Da marzo MARIO BIONDI in concerto nei teatri di tutta Italia con l'imperdibile Best Of Soul Tour

MARIO BIONDI

 10 anni di carriera da celebrare per la voce soul più calda ed intensa del panorama musicale italiano

DA MARZO NEI TEATRI D’ITALIA L’IMPERDIBILE

BEST OF SOUL – TOUR

 

A partire da marzo MARIO BIONDI sarà in concerto nei teatri di tutta Italia con l’imperdibile Best Of Soul – Tour, la tournée che segue l’uscita della raccolta “Best Of Soul”, con cui l’artista festeggia i dieci anni dal celebre disco d’esordio “Handful of Soul”!

Queste tutte le date del Best Of Soul – Tour: il 6 marzo al Teatro Carlo Felice di Genova, l’8 e il 9 marzo al Teatro Degli Arcimboldi di Milano, l’11 marzo al Teatro Ponchielli di Cremona, il 13 marzo all’Europauditorium di Bologna, il 14 marzo all’Auditorium Del Lingotto di Torino, il 16 marzo all’Obihall di Firenze, il 17 marzo al Teatro Di Varese a Varese, il 19 marzo al Nuovo G. Da Udine ad Udine, il 20 marzo al Teatro Rossetti di Trieste, il 22 marzo al Teatro Regio di Parma, il 24 marzo al Teatro Pala Banco di Brescia, il 25 marzo al Teatro Ariston di Sanremo (Imperia), il 27 marzo al Teatro Verdi di Montecatini (Pistoia), il 28 marzo all’Auditorium Santa Chiara di Trento, il 30 marzo al Gran Teatro Geox di Padova, il 31 marzo al Teatro Creberg di Bergamo, il 18 aprile al Teatro Metropolitan di Catania, il 20 aprile al Teatro Team di Bari, il 22 aprile al Teatro Augusteo di Napoli e il 24 aprile al Parco Della Musica di Roma.

Il Best Of Soul – Tour è prodotto e organizzato da F&P Group. I biglietti sono acquistabili su www.ticketone.it, nei punti vendita e nelle prevendite abituali (per informazioni www.fepgroup.it).

Dopo l’emozionante concerto di Capodanno in Piazza Duomo a Milano, il 2017 di Mario Biondi prosegue a febbraio con un tour in Gran Bretagna che anticipa quello italiano: il 9 e 10 febbraio a Edimburgo, l’11 febbraio a Newcastle, il 13 febbraio a Manchester e il 14 febbraio a Londra.

Il nuovo doppio album di Mario Biondi è “Best Of Soul” (Sony Music Italy), disponibile nei negozi tradizionali e negli store digitali, un percorso musicale attraverso la carriera dell’artista con 7 nuovi brani tra cui il singolo estratto “Do you feel like I feel”.

Questa la tracklist: CD1 – “Do you feel like I feel”, “Chilly girl”, “You are my Queen”, “The mystery of man”, “I will never stop loving you”, “Stay With me”, “This is what you are”, “A Handful Of Soul”, “No Merci For Me”, “Rio De Janeiro Blues”, “Never Die”; CD2 “Gratitude”, “Be Lonely”, “Shine on”, “What have you done to me”, “Deep Space”, “Come to me”, “Open up your eyes”, “Love is a temple”, “Another kind of love”, “All I want is you”, “Nightshift”.

Dopo il successo dell’ultimo album “Beyond” certificato oro e i sei dischi di platino conquistati negli ultimi quattro anni, con “Best of soul” Mario Biondi si conferma artista unico nel panorama musicale italiano, godendo da anni di grande stima anche da parte di pubblico e critica internazionali.

#MUSICANUOVA: Anna Of The North, Oslo

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Un brano electro/synth/dreampop, come preferite chiamarlo, che condensa in sé l’atmosfera gelata dell’inverno e il calore di una casa. Anna Of The North – duo scandinavo formato da Anna Lotterud e Brady Daniell-Smith – hanno cercato di mettere tutto questo in Oslo, il loro nuovo singolo.

Una canzone nata due inverni fa dalla suggestione di una fotografa della capitale norvegese, perché Anna a Oslo non è mai stata, e che ha tutto il suono di una lettera d’amore alla città.
Se l’inverno avesse un suono, probabilmente sarebbe molto simile a questo…

#MUSICANUOVA: MenInSkratch, Inferno

unnamed-6Dj Myke, Dj Aladyn e Dj Yaner. La squadra MenInSkratch è tornata sulla scena con Inferno: cinque minuti e trenta di scratch tra i versi della prima cantica della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Sei mani e tre diversi modi di graffiare il vinile sfidano le terzine incatenate in endecasillabi del poeta fiorentino e il risultato è semplice poesia di crossover.
La voce è di Giancarlo Cattaneo.

Ad accompagnare il rientro dei MenInSkratch ci ha pensato il brand streetwear milanese Dolly Noire, sul mercato con una linea dedicata proprio alla Divina Commedia.

Perché dovremmo tutti vedere Florence

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Da alcune settimane è arrivato anche nelle sale italiane Florence, deliziosa commedia diretta da Stephen Frears incentrata sulla figura di Florence Foster Jenkins, improbabile cantante lirica che fece molto parlare di sé nell’America degli anni ’30 e ’40.

Quanto la pellicola sia fedele alla reale biografia del personaggio non saprei dire, e non escludo che alcuni particolari siano stati enfatizzati o girati “a favore di camera”, ma la pellicola merita senza dubbio il prezzo del biglietto (o il noleggio dello streaming) per più di una ragione.
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Prima di tutto, Florence racconta la storia di una donna che a suo modo ha fatto storia, ma di cui fino ad oggi si è poco sentito parlare: stonatissima e con scarsissimo senso del ritmo, la Jenkins ha usato l’eredità del padre per realizzare il suo sogno di cantante, nonostante la famiglia avesse sempre cercato di dissuaderla. Non solo è riuscita a incidere un paio di (vendutissimi) dischi, ma nell’ottobre del 1944, all’età di 76 anni, ha tenuto un memorabile concerto alla Carnegie Hall, rimasto negli annali come uno degli eventi di maggior successo di pubblico per il prestigioso teatro newyorkese.
In secondo luogo, Florence è una commedia di grande leggerezza, con momenti di vero divertimento (provate a trattenere le risate ascoltando la prima “performance” di Florence), ma è anche in grado di far riflettere su quanto la determinazione e la forza di volontà siano fondamentali per realizzare un sogno, anche il più piccolo e allo stesso tempo irraggiungibile, sfidando le critiche e l’ironia. Secondo alcune teorie, Florence era ben consapevole dei suoi limiti artistici e avrebbe organizzato le sue esibizioni solo per prendersi gioco del pubblico: difficile stabilirlo, e resta comunque il fatto che ogni sua apparizione in scena era preceduta da grande entusiasmo.

Ci sarebbe poi da parlare di come è finita la sua storia, ma Dio me ne guardi dallo svelarvi il finale del film…..
Interessante inoltre il modo in cui viene dipinta la stampa dell’epoca, pronta a tessere elogi, o comunque a moderare le critiche, e riempire le recensioni con giudizi ambigui e focalizzati per lo più sugli abiti e il contorno delle esibizioni dietro i compensi elargiti dal marito della Jenkins che non voleva arrecare dispiaceri alla moglie.
Da ultimo, gli interpreti: Simon Helbergh offre un gioioso ritratto di Cosmé McMoon, pianista di Florence, Hugh Grant è perfetto nel vestire i panni del marito un po’ naïf Clair Bayfielfd e Nina Arianda è spassosissima nelle vesti dell’emancipata e volgarotta Agnes Stark. Ma più di tutto, Florence ci regala un’ennesima interpretazione-capolavoro di Meryl Streep: lei, che ci aveva dimostrato in Mamma mia! di saper cantare benissimo, riesce ora a storpiare la propria voce con altrettanta naturalezza e si cala nel nuovo personaggio con una bravura che non ha proprio bisogno di commenti. Lei che ha saputo essere la cattivissima Miranda Priesley, diventa adesso l’adorabile Florence Foster Jenkins. D’altra parte, stiamo parlando Meryl Streep, e questo sarebbe sufficiente per dedicare al film un paio di ore del nostro tempo.

David Bowie Celebration Day – domani, 10 gennaio 2017. Ad esattamente un anno dalla scomparsa del Duca Bianco, VH1 celebra il grande genio della musica con una programmazione interamente dedicata alla sua storia.

VH1

Canale 67 del DTT

PRESENTA

VH1 David Bowie Celebration Day

#VH1BowieDay

Domani, martedì 10 gennaio 2017

 

VH1, il canale musicale di Viacom International Media Networks Italia, visibile sul canale 67 del digitale terrestre, proporrà domani,martedì 10 gennaio 2017, “VH1 David Bowie Celebration Day” una giornata caratterizzata da un palinsesto speciale pensato per onorare la grandezza di un artista indimenticabile. A esattamente un anno dalla scomparsa del Duca Bianco, VH1 celebra il grande genio della musica con una programmazione interamente dedicata alla sua storia:

 
–          dalle 19.00 in rotazione il meglio dell’intera videografia di David Bowie;
–          alle ore 21.00 in prima visione assoluta il documentario “David Bowie – The Last Five Years” in esclusiva per l’Italia su VH1
–          a seguire L’uomo che cadde sulla terra, esordio cinematografico da protagonista di Bowie, e il corto d’autore Jazzin’ For Blue Jeandiretto da Julian Temple.
–          la serata continua poi con la rotazione dei video musicali più belli del cantautore britannico.
“David Bowie – The Last Five Years” è un nuovissimo documentario prodotto dalla BBC, diretto da Francis Whately e in onda in esclusiva per l’Italia su VH1 che esplora gli ultimi, straordinari anni della vita di David Bowie a New York, durante i quali l’artista scrisse e pubblicò a sorpresa l’album “The Next Day”, l’ultimo capolavoro “Blackstar” e il musical “Lazarus”. Nel film appaiono materiali inediti, interviste esclusive e l’ultima traccia vocale registrata da Bowie per Lazarus.
L’uomo che cadde sulla terra” è il primo film in cui David Bowie apparve come attore principale, uscito nel 1976 e diretto da Nicolas Roeg, nel quale David Bowie interpreta l’umanoide alieno Thomas Jerome Newton, personaggio che riprese quaranta anni dopo come protagonista del musical Lazarus, andato in scena al New York Theatre Workshop. La “prima” teatrale di Lazarus, la sera del 12 dicembre 2015, fu l’ultima volta in cui David Bowie apparve in pubblico.
Jazzin’ for Blue Jean”, diretto da Julian Temple, è un minifilm di venti minuti costruito attorno alla canzone di David Bowie “Blue Jean”, in cui l’artista si sdoppia interpretando sia il timido giovane Vic sia il suo idolo, la rockstar Screaming Lord Byron. Il film vinse un Grammy Award nel 1984.
Tutti coloro che vorranno seguire su Twitter la programmazione di VH1 dedicata a David Bowie potranno utilizzare l’hashtag ufficiale#VH1BowieDay.

#MUSICANUOVA: Serebro, My Money

Neanche il tempo di mandar giù bene panettone e spumante che le Serebro tornano in scena con My Money, un pezzo che se tutto va bene ci porteremo dietro fino alla primavera, se non addirittura in spiaggia.
Le tre squinzie russe più famose del pianeta non si smentiscono mai…

U2: annunciano il THE JOSHUA TREE TOUR 2017. Unica data italiana, 15 luglio a Roma Stadio Olimpico.

U2: THE JOSHUA TREE TOUR 2017

UN NUMERO LIMITATO DI DATE NEGLI STADI PER CELEBRARE IL TRENTESIMO ANNIVERSARIO DEL QUINTO ALBUM DELLA BAND

Il tour parte il 12 maggio dal Nord America, a seguire le date in Europa dall’8 luglio

UNICA DATA ITALIANA, 15 LUGLIO – ROMA – STADIO OLIMPICO

      U2 confermati per Bonnaroo Music & Arts Festival—Per la band il primo festival americano da Headliner

 Biglietti in vendita dal 16 gennaio per l’Europa e dal 17 per il Nord America –

 Accesso ad una prevendita esclusiva per gli iscritti al fan club ufficiale, dall’11 gennaio –

GUARDA QUI:   https://youtu.be/sssykdiAsVM

 

“Il titolo si addice ad un album che verte sulla capacità di ripresa di fronte a una forte desolazione politica e sociale…  The Joshua Tree è la risposta a questi tempi, e l’immagine più desolante mai descritta dagli U2: una visione di speranze devastate, violenza senza senso e angoscia… Musica di profonda tristezza ma anche di inesprimibili compassione, accettazione e calma.”

– Rolling Stone, 1987

Live Nation ha annunciato oggi che gli U2 torneranno dal vivo in alcuni stadi con U2: The Joshua Tree Tour 2017, un tour che vuole celebrare il trentesimo anniversario dell’omonimo quinto album della band. Ogni concerto proporrà tutte le canzoni di The Joshua Tree, e avrà come supporto uno dei grandi “special guests” selezionati, Mumford & Sons, OneRepublic e The Lumineers per il Nord America e Noel Gallagher’s High Flying Birds in Europa.

Pubblicato e acclamato in tutto il mondo il 9 marzo 1987, The Joshua Tree, che contiene le hit “With Or Without You”,“I Still Haven’t Found What I’m Looking For” e “Where The Streets Have No Name”, è stato il primo album degli U2 a raggiungere il primo posto negli Stati Uniti, dominando le classifiche di Regno Unito e Irlanda, e vendendo oltre 25 milioni di copie in tutto il mondo, trasformando quindi Bono, The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen Jr “… da eroi e superstar” (Rolling Stone). Il Time Magazine ha dedicato la copertina agli U2 nell’aprile 1987, proclamandoli “Rock’s Hottest Ticket” in un anno importante che ha segnato lo spostamento dei loro concerti dai palasport agli stadi, per poter accontentare la crescente richiesta di biglietti. Da quel momento sono diventati e sono tuttora una delle più grandi band live al mondo. I 12 mesi successivi sono stati leggendari: hanno girato il famoso video sul tetto di un negozio di alcolici a Los Angeles, che ha letteralmente bloccato il traffico e ha guadagnato un Grammy Award; hanno poi vinto un BRIT Award e due Grammy – tra cui Album dell’Anno (il primo di 22 ricevuti a oggi, che li rende la rock band con il maggior numero di riconoscimenti nella storia dei Grammy).

Il quinto album degli U2, The Joshua Tree, è prodotto da Brian Eno e Daniel Lanois, e contiene il leggendario artwork che ha consolidato la carriera del fotografo e regista Anton Corbijn. L’album è stato registrato a Dublino, ai Windmill Lane Studios e Danesmoate, la casa che poi è diventata la dimora del bassista Adam Clayton.

“Sembra che siamo tonati al punto di partenza, al periodo in cui le canzoni di The Joshua Tree furono scritte, con disordini globali, partiti politici di estrema destra e alcuni dei più importanti diritti umani a rischio. Per celebrare l’album – visto che le canzoni sembrano così adatte a questi tempi – abbiamo deciso di fare questi concerti, ci pare il momento giusto. Non vediamo l’ora.”The Edge

 “Recentemente ho riascoltato The Joshua Tree per la prima volta dopo quasi 30 anni… è come un’opera. Tante emozioni che sono stranamente attuali: l’amore, la perdita, i sogni spezzati, la ricerca dell’oblio, la polarizzazione… tutti i grandi temi… Ho cantato molte di queste canzoni diverse volte… ma mai tutte. Ne ho proprio voglia, se il nostro pubblico è eccitato come noi… sarà una serata grandiosa.” – Bono

 

“Accompagneremo gli U2 in qualche data del loro tour! È il trentesimo anniversario di The Joshua Tree – uno dei più grandi dischi mai pubblicati, a nostro parere, che sicuramente merita una degna celebrazione. È un album che ha rappresentato così tanto per ognuno di noi, e se c’è un album senza tempo, di sicuro è questo. Quindi quando i ragazzi ci hanno invitato a fare da supporto a qualche data del tour, è stato un onore accettare. Saranno delle belle serate…”Mumford & Sons

“Mi ricordo quando facevo la cover di “One” nei bar di New York dieci anni fa, con Jer alla batteria. È cambiato tanto da allora ma di sicuro non avrei MAI immaginato che avremmo avuto l’opportunità di fare da supporto a un gruppo così storico, per il tour di un album così leggendario – The Joshua Tree. Le canzoni sono così senza tempo che è difficile pensare ad un tempo in cui non esistevano. Quel modo di scrivere canzoni è sempre stato il nostro obiettivo: scrivere brani che superano le generazioni. – Wesley Schultz, The Lumineers

The Joshua Tree è il primo album degli U2 che ho ascoltato, perché è uscito nel momento in cui ho iniziato a innamorarmi della musica da bambino… è l’album che mi ha fatto desiderare scrivere canzoni e fondare una band. Accompagnarli in questo tour sarà la più bella esperienza di una vita.” – Ryan Tedder, OneRepublic

Sarà un piacere e un onore dare il mio contributo a quello che tuttora è il più grande spettacolo al mondo.” – Noel Gallagher

Dopo il rivoluzionario iNNOCENCE + eXPERIENCE Tour del 2015, U2: The Joshua Tree Tour 2017 segnerà il ritorno della band sui palchi degli stadi dopo il 360° Tour (2009-2011), il tour di maggiore successo nella storia, visto da oltre 7.3 milioni di fan in tutto il mondo.

U2: The Joshua Tree Tour 2017 partirà il 12 maggio da Vancouver e farà tappa in alcuni stadi del Nord America e dell’Europa, tra cui la primissima esibizione da headliner in un festival statunitense al Bonnaroo Music & Arts Festival, e un concerto nella loro Dublino, al Croke Park il 22 luglio. Una la tappa nel nostro paese, il 15 luglio allo Stadio Olimpico di Roma.

I biglietti per U2: The Joshua Tree Tour 2017 saranno in vendita da lunedì 16 gennaio in Irlanda, Regno Unito ed Europa (dalle 10:00 per l’Italia), e da martedì 17 gennaio in Canada e Stati Uniti. Come sempre, gli iscritti al Fan Club ufficiale degli U2 potranno accedere ad una prevendita esclusiva su U2.com da mercoledì 11 gennaio ore 9:00 a venerdì 13 gennaio ore 17:00 (ora locale). Ci saranno biglietti di Prato in piedi e Tribune a sedere. Ci sarà un limite di acquisto di 4 biglietti per gli iscritti al fan club e di 6 biglietti per la vendita generale. In Nord America tutti i biglietti di prato saranno “paperless”, se non diversamente indicato.

U2: The Joshua Tree Tour è prodotto da Live Nation Global Touring.

Per calendario e info: www.u2.com e www.livenation.com
 
DATE IN NORD AMERICA:                                                             SUPPORTO:
12 maggio       Vancouver, BC          BC Place                                Mumford & Sons
14 maggio       Seattle , WA                CenturyLink Field                   Mumford & Sons
17 maggio       Santa Clara, CA         Levi’s Stadium                       Mumford & Sons
20 maggio       Los Angeles, CA        Rose Bowl                              The Lumineers
24 maggio       Houston, TX               NRG Stadium                         The Lumineers
26 maggio       Dallas , TX                  AT&T Stadium                       The Lumineers
3 giugno          Chicago, IL                 Soldier Field                           The Lumineers
7 giugno          Pittsburgh, PA                        Heinz Field                             The Lumineers
8-11giugno      Manchester, TN         Bonnaroo Festival                  Multi-Artist
11 giugno        Miami, FL                   Hard Rock Stadium               OneRepublic
14 giugno        Tampa, FL                  Raymond James Stadium     OneRepublic
18 giugno        Philadelphia, PA         Lincoln Financial Field           The Lumineers
20 giugno        Washington DC          FedExField                             The Lumineers
23 giugno        Toronto, ON               Rogers Centre                       The Lumineers
25 giugno        Boston, MA                Gillette Stadium                     The Lumineers
28 giugno        East Rutherford, NJ   MetLife Stadium                    The Lumineers
1 luglio            Cleveland, OH           FirstEnergy Stadium              OneRepublic
 
DATE IN EUROPA:                                                                         SUPPORTO:
8 luglio            Londra, UK                 Twickenham                          Noel Gallagher’s High Flying Birds
12 luglio          Berlino, DE                 Olympic Stadium                   Noel Gallagher’s High Flying Birds
15 luglio          Roma, IT                    Olympic Stadium                   Noel Gallagher’s High Flying Birds
18 luglio          Barcellona, ES           Olympic Stadium                   Noel Gallagher’s High Flying Birds
22 luglio          Dublino, IE                  Croke Park                            Noel Gallagher’s High Flying Birds
25 luglio          Parigi, FR                   Stade de France                    Noel Gallagher’s High Flying Birds
29 luglio          Amsterdam, NE         Amsterdam Arena                 Noel Gallagher’s High Flying Birds
1 agosto          Bruxelles, BE             Stade Roi Baudouin               Noel Gallagher’s High Flying Birds

BITS-RECE: Savoir Adore, The Love That Remains

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
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Li avevo scoperti un paio di anni fa con Dreamers, li ritrovo ora con The Love That Remains e la loro musica continua a farmi pensare a un arcobaleno.
I Savoir Adore arrivano da New York, Brooklyn per la precisione, e proprio come il loro distretto che in questi anni sta conoscendo una fase di grande fermento, anche nei loro brani si sente scalpitare una freschezza vitale.
Quella che propongono non è una ricetta esattamente inedita: se avete un minimo di naso per il panorama generale, vi accorgerete che ci sono molti altri gruppi e artisti che mischiano pop, elettronica, funky, atmosfere anni ’80 e ’90, ma i Savoir Adore hanno dalla loro la capacità di farlo mettendoci un tocco di lucentezza in più. Come un pizzico di zenzero nel vostro dolcissimo cocktail alla fragola o una manciata di brillantini sull’intonaco già brillante del vostro salotto.
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Per quanto possa sembrare strano, addentrarsi in The Love That Remains significa incontrare riflessioni sull’amore, ma anche sulla perdita e sulla nostalgia dei ricordi, e non è un caso che il lavoro dell’album sia partito dal concetto brasiliano di saudade.
Tutto però sempre spinto in alto da tanta, tantissima leggerezza.

I dolori del giovane Douglas Dare

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Se fosse nato nell’Ottocento, molto probabilmente Douglas Dare sarebbe rientrato nella schiera degli artisti più tormentati del Romanticismo, al pari di Caspar David Friedrich nella pittura o del nostro Leopardi nella poesia. Invece si è ritrovato a fare musica nel XXI secolo e ha dovuto tradurre le sue ansie e i suoi quesiti interiori nel linguaggio della nostra epoca.

Inglese, figlio di un’insegnante di pianoforte ed egli stesso abile con lo strumento, Douglas ha mescolato gli elementi classici e vintage con le spinte dell’elettronica e del pop, costruendosi attorno una stanza musicale del tutto personale, all’interno della quale non ha mancato di far entrare un certo amore per i giochi d’immagine e una notevole propensione al pessimismo cosmico. Il che, per nostra fortuna, lo rende ancora più interessante.
13735571_1338512499511490_4210450146321848141_oLo scorso ottobre ha pubblicato Aforger, il suo terzo lavoro: un album di 10 tracce scaturito dopo aver dichiarato al padre la propria omosessualità ed essere dolorosamente uscito da una storia d’amore, finita per la scoperta di bugie da parte del partner. Da quei due eventi, per sua stessa ammissione, è cominciata dentro di lui una sorta di rivoluzione che lo ha portato a mettere ogni cosa in discussione, persino la sua identità e l’intera realtà attorno. Ad aiutarlo a risolvere almeno in parte i suoi interrogativi pare sia stato 1984 di Orwell.


Aforger – il cui titolo altro non è che la crasi di A forger, ovvero, “un contraffattore” – non è quindi un album sulla fine di una storia, ma è un disco che cerca di risolvere una matassa intricatissima, mette tutto in discussione, si immerge nei dubbi più spaventosi, e lo fa nel modo più sincero e nudo possibile.