BITS-CHAT: “Voglio darvi la bella copia”. Quattro chiacchiere con… Ketty Passa

ketty-passa-53_b
Ketty Passa
è la cantante con i capelli blu.
Oddio, in realtà è molto di più, ma questa è la prima cosa che salta all’occhio appena si incrocia il suo sguardo, e soprattutto questo è l’elemento che la rende immediatamente riconoscibile.

Ma Ketty Passa è molto di più perché con la musica non ci ha a che fare solo come interprete, ma anche come conduttrice in radio e TV e dj in alcune serate di milanesi. Ultimo incarico che le è stato assegnato in ordine di tempo è la selezione musicale per il nuovo programma di Rai2 Nemo-Nessuno escluso. Insomma, è una che nella musica ci sguazza dentro in pieno.
Nel 2013, insieme ai Toxic Tuna ha pubblicato il suo primo album, #CANTAKETTYPASSA, e ora, a distanza di tre anni, si prepara al ritorno: questa volta però lo fa da sola, e con uno stile tutto nuovo.
Per pubblicare il nuovo album e dare al pubblico la “bella copia” del CD, ha accettato la proposta dei fondatori di Musicraiser Giovanni Gulino dei Marta sui tubi e della sua compagna Tania Varuni, dj e produttrice, che, rimasti entusiasti dei primi ascolti, l’hanno esortata a dare il via alla missione #kettypassainloop, iniziata a fine settembre e attiva fino al 25 novembre.
Per chi si offrirà di finanziare il progetto, sono previsti numerosi pacchetti di offerte, dall’edizione speciale dell’album fino a una cena e al dj set privato. Tutte le info a questo link.

Ti avevamo lasciata nel 2013 con il tuo precedente album, #CANTAKETTYPASSA e ti ritroviamo ora pronta a fare un nuovo passo con un disco che si preannuncia molto diverso: cosa è successo in questo periodo?
L’esperienza con la band è stata bella, ma difficile, e alla fine non abbiamo trovato l’incastro giusto. Già subito dopo il tour era emersa l’esigenza da parte di alcuni di prendere altre strade: così, senza nessun tipo di rancore, abbiamo abbandonato il progetto e io mi sono messa a pensare a cosa avrei voluto fare davvero come cantante. Quello che da tempo volevo proporre era qualcosa che mischiasse pop, elettronica e hip hop: io lo definisco urban, ma solo perché ha uno stile piuttosto street e si rifà all’America, con il cantato a volte punk, a volte melodico.

Un genere non proprio frequente in Italia: come hai trovato la chiave giusta per lavorarci?
Ho iniziato in studio, accompagnata dal mio produttore, Max Zanotti, la persona che più di tutti ha creduto in questo progetto dall’inizio. Anche per lui era una scommessa, perché ha sempre avuto a che fare con tutt’altra musica, mentre qui si trattava di mettere insieme melodia su basi elettroniche piuttosto ritmate, spinte, che di solito in Italia sono usate dai rapper. E’ anche per questo che ci ho messo due anni a fare il disco.

Difficoltà particolari che hai incontrato?
La lingua: l’italiano non è spigoloso come l’inglese, è rotondo, e adattarlo a quella musica non è stato facile, ho dovuto lavorare molto in quel senso, cercando di adattare le parole alle basi che mi arrivavano da musicisti che lavoravano nell’ambito dell’hip hop. Per creare l’atmosfera mi sono ispirata molto a Gwen Stefani, M.I.A., Kimbra, ma anche Rihanna e Beyoncé. Tra i pezzi meglio riusciti c’è Sogna, il primo singolo, dove sono riuscita a trovare il linguaggio perfetto, mentre in altri casi ho dovuto rispettare un po’ di più le esigenze dell’italiano e mi sono adeguata a un andamento più melodico. Anche i temi che affronto sono molto diversi: nei 10 pezzi nuovi ci sono canzoni più allegre, altre più intime, in un’altra parlo di come sia difficile portarsi dietro la propria diversità nella società di oggi abituata a ragionare in franchising.

E sei poi arrivata a Musicraiser…
Per questo album ho lavorato in maniera diversa rispetto a prima, andando in studio e non più in sala prove, e tutto questo ha un costo: sono stata contattata da Giovanni Gulino e Tania Varuni di Musicraiser e mi è sembrato un buon modo per sostenere le spese e avere una nuova visibilità. La parte economica in un progetto discografico ha un grande peso e le operazioni messe in atto da piattaforme come questa sono un grandissimo aiuto, soprattutto per gli artisti come me che non hanno alle spalle case discografiche che possano finanziare il lavoro. Ho posto un obiettivo piuttosto ambizioso, 10.000 euro, che mi serviranno per coprire una parte delle spese che ho già sostenuto e darmi la possibilità di realizzare anche un paio video. Fare musica è anche un investimento su di sé, per cui molto ho già investito di mio: aderire a Musicraiser mi permetterà di avere più visibilità e poter dare al pubblico la “bella copia” del disco. La campagna si chiuderà il 25 novembre e ho previsto numerosi pacchetti per chi deciderà di aiutarmi a portare a termine il progetto. Voglio che le persone siano invogliate a finanziare la mia missione, non voglio sono elemosinare.
cover_sogna_ketty-passa
A Musicraiser sei arrivata dopo aver ricevuto la proposta di Giovanni e Tania: prima non ci avevi pensato?
No, non ero molto convinta: di solito alle cose devo arrivarci da sola, con i miei tempi, e in questo caso non pensavo che potesse fare al caso mio. Poi invece i ragazzi di Musicraiser mi hanno contattata ed erano molto entusiasti dei provini che hanno ascoltato e così ho deciso di mettermi in gioco: mal che vada, se non raggiungo l’obiettivo, resto a zero come sono ora. Sarà forse un po’ avvilente, ma è un tentativo. D’altra parte, l’alternativa sarebbe stata quella di aprire un mutuo. Mi ha aiutato molto anche il fatto di aver incontrato l’etichetta 22R con la quale si è instaurato un rapporto di fiducia. In questa campagna mi sto impegnando tantissimo, sto mettendo tutta me stessa, tutta la creatività che ho, anche per creare pacchetti esclusivi e ricchi da proporre: tra i progetti c’è anche quello di creare delle strisce di fumetto in cui racconto una storia. Per ora non posso dire molto, ma sarà una cosa molto divertente che sto preparando insieme a un tatuatore: riguarderà uno dei brani e avrà come protagonisti una bambina e un animale.

E’ stato difficile trovare musicisti adatti al tipo di musica che volevi proporre in questo album?
Più che dal punto di vista pratico, la difficoltà è stata soprattutto trovare chi volesse fidarsi e mettersi in questo progetto: mi rendo conto che proporre brani urban non sia facile in Italia, e devo dire che in effetti molti non capiscono, sono convinti che la musica italiana non sia pronta. Io però sapevo di non voler fare quello che fanno le altre cantanti: è vero, dopotutto faccio pop, per cui i punti di contatto ci saranno, ma io voglio proprio fare musica con un linguaggio diverso, e sono curiosa di vedere come verrà recepita questa operazione.
ketty-passa-2_b
Pensi che Musicraiser possa rappresentare il futuro della discografia?
Sì, ma più che Musicraiser penso che sia il web in generale a rappresentare il domani della discografia. Prendiamo il caso di Salmo: quando lui è arrivato, il suo tipo di musica non lo proponeva nessuno, lo ha portato lui, e oggi è entrato in una major. Le grandi realtà discografiche ormai servono soprattutto a supportare fenomeni già esistenti, lavorano con i talent, ma non presentano cose nuove, e questo per meccanismi di mercato che posso anche comprendere, ma che non aiutano a portare qualcosa di diverso. In passato ho ricevuto proposte per partecipare a dei talent, ma ho capito che se avessi accettato sarei entrata in logiche più grandi di me e come artista sarei morta. Non mi serviva avere quella visibilità e non avevo voglia di farmi scrivere le canzoni da altri.

Prima accennavi a un brano dell’album che tratterà il tema della diversità: secondo te che cosa fa paura alle persone nell’essere diversi?
Essere diversi vuol dire sentirsi continuamente sbagliati: noi umani siamo brutti, sviluppiamo una serie di convenzioni sociali che ci portano al confronto, al giudizio verso gli altri. Lo facciamo tutti, nessuno escluso. Essere diverso ti porta a vivere con più difficoltà anche nel concreto, perché magari sei tentato di fare scelte meno convenienti economicamente ma più stimolanti. Essere diversi è difficile proprio dal punto di vista pratico, mentre una vita facile è quella che porta gli altri a non giudicarti e romperti le palle.
ketty-passa-58_b
A proposito del caso di Tiziana Cantone, sulla tua pagina Facebook hai scritto: “il problema non sono i social, sono le persone”. Non pensi però che i social abbiano amplificato l’imbarbarimento della società?
Certo, perché, come dicevo, siamo tutti prontissimi a scagliarci sugli altri per nasconderci, anche se commettiamo gli stessi errori. L’indole umana porta a puntare il dito per sentirsi puliti, mentre si sta perdendo la capacità di autocritica: dietro allo schermo di un computer siamo tutti coraggiosissimi, ma non riusciamo a reggere il confronto diretto. In questo caso specifico, la ragazza è stata convinta a essere lei dalla parte del torto, mentre la vera colpa in questa storia è stata mettere on line un video senza il suo consenso, quello è un reato! Il senso di colpa per quello che si vedeva in quel video è stato però così grande che Tiziana si è tolta la vita, ed è gravissimo. Per questo ho scritto che il problema non sono i social, ma le persone che li usano e il modo in cui li usano. Siamo fatti male, siamo fatti per spiare e giudicare, e Facebook non è altro che lo specchio di questo comportamento.

Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato ha per te il termine “ribellione”?
E’ difficile spiegarlo: sono molto diversa da come appaio, posso sembrare estroversa e ribelle, ma sono molto più tranquilla. Forse ribellarsi è portare avanti dei valori che riconosci in te, ma di cui non trovi riscontro nella società. Ribellarsi può essere anche avere il sogno della musica, ma andare a lavorare in ufficio se il tuo paese non ti offre le condizioni per farlo in totale libertà o se l’unica alternativa è andare in un talent. Ecco, io ho ancora la lucidità di dire no.

Fonte d’amore: il 18 novembre una nuova raccolta di Giuni Russo

A trent’anni dall’uscita discografica di Giuni (1986) e Album (1987), venerdì 18 novembre verrà pubblicato Fonte d’amore, un progetto musicale composto da 4 dischi che celebra i più grandi successi, e non solo, di Giuni Russo.

Il cofanetto, in uscita per l’etichetta GiuniRussoArte, è dedicato alla memoria di Carlo Bixio, editore, produttore e caro amico di Giuni, determinante per la sua carriera artistica e che ha reso possibile nella seconda metà degli anni ‘80 il suo ritorno sulle scene discografiche con la pubblicazione di Giuni e Album.

Supernatural, extraterrestrial. Alieni, mostri e fate: quando il videoclip è visionario

rm486-mv01

Alieni, mostri, fate. 

Cosa succede quando il videoclip si immerge nel mondo della magia o vuole dare uni sguardo sugli universi paralleli? La natura si distorce, si piega, si capovolge, diventa addirittura distopica o si riempie di simboli arcani, l’artista incarna le sembianze di una creatura extraterrestre o soprannaturale e per i registi è una succulenta occasione per dare libero sfogo alla creatività più visionaria.

Dagli anni ’70 fino ad oggi, ecco alcuni esempi di come il mondo fantastico e alieno abbia fatto irruzione nel videoclip musicale, trasformando per alcuni minuti i cantanti in splendide o terrificanti creature…

David Bowie, Life On Mars?
Qui c’era solo l’imbarazzo della scelta, perché sono state tante le volte in cui l'”alieno” Bowie ci ha portato fuori dalla realtà (o ha portato la sua in mezzo a noi, dipende da come la si guarda…). In Life On Mars? però la sua identità extraterrestre si manifesta in tutta la sua eleganza.

Madonna, Bedtime Story
Per dare le immagini a una canzone in cui aveva infilato le mani anche Björk come autrice, la Signora del pop costruì un video surreale, sicuramente il più enigmatico e il meno intelliggibile della sua carriera, ambientato in una realtà futuristica e piena di simbolismi arcani.

Björk, Hunter
Più che una cantante, Björk è un’abitante di una galassia remota che ogni tanto si presta a cantare. Qui, per esempio, si mostra completamente calva, mentre sul suo volto prende forma lo strambo muso di… un orso!

Marilyn Manson, The Dope Show
Con quegli occhi bicolori e quel corpo provocatoriamente ermafrodito, ai tempi di The Dope Show il Reverendo sfidava il buoncostume e ci piombava addosso nei panni di un umanoide con seni e pacco di plastica, per di più con una canzone che inneggiava alla droga (o così almeno si diceva). Lo scandalo all’epoca fu rovente.

Busta Rhymes feat. Janet Jackson, What’s It Gonna Be?
Video per l’epoca costosissimo dato l’elevatissimo tasso di effetti speciali. Immersi in una non-realtà, una dimensione indefinita in tempo e in spazio, Busta Rhymes e Janet Jackson appaiono nelle vesti di signori del post-moderno. Lui umanoide dal corpo di mercurio, lei fatalona un po’ cyber e con tanto latex.

Christina Aguilera, Fighter
Diretta dalla superba Floria Sigismondi, Christina Aguilera compie sotto i nostri occhi la trasformazione da enorme bozzolo nero a candida crisalide, in un’ambientazione onirica e distorta. Gli insetti non sono mai sembrati tanto belli.

Grace Jones, Corporate Cannibal
Nel video di questo pezzo dalle atmosfere alquanto sinistre, la pantera giamaicana è poco più di un ectoplasma nero con occhi e bocca che si muovono, si spandono, si restringono e si deformano.

Lady Gaga, Born This Way
Nel cantare che dobbiamo tutti accettarci per come siamo, Mother Monster arrivava direttamente dallo spazio proclamando l’avvento di una nuova, utopica era universale, popolata da creature dalle fattezze umane e dal cuore immacolato. Segni particolari, un paio zigomi “importanti”.

Katy Perry, E.T.
Fosse anche solo per il titolo della canzone, questa è la cosa più aliena che si sia vista nella musica, almeno negli ultimi 20 anni. Volteggiando nello spazio in magnifiche metamorfosi, l’extraterreste Perry arriva sulla terra e si ritrova in uno scenario post-apocalittico, in cui niente e nessuno sembra essere sopravvissuto. Forse…

Brooke Candy, Opulence
Video malatissimo, di una violenza disturbante, scurissimo. Nelle mani esperte di Steven Klein, Brooke Candy veste gli innumerevoli panni di una creatura folle, un personaggio distopico a metà strada tra una diva in crisi di nervi e il protagonista di un incubo. Un viaggio allucinato a velocità fuori controllo.

Die Antwoord, Ugly Boy
Sono tra le band che amano spingersi sempre “un po’ più in là” con l’immagine. Il loro universo visionario li porta per questo video ad alternare immagini di angeli neri, inquietanti bambini-pupazzo, sangue e rose in fiamme.

Daphne Guinness, Evening In Space
Un coloratissimo scenario spaziale, decisamente barocco. Costumi esagerati, gioielli, bolle di cristallo, make up elaboratissimi, aitanti marziani fucsia e luminosi. La grande fashion star ha fatto le cose in stile eccelso per questo video diretto nientemeno che da David LaChapelle. Alla produzione del brano invece c’è Tony Visconti, sì, proprio quello di Bowie. Un pezzo così come poteva non avere un’anima aliena?

Rose McGowan, RM486
Per il suo primo video musicale, l’attrice diventata famosa grazie a Streghe ha scelto di comparire nelle inquietanti fattezze di una creatura bianca e calva, ora nuda, ora ricoperta di glitter rossi, piume, pendenti, spilli sulle unghie.

Rihanna, Sledgehammer
Dal momento che la canzone fa parte della colonna sonora di Star Treck, il video non poteva non riprendere quelle suggestioni spaziali. Sola sulla terra, la meravigliosa aliena Rihanna, dal volto enigmaticamente dipinto, si muove ipnotica in danze arcane sotto a un cielo in piena tempesta cosmica.

Kerli, Blossom (The Halls of Heaven Session)
In totale unione con la natura, la cantante estone, da tempo impegnata nella sensibilizzazione verso l’ambiente, assume i panni di una coloratissima fata delle nevi nordiche.

Briga oltre il rap: “La confusione nutre il talento”

Qualunque idea poteste avere di Briga fino ad oggi, cancellatela perché molto probabilmente è sbagliata. Io per primo mi son dovuto ricredere alla grande dopo aver ascoltato il suo ultimo lavoro, Talento.
Lo ricordavo piuttosto spocchiosetto nella sua uniforme di Amici, impegnato a raccogliere applausi e battibeccare con la Bertè, e l’ho ritrovato oggi con addosso un elegante completo scuro, ma soprattutto una maturità e una consapevolezza che non avevo ancora visto in lui.
Il fatto è che Talento, questo disco che – per sua stessa ammissione – ha un titolo ambizioso e insolente, è un lavoro che va ben oltre il rap. Anzi, il rap è solo una delle sue tante componenti, perché dentro c’è molto, molto altro, dalle influenze delle rock britannico all’elettronica, ma soprattutto tantissima melodia e testi a dir poco spiazzanti.
Se il brano che ha aperto il nuovo corso della carriera di Briga, Baciami, era niente di più e niente di meno di un pezzo estivo, tra le 13 tracce (17 nella versione deluxe) che firmano il disco si passa anche attraverso un pezzo cantato come Diazepam, in cui l’artista Briga e l’uomo Mattia si annullano totalmente al servizio di un amore malato, oppure Bambi, l’episodio più folle in assoluto, con tanto di omaggio ai Pink Floyd, o ancora Mily.

cover-deluxe-briga-002-bassa-bassa
Briga si è pure preso il lusso di assoldare un quartetto d’archi che ricompare in più di un pezzo, ed è evidentemente che il lavoro dietro a questo album è stato notevole. Mentre ne parla, a Briga/Mattia brillano gli occhi, in lui traspare tutto l’orgoglio per la consapevolezza di aver fatto qualcosa di nuovo, di diverso, e di aver per questo accettato la sfida, ben conscio che l’ombra del talent c’è, e resterà a lungo, ma anche che il compito di un artista è quello di trascinare il suo pubblico, e non viceversa. Se un ascoltatore, messo a davanti a queste tracce, ne “skipperà” anche solo una, quella sarà una sconfitta per il brano, ed è ciò che Briga e la sua squadra si sono imposti di evitare.
Talento è nato in nove mesi di lavoro in studio portati avanti anche durante il tour, con la stessa tenacia con cui un falegname ogni giorno entra in officina anche quando non deve soddisfare una commissione ma si mette a battere con lo scalpello per creare qualcosa. Non c’era tempo di chiudersi in se stesso, tanto era accaduto dopo il talent, e la paura che la vita avesse esaurito le sue sorprese c’era, anche se Briga non ha ancora raggiunto il traguardo dei trent’anni.
foto-9_ph-nima-benati-bassa-1

Un album oltre il rap, quindi, ma che dal rap parte, perché è Briga che parte da lì, da quel mondo in cui ognuno dice la sua verità, forse discutibile, ma pur sempre una verità, proprio come facevano i cantautori di qualche generazione fa.
Tantissimi gli ospiti, dai “colleghi” Gemitaiz, Sercho, Clementino, Gemello, a nomi del pop e del rock, come Grignani, Lorenzo Fragola (che del suo pezzo si è fatto anche coautore, in una giornata di otto ore filate in studio) e Alessio Bernabei.

Dobbiamo quindi salutare il rapper Briga? No, dobbiamo salutare semmai il Briga solo rapper o solo artista pop o solo cantautore, in nome di un libero eclettismo che lo porta dal brit pop degli amati Oasis ai suoni dei Radiohead, fino all’elettronica acida.
Anche questo è talento, vivere in mezzo a questo mare sconfinato, a questa eterna confusione. Perché la confusione nutre il talento.

Nomadi: arriva il Diario di viaggio di Augusto e Beppe

i-nomadi-1965-1979-3d
Il viaggio dei Nomadi ha inizio più di 50 anni fa a Novellara, nella casa di Beppe Carletti dove il tastierista e il cantante Augusto Daolio suonavano e scrivevano canzoni, le stesse che poi avrebbero portato in lunghissimi tour attraverso tutta l’Italia assieme alla loro band.

In I Nomadi 1965/1979 – Diario di viaggio di Augusto e Beppe non ci sono solo i grandissimi successi del gruppo nella loro versione originale, ma anche, grazie alle ricerche effettuate negli archivi storici della EMI, 11 tracce completamente inedite: 9 brani incisi dai Nomadi nella prima metà degli anni ’70 e mai pubblicati che non avrebbero sfigurato in un album “ufficiale”, una versione folk di Balla Piero e Voglio Ridere con un testo completamente diverso. I brani hanno subìto un’attenta operazione di mix e mastering che ne ha mantenuto intatti i suoni e lo spirito di quel magico periodo. Non poteva mancare “Album Concerto” – testimonianza dal vivo della proficua collaborazione fra i Nomadi e Francesco Guccini, che donò loro Dio è Morto, primo grande successo del gruppo. E ancora demo, le versioni in italiano di successi internazionali ed altre tracce rare.
All’interno del cofanetto anche un libro che raccoglie foto inedite, immagini rare e disegni di Augusto Daolio mai pubblicati prima d’ora.

Il progetto è stato seguito da Carletti in prima persona, ripercorre i primi anni di carriera di una band che da più di 50 anni porta in viaggio lo spirito, l’identità e il Dna dei due amici e fondatori, Beppe Carletti e Augusto Daolio.
beppeaugusto01

La versione deluxe comprende:
CD 1 – Il meglio 1965/1979

1. Io Vagabondo
2. Crescerai
3. So Che Mi Perdonerai
4. Non Dimenticarti Di Me
5. Gordon
6. Naracauli
7. La Storia
8. Quasi Quasi
9. Ieri Sera Sognavo Di Te
10. Sorprese
11. Un Autunno Insieme E Poi
12. Vittima Dei Sogni
13. La Città
14. Ma Piano (Per Non Svegliarmi)
15. Vola
16. La Voglia Di Posare
17. Il Confine

CD 2 – Il meglio 1965/1979
1. Un Giorno Insieme
2. Voglio Ridere
3. Mille E Una Sera
4. Quanti Anni Ho
5. Mamma Giustizia
6. Il Paese
7. Il Destino
8. La Morale
9. Immagini
10. I Miei Anni
11. Non Credevi
12. E Vorrei Che Fosse
13. La Mia Canzone Per Gli Amici
14. Un Po’ Di Me
15. Io Non Sono Io
16. Canto D’amore
17. Uno Sbaglio

CD 3 – Il meglio 1965/1979
1. Un Pugno Di Sabbia
2. Tutto A Posto
3. Spegni Quella Luce
4. Il Fiore Nero
5. Joe Mitraglia
6. Senza Discutere
7. Suoni
8. Riverisco (Parte 1: La Foresta)
9. Riverisco (Parte 2: L’Albero)
10. Abbi Cura Di Te
11. Tutto Passa
12. Luisa
13. Beautiful Day
14. Fatti Miei
15. Giorni Tristi
16. Ritornerei
17. Rebecca (Un Gioco Di Società)

CD 4 – Inediti
1. Uomo Di Sole
2. Amore Grande Mio
3. Il Sapore Della Vita
4. Vento Caldo
5. Film
6. Chi Sei
7. Un corpo e un’anima
8. Senza pensieri nel cuore
9. Se Restiamo Ancora Qui
10. Balla Piero (versione alternativa inedita)
11. Gli occhi tuoi (Voglio Ridere) (versione alternativa inedita)

CD 5 – Demo e rarità
1. What now my love
2. Una ragazza come tante (Augusto)
3. 20.000 leghe (Nemo)
4. Ehgel 000.02 (Nemo)
5. To love somebody (Chris Dennis)
6. The memory train (Chris Dennis)
7. So che mi perdonerai (demo)
8. Stagioni (demo)
9. Eterno (demo)
10. Yo Vagabundo (Io vagabondo)
11. Mil Y una noche (Mille e una notte)
12. Se Que Me perdonaras (Non Dimenticarti di me)

CD 6 – Le cover dei Nomadi
1. Ho Difeso Il Mio Amore (Nights In White Satin)
2. Un Figlio Dei Fiori Non Pensa Al Domani (Death Of A Clown)
3. Come Potete Giudicar (The Revolution Kind)
4. Ala Bianca (Sixty Years On)
5. L’Auto Corre Lontano, Ma Io Corro Da Te (Wichita Lineman)
6. Vai Via, Cosa Vuoi (All The Love In World)
7. Mai Come Lei Nessuna (Run To The Sun)
8. Il Gigante (Whisper in the Night)
9. Stagioni (Seasons)
10. Il Nome Di Lei (Gotta See Jane)
11. Vola Bambino (Hi Ho Silver Lining)
12. Ti Voglio (I Want You)
13. Un Riparo Per Noi (With a Girl Like You)
14. Insieme Io E Lei (Days)
15. Donna La Prima Donna (Donna The Prima Donna)
16. Racconta Tutto A Me (You Don’t Love Me )
17. Icaro (Winter Of My Life)
18. Quattro Lire E Noi (My Mind’s Eye)
19. La Mia Libertà (Girl Don’t Tell Me)

CD 7 – I Nomadi cantano e interpretano Guccini
1. Dio È Morto
2. Canzone Per Un’amica
3. Noi Non Ci Saremo
4. Il Vecchio E Il Bambino
5. Canzone Della Bambina Portoghese
6. Piccola Città
7. La Collina
8. Noi
9. Per Fare Un Uomo
10. L’Isola Non Trovata
11. Il Disgelo
12. Ophelia
13. Per Quando È Tardi
14. E’ Giorno Ancora
15. Giorno D’estate
16. Asia
17. Per Quando Noi Non Ci Saremo

CD 8 – Album Concerto – Francesco Guccini e i Nomadi live
1. Canzone Per Un’Amica
2. L’Atomica Cinese
3. Noi Non Ci Saremo
4. Per Fare Un Uomo
5. Primavera Di Praga
6. Dio È Morto
7. Canzone Del Bambino Nel Vento (Auschwitz)
8. Noi
9. Statale 17

 

BITS-RECE: Loredana Errore, Luce infinita. Quando l’anima brucia di vita

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
copertina-3

C’è una cosa di Loredana Errore che mi ha fatto sentire in lei una sintonia fin dal primo momento in cui l’ho sentita cantare. Era ad Amici, ormai alcuni anni fa, e quando partiva la base di un brano, dalla sua bocca usciva una particolare commistione di brama di vita, gioia, ma anche un dolore avito, una sofferenza che sembrava covare in lei da sempre. E in ogni singola parola che pronunciava cantando, tutto questo veniva fuori con una forza impressionante. Stupendo e terribile insieme. Sicuramente un attaccamento alla vita, prima che alla musica, unico.

Oggi che il tempo è passato e che Loredana ha da poco attraversato un momento personale delicatissimo come lo può essere un incidente stradale di quelli tremendi, tutto questo è rimasto intatto. Nelle nove tracce del suo ultimo album, Luce infinita, quell’attaccamento alla vita si è fatto ancora più robusto, ha tirato fuori ancora di più le unghie e le infilate nella terra.
Il modo che ha Loredana di vivere le canzoni che interpreta è di quelli viscerali, che non ammettono mezze misure: o c’è tutto o non c’è nulla. Lo si sente nelle singole parole, nel modo che ha di mordere le sillabe, trascinarle, strapparle.
2w3a4893_
Ci vuole coraggio per riprendersi il cielo, urla in Nuovi giorni da vivere, il primo singolo, e questa frase basterebbe da sola a riassumere l’anima di questo album che ci riconsegna dopo alcuni anni di silenzio un’artista preziosissima, tanto battaglierà quanto fragile.

Loredana canta d’amore, canta di vita, di perdite, di conquiste, di sconfitte, di sorrisi ritrovati, e in lei si sente, costante, una sincerità lucida, limpidissima, quasi abbagliante da guardare in faccia. La rivisitazione di Dio come ti amo di Modugno è quanto di più personale ci possa essere, Luce infinita è un violento vortice d’amore, Lo sguardo stupendo, dedicata alla madre, è invece un pugno d’amore tirato dritto nello stomaco del cielo, fino a farlo sanguinare.

La bellezza di Loredana Errore è che di artisti così in giro non se ne trovano molti, sono rari, rarissimi, perché le anime come la sua sono quelle così grandi da avere il coraggio di spogliarsi, farsi scivolare addosso l’armatura e mostrare i lividi, le cicatrici e i morsi ricevuti. E sorridere meravigliosamente.

E’ grazie ad anime così che la musica prende fuoco.

#MUSICANUOVA: Alicia Keys, Blended Family, featuring A$AP Rocky

alicia-keys-here
Blended Family (What You Do For Love) è ispirata dal mio viaggio personale volto alla ricerca di una maggior comprensione, supporto e amore in famiglia, per me la famiglia non ha più un’unica definizione e la famiglia moderna è costituita da tutte quelle persone che sono semplicemente desiderose di mettere l’amore al primo posto”.

Il nuovo singolo di Alicia Keys fa parte di Here, il nuovo album in arrivo il 4 novembre.
Un album dove Alicia approfondisce tutti i temi che le stanno di più a cuore dalla condizione esistenziale umana alle politiche globali.

La maggior parte dei crediti di produzione di Here appartiene a un team creativo che la Keys ha soprannominato “the ILLuminaries”, composto da lei, dal cantautore/produttore Mark Batson, dal rapper/produttore Swizz Beatz e dal cantautore e storico collaboratore di Alicia Harold Lilly. Con questo album la Keys ha stilato una vera e propria lista di temi di cui desiderava parlare e il risultato è un viaggio approfondito sulle sue radici newyorkesi e sulla cultura hip-hop.
“In questo album, sono arrivata Here (‘Qui’),un posto dove sono pronta a guardarmi sinceramente allo specchio e a vedere con obiettività chi e che cosa siamo diventati in questo mondo: il buono, il brutto, le ombre e la luce. Mi sono resa conto che per crescere capendosi e accettandosi l’un l’altro dobbiamo riconoscere la complessità di ognuno di noi. Dobbiamo essere in grado di parlarne e incontrarci dove siamo, Here“.

#MUSICANUOVA: Klune, Tetris

unnamed-26
Tetris è il primo brano che abbiamo scritto per il nostro album, musicalmente rappresenta la fase di passaggio tra le sonorità dell’ep e ciò che abbiamo prodotto quest’anno.  

Il pezzo parla di relazioni sentimentali brevi e occasionali nella mondanità di una metropoli, non ci sono precisi riferimenti e luoghi affinché chi ascolta sia libero di interpretare, è una fotografia di chi vive di rapporti umani che si consumano in fretta, uno stile di vita affascinante e malinconico. Il mood del brano riflette questo stato d’animo, abbiamo ricercato un’intenzione delicata nella voce che funzionasse con il ritmo incalzante e a tratti tribale del brano.”
unnamed-27

Giovanni Solimeno, Alberto Pagnin e Giulio Abatangelo, alias Klune si formano in un piccolo studio fuori Padova nel 2015. A novembre dello stesso anno esce il loro primo EP omonimo, con i primi cinque brani inediti della band.

#NUOVAMUSICA: Nesli, Perfettamente sbagliato

Mi hanno detto ricominciamo, che da domani tutto sarebbe cambiato…
Io che  mi chiedo in fondo, ogni giorno chi siamo
E’ già domani
E tutto è perfettamente sbagliato

Un video che incarna pienamente l’essenza di questo nuovo singolo, un testo libero, disarmante, nudo, vulnerabile. L’essenza di Nesli. Alla regia, il tocco d Luca Tartaglia.

#MUSICANUOVA: Yombe, SDIMS

“Ascoltare un pezzo ti porta spesso a immaginare un qualche luogo e nel caso di SDIMS quel luogo era L’Islanda.
Con i suoi paesaggi sconfinati e aridi l’Islanda ci ha aiutati a restituire un senso di incomunicabilità e di distanza all’interno di una relazione. Qualcosa di profondo appunto, che sarebbe meglio nascondere alla persona che ami, ma che alla fine viene comunque fuori”.
Così gli YOMBE presentano SDIMS, il nuovo singolo estratto dall’EP d’esordio pubblicato la scorsa primavera.

YOMBE sono un duo electro-pop italiano fondato dal musicista e produttore Alfredo Maddaluno e dalla cantante e songwriter Cyen, che con la loro musica innovativa e ricca di energia stanno raccogliendo consensi in Europa.