#MUSICANUOVA: Fausto Leali feat. Mina, A chi mi dice

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Questa è proprio una sorpresa!
Per anticipare il nuovo progetto discografico, Fausto Leali torna 
con A chi mi dice, il brano portato al successo dai Blue e adattato in italiano da Tiziano Ferro, e lo fa interpretandolo in duetto con… Mina!
Il brano, anticipa il nuovo album Non solo Leali in uscita il prossimo 21 ottobre.

Il nuovo progetto discografico contiene dieci brani interpretati da Leali insieme ad alcuni grandi cantautori e interpreti della canzone italiana e non solo: oltre a Mina ci sono Renzo Arbore, Claudio Baglioni, Alex Britti, Clementino, Francesco De Gregori, Tony Hadley, Massimo Ranieri, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi.

Tra sacerdoti e impiegati delle Poste, tutti pazzi… per Rovazzi!

L’estate sarà anche finita, ma la fregola per i tormentoni continua alla grande!
Mentre Andiamo a comandare di Fabio Rovazzi, trionfatore assoluto delle vacanze 2016, staziona ancora altissima nelle classifiche di streaming e download, c’è chi ha ben pensato di prendere il brano del giovane pupillo di Fedez e J Ax e farne una versione diciamo così… alternativa.

Come per esempio gli impiegati dell’ufficio postale Napoli 60, che hanno riletto la canzone trasformandola in Andiamo a lavorare, infilando nei versi le tragicomiche esperienze quotidiane vissute dai lavoratori che ogni giorni devono vedersela con file di utenti scalpitanti agli sportelli. Il tutto naturalmente riproponendo anche l’ormai iconico scrollamento di spalle nel ritornello, anche questo con risultati… alternativi. 

Ma gli impiegati napoletani non sono stati gli unici a rileggere la canzone: in mezzo alle decine di parodie, già da agosto circola per il web Ci andiamo a confessare?, rilettura in chiave cristiana del brano fatta da don Roberto Fiscer, sacerdote 38enne, viceparroco nella chiesa di San Martino d’Albaro di Genova, non nuovo a questo tipo di esperimenti: sotto alla sua “lente” sono passati infatti anche Sofia di Alvaro Soler, ribattezzata Eucaristia, e Maria Salvador di J AX, O Gesù salvator.

Che l'”effetto Sister Act” funzioni davvero?

#MUSICANUOVA: Thegiornalisti, Completamente

«Completamente è forse la prima canzone che ho scritto contro qualcosa, contro qualcuno. È il mio grido di ribellione contro il risparmio dei sentimenti, contro chi calcola pure la virgola nei rapporti umani, banalmente nell’amore. È come se mi fossi fatto paladino di chi rischia, soffre e alla fine pure perde. Ma almeno te l’ho detto, la mia coscienza è pulita. Mi sono sputtanato e tu come sempre hai avuto paura di essere travolta dal ciclone e te ne sei andata. Ce l’ho con quelli che stanno sempre con il bicchiere in mano per tutta la serata ma non bevono mai. Noto in questi tempi la vittoria del freno a mano. Noto in questi tempi la vittoria del freno a mano, dello “scopare” su whatsapp per poi fallire miseramente nel faccia a faccia. Ecco, io non amo tenermi. E faccio fatica ad apprezzare chi lo fa. Questo è il senso profondo del nostro romanticismo, delle nostre canzoni, dei Thegiornalisti. Completamente.»

Così Tommaso Paradiso parla di Completamente, il singolo che apre il nuovo capitolo discografico dei Thegiornalisti, in arrivo prossimamente.

Un vortice in testa, pugno e carezza, semplicemente stupendo.

Se Lady Gaga abbandona la festa pop…

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Immaginatevi un palazzo con grandissimi saloni affrescati, uno di quei palazzi che di solito si usano nei film, insomma. E immaginate che dentro ci sia una grande festa, di quelle con centinaia di ospiti, musica, buffet presi d’assalto da mani bramose che sbucano da ogni lato, camerieri che fanno avanti e indietro con enormi vassoi pieni di bicchieri con ogni sorta di bevanda.

È una festa magnifica, di quelle proprio fighe, dove per entrare ti chiedono non solo l’invito, ma anche di esibire un certo dress code, e non è ancora detto che ti facciano passare. Un evento a cui tutti vorrebbero partecipare. Immaginate che questa sia la grande festa del pop, sì, proprio la musica pop, un gigantesco ritrovo di tutte le piccole e grandi star dello showbiz riunite a celebrare il più commestibile dei generi musicali, quello che invade le classifiche e intasa i canali radio.

Immaginatevi di essere davanti a quel palazzo per sbirciare un po’ chi arriva e di vedere, attraverso le sagome che vanno verso il portone, una ragazza che invece se ne sta andando. Esce, va via, torna a casa. È presto, la festa non accenna a finire, anzi, eppure lei saluta tutti e va verso il parcheggio.

Quella ragazza è Lady Gaga.

 

Perdonate l’impiego di questa metafora alambiccata, ma volevo cercare di spiegare al meglio la strada che, a mio modesto parere, Stefani Germanotta sta prendendo. 

Lady Gaga si sta allontanando dal pop, che detta così può sembrare un’indicibile tragedia o un’epocale minchiata, ma ora mi spiego.

Per anni Lady Gaga è stata abbondantemente nutrita dal pop, ci ha sguazzato dentro, ricevendone una fama e un successo superiori forse a ogni migliore aspettativa: quando ha esordito, nel 2008, i suoi primi due singoli Just Dance e Poker Face hanno entrambi superato i 7 milioni di copie vendute solo in America, poi nel 2009 Bad Romance ha dato al pop una sberla che da anni non riceveva più e il video è stato il primo a scuotere YouTube, prima che Youtube diventasse quello che è oggi. 

Se poi fate un giro nel quartiere e a un qualsiasi passante fate il nome di Lady Gaga, probabilmente vi risponderà che è quella con i costumi strani, quella vestita di bistecche, quella che cammina sui trampoli. Cioè, anche se non conosce le sue canzoni, la gente – tutta la gente – sa chi è Lady Gaga, perché Lady Gaga ha saputo incarnare, per un certo periodo, l’essenza stessa del pop, ovvero la capacità di arrivare dappertutto, e non necessariamente con la musica.

La stessa cosa potreste dirla con altrettanta sicurezza di Katy Perry o Rihanna?

Tra decine di aspiranti dive dello starsystem, Lady Gaga è emersa, si è fatta notare, in un mare di chiacchiericcio indistinto, lei è quella che ha urlato più forte per farsi sentire. E c’è riuscita. È stata la prima a cavalcare il web e a utilizzarlo in tutta la sua potenzialità come mezzo di comunicazione, ha costruito una delle prime fanbase e le ha dato un nome, i little monsters, è stata tra gli artisti che hanno ridato slancio ai videoclip, dopo che per anni se n’era perso l’interesse. 

Ma soprattutto, Lady Gaga ha abituato il suo pubblico all’eccesso, all’andare sempre oltre, con il rischio talvolta di non esserne lei per prima all’altezza. Quando nella primavera del 2011 è uscito Born This Way, il gaga-mondo ha raggiunto sotto tutti i punti di vista il culmine, con una presenza in scena talmente massiccia che ha reso il suo personaggio quasi indigesto, outfit assurdi, spesso imbarazzanti, esibizioni forzate. Tutto pur di esserci, ovunque. Fino al 2012, quando si è chiusa l’era Born This Way ed è iniziato qualcos’altro.

Quel qualcos’altro avrebbe portato ad Artpop, pubblicato nell’autunno del 2013.
Le premesse per un altro terremoto c’erano tutte, la collaborazione con Jeff Koons e Marina Abramović, il lancio dell’app, l’esibizione sull’abito volante. Eppure…
Eppure ci siamo tutti dovuti rendere conto che qualcosa era cambiato. Commercialmente parlando, quel disco è stato un mezzo fiasco, il primo vero fiasco di Gaga, e non senza motivo: quella musica non era ciò che il pubblico si aspettava. Se non è tracollato del tutto è perché i fan l’hanno comprato e se lo sono fatto piacere, ma il resto della gente l’ha evitato. D’altronde, chi dal pop vuole immediatezza e facilità non poteva non trovarsi disorientato davanti a quelle canzoni così slegate, caotiche e rumorose. Ecco, penso che sia da lì che Lady Gaga ha iniziato il suo lento allontanamento dal pop, proponendo qualcosa che forse appagava molto lei, ma non si incontrava con le aspettative generali.
E questo valeva per la musica come per l’immagine, perché si è sempre più capito che il tempo delle mascherate era finito. Nel bene e nel male.
Quando lo scorso febbraio ha ritirato il Golden Globe per la sua performance in American Horror Story, con quella messa in piega pareva sua madre. Lei, che 5 anni prima era andata a farsi cucire l’abito dal macellaio, si presentava agli eventi come una gran dama.

Per non parlare dell’operazione jazzistica con Tony Bennett, condensata in Cheek To Cheek: grande stoffa, ottima attitudine, perfetta combinazione di voci e generazioni a confronto, critica entusiasta, ma il mondo del pop era ancora più lontano. Certo, quell’operazione i suoi frutti li ha portati, perché lo zoccolo duro dei little monsters ha continuato a seguire la sua stella e in quel disco ha riscoperto una fetta di musica forse ignota, ma tra la Gaga di Bad Romance e quella della cover di Anything Goes c’è di mezzo una foresta nera. Se da una parte Madonna chiamava a duettare la trentenne Nicki Minaj per cercare l’attenzione dei teenager, Gaga prendeva per mano nonno Tony, che ha gloriosamente superato le 80 primavere, e anziché darsi al reggaeton si buttava sullo swing.

Adesso è arrivata l’ora del nuovo album, Joanne, atteso per il 21 ottobre: si sa che ci ha lavorato tanto Mark Ronson e che ci saranno collaborazioni anche con Beck e Florence Welch. Cosa ci dobbiamo attendere, francamente, non lo so, e ho un po’ paura di scoprirlo. Il primo assaggio di Perfect Illusion non è certo stato esaltante: una canzone senza spessore, musicalmente piatta, che appare più un pretesto per parlare della fine della storia con il fidanzato che non il vero ritorno di una delle più grandi popstar del decennio. A detta sua, la scelta di usarla come singolo di lancio è stata operata dalla casa discografica, specificando inoltre che il sound dell’album sarà piuttosto diverso. Che a voler essere malpensanti è un modo diplomatico per prendere le distanze in caso le cose si mettano male.

Anche il video sembra indicare intenzioni assai diverse dal passato: un simil-rave in un deserto californiano, lei che afferra il microfono, canta, balla, si dimena, e tutt’intorno una folla invasata in un montaggio da mal di mare. Stop.
I tempi dei mini-film di Paparazzi, Telephone e Alejandro sembrano risalire a millenni addietro. Anzi, sembrano appartenere a qualcun altro.
lady_gaga_joanneIl popolo giù in strada chiedeva una bomba pop, qualcosa che lo mandasse fuori di testa come fece a suo tempo Bad Romance, ma dall’alto del suo appartamento con vista su Central Park, Gaga ha optato per sonorità simil-rock e una canzoncina da prendere e mettere da parte dopo il terzo ascolto. Sono pronto a scommettere di non essere il solo ad aver storto il naso davanti al nuovo singolo.

Lady Gaga è un’artista di talento, di grandissimo talento, e mi pare indiscutibile che possa togliersi degli sfizi che molti colleghi possono solo sognare, ma davanti a un percorso musicale così indefinito non posso che chiedermi dove voglia andare a parare la Germanotta, e se sia davvero consapevole del grande rischio a cui sta andando incontro. Che abbia usato il pop dei primi anni per guadagnarsi celebrità e ora inizi a fare di testa sua? Possibile. Anzi, quasi sicuro.

Di solito in questi casi si usano frasi del tipo “lei vuole fare musica più impegnata, non vuole restare nel pop banale e facile”: a parte il fatto che ci sono infiniti modi di fare pop e di farlo bene, riconosco che sia legittimo cambiare strada, ed è ancora più legittimo alzare l’asticella per dimostrare di essere cresciuti, inerpicarsi per sentieri meno battuti, ma egoisticamente a me la Lady Gaga del periodo iper-pop, quella dei vari po-po-po, ma-ma-ma, Ale-Alejandro, inizia a mancare molto. E credo anche a molti dei suoi più fedeli seguaci, anche se forse non lo ammetteranno nemmeno sotto tortura.

Aspetterò allora con ansia l’uscita di Joanne, sperando in un miracolo che difficilmente arriverà.

Poi ho già sentito parlare di un nuovo album con Tony Bennett, forse il prossimo anno.

Nel frattempo, a palazzo, la festa del pop va avanti, e io vorrei tanto capire dove sta andando Lady Gaga…

Tutti su PornHub… a vedere Immanuel Casto

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Arriverà il 28 settembre su PornHub.

Sì, è un video.
No, non uno di quelli che pensate voi.
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Si tratta infatti di Alphabet Of Love, il nuovo singolo di Immanuel Casto, estratto da The Pink Album, il disco uscito ormai un anno fa e che tante soddisfazioni ha dato al Casto Divo.

Quella con Immanuel Casto è la prima collaborazione tra il colosso del porno e un artista europeo.

 «Alphabet Of Love: perché ci sono tanti modi di amarsi e io ve li racconto dalla A alla Z spiega Immanuel Casto Ho scelto di lanciare il video su Pornhub per premiare tutti coloro che, prima di tutto, sanno amarsi da soli, in pieno accordo con una piattaforma che ricorda al mondo che il sesso può avere tanti gusti».

«Questo singolo di Immanuel Casto incarna perfettamente lo spirito di Pornhub: divertimento, sagacia, creatività e sessualità in tutte le sue formeafferma Corey Price, VP PornhubSiamo davvero eccitati di poter ospitare questo video sul nostro sito, è entusiasmante come sempre più artisti scelgano la nostra piattaforma per far conoscere il loro lavoro».

 

#MUSICANUOVA: To You Mom, Your Innocence

Si intitola Your Innoncence il brano che apre le porte al nuovo progetto dei To You Mom, duo tutto italiano formato da Massimiliano Santoni e Luca Lorenzi.
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Tratto distintivo della loro musica è quello di pitturare i suoni con i colori delle stelle e portare l’ascoltatore in una dimensione notturna e onirica. Lo avevano fatto l’anno scorso con l’album We Are Lions e lo fanno ora con questo nuovo inizio, in cui si aggiunge una fresca carica elettronica.

Enjoy…

Perfect Illusion: il ritorno di Lady Gaga è il 9 settembre

Mentre il titolo era già stato comunicato ad agosto, sulla reale data di uscita del nuovo singolo di Lady Gaga restava il silenzio, almeno fino a pochi giorni fa.
Ora tutto è ufficiale: Perfect Illusion, brano che inaugura l’era dell’ormai noto progetto LG5, sarà nelle nostre orecchie da venerdì 9 settembre.

Insieme all’annuncio della data, anche la pubblicazione di alcune nuove immagini, probabilmente tratte dal nuovo video.

Molto presto ne sapremo di più!

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