BITS-RECE: Winter Severity Index, Human Taxonomy

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
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Il progetto Winter Severity Index è nato a Roma nel 2009 e dopo una serie di rivolgimenti e la pubblicazione di alcuni EP è oggi formato da Simona Ferrucci e Alessandra Romeo.

Il duo arriva oggi alla pubblicazione del secondo album, Human Taxonomy, dopo l’uscita di Slanting Ray nel 2014.
Il titolo di questo nuovo lavoro allude volontà classificatoria dell’essere umano, nei confronti della realtà a lui circostante, ma anche di se stesso. L’uomo ridotto a una categoria vede sostituire la sua personalità con un modello precostituito, e anche nel suo volersi dichiarare diverso, incappa a volte in un gioco di maschere ed etichette.
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Per descrivere tutto ciò, le Winter Severity Index ci immergono in un labirinto oscurissimo di suoni, echi, distorsioni, un dedalo di tenebre claustrofobico e terrificante da cui davvero sembra di non trovare uscita.
Se amate le atmosfere gotiche e nere, Human Taxonomy vi farà sentire a casa e vi cullerà, diversamente non desidererete altro che rivedere la luce.

BITS-CHAT: La mia semplice complessità. Quattro chiacchiere con… Nesli

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“Ma se io mi ricopro di tatuaggi e mi faccio fotografare in copertina mezzo nudo, voi la mia musica la ascoltate?”

Nesli questa domanda l’ha buttata lì così, nel bel mezzo della chiacchierata. Una domanda che ha posto direttamente lui e che non può non lasciare stupiti, sorpresi, interdetti per la sua schiettezza. In effetti che i tatuaggi sul corpo di Nesli siano prolificati a dismisura negli ultimi due anni non è certo un dettaglio, lo si era già visto l’anno scorso a Sanremo, e lo si vede oggi sulla copertina del nuovo album, Kill Karma, dove Francesco Tarducci si è fatto ritrarre sfacciatamente a torso nudo, con il torace completamente ricoperto di inchiostro e i due medi alzati con le mani che tengono ben aperta la giacca rossa.

Ma come – direte – non era lui il rapper buono, quello che “il bene genera bene”? E adesso ci si presenta così spudorato? Sì, è lui, e che il bene genera bene lo crede ancora, oggi come ieri. E allora perché questa copertina? Narcisismo? Mah, forse un po’, dopotutto a Nesli si possono muovere tutte le critiche di questo mondo, tranne quella di non essere un brutto figliolo e di non potersi permettere di fare bella mostra del proprio corpo. Ma il gioco sta proprio qui, nel voler fare quasi mercificazione del “contenitore” per far arrivare la musica. Una verità che governa le regole del pop da sempre – quasi alla pari tra uomini e donne – ma che molto raramente viene rivelata con tanta limpidezza.

Nesli però è così, ti spiazza: tu credi di avere davanti un qualsiasi cantante piacione e ti ritrovi invece a parlare con un sorta di un animaletto selvatico. Come quando ti dice che il suo album precedente (Andrà tutto bene) era un disco che aveva quasi “dovuto” fare, perfettamente consapevole che non lo rappresentasse fino in fondo, perché nella sua testa c’era già l’idea di Kill Karma, il secondo capitolo di una trilogia che si concluderà verosimilmente l’anno prossimo: in Kill Karma Nesli ha voluto uccidere se stesso (il suo karma), togliere ti mezzo definitivamente il rapper per far posto al cantautore. Ma per arrivare a questo punto ha dovuto passare per la strettoia di Andrà tutto bene, con la partecipazione a Sanremo.
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Cosa è successo tra Andrà tutto bene e Kill Karma? Il cambiamento è evidente…
In passato ho sempre scritto con gli occhi degli altri, in questo caso invece ho scritto con i miei occhi, tutto è riconducibile a un fatto, un giorno, un nome. Mi piace far credere di fare tutto a caso, ma in realtà niente è lasciato al caso: ho voluto che questo album arrivasse dopo il libro perché già nel libro mi ero raccontato attraverso la scrittura, ora lo faccio attraverso la musica. Ho anche già pensato al prossimo disco, quello che chiuderà la trilogia: sarà molto visivo, fumettistico, ho già pensato alla grafica e alla copertina, e ci sono almeno sei o sette pezzi pronti. Lo lancerò in maniera particolare: mi sono inventato un alter ego che ucciderà definitivamente Francesco Nesli Tarducci, che da quel momento non esisterà più. Ho una visione molto dark e maledetta di questo progetto, e ho dovuto renderla pop il più possibile.

In un’epoca in cui si ragiona per singoli, tu pensi a una trilogia?
Io sono nato in un periodo in cui si pensava per trilogie, basta pensare al cinema. Oltre alla musica non ho altri impegni o altri passatempi, per cui passo il mio tempo a immaginarmi tutti i dettagli dei dischi, penso alla pubblicazione. Oggi invece mi sembra che tutti siano interessati alle visualizzazioni su YouTube, come se quello fosse il metro per capire se sei un artista di successo: ma se un giorno YouTube si spegnesse, cosa resterà di questi giovani artisti illusi di fare successo in questo modo? Io scrivo tutto su carta e registro subito dopo con un giro di piano. Di tutto quello che faccio resta traccia, non dipendo dai server: vivo nell’era digitale, ma sono passato dall’analogico.
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Nel 2013 avevi già portato un cambiamento forte: mentre tutti andavano verso il rap, tu con Un bacio a te e poi con l’album Nesliving vol. 3 facevi il percorso opposto. Perché allora hai sentito il bisogno di cambiare ancora?
Il karma del titolo indica un cambiamento fisico: non si tratta di un cambiamento musicale, ma di un cambiamento di materia e di materiale, perché il cambiamento musicale c’era già stato.

Ultimamente sul tuo corpo sono comparsi numerosi tatuaggi: anche questo fa parte del cambiamento?
È una provocazione: sapevo che avrei fatto questo disco con questa copertina. Non mi sono tatuato perché mi piacessero i tatuaggi, sono rimasto della stessa idea che ne avevo prima. Di solito chi si tatua lo fa per abbellirsi: io invece mi sono ricoperto di nero in maniera quasi indecente, mi sono rovinato. L’ho fatto a 35 come follia: per avere attenzione serve un bel contenitore. E allora se io mi tatuo tutto e mi metto mezzo nudo, mi ascoltate? Vi accorgete di me? Dentro di me la risposta è stata sì, la nostra società vuole questo. Volete questo da me per ascoltare il mio contenuto? Benissimo, lo faccio.

Una considerazione un po’ amara…
Amarissima.
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E se tra 10 anni ti guardi allo specchio e ti penti di questa scelta?
Mi sono pentito di tante cose che ho fatto. Questa è stata una scelta drastica, ma in fondo ogni scelta lo è: in questo caso è molto visibile perché mi sono deturpato il corpo, ma ogni scelta implica un cambiamento, un non poter tornare indietro. Potrei pentirmi di questi tatuaggi, così come potrei pentirmi di molte altre decisioni che ho preso, si tratta sempre di un sentimento, una sensazione. Per me i tatuaggi sono come le uniformi militari: chi sta in esercito ha una divisa, chi sta in marina ne ha un’altra. Anch’io ho cambiato guerra: nel 2013 dovevo portare un cambio a livello musicale, oggi cambio rotta in un altro senso. Sono un artista, un folle, e come tale faccio delle scelte folli, radicali.

Una forma di follia che io stesso non avevo colto molto bene ascoltando le tue canzoni, ma che emerge ora dalle tue parole….
Ho sempre dovuto e voluto tenerla a bada, non potevo propormi così fin dall’inizio. Dentro di me vive una schizofrenia che mi fa avere davvero tante personalità: per me essere bipolare è una specie di antipasto, io di personalità ne ho molte più di due, tutte distorte, diverse, e nel tempo non ho voluto fare niente per aiutarmi. Anche nella musica mi vedo come un prisma con tante facce, e non mi sono mai venduto per qualcosa di diverso da ciò che sono. Cantante, cantautore, rapper: sono tutto, e forse non sono niente, ma questo per me è un dono del cielo.

In questa schizofrenia sta anche la scelta di aver messo come prima traccia dell’album una canzone come Anima nera? Tu eri quello che fino all’anno scorso cantava che “andrà tutto bene”, che “il bene genera bene”. Spiazzante, direi!
In realtà sono due aspetti complementari, non possono esistere uno senza l’altro. Il mio “bene genera bene” passa attraverso le tenebre: in questo sono abbastanza un darkettone ottimista. I miei amici dicono che sono il principe delle tenebre e quando c’è troppo sole scherzano e mi chiedono di concentrarmi per far venire il brutto tempo. Sono un po’ come Carletto, il personaggio del cartone animato. Ma non potevo presentarmi da subito in questa veste “diabolica”, doveva esserci un percorso. Sono partito dal rap senza avere neanche un tatuaggio, adesso faccio pop e mi sono tatuato come uno che fa punk: un percorso affascinante direi. Sono io, nella mia semplice complessità.

 

Prima parlavi del terzo album della trilogia come di un progetto molto grafico: a livello fisico invece ti spingerai ancora oltre?
Il cambiamento radicale dei tatuaggi c’è già stato, ormai restano poche parti del mio corpo che potrei riempire, e vorrei evitare di tatuarmi le mani, il collo e la faccia: sarebbe davvero troppo e darebbe fastidio anche a me. Al di là dei tatuaggi però, il prossimo album sarà il mio paradiso dantesco, con una libertà espressiva che non mi sono mai preso finora. Ho anche un pezzo da presentare a Sanremo: ditelo a Conti!

In Kill Karma quanta libertà ti sei preso rispetto ad Andrà tutto bene?
Nel disco precedente mi sono auto inflitto una non-libertà: era una tappa obbligata che dovevo attraversare. Per me cantare è una passione, ma è anche un lavoro che implica delle dinamiche. Sapevo dove volevo arrivare, ma per farlo sapevo anche di dover passare per gradi, e non aggirare gli ostacoli come è mio solito: una di queste tappe è stato Sanremo, dove ho mostrato il primo cambiamento, mi sono staccato definitivamente dal pubblico di prima e dalla scena rap. Arrivavo da Carosello, un’etichetta indipendente, Universal mi aveva ripreso dopo avermi licenziato nel 2008, per cui per la major era come ammettere  un errore e tornare sui propri passi. La pressione che avevo addosso era altissima. Con Sanremo dovevo limitare il Nesli maledetto: Andrà tutto bene è stato realizzato in otto mesi con una squadra che non conoscevo e al cui interno c’erano delle incomprensioni, sentivo che una parte dei collaboratori non credeva in me. Dalla mia parte avevo il mio produttore, Brando, che mi spronava a continuare il lavoro perché avevamo tempi strettissimi prima di Sanremo: avrei voluto sparire, morire. Sentivo gli occhi di tutti addosso, sapevo che molti aspettavano il mio fallimento. Inoltre, Buona fortuna amore l’ho provata pochissimo prima del festival, in studio non avevamo tempo e a casa non riuscivo: la prima prova sul palco è andata malissimo perché a Sanremo si usano gli ear monitor e io non ero abituato, poi in qualche modo mi sono arrangiato e l’ho cantata, non bene come avrei potuto, ma è andata. Per Kill Karma è stato tutto diverso, non avevo i fucili puntati, non c’era Sanremo come tassello obbligato e il disco è stato fatto come volevo io. 

Se pensi alla tua vita fino ad oggi, qual è stato il più grande errore che hai compiuto?
Ne ho fatti davvero tanti: quando c’era da scegliere, io sceglievo puntualmente di fare una cazzata, non saprei dirti perché. Non so neanche se non li rifarei, forse semplicemente li affronterei in maniera meno istintiva. Una cosa che dico sempre ai ragazzi è quella di portare avanti le proprie idee, mi piacciono le persone con le idee chiare, anche a costo di intestardirsi su un unico pensiero. Non penso che per forza si debbano fare mille esperienze: non è facile trovare persone che sanno quello che vogliono senza sentire il bisogno di aver provato tutto.

Che opinione hai dei ragazzi di oggi?
Quasi tutti i giovani se ne vogliono andare all’estero, e a me viene da dire “ma dove andate tutti? Perché ve ne andate? E qui chi resta? Solo i disillusi, quelli che non votano?”. Se mi dicono di andare all’estero, io dico no, resto qua: se andare via significa evoluzione, io preferisco l’involuzione. Non ho nemmeno il passaporto! Ho viaggiato pochissimo, e mi sembra che i ragazzini di 14 anni abbiano viaggiato più di me, eppure del mondo non sanno nulla, non conoscono più di quanto non potrebbero conoscere attraverso le foto di Instagram. Nelle situazioni, il segreto non è esserci, ma starci. Mi piacerebbe vedere giovani che imparano i veri mestieri, a fare gli artigiani, a restare legati alla vita vera.
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Ti riferisci anche all’ambito musicale?
Non dobbiamo pensare di avere tutti il sacro fuoco dell’arte che ci brucia dentro. Tutti vogliono fare i cantanti, gli attori, le modelle, i broker, mentre nessuno vuole più fare il macellaio o il panettiere: e come mangiamo? In questo sono molto estremo, non si può instillare nei giovani l’idea che tutti possono fare gli artisti. Stiamo costruendo un mondo finto: tra cinque anni i social saranno modificati profondamente, tutto si sarà trasformato unicamente in business. E i ragazzi non lo sanno, nessuno glielo dice.

Se nella tua vita non ci fosse stata la musica, come l’avresti riempita?
Sarei stato un viaggiatore.

Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: cosa significa per te il termine “ribellione”?
Ribellione è stare fermi e riuscire a cambiare ciò che sta intorno. Ribellione è qualcosa di solido, silenzioso, fermo in una piazza, capace però di creare una manifestazione esterna.

#NUOVAMUSICA: Gabry Ponte feat. Danti, Che ne sanno i 2000

Da Fiorello a Battisti, dal Festivalbar a Bim Bum Bam, pcassando per i Nirvana, il Game Boy fino a Blue Da ba dee.
Con ironia – ma forse in fondo neanche tanta – Gabry Ponte (proprio uno dei tre di Blue Da ba dee) ha rispolverato le icone degli anni ’90 e ci ha messo sotto una base dance arruolando Danti alla voce.
E’ nata così Che ne sanno i 2000, un “pezzone” dance dedicato a quella mitica decade che tanto ha lasciato nel cuore e nella memoria di chi l’ha vissuta.
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… con buona pace dei pischelli figli del 2000 che si sono persi anni meravigliosi….

A fare da testimoni del passaggio generazionale, nel video fanno la loro comparsa alcune delle ultime icone web, Rovazzi e i Mates.

Ma fra 10 anni qualcuno si ricorderà di loro? Noi di Uan ci ricordiamo ancora adesso.

#NUOVAMUSICA: How To Dress Well, Lost Youth/Lost You

Si intitola Lost Youth/ Lost You ed è il nuovo singolo di How To Dress Well, progetto dietro al quale si celaTom Krell, giovane musicista americano Tom Krell.
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Il prossimo 23 settembre il ragazzo torna sulle scena con il suo quarto album, Care, anticipato da questo bellissimo singolo dal sapore ipnotico tra ambient ed elettropop.
E visto che anche l’occhio vuole giustamente la sua parte, il brano è stato accompagnato da un video che emana sensualità a ogni fotogramma.

Per i più audaci è disponibile anche una versione non censurata, visibile a questo link.  

Esce il 7 ottobre Lou Reed – The RCA & Arista Album Collection

Un box set definitivo con gli album RCA e Arista di Lou Reed: 17 dischi per una raccolta di 16 album dal 1972 al 1986, rimasterizzati con la personale supervisione di Lou Reed stesso.
E’ questo Lou Reed – The RCA & Arista Album Collection, la super-uscita che Sony Music ha in programma per il prossimo 7 ottobre.

Ciascuno dei 16 album è stato interamente rimasterizzato con la supervisione diretta dell’artista, in un grande e lungo lavoro completato poco prima della sua scomparsa all’età di 71 anni il 27 ottobre 2013.
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La versione limitata 30×30 cm del box set include i 17 CD più un libro da 80 pagine con memorabilia dagli archivi personali di Lou, foto e artworks  raramente utilizzati, interviste rilasciate durante i suoi anni di registrazione per la RCA e per Arista oltre a fantastiche note sulla raccolta – scritte da Hal Willner grande amico di Lou e coproduttore della raccolta- che descrivono il coinvolgimento di Lou nella produzione di Lou Reed – The RCA & Arista Album Collection.

Il box set include inoltre 5 stampe 20×24 cm e una riproduzione di un raro poster promozionale prodotto al tempo dalla RCA.

Questo il piano dell’opera:

1. Lou Reed (April 1972)

2. Transformer (November 1972)

3. Berlin (July 1973)

4. Rock n Roll Animal (live – February 1974)

5. Sally Can’t Dance (August 1974)

6. Metal Machine Music (July 1975)

7. Coney Island Baby (December 1975)

8. Rock and Roll Heart (October 1976)

9. Street Hassle (February 1978)

10. Lou Reed Live  Take No Prisoners (2 CDs – November 1978)

11. The Bells (April 1979)

12. Growing Up in Public (April 1980)

13. The Blue Mask (February 1982)

14. Legendary Hearts (March 1983)

15. New Sensations (April 1984)

16. Mistrial (June 1986)

Lou Reed

 

One More Time With Feeling: a settembre il 3D Movie sul nuovo album di Nick Cacve

Sarà presentato in anteprima alla 73esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Fuori Concorso One More Time With Feeling di Andrew Dominik .

La proiezione precederà l’uscita nelle sale di tutto il mondo del film (in programma in Italia il 27 e 28 settembre, elenco sale a breve su www.nexodigital.it) e sarà un’occasione straordinaria per ascoltare per la prima volta le canzoni del nuovo album di Nick Cave & the Bad Seeds, Skeleton Tree., in uscita il 9 settembre.
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Inizialmente pensato come un film live, One More Time With Feeling si è evoluto in qualcosa di molto più significativo quando Dominik ha posato il suo sguardo sullo sfondo tragico che ha accompagnato la scrittura e la registrazione dell’album. Performance live delle nuove canzoni si intrecciano a interviste e riprese, accompagnate dalla narrazione intermittente e da improvvisazioni e riflessioni estemporanee di Cave.

Lo stile fotografico del film – girato in bianco e nero, a colori e in 3D – riflette l’intimità e l’austerità dell’album.

Il film sarà distribuito in più di 650 cinema nel mondo.

FESTAREGGIO 2016, in programma a CAMPOVOLO (RE) dal 18.08 all’11.09 con KULA SHAKER, WOLFMOTHER, ERIC BURDON & THE ANIMALS, SOULWAX, CAPOSSELA, ROKIA TRAORE’, SALMO, SILVESTRI, ALBOROSIE e tanti altri!

Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con Festareggio al Campovolo di Reggio Emilia.

Un ricco cartellone artistico con una programmazione pensata per pubblici diversi:

22 serate di grande musica, politica, spettacolo e buona cucina in programma dal 18 agosto all’11 settembre. All’interno di Festareggio, anche la rassegna Campovolo Reggae Fest. 

Giunta quest’anno alla sua seconda edizione, la tre giorni dedicata alla musica in levare con i migliori nomi della scena italiana ed internazionale vedrà esibirsi Alborosie, 

Max Romeo ed Africa Unite per un week-end all’insegna del reggae

Spettacoli, politica, cultura, divertimento e buona cucina, sono gli ingredienti che fanno di Festareggio una grande festa popolare conosciuta e visitata da oltre 200mila persone, con una programmazione ricca e pensata per pubblici diversi, che alterna dibattiti, concerti ed iniziative culturali a show pirotecnici, mercatini, serate danzanti e giochi ed attrazioni da luna park. L’affluenza di un pubblico numeroso e partecipe è il premio per una manifestazione che, fin dai suoi esordi, si propone come occasione per stare insieme, divertirsi serenamente, incrociare saperi e punti di vista differenti. Come ogni anno, l’edizione 2016 di Festareggio si terrà negli spazi di Campovolo.

La grande musica internazionale torna a Reggio Emilia. 

CAMPOVOLO, REGGIO EMILIA

Via dell’Aeronautica, 1

Programma Festareggio 2016 

sabato 20 agosto

PLANET FUNK dj set

ingresso gratuito 

domenica 21 agosto

DUB FX

ingresso gratuito

martedì 23 agosto

KULA SHAKER

Biglietto: € 17,25 + prev.

Biglietti in vendita su Ticketone e punti vendita autorizzati

mercoledì 24 agosto

WOLFMOTHER

in apertura: GIUDA

Biglietto: € 15,00 + prev.

Biglietti in vendita su Ticketone e punti vendita autorizzati

giovedì 25 agosto

SOULWAX

Biglietto: € 15,00 + prev.

Biglietti in vendita su Ticketone e punti vendita autorizzati

venerdì 26 agosto

ALBOROSIE

Campovolo Reggae Fest

Biglietto: € 15,00 + prev.

Biglietti in vendita su Ticketone e punti vendita autorizzati

sabato 27 agosto

MAX ROMEO

Campovolo Reggae Fest

Biglietto: € 10,00 + prev.

Biglietti in vendita su Ticketone e punti vendita autorizzati

domenica 28 agosto

AFRICA UNITE

Campovolo Reggae Fest

ingresso gratuito

mercoledì 31 agosto

ERIC BURDON and THE ANIMALS

Biglietto: € 20,00 + prev.

Biglietti in vendita su Ticketone e punti vendita autorizzati 

venerdì 2 settembre 2016

I CANI

ingresso gratuito

sabato 3 settembre

VINICIO CAPOSSELA

Biglietto: € 26,00 + d.p.

Biglietti in vendita su Ticketone e punti vendita autorizzati

martedì 6 settembre

ROKIA TRAORE’

ingresso gratuito

mercoledì 7 settembre

SALMO

Biglietto: € 18,00 + prev.

Biglietti in vendita su Ticketone e punti vendita autorizzati

giovedì 8 settembre

FRANCESCO GABBANI

in apertura: MARIANNE MIRAGE

ingresso gratuito

giovedì 8 settembre

LE ORME

Gong Festival

ingresso gratuito

venerdì 9 settembre

DANIELE SILVESTRI

Biglietto: € 15,00 + prev.

Biglietti in vendita su Ticketone e punti vendita autorizzati

 

Informazioni su come acquistare i biglietti:

Ticketone – www.ticketone.it – 892.101

www.festareggio.itwww.facebook.com/FestaReggio