».

Prodotto e arrangiato da Simone Bertolotti e mixato da Michael Brauer, La meccanica del Cuore è il secondo singolo estratto dal nuovo disco di L’aura, Il contrario dell’amore, in uscita il 22 settembre: un concept album ispirato alla musica degli anni ’60, ’70 e ’90, un viaggio attraverso le epoche più significative per la musica pop-rock.

Del brano esiste anche una versione inglese, Apologize.

Il video, popolato da mostri, pupazzi, spettri e fate, è stato diretto dal giovane Jamie Robert Othieno.

Canzoni Perse: a ottobre il nuovo album e un nuovo tour di Cesare Malfatti

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“Nella preparazione di un disco si compongono spesso tanti brani che poi non vengono pubblicati, non per la loro effettiva qualità ma per scelte dettate da un preciso momento storico.
Scelte che anni dopo possono risultare sbagliate, ancor più quando le stesse canzoni vengono riviste, rivitalizzate da una persona con esperienze e gusti diversi dai miei, come Stefano Giovannardi. Un biologo, un ricercatore universitario con la passione mai sopita per la musica elettronica (possessore di una lista infinita di sintetizzatori e macchine elettroniche).
Un musicista con cui avevo suonato quando avevo vent’anni mentre ero studente d’ingegneria.
I suoi esperimenti sonori sono stati così estremi che io non riuscivo più a cantare le mie linee melodiche originali. Ma per fortuna usando lo stesso programma (#ableton) ho potuto remixare i suoi remix! Ho tagliato e riaccordato alcune porzioni di tracce ed ho aggiunto alcune ritmiche (#roland), a mio parere più circolari, più morbide, in maniera da riportare i brani a qualcosa a me più vicino, più interpretabile.
Due scelte ulteriori hanno contribuito al carattere sonoro di questo album. La prima è stata quella di ricantare tutte le canzoni con Chiara Castello (I’m Not A Blonde) e allargare la sonorità vocale ad una presenza femminile in modo anche da proseguire l’esperienza live di Una Città Esposta, e la seconda quella di far mixare tutto l’album a Mario Conte appassionato sperimentatore sempre all’avanguardia nella musica di ricerca”.

Cesare Malfatti parla così della genesi di Canzoni Perse, il suo nuovo album in uscita il 6 ottobre.
Un progetto ricercato e ambizioso, in cui l’anima acustica e cantautorale si affianca alle notturne e ipnotiche manipolazioni dell’elettronica.
Ad anticiparne la pubblicazione i singoli Ricordo e 45 giri.

Per il 6 ottobre è previsto un release show di presentazione dell’album all’Auditorium Demetrio Stratos di Milano (ingresso libero fino ad esaurimento posti). Il concerto sarà anche in diretta su Radio Popolare.

Il 12 ottobre prenderà invece il via il tour in cui Malfatti presenterà dal vivo Canzoni Perse:
12.10 – Bologna – L’Altro Spazio (w/Egle Sommacal)
13.10 – Napoli – Mamamu
14.10 – Loro (Ar) – Pian della Fonte
15.10 – Roma – Na Cosetta
18.10 – Torino – Da Emilia
19.10 – Massa – Jack Rabbit
28.10 – Vercelli – Circolo Porta Torino
11.11 – Seregno (Mb) – Tambourine
24.11 – Bergamo – Gate
02.12 – Venezia – Fontego
03.12 – Firenze – Rien 21
26.12 – Cinquefrondi (Rc) – Frantoio delle Idee
27.12 – Palermo – Bolazzi
28.12 – Agrigento – Oceanomare
29.12 – Enna – Al Kenisa
30.12 – Reggio Calabria – Meno1 Art
12.01 – Reggio Emilia – Catomes Tot
13.01 – Sora (Fr) – Deliri Cafè

Sempre più ricco il “Vulcano Summer Tour” di Clementino

Si aggiungono ancora nuove date per il “Vulcano Summer Tour” di Clementino, che vedrà il rapper campano protagonista per tutta l’estate accompagnato dal dj e produttore TY1.

Al calendario si aggiungono altre sei tappe: 08/08 Contursi Terme (SA), 18/08 Satriano di Lucania (PZ), 24/08 Francavilla Fontana (BR), 25/08 Benevento, 04/09 San Marzano sul Sarno (SA), 15/09 Atripalda (AV).
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Di seguito il calendario aggiornato:
17/06 – TARANTO – Raffo Festival
26/06 – CATANIA – Oasis Beach
08/07 – CERVIA (RA) – evento Radio 2
15/07 – ROMA – Porta di Roma
16/07 – CARIA (VV) – Piazza Mazzitelli
22/07 – ITRI (LT) – Piazza Rodari
05/08 – TRENTOLA DUCENTA (CE) – Gobeer Expo
06/08 – CELLE DI BULGHERIA (SA) – Piazza Umberto I
08/08 – CONTURSI TERME (SA) – Piazza Garibaldi (NUOVA)
11/08 – ROSSANO CALABRO (CS) – Stadio Comunale
12/08 – TERRALBA (OR) – Gavina Summer Festival
13/08 – ROCCADASPIDE (SA) – Festival dell’Aspide
17/08 – PRESICCE (LE) – Festival i colori dell’Olio
18/08 – SATRIANO DI LUCANIA (PZ) – Lucania Etnofolk (NUOVA)
24/08 – FRANCAVILLA FONTANA (BR) – Piazza Giovanni XXIII (NUOVA)
25/08 – BENEVENTO – Città Spettacolo (NUOVA)
27/08 – SAN SALVO MARINA (CH) – Festival Progetto Sud
02/09 – LEGNANO (MI) – District Festival
04/09 – SAN MARZANO SUL SARNO (SA) – Okdoria Beer Fest (NUOVA)
15/09 – ATRIPALDA (AV) – Piazza Umberto I (NUOVA)

#MUSICANUOVA: The RRR Mob, Don’t Call Me

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Chi l’ha detto che la trap non è adatta ai tormentoni estivi?
Prendete Don’t call me, ultimo singolo di The RRR Mob, e avrete un concentrato di è energia e spensieratezza da vivere sotto al sol leone, con buona pace dei puristi.

Dopo Flus 2 (nessun limite), brano dedicato ai migranti in cerca di una vita migliore, Laioung, Isi Noice, Momoney e Hichy Bangz, fanno conoscere il loro lato più leggero, in pieno mood vacanziero.

Trainati dai successi solisti di Laioung, The RRR Mob – prima crew nata in Italia interamente composta da ragazzi di seconda generazione, meticci o figli di immigrati – hanno iniziato a lavorare al loro album d’esordio a Milano, città dove si sono trasferiti dopo vari spostamenti e vicissitudini personali.

Modern Art: tra urban e tropical, il nuovo album di Nina Zilli arriva il 1 settembre

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Modern Art
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Un nuovo progetto discografico moderno, proprio come traspare dal titolo, scritto tra Milano e la Giamaica, tra sonorità urbane e tropicali: saranno queste le caratteristiche del nuovo album di Nina Zilli, in uscita il 1 settembre, e già anticipato dal singolo Mi hai fatto fare tardinato dalla collaborazione con Calcutta, Dario Faini e Tommaso Paradiso.

Un album con tanta energia, tra reggae, rap, atmosfere urban e, ovviamente, la voce della Zilli a fare il resto.
Un disco pieno d’amore, inteso come condivisione universale, contro ogni sentimento di paura.

11 canzoni inedite scritte da Nina in collaborazione con altri giovani autori e Michele Canova alla produzione
Nel booklet tutti i testi delle canzoni sono tratti da un taccuino manoscritto e illustrato da Nina, una vera “chicca” che l’artista ha voluto dedicare al suo pubblico.

Questa la tracklist:
Domani arriverà (modern art)
Ti amo mi uccidi
1XUnattimo
Mi hai fatto fare tardi
Il punto in cui tornare
Notte di luglio
Butti giù feat. J-AX
Il mio posto qual’è
IGPF
Sei nell’aria
Per un niente
Come un miracolo

BITS-REPORT: La musica di Ermal Meta vola sul Carroponte di Sesto San Giovanni

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di Mariella Lamonica

E’ indubbiamente una delle rivelazioni più rivelazioni dell’ultimo Festival di Sanremo, anche se la sua carriera, nata soprattutto come scrittore e compositore tanto d’aver collaborato con gente del calibro di Renga, Emma, Mengoni, Patty Pravo solo per citarne alcuni, parte più di qualche anno fa. Di chi stiamo parlando? Di Ermal Meta, terzo classificato all’ultimo Sanremo.
A confermare tutto ciò ci sono i numeri: un tour sold out che sta toccando tante città italiane, una pioggia di dischi di platino e d’oro, oltre che una presenza massiccia con i suoi brani in tutte le radio. Ma Ermal Meta, il cantante di origine albanesi, è tutto questo e molto altro.
Sabato 15 luglio, dopo la data dell’Alcatraz dello scorso 7 maggio, è tornato a Milano, precisamente al Carroponte di Sesto San Giovanni, dove ha regalato energia a go-go e momenti di pura magia.
Prima di lui ad allietare la folla ci hanno pensato Cardio e Carlo Polacchi, poi gli occhi, le mani, il cuore erano tutti per lui, che se li è presi brano dopo brano con leggerezza e sentimento, passione.
Odio le Favole per dare il via a più di due ore di concerto che ha poi snocciolato tutti i successi di Umano, l’album del 2016, e di Vietato Morire, l’ultimo lavoro.
Con lui anche la sua band: Dino Rubini (basso), Marco Montanari (chitarra), Emiliano Bassi (batteria), Roberto Pace (tastiera & pianoforte) e Andrea Vigentini (cori & chitarra acustica).
Tra i momenti più totalizzanti certamente Piccola Anima, canzone portata all’apice con il feat di Elisa, prima accennata in acustico e cantata da un pubblico che l’ha già eletta tra le preferite, e poi presa a pieno potere dal cantante, e Amara Terra Mia: il pezzo di Modugno, presentato anche a Sanremo, ha dimostrato un’estensione vocale da brividi del musicista tanto da vedere la maggior parte dei fans armati di fazzoletti e mentre la pelle d’oca faceva capolino sulle braccia di chi, come la sottoscritta, in quel momento ha chiuso gli occhi e si è lasciato trasportare dalla melodia più dolce. Non potevano mancare Lettera a mio padre, che racconta di un rapporto burrascoso con la figura paterna nonché di un passato difficile e lontano che non si è esentato nel lasciare cicatrici, e Vietato morire.
La chiusura della serata Ermal ha voluto riservarla ad A parte te, una chiusura prolungata in realtà perché “Questa serata è bellissima, vorrei non finisse mai, vorrei non scendere mai da questo palco”, da cui è emersa anche una promessa “Ci rivedremo presto”.

E così con quelle “ali sulla schiena attaccate al posto delle cicatrici” il ragazz è volato via, lontano dal palco, ma non troppo dai cuori che sabato sera sono stati anche un po’ suoi e che ha saputo cullare senza esitazione alcuna ma non solo per due ore, almeno per un’intera e magica notte, e forse oltre.

#MUSICANUOVA: Dilo, LMBIE (La mia brillante intelligenza emotiva)

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Un matrimonio si è appena interrotto ma Dilo con la sua band continua a suonare al centro della scena, come se nulla fosse.
Mano a mano che la musica cresce, il giardino del matrimonio si svela essere la scena di un crimine, ma soltanto alla fine appare il responsabile della strage….
La distruzione dell’amore, per un matrimonio di comodo, è rappresentata così, attraverso la messa in scena della morte nel luogo e nel contesto tipico della celebrazione dell’eternità di un’unione.
Tutto questo fa da sfondo alle note e alle parole do LMBIE, ovvero La mia brillante intelligenza emotiva, nuovo singolo di Dilo.

Dilo è il progetto solista di Corrado De Lorenzo. Imprenditore per sopravvivenza, cantautore per vocazione, ha iniziato ad occuparsi di musica sin dagli anni del liceo. Per oltre due decenni ha percorso la penisola con centinaia di concerti live, producendo tre album in studio.
Poi le emozioni, le passioni e le ossessioni, hanno dato urgenza a testi del tutto suoi, sino alle canzoni dell’EP d’esordio solista Dettagli Cromatici.
Registrato in presa diretta, il lavoro si pone l’intento di proporre pezzi sinceri, vestiti di arrangiamenti minimali, senza inutili orpelli e lavorando per sottrazione, per restituire centralità alla canzone.