Nesli, guerriero pacifico e solitario

Sale sul palco incappucciato quasi come fosse un pugile sul ring, con il microfono come il sacco contro cui riversare tutta la sua forza. Sale sul palco incappucciato quasi in assetto da battaglia, ma lo chiarisce subito, “Vengo in pace”. “Vengo in pace”, come un manifesto, come il titolo del suo ultimo album, ma ancora di più come una netta dichiarazione di intenti.
Nesli viene in pace in tempi di guerra sociale e verbale, di intolleranza, di indifferenza.
La sera di giovedì 11 aprile, sul palco dell’Alcatraz di Milano, Francesco Tarducci ha chiuso il tour di presentazione del suo ultimo album. Lo ha fatto nella sua città d’adozione, quella Milano che – senza mai essere nominata – è stata la protagonista e la causa silenziosa di molte sue canzoni.
Lo guardi sul palco mentre se ne sta immobile, e ti chiedi cosa starà passando nella sua testa; poi lo vedi muoversi, saltare, fremere, e il palco diventa quasi troppo piccolo per contenere quella sua affascinante follia. Ed è proprio in quei momenti che vedi la scintilla del guerriero: un guerriero solitario e pacifico che da anni si fa orgogliosamente portavoce della filosofia del “bene che genera bene”, ed è chiaro che lui non ha mai smesso di crederci, gli altri forse sì.

Nesli solitario e indomabile lo è sempre stato, da quando ha lasciato il rap per il pop mentre la moda dettava tutt’altro comandamento; o quando si è drasticamente ricoperto il corpo di tatuaggi all’epoca di Kill Karma, il disco con cui Francesco uccideva metaforicamente Nesli.
Davanti al suo pubblico, su un palco ridotto all’essenziale senza led e scenografie e infilando una canzone dopo l’altra, Nesli porta in concerto tutto quello che è stato in questi anni: oltre a presentare quasi tutti i nuovi brani, ci sono alcuni passaggi obbligati come La fine, autentico manifesto di una vita e di una carriera, Buona fortuna amore, Davanti agli occhi, e poi Un bacio a te. Ma in scena arriva anche Alice Paba per la prima esibizione dal vivo in coppia di Do retta a te dai tempi di Sanremo 2017.

Per ora il tour di Nesli finisce qui, ma possiamo stare certi che il “maldito” proseguirà sulla sua strada a testa bassa e armato di follia. Sempre in pace.

A questo link è disponibile la gallery della serata (foto di Luca Marenda).

“Vengo in pace”: Nesli tra vecchie inquietudini e nuovi equilibri


Se è vero che in genere non si deve giudicare un libro – o un disco – dalla sua copertina, per il nuovo album di Nesli possiamo fare un’eccezione.
Vengo in pace, questo il titolo dell’album in uscita il 22 marzo, è infatti il disco con la copertina più colorata che Francesco Tarducci abbia mai realizzato, e quell’immagine con la mano tesa all’ascoltatore racconta più di mille parole lo spirito con cui il cantautore si ripresenta sulle scene.
Lo avevamo lasciato nel 2017 con la riedizione di Kill Karma, inizialmente pubblicato nel 2016 e rimesso in commercio dopo la partecipazione sanremese con Do retta a te: un disco che non nascondeva le inquietudini, tanto da aprirsi con un brano intitolato Anima nera. Era l’album con cui Francesco “uccideva” artisticamente Nesli, in attesa di mostrare qualcosa di nuovo.
Quella novità ha preso ora le forme di Vengo in pace, anche se – come Nesli tiene a specificare – questo nuovo lavoro è nato quasi per caso, in un arco di lavorazione di oltre due anni sotto la supervisione di Brando, e viene pubblicato senza seguire obblighi contrattuali e per la prima volta senza alcun tipo di pressione. La conclusione di un’ideale trilogia iniziata con le “montagne russe pop” di Buona fortuna amore e proseguita appunto con Kill Karma.

E’ il disco che segna il raggiungimento di un equilibrio, di una “presa bene“, come la definisce Nesli: “Non c’è stato nessun percorso terapeutico, nessun atteggiamento zen, nessun viaggio. Mi dà fastidio quando sento parlare di un valore terapeutico della musica, perché per me non è mai stato così. Semmai, il mio è stato un percorso terapeutico al contrario, che mi ha fatto entrare nel dolore. Oggi mi sento di dire che vengo in pace perché sono in pace: mi identifico completamente in questo stato d’animo, e vengo in pace in un momento in cui in giro c’è la guerra verbale, la guerra delle parole, che per un cantautore come me sono l’ingrediente principale. E’ successo semplicemente che un giorno mi sono svegliato, fuori era una bella giornata e ho pensato che tutto sommato la mia vita non andava poi così male. E lo stesso è successo il giorno dopo. Questo è lo spirito del disco, mi sento davvero ‘preso bene’, sono propositivo e per il futuro mi auguro di continuare a svegliarmi sempre con il sole”.
I nuovi brani sono arrivati tutti dopo l’esperienza di Kill Karma: “Kill Karma è stato uno spartiacque per me e quando è uscito c’erano già alcuni nuovi spunti, ma tutto ha preso forma dopo. Non ho avuto nessuna ansia di scrittura: prima se mi accorgevo di scrivere poco andavo nel panico, adesso so aspettare”.

Impossibile non notare in Vengo in pace una certa affinità con La fine, il brano che anni fa ha dato la vera svolta alla carriera di Nesli: “L’ho scritta una vita fa, e all’epoca nessuno ha capito la forza di quel pezzo, nemmeno io. E’ un brano che parla di quello che mi sta intorno, è una riflessione sulla vita, non è una dedicata a una persona e non è un brano d’amore. In questo si avvicina molto a Vengo in pace, perché nell’album non ci sono canzoni d’amore, non si parla di relazioni di nessun tipo, ma parlo soprattutto di sensazioni. L’analogia però non è stata volontaria, è capitata: ho recuperato quello spirito libero e selvaggio“.
E d’altronde, libero e un po’ selvaggio Nesli lo è sempre stato: ecco perché a chiudere l’album è un pezzo come Maldito, forse quello che incarna più di tutti la personalità del suo autore: “Le inquietudini di prima restano, ma adesso ne ho la consapevolezza. Maldito è il ritratto dell’inquieto, l’ho iscritto in un momento nero, in una mansarda, con la voglia di scappare via”. E se questa può apparire una contraddizione rispetto al clima di serenità che caratterizza l’album, la risposta Nesli la trova in un altro brano, Ma che ne so: “So che questa filosofia mi aiuterà spesso in futuro a uscire da situazioni difficili; “ma che ne so” è la risposta di chi viene in pace“.

Anche verso nel rapporto con i social Nesli sente di aver trovato un equilibrio: “Mi trovo in un limbo tra la generazione abituata all’analogico e quella digitale, sono stato tra gli ultimi della mia generazione ad arrivare a Facebook e Instagram perché di solito ci metto un po’ a cogliere i cambiamenti. Riesco ancora a parlare ai giovani anche se non più un ragazzino, ma mi rendo conto che a differenza del passato oggi l’arte ha una scadenza, l’età è diventata più importante. Non mi sento invece molto rappresentato dalle classifiche, perché mescolano le copie fisiche allo streaming, che invece andrebbero tenuti separati: un disco comprato in negozio ha più valore di un disco ascoltato con un abbonamento online”.

Ancora prima dell’uscita dell’album, il 21 marzo Nesli darà il via al nuovo tour: “So di essere in controtendenza rispetto a quanto si fa di solito, perché farò un concerto quando il disco sarà ancora in buona parte inedito per i fan”.

Queste le date:
21 marzo – Roma, Largo Venue
26 marzo – Bolzano, Teatro Cristallo
28 marzo – Firenze, Flog
29 marzo – Bologna, Estragon
31 marzo – Torino, Hiroshima Mon Amour
4 aprile – Napoli, Casa della Musica
5 aprile – Bari, Demodè
6 aprile – Catania, Land
11 aprile – Milano, Alcatraz

Sempre il 21 marzo al via anche l’instore tour:
21 marzo – Roma, Instore al Largo Venue in occasione del concerto
22 marzo – Napoli, Mondadori Via Luca Giordano h. 18:00
24 marzo – Milano, Mondadori Duomo h. 17:30 –
25 marzo – Torino, Feltrinelli Stazione h. 18:00
27 marzo – Padova, Mondadori Piazza dell’insurrezione
28 marzo – Firenze, Instore all’Auditorium Flog in occasione del concerto
30 marzo – Stezzano (BG) ,CC Le Due Torri h. 17:00

#MUSICANUOVA: Nesli, Viva la vita

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Dopo il pop melodico e il messaggio antibullismo di Immagini, un ritorno in chiave decisamente elettronica per Nesli con Viva la vita, il nuovo singolo scritto da Francesco Tarducci e Brando: una sua canzone/manifesto, un incoraggiamento a non perdere mai la fiducia in se stessi e nel prossimo, puntando sulla vera essenza del nostro esistere: “il valore della vita”.

Insieme a Immagini, Viva la vita farà parte del nuovo progetto discografico che Nesli sta ultimando in questi mesi.

Già da quest’estate Nesli ripercorrerà la sua storia musicale con una manciata di nuovi brani, per arrivare a un nuovo tour autunnale nei principali club e città Italiane da novembre. Di seguito le prime date confermate:

2 novembre – Bologna, Estragon
15 novembre – Firenze, Auditorium Flog
16 novembre – Roma, Teatro Quirinetta
22 novembre – Napoli, Casa della Musica – Federico I
23 novembre – BARI (Modugno), Demode’
24 novembre – Catania, Land – La nuova dogana
29 novembre – Milano, Alcatraz

#MUSICANUOVA: Nesli, Immagini

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Che qualcosa fosse nell’aria lo si era intuito già da qualche giorno, quando dai profili social di Nesli erano scomparse le immagini. E proprio di immagini si trattava.
Francesco Tarducci torna infatti a tre mesi da Maldito con un nuovo singolo, Immagini, appunto, una ballata acustica con una scrittura trasparente nel più tipico stile “alla-Nesli”, che questa volta affronta il tema del bullismo.

“Immagini è la fotografia di un ricordo lontano che riaffiora e che rappresenta l’indifferenza di molti nei confronti dei più deboli e dei più bisognosi”. 

“Nesli presenta Francesco Tarducci”: il 24 novembre un live speciale a Roma

Nesli
Nesli
 sarà all’Orion Live Club di Ciampino (Roma) il prossimo 24 novembre 2017 per una data intima e speciale in cui “Nesli presenta Francesco Tarducci”.

I biglietti per lo show sono già in vendita su Ticketone.it e in tutti i punti vendita autorizzati.
L’ultimo album di Nesli, Kill Karma, è stato pubblicato a luglio 2016 e ha debuttato al secondo posto della classifica degli album più venduti (Fimi).
La versione integrale, Kill Karma (La mente è un’arma) è stata invece pubblicata il 10 febbraio 2017, in concomitanza con la partecipazione a Sanremo con Do retta a te.
Sempre quest’anno Nesli ha partecipato a MasterChef Celebrity, arrivando alla finalissima.
PREZZO BIGLIETTI: € 25 + € 3,75 d.p.
Apertura porte: ore 20:00
Inizio concerto: ore 21:00

BITS-SANREMO: la terza serata

Mumble mumble….Terza serata del Festival, giro di boa e primi sentori di eccitazioni da vittoria.
Partendo sempre dai giovani, Lele e Maldestro (quest’ultimo un po’ carente in intonazione) passano il turno, lasciando a casa Valeria Farinacci e Tommaso Pini (quest’ultimo un po’ a sorpresa).
Stasera quindi a giocarsi la finale saranno quattro gentleman: Francesco Guasti, Leonardo Lamacchia e i suddetti Lele e Maldestro.


Venendo alle cover, come gli altri anni la carrellata è stata a forte rischio sonnolenza, soprattutto perché non tutti se la sono sentita di rischiare con il brano e con il nuovo arrangiamento.
Tra i pochi, Ermal Meta, che si è preso la meritata vittoria: la sua versione di Amara terra mia, oltre a essere stata interpretata magnificamente, è la prova chiarissima che il ragazzo sa bene quel che fa. Un autore bravissimo, che scrive con anima, e un interprete di robusta personalità.
Buona prova anche per Masini con il suo tributo a Faletti, anche se a tratti pareva non riuscire a stare dietro al tempo, e di Paola Turci, che ha scelto di rimettere mano a un classico e della Oxa come Un’emozione da poco.
Sul resto c’è stata fondamentalmente calma piatta: Elodie avrebbe potuto far molto di meglio con il pezzo di Cocciante, soprattutto negli arrangiamenti e nell’intensità dell’interpretazione; Chiara ha fatto il temino scolastico con Diamante di Zucchero; la Mannoia ha fatto la Mannoia con Sempre e per sempre e Samuel ha fatto Samuel con Ho difeso il mio amore. Qualche problema tecnico ha invece rovinato la festa di Sergio e i Soul System, mandando fuori tempo l’esecuzione di un pezzo –Vorrei la pelle nera – dove il groove era centrale.
Non abbiamo purtroppo potuto ascoltare la versione di Ma il cielo è sempre più blu che avevano preparato Nesli e Alice Paba, e che avrebbe sicuramente riservato entusiasmi.

E a proposito di Nesli e Alice, è evidente che le coppie create a uso e consumo sanremese non funzionano, dato che sia loro sia Raige e Giulia Luzi sono i primi due esclusi definitivi. Il gioco per cui prendi due artisti e le metti insieme sul palco pensando di sommare i voti delle rispettive fanbase e quindi di avere vittoria facile non regge.
Nel caso di Nesli, lui già quest’estate parlava di Sanremo, ma il presentimento è che i suoi progetti fossero un po’ diversi, con l’idea di presentarsi da solo, ma che si sia poi trovato a doversi accollare la Paba per ordine giunto dall’alto. Il che non ha però giovato al brano e non mi stupirei se i pensieri di Nesli si siano fatti scurissimi al momento del verdetto.
Rientrano quindi in gara Ferreri, Ron, Atzei e Clementino.

BITS-SANREMO: la seconda serata

Seconda puntata del Festival e anche stavolta mi sono perso la diretta, dovendo riguardarmi le esibizioni sul web in scaletta personalizzata (per fortuna che c’è Rai Play!).
Se la prima serata era stata generalmente dentro le previsioni senza riservare colpi di testa, per la seconda puntata non si può dire altrettanto.
Partendo dai giovani, la prima grande batosta di quest’anno è arrivata con l’eliminazione di Marianne Mirage, che con Le canzoni fanno male vedevo già proiettata sul podio dei vincitori. Peccato davvero, evidentemente qualcosa non è arrivato nel modo giusto. Peccato anche per Braschi, che con Nel mare ci sono i coccodrilli aveva tra le mani un pezzo dalla storia molto particolare.
Felicissimo invece per Francesco Guasti, dritto in finale insieme a Leonardo Lamacchia.
Stasera sapremo i nomi degli altri due.



Tra i big, non c’è dubbio che il gran mattatore della serata sia stato il mascalzone Gabbani: la sua Occidentali’s Karma è esattamente l’uragano che il Festival aspettava, e che potrebbe insediare il podio dei superfavoritissimi Mannoia e Meta. Un pezzo freschissimo, apparentemente leggero e costruito su un testo da lucido osservatore della realtà.
Gran bella prova di Paola Turci, corazzata da soldatessa.
Non male Masini, molto toccante Bravi (ma la voce dov’è??), Sergione Sylvestre ha tirato fuori tutto il suo soul in un pezzo che forse richiama un tantino troppo Giorgia, che ne è poi davvero una degli autori. Però caspiterina, che voce!

Non ho invece capito cosa è successo al brano di Nesli e Alice Paba, Do retta a te: la canzone non è brutta, e nella versione studio sembra funzionare, ma l’impressione è che sia la coppia a non funzionare dal vivo. E purtroppo, mi tocca ammettere che tra i due quello un po’ più deboluccio è stato proprio Nesli, vocalmente schiacciato dalla collega. Possiamo poi stare qui a chiederci sul perché abbiano deciso di presentarsi in coppia, ma credo sia meglio non indagare…. Peccato comunque, perché la loro eliminazione impedirà di ascoltare la potentissima versione di Ma il cielo è sempre più blu che avevano preparato per stasera.
Delusione per Chiara, dopo che nel 2015 mi aveva fatto volare con Straordinario: l’intervento di Mauro Pagani nello spogliare all’essenziale i suoni ha reso solo noioso un pezzo che forse -forse – poteva avere qualche palpito vitale in più con un diverso arrangiamento.

Tra le sorprese, confesso che la Atzei ha portato nel suo pezzo, Ora esisti solo tu, qualcosa di curioso, con quei dettagli così folkloristici in un brano che non è davvero male, nonostante la firma di Kekko. Resta il fatto che la sua presenza resta un mistero, e la sua eliminazione non mi ha preso alla sprovvista.
Insomma, dopo il primo ascolto di tutti i brani, il giudizio complessivo è di un festival di livello medio, senza troppe brutture, ma anche senza punte di eccellenza. Tolto Gabbani e forse un altro paio di canzoni (Meta, Mannoia), non si sono ascoltate grandi meraviglie.
Da oggi liberi tutti in radio e nei download, dove parte la nuova sfida.

Sanremo 2017: tra rose, gigli e qualche fiore "avvizzito", ecco il mazzo dei 22 artisti in gara

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Ed eccoli qua, li abbiamo attesi a lungo e sono arrivati, i 22 nomi dei Big che prenderanno parte al Festival di Sanremo 2017.Dopo il “mosaico” e la “macedonia”, per descrivere il cast della prossima edizione, Carlo Conti ha usato la metafora del mazzo di fiori, tanto per restare in terra sanremese.
E mantenendo la metafora, il primo commento che mi viene da fare è che tra rose, gigli e garofani, dentro a questo bouquet sia finito qualche ramo artisticamente un po’ avvizzito e qualche erbaccia che si poteva tranquillamente mettere da parte.
Ma visto che senza aver ascoltato i brani ogni parola è superflua, e considerando che mancano due mesi per scaldare bene i motori, mi limito a esprimere soddisfazione per ritrovare Elodie, Samuel, Nesli, Giusy Ferreri, Ermal Meta e Francesco Gabbani.
La grande sorpresa sarà però vedere sul palco dell’Ariston Fiorella Mannoia, forse il nome più gettonato nei pronostici e poi confermato, che dopo un lungo periodo di lontananza dal Festival si ributta nella mischia da concorrente.
Nessuna band pervenuta, qualche duetto inedito ancora da mettere a fuoco.

Questa la lista dei magnifici 22, con i titoli dei brani in gara:

Di rose e di spine Al Bano
Tutta colpa mia Elodie
Fatti bella per te Paola Turci
Vedrai Samuel
Che sia benedetta Fiorella Mannoia
Do retta a te Nesli e Alice Paba
Il diario degli errori Michele Bravi
Portami via Fabrizio Moro
Fatalmente male Giusy Ferreri
La prima stella Gigi D’Alessio
Togliamoci la voglia Raige e Giulia Luzi
L’ottava meraviglia Ron
Vietato morire Ermal Meta
Mani nelle mani Michele Zarrillo
Il cielo non mi basta Lodovica Comello
Con te Sergio Sylvestre
Ragazzi fuori Clementino
Nel mezzo di un applauso Alessio Bernabei
Nessun posto è casa mia Chiara
Occidentali’s Karma Francesco Gabbani
Ora esisti solo tu Bianca Atzei
Spostato di un secondo Marco Masini

Piccola domanda profana da ascoltatore: per quale logica del regolamento Sylvestre ed Elodie sono tra i Big, mentre La Rua, Lele e Chiara Grispo erano in corsa tra i Giovani, pur avendo tutti partecipato alla stessa edizione di Amici?

#NUOVAMUSICA: Nesli, Perfettamente sbagliato

Mi hanno detto ricominciamo, che da domani tutto sarebbe cambiato…
Io che  mi chiedo in fondo, ogni giorno chi siamo
E’ già domani
E tutto è perfettamente sbagliato

Un video che incarna pienamente l’essenza di questo nuovo singolo, un testo libero, disarmante, nudo, vulnerabile. L’essenza di Nesli. Alla regia, il tocco d Luca Tartaglia.